venerdì 24 maggio 2019

Il mistero degli enormi vasi in pietra sparsi su un altopiano del Laos


Cosa ci fanno degli enormi vasi in pietra in mezzo a una remota foresta del Laos? 
Se lo chiedono i ricercatori dall'Australian National University, che hanno scoperto 137 nuovi «vasi funebri», pesanti anche due tonnellate, spostati di chilometri dai loro luoghi originari.


Gli antichi vasi di pietra che costellano prati e colline del Laos rappresentano da sempre un enigma archeologico. 

Parliamo di cimeli millenari che vanno da uno ai tre metri d'altezza, superando anche il metro di diametro che sembrano essere stati scolpiti in un luogo per poi essere posizionati altrove, nonostante la loro stazza.
 E ora il mistero s'infittisce con questo nuovo ritrovamento in 15 diversi posti remoti dell'altipiano Xieng Khouang.


Gli esperti pensano che questi enormi vasi venissero utilizzati nei rituali di sepoltura, come urne funerarie o ancora per segnalare la presenza di una tomba.
 Un'altra scuola di pensiero crede che servissero per raccogliere l'acqua piovana durante la stagione monsonica. 
Le leggende locali sostengono invece che quegli enormi vasi non siano altro che i bicchieri utilizzati dai giganti che, nella notte dei tempi, popolavano il Laos


Oltre alle giare, gli archeologi hanno trovato diversi oggetti estremamente interessanti. 

Al fianco di molte di esse sono stati rinvenuti dei rari dischi intagliati, che probabilmente segnalavano il luogo di sepoltura.
 Sui dischi si possono osservare immagini di animali o disegni geometrici, tuttavia gli archeologi non ne conoscono il significato e il motivo per cui venivano utilizzati gli uni o gli altri.
 La parte decorata dei dischi, curiosamente, era sempre rivolta all'ingiù. 

Dai siti archeologici sono emersi anche copie in miniatura di argilla delle giare, ceramiche decorative, perle di vetro e vari utensili di ferro, alcuni dei quali adatti al trattamento dei tessuti. 


Si tratta di luoghi estremamente affascinanti e colmi di misteri, che gli scienziati sperano di svelare studiandoli a fondo.

 I dettagli sulla scoperta sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell'Università Nazionale Australiana.




Fonti: lastampa.it

         scienze.fanpage.it