venerdì 18 marzo 2016
Luigi XVII: la tragica sorte del Re fanciullo
Gli storici si sono sempre domandati se il piccolo Luigi, con l’aiuto di qualcuno, fosse riuscito a fuggire dalla sua prigionia, dal suo calvario che cominciò nella prigione del Tempio il 13 agosto del 1792 quando a soli 7 anni venne rinchiuso lì con la sua famiglia.
Dopo la decapitazione del padre, Luigi XVI avvenuta il 21 gennaio del 1793, il bambino, diventato Re “di diritto”, verrà lasciato alle cure della famiglia materna. Ordine che verrà revocato il 3 luglio del 1793 dal Comitato della Salvezza pubblica che allontanerà il piccolo dalla sua famiglia per affidarlo ad una coppia di “sans-culotte”, ossia Antoine Simon, ciabattino ed importante membro della Comune con bottega in Rue des Cordeliers ed a sua moglie Marie-Jeanne, una donna delle pulizie.
I coniugi impartirono al piccolo un’educazione rozza e spartana facendogli bere vino sotto lo sguardo divertito dei carcerieri, educatori anch’essi di un linguaggio scurrile e volgare.
Durante il processo contro sua madre, il bambino fu costretto dai suoi “precettori” ad accusare sua madre e sua zia di abusi sessuali nei suoi confronti.
Dovette dichiarare che le donne lo avessero iniziato alla pratica della masturbazione facendolo giacere a letto provocandogli addirittura una ferita all’inguine, procuratasi in realtà precedentemente giocando con un bastone.
Al bambino non fu risparmiata nemmeno la macabra descrizione della morte di sua madre.
Il 5 Gennaio del 1794 Antoine Simon dovette abbandonare il suo incarico di custode del piccolo.
Per sei lunghi mesi il bambino fu lasciato solo in una stanza umida e chiusa dall’esterno, questa condizione turbò irrimediabilmente la sua salute psico-fisica.
Solo dopo la morte di Robespierre si riuscì a constatare lo stato dei prigionieri della Torre, scoprendo gli unici sopravvissuti: il piccolo Luigi e sua sorella maggiore Maria Teresa.
Le condizioni di detenzione del principino erano troppo precarie per poter pensare ad una eventuale sopravvivenza.
Louis Charles muore l’8 giugno del 1795 e il suo corpicino verrà gettato nella fossa comune del cimitero di Sainte Marguerite a Parigi, senza potersi mai ricongiungere con quello dei genitori.
Nel Dicembre del 1999, il cuore de “l’enfant du Temple” verrà gelosamente conservato nella basilica Saint-Denis dal Duca di Beauffremont, che impossessatosi dell’organo dal 1975, verrà sottoposto ad analisi da parte di due laboratori europei di biologia molecolare, Belgio e Germania, al fine di comparare la sua sequenza genetica con quella di Maria Antonietta, di cui gli scienziati erano già in possesso grazie ad un ciuffo di capelli estratto alla donna al momento della morte e conservato in un medaglione.
La storia racconta che il cuoricino del piccolo fu rubato prima dal medico che praticò l’autopsia sul cadavere, il Dott. Pelletan, poi da uno studente in medicina, il cuore fu di nuovo derubato nel 1830 all’arcivescovo di Parigi. Successivamente fu restituito alla famiglia d’Orléans, per poi passare nelle mani dei Borboni spagnoli.
Il duca di Beauffremont ne divenne proprietario e nel 1975 con estrema difficoltà si lasciò convincere a rilasciare l’ autorizzazione affinché il cuore lasciasse provvisoriamente la cripta della Basilica di Saint-Denis per essere sottoposto alle analisi dagli specialisti in genetica di due laboratori europei indipendenti rivelando finalmente senza nessun dubbio che il piccolo e martoriato cuore apparteneva a Louis Charles, nato il 27 marzo del 1785, secondo figlio maschio del re di Francia Luigi XVI e di Maria Antonietta d’Austria, Duca di Normandia, re di Francia dopo la morte del padre.
Fonte: amantidellastoria
Scoperte in Oman splendide armi cerimoniali in bronzo
In un edificio di 3000 anni, nella regione di Adam, nell'odierno Sultanato dell'Oman, è stato trovato una sorta di ripostiglio che custodiva pugnali ornamentali, asce, archi e frecce, probabilmente un'offerta votiva al dio della guerra.
Le armi sono, infatti, di dimensioni ridotte, non adatte ad essere utilizzate sul campo di battaglia e sono state datate ad un periodo compreso tra il 900 e il 600 a.C.
Alle armi in miniatura si aggiungono anche piccoli serpenti in bronzo e frammenti di incensieri, trovati tra le armi e associati anch'essi a pratiche religiose.
La popolazione di quello che attualmente è l'Oman, iniziarono a costruire armi probabilmente all'inizio della produzione dei metalli i quali ultimi segnarono una maggiore diversificazione della società umana.
Questa complessità finì per riflettersi nella proliferazione di fortezze e monumenti nella regione.
Gli archeologi sono intenzionati a perfezionare gli scavi e l'esplorazione del sito, importante per ricostruire gli albori della storia nella penisola arabica.
La regione di Adam si trova tra le oasi e il deserto dell'Oman e finora non era mai stata esplorata.
La missione archeologica francese vi opera dal 2007 ed è guidata, dal 2011, da Guillaume Gernez.
Le armi e i frammenti di incensieri sono stati rinvenuti in un luogo chiamato Mudhmar East, consistente in due edifici principali e numerose strutture minori ai piedi del Jabal Mudhmar, nei pressi di una grande valle crocevia di numerose rotte commerciali.
Le armi erano state deposte in uno spazio tagliato nell'arenaria di un edificio di mattoni posto sul pendio della montagna e risalgono al periodo del Ferro II.
Gli archeologi pensano che le armi siano cadute da una mensola o da mobili o che fossero appese alle pareti di una stanza che sono, in seguito, crollate.
Tra le armi due piccole faretre interamente in bronzo contenenti ciascuna sei frecce.
Tutti questi reperti sono in scala ridotta ed imitano gli originali, realizzati in materiale deperibile che, solitamente, non vengono rinvenuti negli scavi.
Il fatto che le faretre siano di metallo sta a significare che non erano state fabbricate per essere realmente utilizzate.
Faretre di questo tipo non sono state mai trovate finora nella penisola arabica e sono estremamente rare anche altrove.
Le altre armi, anch'esse di misure ridotte e sicuramente create per fini diversi dall'utilizzo nella vita di tutti i giorni, sono cinque asce da guerra, cinque pugnali con pomelli a forma di mezzaluna, una cinquantina di punte di freccia e cinque archi completi. Questi ultimi sono costituiti da una curva d'arco le cui estremità sono collegate ad un laccio di bronzo.
Fonte: http://oltre-la-notte.blogspot.it/