giovedì 10 dicembre 2015

Il mistero della fortezza Medievale di Por-Bazhyn in Siberia


Por-Bazhyn in Siberia è uno dei più misteriosi siti archeologici della Russia, un’antica fortezza in una piccola isola al centro di un lago tra le montagne della Siberia meridionale.
 Il nome Por-Bazhyn si traduce dalla lingua Tuva come “casa d’argilla”, e gli scavi suggeriscono che fu costruita nell’VIII secolo dopo Cristo, prima con funzioni di palazzo e poi convertita in monastero. 
La costruzione probabilmente fu distrutta prima da un terremoto e poi da un incendio, lasciando dietro di sé numerose domande e misteri. 
Il metodo di costruzione mostra che Por-Bazhyn fu costruita secondo la tradizione architettonica cinese Tang.

 Il sito fu esplorato per la prima volta nel 1891, ma non furono effettuati scavi archeologici sino agli anni 1957-1963. 
I primi studi approfonditi su Por-Bazhyn vennero però iniziati soltanto pochi anni orsono, nel periodo del 2007-2008, ma le risposte alle domande sorte nel corso dei decenni sono ancora lacunose.
 Gli esperti ritengono che la costruzione risalga al 757 dopo Cristo, per un complesso che copre una superficie di circa 35.000 metri quadrati. 
Dentro le mura esterne, che raggiungono un’altezza di 12 metri, si trovano oltre 30 edifici, con una struttura centrale realizzata in due parti collegate da un passaggio coperto.


Dall’isola sono stati recuperati un numero esiguo di artefatti, una circostanza piuttosto strana per una struttura di così grandi dimensioni. 
Fra gli edifici inoltre non sono state rinvenute tracce di un qualsiasi sistema di riscaldamento (camini, focolari perenni etc), un particolare che sembra impossibile vista la quota del luogo (2.300 metri sul livello del mare) e la zona, non certo famosa per le temperature miti. 
 Alcuni fra gli oggetti ritrovati il loco sono tavolette d’argilla, disegni colorati, frammenti di legno bruciato, tegole, un pugnale di ferro, un calice di pietra, un orecchino d’argento e unghie in ferro. Nessuno dei manufatti suggerisce una risposta sul motivo per cui la struttura fu costruita, e di quali fossero i suoi utilizzi.
Por Bajin si trova in un luogo remoto, alla periferia di quello che era l’impero nomade degli Uyghur, costruita in stile cinese ma senza alcun segno di abitazione permanente, e abbandonata dopo solo un breve periodo di utilizzo.


Dal momento della sua scoperta Por-Bajin è stata collegata all’impero degli Uyghur Khagante (744-840 dC), composto da un gruppo di nomadi di origine turca che si spostavano fra la Mongolia e la Siberia meridionale. 
La posizione del sito però era ben lontana dagli insediamenti e dalle rotte commerciali tradizionali, quindi non poté essere realizzata come punto di scambio o ristoro su alcuna via commerciale.
 Lo stile di costruzione così maestoso ed imponente è atipico rispetto alle fortezze degli Uyghur dello stesso periodo, e induce gli studiosi a ipotizzare che Por-Bajin avesse un ruolo soltanto rituale.


La costruzione però è in perfetto stile cinese, in parte differente da quello degli Uyghur. 
Inoltre, all’interno del sito, non sono stati rinvenuti palazzi di carattere religioso.
 La conformazione della costruzione è  tipica di un monastero buddista, mentre gli Uyghur erano musulmani.
 Se lo scopo dell’edificazione ci risulta praticamente sconosciuto, anche le modalità dell’occupazione dell’isola sono poco chiare.
 Le testimonianze archeologiche suggeriscono che Por Bajin sia stata abitata per un periodo di tempo brevissimo, una circostanza inspiegabile rispetto allo sforzo richiesto per la costruzione della fortezza.
 Le ipotesi riguardanti l’abbandono del sito riguardano sia l’instabilità politica della regione sia la poca propensione degli abitanti a resistere alle temperature invernali della zona. 
 Gli studi del 2007/2008 suggeriscono un’ipotesi agli scopi del palazzo e al suo abbandono. Il palazzo potrebbe esser stato una residenza estiva costruita dal Khagan Bogu, convertito in un monastero manicheo dopo alcuni danni provocati da un terremoto. Dopo la morte del gerarca e l’abolizione del manicheismo il monastero fu abbandonato. 
Il sito ormai vuoto fu successivamente distrutto da uno o più terremoti e incendi che terminarono l’opera di demolizione.


Molti enigmi e misteri riguardano la storia di questo antico luogo della Russia, e probabilmente soltanto studi più approfonditi e tecnologie maggiormente sofisticate riusciranno a svelare i misteri che ancora circondano Por-Bazhyn. 

 Fonte: vanillamagazine.it

Guinigi,la torre medievale di Lucca con un giardino a un passo dal cielo


Oltre a essere uno dei simboli di Lucca, la Torre Guinigi è unica nel suo genere perché, sulla sua cima, c’è un piccolo giardino pensile con tre aiuole in cui sono piantati lecci secolari. 
 Non si sa esattamente quando esso venne realizzato, ma in un’immagine contenuta nelle Croniche di Giovanni Sercambi (secolo XV), si può vedere che vi era una torre coronata d’alberi. Ciò che importa è che dall’alto di questo angolo verde, si può ammirare tutta la città e lo scenario è davvero mozzafiato.
 Costruita nella seconda metà del XIV secolo dai Guinigi, famiglia di ricchi mercanti, la Torre medievale in pietra e mattoni - che si trova tra via Sant’Andrea e via delle Chiavi D’Oro - è l’unica delle oltre 250 costruite rimasta intatta nel tempo.


Alta 45 metri, per raggiungerla bisogna salire 25 rampe di scale per un totale di oltre 200 gradini ma lo sforzo, alla fine viene ripagato dalla vista di un panorama che incornicia Lucca alle sue montagne: le Alpi apuane, gli Appennini e il monte Pisano. 
 La Torre Guinigi è poi una delle poche testimonianze rimaste delle numerose torri e campanili che nel Trecento fiorirono in città, è un esempio di architettura romanico-gotica lucchese, costruita in cotto e ornata di trifore, quadriforme, stemmi, cornici e targhe.


Racchiuse tra le sue mura ci sono antiche leggende, uno fra tutte è quella secondo cui, l’albero più alto che fu piantato da Paolo Guinigi perse tutte le sue foglie quando il mercante (catturato da Francesco Sforza), morì imprigionato nel castello. 
 C’è poi la storia che vede i lecci come simbolo della rinascita e quella legata all’amore tra Paolo e la moglie Ilaria.
 Il mito dice che lo spirito della donna morta di parto aspetti assieme al fedele cagnolino, sotto l’ombra del loro albero, di rincontrare il marito. 
Ciò avrebbe, quindi, impedito a chiunque di distruggere la Torre e il giardino.



Dominella Trunfio