lunedì 16 novembre 2015

L'albero della vita di Kalaloch è un monumento alla resilienza


Uno straordinario albero che simboleggia la rivincita della vita e la resilienza. 
Si trova vicino alla spiaggia di Kalaloch, all’interno dell’Olympic National Park di Washington. 

 A causa dell’erosione del suolo la vita di questo albero è continuamente appesa a un filo, eppure continua a resistere e ad ancorarsi al terreno con le sue radici. 
Per alcune persone si tratta quasi di una magia. 
Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un albero immortale. 
 E’ sorprendente che sull’albero proseguano a spuntare nuovi germogli e nuove foglie anche se le sue radici non hanno un contatto abbastanza saldo con il terreno.
 Eppure l’albero è riuscito a sopravvivere in queste condizioni per anni. 
 L’Albero della Vita di Kalaloch è un abete del tipo Sitka ma non ha un nome ufficiale. Quindi la popolazione lo ha soprannominato “Tree of Life”. 
Viene chiamato anche “Albero in fuga” o “L’albero grotta” perché sotto le sue radici si è formata una vera e propria cavità.



La grotta si sarebbe formata nel corso del tempo per la presenza di un piccolo corso d’acqua sotterraneo che sfocia nel mare. 
Via via l’acqua ha portato via il terreno ed ora l’albero si trova quasi in bilico. 
Da decenni continua a sopravvivere. 
Ci insegna a resistere e ad aggrapparci alla vita senza perdere mai la speranza. 

 Marta Albè
 Fonte foto: Flickr


Meraviglie della natura: al confine fra la foresta ed il deserto di Badain Jaran


Le immagini mostrano la foresta euphratica al confine del deserto Badain Jaran, nei pressi della contea di Jinta, nord-ovest della Cina. 
La foresta negli anni è diventata meta di importanti flussi turistici per la sua naturale bellezza specialmente in questo periodo, ovvero quello autunnale.
 Le chiome degli alberi si tingono di giallo e rosso e gli specchi d’acqua lagunari assumono un fascino fiabesco.








Dal 1970 il governo locale ha fatto grandi sforzi nella costruzione di protezioni proprio sul confine del deserto di Badai Jaran. 
 Ciò che rapisce l’attenzione di chi osserva queste immagini è che questo rigoglioso scenario ricco di vegetazione si trova proprio a ridosso della distesa secca, arida e sabbiosa del deserto, lì dove la vita vegetale sembri morire.

 Fonte: meteoweb.eu
 Foto: LaPresse/Xinhua

Il corridoio nascosto della piramide di Keope


8 anni di studi e una ricostruzione in 3D per capire com'è stata costruita la piramide di Keope: un mistero di architettura e archeologia che resiste da 4.500 anni. 

 Per tutto il mondo è la Grande Piramide, una delle sette meraviglie del mondo, ma è anche un enigma per gli studiosi che si sono sfidati per risolvere il mistero della sua costruzione.
 Molte le ipotesi per rispondere alla domanda su come avessero fatto gli egizi a movimentare migliaia di blocchi di pietra, pesanti anche 60 tonnellate, in un'epoca che poteva disporre solo di macchine semplici. 

La teoria dell'architetto francese Jean-Pierre Houdin risolverebbe il dilemma, dimostrando una volta di più la genialità edilizia degli architetti dell'epoca.
 Durante le fasi di costruzione delle imponenti pareti laterali si sarebbe lasciato posto al loro interno per un condotto di servizio che si snoda a spirale fino alla sommità. 
Questa galleria, non più accessibile perché murata tra i blocchi alla fine dei lavori, come una intercapedine tra due mura, sarebbe stata utilizzata come tunnel per trasportare i blocchi fino al luogo di posizionamento.
 L'ipotesi permette di riconsiderare lo scopo delle impalcature esterne in legno, che avrebbero mal sopportato il peso delle monumentali pietre. 

 In più, la ridotta pendenza del tunnel di servizio avrebbe permesso di utilizzare un numero minore di operai al lavoro per il trasporto dei blocchi: "soltanto" 4 mila, contro gli oltre 100.000 indicati da studi precedenti. 

Secondo Bob Brier, uno tra i massimi egittologi sulla scena mondiale, «la teoria di Jean-Pierre Houdin ha solide basi scientifiche e permette di spiegare molte questioni ancora irrisolte». Lo studio, passato anche al vaglio di un simulatore per verificarne la coerenza e raccontato da un video 3D, ora dovrà trovare le conferme sul campo.

 

Fonte: focus.it

Imagine - John Lennon



Immagina non esista paradiso 
È facile se provi 
Nessun inferno sotto noi 
Sopra solo cielo
 Immagina che tutta la gente 
Viva solo per l’oggi
 Immagina non ci siano nazioni 
Non è difficile da fare 
Niente per cui uccidere e morire 
E nessuna religione
 Immagina tutta la gente 
Che vive in pace 
 Puoi dire che sono un sognatore
 Ma non sono il solo 
Spero che ti unirai a noi anche tu un giorno
 E il mondo vivrà in armonia 
 Immagina un mondo senza la proprietà
 Mi chiedo se ci riesci 
Senza bisogno di avidità o fame 
Una fratellanza tra gli uomini 
Immagina tutta le gente 
Che condivide il mondo
 Puoi dire che sono un sognatore 
Ma non sono il solo 
Spero che ti unirai a noi anche tu un giorno 
E il mondo vivrà in armonia