venerdì 28 aprile 2017
Cos'è un hashtag
Non esiste social network che non li usi, sempre più eventi ne lanciano uno per potersi sponsorizzare su internet. Anche i programmi tv ne hanno sempre uno.
Ma cos'è un hashtag?
Cosa significa e come funziona di preciso questa funzione che da alcuni anni a questa parte è diventata di uso comune tra tutti?
Se volete sapere cos'è un hashtag, intanto dobbiamo dire che si tratta di un tag, un'etichetta, usata sul web per aggregare le discussioni e i file legati a un determinato argomento. Diversamente dai tag, che vengono associati a un file o a un articolo, l'hashtag è inserito direttamente nel testo, con l'obiettivo di renderne l'inserimento più semplice all'utente e comprendere il tema in modo più immediato al lettore.
Per rendere possibile questo, diversamente dai tag semplici l'hashtag è preceduto da un cancelletto, che in inglese è chiamato "hash": per questa ragione questo tipo di etichette hanno ottenuto il nome di hashtag.
Ora che abbiamo visto cos'è un hashtag, vediamo quando è nato e come mai è diventato uno strumento così diffuso.
Il primo social network a fare uso di questo tipo di etichette è stato Twitter, dove nel 2007 un utente, Chris Messina, propose di usare parole precedute da un cancelletto per evidenziare il tema della discussione e raggruppare tutti i tweet a riguardo.
Lo stesso anno, l'utente Nate Ritter ne utilizzò uno per raccontare gli incendi che stavano colpendo la città di San Diego, #sandiegofire , che ebbe particolare successo, facendo diventare l'hashtag uno strumento comune.
Ora che abbiamo raccontato cos'è un hashtag, perché si chiama così e qual è la sua storia, è giusto dire qualche parola anche su come sia bene usare un hashtag e come invece possa risultare poco producente.
Ad esempio, su Twitter è bene non utilizzare troppi hashtag in un unico post, saper scegliere bene la parola chiave per il testo che si sta scrivendo e cercare di usarne una o al massimo due.
E' inoltre positivo sceglierne uno intorno al quale si sono già raccolti molti post in modo da non disperdere eccessivamente i risultati ed evitare di usarne di troppo generici.
Fonte: tpi.it