giovedì 3 dicembre 2015

Una mappa del mondo sulle rive del lago Klejtrup, Danimarca


The World Map sulle rive del lago Klejtrup in Danimarca è una mappa del mondo di 4.000 metri quadrati, percorribile a piedi e costruita con terra, pietre ed erba. 
La cosa straordinaria è che questa mappa è il lavoro di un solo uomo, Søren Poulsen, che ha trascorso gli ultimi 25 anni della sua vita a costruirla.
 Søren Poulsen, il creatore di “The World Map”, è nato in Danimarca nel 1888. 
Dopo aver trascorso parte della sua vita in America, è tornato al villaggio dove è nato, in riva al lago di Klejtrup. 
Nel 1943, Søren Poulsen stava lavorando per creare dei canali di drenaggio del terreno circostante, quando trovò una pietra a forma di Jutland, che lo ispirò a creare un piccolo mondo tutto suo. 

L’anno seguente, con l’ausilio di strumenti primitivi e di una carriola, Poulsen iniziò col posare delle grosse pietre, e lentamente la mappa del mondo prese forma.
 Søren Poulsen ha continuato a costruire la sua mappa fino alla sua morte, nel 1969.
 La mappa finale misura 45 per 90 metri, ed è stata costruita interamente in scala. Oggi, la Verdenskortet ved Klejtrup Sø (“Mappa del mondo al lago Klejtrup”, in danese) è una popolare attrazione turistica nell’area di Viborg.










Tratto da keblog.it

Gli spettacolari geyser di Yellowstone


Queste immagini spettacolari ci arrivano dal Parco Nazionale di Yellowstone, il più antico parco nazionale Usa (istituito ben 140 anni fa, nel 1872) che si snoda tra Wyoming, Montana e Idaho, nelle Montagne Rocciose del Nord-ovest degli States.
 Al suo interno, oltre ai grizzly che hanno ispirato i creatori dell’orso Yoghi, si trovano circa 10mila geyser: soffioni, pozze di fango e sorgenti termali calde creano effetti cromatici incredibili, atmosfere eteree, surreali, in combinazione con il perenne fumo che le avvolge… 
Un paradiso visitabile tutto l’anno, anche d’inverno, quando il contrasto tra gelo, ghiaccio e “fuoco”, si fa ancor più affascinante!












tratto da www.bioradar.net

La guerra batteriologica tra veneti e ottomani nel XVII secolo


La peste come arma batteriologica? 
Ci avevano pensato i veneziani a metà del 1600. Il loro piano era diabolico: se avesse funzionato avrebbe probabilmente cambiato il corso della storia d’Europa grazie all’impiego di una delle prime armi biologiche mai progettate.
 A metterlo a punto era stato il medico croato Michiel Angelo Salamon, che lo descrive con dovizia di particolari in 6 lettere inviate al governo veneziano tra il 1649 e il 1651.
 In quel periodo la città di Candia (oggi Heraklion), avamposto veneziano sull’isola di Creta, stava faticosamente resistendo a un estenuante assedio da parte delle truppe ottomane. 
 Nelle sue missive Salamon suggerisce di sterminare i nemici diffondendo tra di loro la peste bubbonica, la micidiale malattia nota a quei tempi come morte nera e in circolazione in Europa dal 1348. 
  Il medico sosteneva di essere riuscito a distillare l’essenza della malattia direttamente dalle piaghe e dai fluidi corporei degli ammalati e suggeriva di utilizzare questo composto per contaminare copricapi e altri tessuti comunemente acquistati sui mercati dai turchi. 
 Il piano suscitò l’entusiasmo dei veneziani, i quali pretesero però che il medico ne supervisionasse personalmente la realizzazione. 

Lo scambio di corrispondenza termina nel 1651 e non sappiamo quindi se fu mai messo in pratica.
 In ogni caso l’operazione difficilmente avrebbe funzionato: la peste infatti si propaga grazie alle punture delle pulci portate dal ratto nero infetto (rattus rattus) o tramite l’aerosol diffuso dalla tosse e dagli starnuti dalle persone ammalate, ma non tramite tessuti o vestiti contaminati. 
 E comunque il vaso con la mistura di Salamon, dopo anni di conservazione in attesa dell’autorizzazione a essere impiegato, avrebbe comunque perso gran parte della sua carica batterica.

 Il piano di Salamon è stato scoperto recentemente da Eleni Thalassinou, una ricercatrice dell’Università di Atene, e non è comunque il primo tentativo di guerra biologica della storia. 
 Già nel Medioevo, durante gli assedi, era pratica comune scagliare dentro le mura degli assediati carcasse in decomposizione di uomini e animali con l’obiettivo di diffondere malattie.


Fonte: focus.it