giovedì 13 settembre 2018

Addio allʼara di Spix: si è estinto il pappagallo blu protagonista di "Rio"


Brutte notizie dal mondo della Natura - ed ancora una volta tra i responsabili c'è l'Uomo. 
L'ara di Spix, il magnifico pappagallo blu divenuto una star internazionale grazie al fortunato film d'animazione "Rio", si è infine estinta.

 A confermarlo BirdLife International - consorzio internazionale di ONG impegnate nella conservazione degli uccelli - a seguito di una ricerca pubblicata su Science Direct, e che, nonostante il risultato, deve servire a "ispirare un raddoppiamento degli sforzi per prevenire altre estinzioni”.


Ad affermarlo è Stuart H.M.Butchart, capo scienziato di BirdLife International ed alla guida del team di ricercatori che hanno condotto lo studio. 
 "Le estinzioni continuano e accelerano oggi", avverte Butchart. "Storicamente il 90% delle estinzioni di uccelli sono state piccole popolazioni su isole remote. 
Le nostre prove dimostrano che c'è un'ondata crescente di estinzioni che si riversano nel continente a causa della perdita di habitat da agricoltura, drenaggio e disboscamento non sostenibili ". 

Infatti quattro delle otto estinzioni di uccelli appena identificate si sono verificate in Brasile, di cui era originaria l'ara di Spix. Malgrado i tentativi di preservarne la specie, questo pappagallo - lungo 55 - 57 cm e celebre per le varie sfumature di blu del piumaggio - si è estinto a causa in primis della caccia e della deforestazione.


Commerciata per 150 anni prima che venissero scoperte popolazioni selvatiche, nel 1985 furono trovati tre esemplari di ara di Spix in Amazzonia: due vennero catturati illegalmente, e i tentativi di allevare il terzo fallirono. 

L'ultimo avvistamento di ara di Spix in natura risale al 2000. 

 La storia dell'ara di Spix deve essere di insegnamento, secondo Butchart : "Se alcune di queste specie se ne sono andate, dobbiamo reindirizzare queste risorse a quelle che rimangono ".
 A questo proposito, nel medesimo studio, sono state sottoposte ad una nuova valutazione le 51 specie più minacciate delle 26.000 presenti nella lista rossa dell'IUCN - l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura -. 
+A questo scopo si è fatto ricorso ad un nuovo metodo statistico per analizzare e valutare gli sforzi di ricerca e la validità degli avvistamenti di specie sull'orlo dell'estinzione, rendendole più efficaci e precise.


Speriamo dunque che la ricerca ed una nuova consapevolezza generale dell'importanza della biodiversità impediscano l'estinzione di ulteriori specie animali.

 Fonte: curioctopus

Trovata una porta medievale sotto un castello in Scozia. Ecco il segreto che nasconde da secoli


Una porta segreta sotto un antico castello. 
Cosa ci può essere di più affascinante? 

Siamo in Scozia, al cospetto del castello di Culzean, che sorge sulla costa occidentale dell'isola, a sud-ovest di Glasgow. E lungo le fondamenta di questo maniero, gli archeologi del National Trust of Scotland hanno scoperto, all'interno di una grotta usata come una stalla, una porta dimenticata.


Leggende narrano che quelle grotte siano infestate dai fantasmi, ma anche utilizzate da contrabbandieri e fuggiaschi.
 Ma nessuno avrebbe mai pensato di trovare, nascosta nella pietra, dietro una porta di origine medievale, una cantina con decine di bottiglie di vino rimaste chiuse lì dal Settecento. 

 Prima che fosse costruito l'attuale castello, esisteva un altro maniero chiamato House of Cove o Coif Castle, proprio in onore alle antiche grotte sottostanti, risalenti all'età del ferro.
 E' dal Trecento che quei rifugi in pietra venivano utilizzati per conservare il cibo, vino incluso.
 Poi sono stati convertiti in stalle, e il vino è rimasto lì sigillato sino a oggi.




Non si sa se quelle bottiglie siano state semplicemente dimenticate dal personale di corte, oppure nascoste dai contrabbandieri che frequentavano la zona, certi che nessuno sarebbe andato lì a cercare il bottino. 

 Il castello di Culzean è una delle attrazioni turistiche più popolari della Scozia, ma in pochi sanno che è stato costruito sopra un labirinto di caverne. 
Solo una piccola porzione oggi è visitabile. E quando anche tutta quest'altra parte interessata dagli scavi sarà messa in sicurezza, il Trust desidera aprirla al pubblico: «Ci sono così tante storie da raccontare qui e condividere con i nostri visitatori», ha fatto sapere Ian Cornforth.

 Fonte: lastampa.it