mercoledì 8 giugno 2016
Il mangostano, usi e proprietà
Il mangostano è una pianta sempreverde tropicale e il suo frutto si riconosce dalla buccia viola e la polpa carnosa.
Si tratta un frutto poco calorico: 100 grammi di mangostano contengono 63 kilocalorie, il 2% di grassi e lo 0% di colesterolo. Poche le proteine e molti i carboidrati e le fibre, utili soprattutto al tratto intestinale.
Quanto alle vitamine, il mangostano ha un buon quantitativo di acido folico, essenziale per le donne in gravidanza.
La maggior parte dei benefici che si traggono dai frutti del mangostano derivano dall'altissima quantità di xantoni, potenti sostanze anti-aging e efficaci inibitori dei processi infiammatori, tanto da essere considerato un super-antiossidante contro i radicali liberi
Viste le sue incredibili proprietà antiossidanti, l'estratto di mangostano previene la formazione delle rughe, migliora il turgore cutaneo e mantiene la pelle idratata, è un rimedio efficace contro l'acne e il rossore tipico delle pelli sensibili.
Gli stessi xantoni del mangostano fungono da inibitori naturali della COX-2, l'enzima coinvolto nei processi infiammatori e in grado di scatenare numerosi mediatori del dolore.
In pratica, gli xantoni impediscono che l'enzima COX-2 si attivi, bloccando così il processo infiammatorio.
Il mangostano ha la caratteristica di contenere una serie di agenti antibatterici di cui fanno parte, manco a dirlo, anche gli xantoni. Questi agenti aiutano il corpo a combattere eventuali attacchi virali e batteri e previene la comparsa di febbre.
Il mangostano avrebbe anche la proprietà di fungere da anti-depressivo.
Il frutto del mangostano, infatti, ottimizza i livelli di serotonina che, se bassi, si associano a stati di depressione e ansia e a casi di emicrania.
E non solo! Applicate il mangostano sotto forma di unguenti, lozioni e creme e noterete subito una distensione dei muscoli contratti e a migliorare la mobilità delle zone doloranti o bloccate.
Grazie al notevole apporto di fibre naturali, vitamine e sali minerali, il mangostano è in grado di migliorare il transito intestinale, proteggere l'intestino e riequilibrare la flora batterica. Inoltre i suoi antiossidanti in esso presenti aiutano il sistema linfatico ad espellere le scorie e le tossine che si creano nei processi metabolici.
Infine, il frutto del mangostano migliora anche la digestione perché evita la formazione di gas intestinali con il conseguente gonfiore addominale e i suoi agenti antiossidanti aumentano la capacità cellulare di assorbire i micronutrienti dei cibi, consentendo al nostro organismo di trarre maggior beneficio dall'alimentazione.
In linea di massima il mangostano non ha effetti collaterali, ma consultate comunque sempre il medico prima di assumerlo, soprattutto in casi di particolari patologie perché è pur sempre un efficacie anticoagulante da non associare a medicinali che hanno lo stesso effetto.
Fonte: Germana Carillo
L'origine meteoritica del pugnale di Tutankhamon
Quanto scritto su un papiro dagli antichi egizi, «un ferro piovuto dal cielo», è stato confermato grazie ad una ricerca italo-egiziana consolidata dopo il ritrovamento di un antico cratere causato dall’impatto con un meteorite.
Con l’utilizzo della tecnica della fluorescenza a raggi X, gli scienziati hanno confermato quanto scritto su quell’antico papiro: il ferro della lama del pugnale di Tutankhamon arriva dallo spazio, è di origine meteorica.
«Gli oggetti egizi di ferro sono pochissimi, perché l’antica civiltà egizia non aveva sviluppato la metallurgia del ferro e non c’erano cave. Così, era considerato più prezioso dell’oro», spiega Francesco Porcelli, professore di Fisica al Politecnico di Torino.
Porcelli è stato per otto anni, fino al 2014, addetto scientifico all’ambasciata italiana al Cairo e ha riunificato un progetto di studio portato avanti dagli esperti sui meteoriti dell’Università di Pisa, del Politecnico di Milano e la ditta XGLab, insieme ancora al Politecnico di Torino, al Cnr, al Museo del Cairo e all’Università di Fayyum.
L’iniziativa è stata finanziata dal Ministero degli Esteri italiano e dal Ministero della Ricerca Scientifica Egiziano.
La lama del pugnale si presenta perfettamente intatta e per nulla arrugginita. lunga circa 35 centimetri.
Ritenuto molto prezioso, era stato infilato tra le bende del faraone bambino in vista del suo ingresso nel regno dell’aldilà.
Il cratere in questione è il Kamil Crater scoperto nel 2008 da Vincenzo De Michele, curatore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che fu poi confermato nel 2010 con la pubblicazione sulla nota rivista Science.
Si tratta di un piccolo cratere lunare, molto raro sul nostro pianeta dal momento che l’erosione cancella i segni degli impatti dei meteoriti.
«Quando fu scoperto il cratere, parlammo del mai risolto interrogativo sul pugnale sulla mummia del giovane faraone della diciottesima dinastia, e decidemmo di fare le analisi, superando un po’ di riluttanza delle autorità egiziane, che giustamente custodiscono gelosamente i reperti», ha spiegato Porcelli.
Come riportato nell’articolo pubblicato sulla rivista Meteoritics and Planetary Science, l’analisi chimica non invasiva, eseguita tramite la tecnica della fluorescenza di raggi-X, ha rivelato che la lama di ferro del pugnale, esposto al Museo Egizio del Cairo, contiene nichel (10%) e cobalto (0.6%) in concentrazioni osservate tipicamente nelle meteoriti metalliche.
Lo studio conferma come gli antichi egizi attribuissero un grande valore al ferro di origine meteoritica, usandolo per la produzione di oggetti preziosi.
L’elevata qualità della manifattura della lama del pugnale testimonia, inoltre, l’alto livello raggiunto nella lavorazione del ferro già all’epoca di Tutankhamon.
Fonte: ilnavigatorecurioso.it