giovedì 6 dicembre 2018

Perché facciamo l’albero di Natale? Grazie a un miracolo di 1300 anni fa


Perché ogni anno facciamo l’albero di Natale? 

Alberi e piante sempreverdi sono stati usati per celebrare le feste invernali per migliaia di anni, molto prima dell’arrivo del cristianesimo.
 I pagani in Europa usavano rami di abeti per decorare le loro case durante il solstizio d’inverno.
 I primi romani usavano sempreverdi per decorare i loro templi durante i Saturnali, mentre gli antichi egizi giunchi di palma per adorare il dio Ra. 

Ci sono diverse teorie e leggende sul modo in cui l’abete è diventato un simbolo del cristianesimo.
 Una delle più diffuse vede protagonista il monaco benedettino inglese Bonifacio, famoso per il suo lavoro da missionario in Germania durante l’VIII secolo.

Secondo la leggenda San Bonifacio incontrò alcuni pagani tedeschi in procinto di compiere dei sacrifici di fronte a una possente quercia sacra al dio Thor. Il santo afferrò l’ascia e tagliò l’albero per fermarli.
 Secondo il mito da quella quercia nacque un albero di abete. Essendo di forma triangolare, tipica rappresentazione della trinità, divenne simbolo di Cristo e di nuova vita.

 Nella storia moderna l’albero di Natale iniziò a diventare popolare durante il XVI secolo nella Germania occidentale.
 I cristiani cominciarono a portare gli alberi nelle loro case per decorarli con pan di zenzero, noci e mele.
 L’usanza si diffuse poi nelle corti reali e tra i nobili di tutta Europa all’inizio del XIX secolo. 
La regina Vittoria d’Inghilterra e il principe Alberto la resero popolare tra il 1840 e il 1850.
 A tramandare la tradizione alla Regina fu sua madre che era di origine tedesca. 
Grazie a un disegno della famiglia reale che celebrava il Natale attorno a un albero decorato nel Castello di Windsor in ogni casa britannica ne spuntò uno. 
La stessa immagine fu pubblicata due anni dopo negli Stati Uniti e presto l’albero di Natale entrò in voga anche lì.

 In Cina e Giappone gli alberi di Natale sono ormai tradizione. Ma furono introdotti dai missionari occidentali nel XIX e nel XX secolo decorati con intricati disegni di carta. 

 Fonte: lastampa.it