martedì 19 febbraio 2019

200 cani destinati al macello salvati da un allevamento di carne in Corea del Sud


Ferite non curate, ammassati l’uno sull’altro senza possibilità di muoversi in gabbie tenute all’esterno anche con rigide temperature. Il tutto succedeva in una sorta di fattoria coreana a circa 150 chilometri a sud della capitale Seoul, trasformata in un allevamento di cuccioli di cani, alcuni destinati al macello, altri ad essere venduti come animali domestici.
 Una situazione che andava avanti ormai da otto anni e che finora non era mai stata cambiata. 

A salvare 200 cani tra chihuahua, bulldog francesi, Yorkshire terrier, barboncini e meticci è stata la HSI, un ente di beneficenza per animali che da anni si batte per i diritti degli amici a quattro zampe.



Così non solo i cani sono stati salvati da una fine ignobile, ma la fattoria è stata finalmente chiusa, evitando così che altre vittime innocenti, finissero nelle mani di allevatori senza scrupoli. Parliamo di cani che non avevano mai conosciuto la libertà, che non avevano mai corso felici nell’erba.


Vivevano in gabbie di ferro poggiate sul cemento, esposti a lampade e senza mai vedere la luce del sole.
 Carne da macello, insomma, in attesa di essere servita nei ristoranti locali. 

L’operazione è iniziata il 13 febbraio e adesso i cani saranno trasferiti in Stati Uniti e Canada in attesa di essere adottati.

 Questa storia ha un bellissimo lieto fine, ma in Corea del Sud ogni anno circa un milione di cani viene mangiato. 
Una tradizione che indigna, ma che purtroppo continua ad esistere. 


"Questi cani non sono diversi dagli altri, adesso hanno bisogno di cure amorevoli", ha detto a AFP Kelly O'Meara, un funzionario della HSI.




Questa fattoria è la 14esima chiusa dal 2015 per gli stessi identici motivi. 

 Dominella Trunfio