martedì 18 aprile 2017

Spettrali torri di tufo e acqua alcalina formano un paesaggio alieno ai piedi della Sierra Nevada


Un piccolo gioiello incastonato ai piedi della Sierra Nevada, con acque scintillanti che in alcuni momenti della giornata - in particolare al tramonto e all'alba - assumono la caratteristica colorazione rosa.
 Il Mono Lake è uno dei laghi alcalini più antichi d'America ed è reso unico al mondo dalle stravaganti formazioni di tufo che emergono dal suo fondale.


Un paesaggio quasi alieno, ad alta quota nel deserto, formatosi almeno 760 mila anni fa da un'eruzione vulcanica. 
Nessun affluente alimenta il Mono Lake e questa mancanza ha causato nei secoli un accumulo di sali che hanno abbassato talmente tanto il ph dell'acqua da renderla tossica per quasi ogni forma di vita.
 Unici a resistere alla sua alcalinità sono dei gamberetti che alimentano due milioni di uccelli migratori che ogni anno tornano in questa riserva naturale per nidificare.
 Ed è sempre questa particolare composizione chimica ad aver creato queste spettrali torri di tufo .
 Il tufo è essenzialmente calcare comune: quello che è raro qui è il modo in cui si forma.
 In questo lago esistono delle sorgenti sottomarine ricche di calcio che si mescolano all'acqua ricca di carbonati, generando una reazione chimica così «violenta» da far uscire dall'acqua il calcare che si è formato.
 Parliamo di colonne che possono raggiungere anche i nove metri d'altezza, dalle forme più particolari.




I sedimenti presenti sotto lo strato di cenere del fondale suggeriscono che questo specchio d'acqua potrebbe essere un residuo di un lago più grande e antico che un tempo ricopriva gran parte del Nevada e dello Utah. 
Oggi la sua acqua salmastra è due volte e mezzo più salata rispetto all’oceano e il livello è sceso drasticamente: una condizione che sta mettendo a rischio l'ecosistema circostante, più fiorente di quanto si possa pensare.



Fonte: lastampa.it

Il gambero Pink Floyd uccide con il suono


Secondo una diffusa leggenda metropolitana, nel 1971, durante un concerto al London's Crystal Palace, i Pink Floyd suonarono così forte da uccidere i pesci del laghetto che separava il palco dal pubblico.
 Una nuova specie di gambero pistolero, il cui nome si ispira a quello della band, produce, con la sua sproporzionata chela rosa, un rumore talmente assordante, che mette ko i piccoli pesci di cui poi si nutre.

 Il Synalpheus pinkfloydi, come è stato chiamato il crostaceo, è stato scoperto al largo delle coste di Panama, dai ricercatori dell'Oxford University Museum of National History, dell'Universidade Federal de Goiás (Brasile) e della Seattle University (USA). 
 Come gli altri "gamberi pistola" della famiglia degli Alpheidae, ha una chela più sviluppata dell'altra, che apre e richiude velocemente producendo schiocchi che arrivano a 210 decibel, più forti dei suoni di un tipico concerto rock e sufficienti a stordire, con le onde d'urto prodotte, le prede di cui il musicista di nutre.

 Per gli autori della scoperta si tratta di uno dei suoni oceanici più forti mai documentati. 
Non è però per la storia dei pesci morti che il gambero è stato chiamato così. C'entra piuttosto il colore rosa acceso della sua chela, che evoca il nome della band di cui Sammy De Grave, a capo della ricerca, è da sempre fan. 

Il nuovo arrivato farà concorrenza a un altro crostaceo "rock star", l'Elephantis jaggerai, un gambero che prende il nome da Mick Jagger. 

 Fonte: focus.it