lunedì 17 ottobre 2016

Il nido del tordo verde, un bunker tra le alghe


Il nido è un luogo sicuro. A costruirlo sono soprattutto gli uccelli, ma anche i pesci lo sanno fare a regola d’arte. Come nel caso del tordo verde (Symphodus roissali) ripreso da Tullio Foti. Rappresentante della famiglia dei Labridi, il tordo verde maschio a primavera appare più colorato del solito. 
Questa, infatti, è la stagione degli amori e anche tra i pesci il modo migliore per conquistare le femmine è farsi vedere.
 Il nostro tordo non fa eccezione: le guance sono di colore verde o turchese e ornate da bande oblique, gli occhi sono rossi e le labbra si fanno rosa mentre i fianchi sono un misto d’azzurro, verde, rosso, marrone e giallo.
 Così attrezzato dal punto di vista cromatico, il tordo verde si mette in mostra in mezzo alle alghe e alle posidonie tra cui abitualmente vive e si prepara a corteggiare le femmine. 

  Il maschio di questa specie, però, non può affidarsi solo a una livrea più variopinta del solito per fare colpo sulle compagne, ma deve conquistarle dimostrando di poter essere un buon padre, e capace di accudire alla prole mettendole a disposizione una casa, vale a dire un nido.
 La sua costruzione, infatti, è di cruciale importanza nel successo riproduttivo poiché serve come segnale di qualità verso le potenziali partner, e come forma di cura parentale delle uova e della nuova prole.


Costruire un nido non è però un’operazione semplice 
Anche se l’istinto è dominante nella sequenza delle operazioni, l’età e l’esperienza (e mi piace pensare che a volte qualche esemplare abbia anche un po’ d’estro artistico), giocano un ruolo importante. 
Un maschio di 3-4 anni riuscirà senza dubbio meglio di un giovane labride alla sua prima stagione riproduttiva. 
Molto importante è la scelta del luogo.
 La profondità, la pendenza del fondo, il grado d’esposizione alle onde e la varietà di substrati sono tutti elementi che il nostro tordo verde deve prendere in considerazione prima di mettersi all’opera. In particolare, esso valuterà l’abbondanza o meno di alghe, sia per il rifornimento dei materiali da costruzione, sia per una migliore mimetizzazione.
 Inoltre, le alghe presenti devono essere abbastanza alte da proteggere dall’effetto delle onde. 
È stato osservato, infatti, che la percentuale di nidi che riesce a resistere per l’intero ciclo di nidificazione aumenta quando prevalgono condizioni di mare favorevoli (per esempio, altezza delle onde inferiore ad un metro) per un tempo sufficientemente lungo (una settimana o più).

 Se sarà soddisfatto, il maschio comincerà a edificare uno o più nidi di alghe formando a colpi di testa e di coda una massa semisferica con un’entrata laterale. 
Per questo lavoro tenderà a scegliere frammenti di alghe calcaree, più resistenti, che costituiranno l’ossatura del nido, poi completato con alghe più morbide destinate a renderlo più voluminoso ed elastico per meglio sopportare le sollecitazioni conseguenti alla deposizione e alla fecondazione delle uova che avverranno all’interno.
 Durante la costruzione il maschio terrà lontani tutti gli altri pesci, comprese le femmine della sua specie. In seguito, queste si sposteranno da un nido all’altro scegliendo quello migliore dove deporre le uova che poi saranno custodite dal maschio fino alla schiusa.

 Fonte rivistanatura.com