lunedì 1 febbraio 2016

In Armenia gli animali di un piccolo zoo privato sono stati abbandonati e lasciati morire


Costruirsi un piccolo zoo tutto personale e poi disfarsene quando se ne ha abbastanza, infischiandosene degli animali di cui ci si era fatti un vanto.
 Accade in Armenia, a Gyumri, dove un miliardario, preso dalla smania di onnipotenza, aveva pensato bene di rinchiudere dietro ad una gabbia tre leoni, due orsi e due porcellini d'India. 
 Un mini-zoo privato per farsi bello dinanzi ad amici e conoscenti, anche se quegli animali erano costretti in celle di cemento davvero anguste.
 Ma, passato il capriccio, passata anche la “festa” per quei poveri animali indifesi, che ora si trovano in preda ai morsi della fame e della sete, letteralmente impazziti.

 I sette malcapitati sono la leonessa Maria, 7 anni, i suoi figli Geeta, 4 anni, e Zita, 2; gli orsi Masha, 4 anni, e Grisha, 9; e due porcellini d'India: tutti hanno vissuto per mesi in “condizioni terribili”, come riporta sul suo sito l’International Animal Rescue (IAR), organizzazione che si occupa della protezione degli animali.






Gli orsi sembrano particolarmente colpiti, la loro pelliccia è arruffata e sono pieni di paglia e sporcizia, uno dei leoni ha ferite sulla testa perché l’ha ripetutamente sbattuta contro le grate della sua gabbia, la leonessa, Maria, la madre dei due cuccioli, “giaceva con la testa contro le sbarre”, si legge su thedodo.com.

 Dove sia finito il malvagio oligarca armeno non è dato saperlo, quello che si sa è che finora si sta prendendo cura di questi animali una coppia di anziani, tra l’altro indigenti, Hovhamnes e Alvina Madoyan, che, presi dalla compassione, portano loro del cibo.

 “Ho perso il mio lavoro e non ho più nulla – racconta Hovhamnes - Mia moglie ed io stavamo camminando nello zoo deserto quando abbiamo sentito dei ruggiti terribili. 
Abbiamo trovato la leonessa e un suo cucciolo letteralmente con la bava alla bocca per mancanza di acqua. 
Io e mia moglie non possiamo sopportare di vedere creature di Dio che soffrono. 
Siamo andati a prendere acqua e abbiamo rimediato un po' di carne da un macellaio locale”.


Intanto, venerdì scorso un team guidato dal Worldwide Veterinary Service (WVS) ha trasportato gli orsi in una recinzione temporanea dello Zoo di Yerevan, dove si attenderanno dei permessi prima di essere collocati nella Libearty Bear Sanctuary in Romania. L'International Animal Rescue si sta adoperando per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla difficile situazione di questi animali, nell’attesa che le autorità armene si attivino. 
 “Il destino di questi animali - conclude un portavoce - non dovrebbe dipendere dalla filantropia di una coppia di anziani che a malapena hanno abbastanza per se stessi. 
È fondamentale che vengano spostati in un luogo dove possano essere curati”. 

 Fonte: greenme.it

Château de Noisy: il Castello Abbandonato più bello del Mondo


Il Castello Noisy, forse conosciuto maggiormente con il nome Miranda, è un’antica roccaforte situata a Celles nella provincia di Namur, in Belgio.
 Il castello fu utilizzato sino al 1991 come campo scuola estivo da parte dell’azienda delle ferrovie del Belgio, che lo aveva destinato a residenza per i figli dei ferrovieri durante la breve estate della regione.

 Il Castello, nonostante mostri i segni degli anni, non è antico come potrebbe sembrare all’apparenza, ma fu costruito durante l’800 dalla famiglia Liedekerke-Beaufort, in fuga dai propri possedimenti originari in seguito alla Rivoluzione Francese. 
Gli ultimi lavori di costruzione risalgono addirittura al 1902/1907, quando fu eretta la grande torre centrale che oggi identifica l’edificio da lontano.

 Durante la Seconda Guerra Mondiale il castello entrò in possesso delle truppe tedesche di stanza a Namur, decretando, di fatto, la fine della fortezza come residenza privata.

 Gli eredi della famiglia Liedekerke-Beaufort nel 1950 concessero in uso il castello all’azienda SNCB/NMBS, che però non lo mantenne con lavori a livello strutturale, decretando un rapido degrado di tutta la struttura.

 A seguito dell’abbandono del castello, avvenuto nel 1991, questo è diventato una delle mete preferite degli urbex della zona, a caccia di fotografie in uno dei luoghi abbandonati più belli al mondo.












Nel 2013 l’erede dell’antica casata nobiliare presentò addirittura una richiesta di demolizione per la struttura, spaventato dalle continue visite all’edificio e dal rischio, costante, di crollo dell’intera struttura.
 Il Castello Miranda però non sarà demolito, ma il suo destino è ancora incerto, ancorato ad una burocrazia che fatica a trovare investitori interessati a spendere i circa 20 milioni di euro necessari alla ristrutturazione. 

 Fonte: vanillamagazine.it

Scoperti geroglifici di 5 mila anni fa che riscrivono la storia di una regina, di un faraone e di una città


Una serie di disegni e iscrizioni geroglifiche, risalenti a circa 5 mila anni fa, è stata rinvenuta nel sito di Wadi Ameyra, nella parte egiziana del deserto del Sinai. 
 Le incisioni, circa sessanta, secondo gli archeologi sono state scolpite nel corso di spedizioni minerarie inviate dai primi faraoni, al fine di rivendicarne la proprietà.
 Gli studiosi stimano che le prime incisioni siano state realizzate circa 5,2 mila anni fa, mentre le ultime vengono datate al regno di un faraone chiamato Nebre, che regnò circa 4,8 mila anni fa.


Secondo quanto ha detto a LiveScience Pierre Tallet, capo del progetto e professore presso l’Università della Sorbona, probabilmente le iscrizioni erano un modo per proclamare il territorio come proprietà dello stato egiziano. 
La zona, infatti, è ricca di giacimenti di pietre preziose come il turchese e il rame.
 Il ritrovamento ha suscitato l’interesse dei ricercatori perché fornisce nuove informazioni sui primi faraoni.
 In una delle iscrizioni, per esempio, si narra della regina di nome Neithotep, la quale governò l’Egitto circa 5 mila anni fa, come reggente del giovane faraone di nome Djer. 
 Gli archeologi sapevano dell’esistenza di Neithotep, ma si è sempre pensato che fosse la consorte del faraone Narmer. 
«Le iscrizioni dimostrano che Neithotep non era moglie di Narmer, ma una regina reggente all’inizio del regno di Djer», spiega Tallet. Un’altra importante iscrizione mostra che la città di Menfi, antica capitale d’Egitto, è più antica di quanto finora creduto.
 Le cronache della Grecia antica e degli scrittori romani sostengono che Menfi è stata costruita da un mitico re di nome Menes, che gli egittologi hanno sempre identificato con il faraone Narmer.
 In realtà, le iscrizioni dicono chiaramente che Menfi esisteva già prima che Narmer nascesse.
 «L’iscrizione associa la città di Menfi, nota anche come “Pareti Bianche”, al nome di Iri Hor, un re che governò l’Egitto due generazioni prima di Narmer», spiega Tallet, ed è molto plausibile che la città possa essere stata costruita prima che Iri Hor diventasse faraone.




Le incisioni comprendono anche le raffigurazioni di alcune imbarcazioni.
 Su tre di queste, gli archeologi hanno trovato il “serekht reale”, una cornice rettangolare nella quale è inserito un simbolo usato nell’Egitto del Periodo Arcaico per indicare il sovrano. 
 Come spiega Tallet, il design delle barche raffigurate nelle incisioni è molto arcaico, molto più antico rispetto a quello utilizzato per le raffigurazioni trovate accanto a buona parte delle piramidi d’Egitto.
 Certamente, la scoperta delle incisioni di Wadih Amyera getta nuova luce sull’antichità della storia dell’antico Egitto, la quale si conferma custode di numerosi aspetti ancora tutti da chiarire.

 Fonte: ilnavigatorecurioso.it