mercoledì 13 luglio 2016
I Laghetti di Marinello
In Sicilia, in provincia di Messina, si trovano i Laghetti di Marinello, parte della Riserva Naturale Orientata Laghi di Marinello.
Si tratta di laghi d’acqua salmastra ai piedi del santuario di Tindari, la cui storia è legata a quella del santuario.
Nel 1982, infatti, le maree tracciarono un lago dal profilo somigliante a quello di una donna col bimbo in grembo, tanto che la fede popolare attribuì quest’ultimo alla Madonna Nera di Tindari.
Si ritiene che la formazione di questa particolare e suggestiva area lagunare risalga a un periodo compreso tra il 1865 e il 1895, a seguito di particolari processi tettonici e delle singolari condizioni meteo-marine presenti in questo tratto di costa.
I laghetti, il cui numero varia a seconda delle stagione e delle maree, costituiscono, insieme ai Laghi di Ganzirri gli ultimi esempi di ambiente salmastro costiero tuttora presenti in Sicilia nord-orientale.
Da visitare la grotta della Maga che, secondo la leggenda, ammaliava i marinai col suo canto e la sua bellezza per poi divorarli.
Per entrare nella grotta in cui, il 17 agosto del 310, morì papa Eusebio, esiliato in Sicilia da Massenzio, occorre attraversare un piccolo sentiero da Contrada Rocca Femmina.
Al suo interno si trovano stupende formazioni di stalattiti e stalagmiti, un pozzo profondo circa 3 metri, un’infinità di microfori nelle pareti, creati dai litodomi (molluschi marini) mediante erosione.
Secondo la leggenda questi fori sarebbero stati provocati dalle unghie della maga che si sfogava così ogni volta che non riusciva ad attirare il navigatore di passaggio.
I laghetti sono circondati da una ricca macchia mediterranea composta da euforbia, canne, mirti, capperi e fichi d’India mentre le pareti rocciose che sovrastano la riserva naturale, creata nel 98’, rappresentano un habitat elitario per la nidificazione di molte specie di uccelli migratorie stanziali (gheppio, corvo imperiale, falco pellegrino, taccola).
Altrettanto interessante la fauna lagunare per la presenza di nuove specie delle acque salmastre (copepoda o “piccolo crostaceo” e pesce pettine).
Fonte: http://www.meteoweb.eu/