lunedì 26 marzo 2018

Khajuraho, i templi dell’amor profano dell’India


L’amore sacro e l’amore profano saldati insieme, uniti a imperitura memoria. 
A Khajuraho, nell’India più intensa, si fondono i sentimenti, la passione, l’erotismo con la religione, il misticismo e divinità. 
Uno scambio di contrasti apparenti che si basa sulla concezione tantrica del sesso e della vita che ha portato i templi di questo parco di quasi 13 chilometri quadrati ad essere famosi per rappresentare una sorta di Kamasutra in pietra. 
 Niente di pruriginoso o scabroso, anzi. Il sito, tra verde lussureggiante e strutture che appaiono all’improvviso, è già molto ricco di fascino in sé e le rappresentazioni veritiere sono solo una piccola parte della fama del luogo.


In particolare, se prima di affrontare questa passeggiata archeologica nel verde di giardini in stile inglese, il moderno pellegrino decide di assistere allo spettacolo di “suoni e luci” che si svolge la notte proprio ai piedi di un paio di templi: in una cornice estremamente suggestiva, una voce narra la leggenda dalle fondazione del luogo per volere della Dea Luna, che si specchiava nel laghetto adiacente e chiese ai suoi discendenti, che poi divennero il clan Chandela, di costruire in suo onore 85 templi. 

 La storia ha tutto il sapore delle antiche fiabe indiane (Dei, natura, eroi, soldati, tigri, principesse), mentre l’illuminazione sapiente accende nell’oscurità alcune parti delle costruzioni e la musica antica sottolinea le parole.
 Uno show decisamente affascinante che rimane nel cuore, così come la visione alla luce del sole di tutto il sito religioso.




Divisi in due sezioni, sparsi a pochi metri uno dall’altro, tra fiori giganti e lussureggianti piante, alcuni più bassi, altri alti fino ad oltre 110 metri, i 22 templi e qualche rovina sono la testimonianza della gloria della dinastia Chandela, che regnò in questa zona centrale dell’India, e furono eretti tra la metà del IX secolo e l’inizio del XII da centinaia di abili scultori, architetti e operai, il cui nome purtroppo è perso nel dimenticatoio della storia. 
 Furono sicuramente eccezionali come mano d’opera, scolpendo ad una ad una le migliaia di statue a bassorilievo che arricchiscono ogni centimetro di tutti i templi. 
Oltre ai consueti animali della giungla, elefanti, tigri e leoni, oltre ai valorosi soldati che combatterono per la dinastia, oltre alle raffigurazioni dei tanti Dei, a cominciare da Ganesh, oltre alle innumerevoli scene di vita quotidiana, i principali protagonisti di questi decori nella pietra rossa sono uomini e donne in posizioni sensuali.




Per questo Khajuraho è considerato il luogo della rappresentazione del Kamasutra. Anche se le “vignette” erotiche sono soltanto il 15 % delle opere d’arte scolpite nelle pareti. 
I templi sarebbero il centro del misticismo tantrico, dove il sesso è essenziale affinché gli umani tramite esso si avvicinino al divino e all’assoluto.
 Per alcuni studiosi, invece, le raffigurazioni sensuali sarebbero state effettuate per ricordare che si può arrivare al cospetto degli Dei soltanto abbandonando i propri istinti e desideri sessuali.
 Una sorta di purificazione: infatti quel tipo di sculture si trovano nella zona esterna del tempio, che al centro è dedicato ad una delle tante divinità, da Shiva a Vishnu e Brahma, mentre una volta, prima di crolli, saccheggi e attacchi del tempo, ognuno aveva intorno mura, porte e cortili circondati da palme da dattero (Khajur, in indi, significa palma). 
 Quello che è certo è che i bassorilievi sono un esempio di grande manualità artistica degli scultori e anche se potrebbero sembrare una sorta di libro di pietra di figure sessuali, trasmettono sicuramente gioia e positività.




I primi scopritori inglesi, dopo che per secoli i templi furono inghiottiti dalla giungla, nel 1840, in piena epoca puritana dell’Ottocento, rimasero sconvolti e inorriditi davanti a tanta lussuria. 
Oggi invece, abituati come siamo a provocazioni di ogni genere, fanno sorridere.
 Donne prosperose nelle loro curve morbide e sinuose e uomini prestanti in varie posizioni hanno l’espressione del viso felice di chi ha raggiunto l’illuminazione divina.



Fonte: latitudinex.com