giovedì 30 aprile 2015
Déjà vu: una sbirciatina negli universi paralleli?
Chi di noi non ha mai sperimentato, almeno una volta, il curioso fenomeno del déja vu, quella strana sensazione di aver già vissuto una certa esperienza, senza ricordare il luogo e il tempo?
Può capitare di trovarsi in un posto assolutamente nuovo e avere l’impressione di esserci già stati prima.
Cosa genera questa particolare condizione della nostra percezione?
In passato, questa curiosa sensazione è stata attribuita a tutto, dai fenomeni paranormali ai disturbi neurologici.
Negli ultimi anni, è cresciuto l’interesse degli scienziati per questo singolare fenomeno, facendo emergere una serie di teorie sull’origine del déjà vu e stabilendo che non si tratta semplicemente di un problema tecnico nel sistema mnemonico del nostro cervello, ma di qualcosa di più profondo.
Gli psicologi hanno suggerito che il déjà vu potrebbe verificarsi quando gli aspetti emotivi e cognitivi di una certa situazione, sono simili a quelli di episodi già vissuti in precedenza. Tutte le informazioni accumulate nel corso della nostra esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di familiarità tipica del déjà vu.
C’è anche chi si è spinto in spiegazioni alternative molto più esotiche, come associare il déjà vu a certe capacità profetiche, oppure al ricordo di una vita precedente o alla chiaroveggenza.
Qualunque sia la spiegazione, il déjà vu è certamente un fenomeno universale che riguarda la condizione umana e, nonostante le numerose teorie, la causa della sua origine è ancora un mistero.
Ma c’è un fisico teorico, il dott. Michio Kaku, conosciuto dalla maggior parte delle persone per la sua attività di divulgatore scientifico e per le sue teorie che certamente travalicano i confini delle fisica tradizionale, che ha proposto un’interessante connessione tra il fenomeno del déjà vu e l’esistenza degli universi paralleli.
Il dott. Kaku è impegnato da anni nello studio della Teoria delle Stringhe, secondo la quale il tessuto fondamentale dell’Universo è costituito da oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione: in base alla tensione e alla frequenza di vibrazione verrebbero prodotte e sostenute le particelle elementari.
Una delle conseguenze matematiche dalla Teoria delle Stringhe è che il mondo che conosciamo non è completo. Oltre le 4 dimensioni con cui abbiamo familiarità (il tempo e lo spazio tridimensionale), esisterebbero altre sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche invisibili in ogni singolo punto nell’universo.
Queste dimensioni extra potrebbero avere migliaia di forme possibili diverse, ognuna teoricamente corrispondente ad un universo con le proprie leggi fisiche: questi vengono definiti Universi paralleli.
Secondo il dott. Kaku, la fisica quantistica afferma che c’è la possibilità che il déjà vu sia causato dalla nostra capacità di saltare da un universo all’altro!
Per fondare meglio la sua teoria, Kaku cita il lavoro del prof. Steve Weinberg, il famoso fisico teorico, vincitore del premio Nobel, che sostiene l’idea del Multiuniverso.
Secondo Weinberg, esiste un numero infinito di realtà parallele che convivono con noi “nella stessa stanza”.
E’ un po' come le centinaia di onde radio differenti che sono trasmesse intorno a noi, ogni giorno, da stazioni lontane.
In ogni istante, il nostro ufficio, la nostra casa o le nostre auto sono avvolte da questo flusso ininterrotto di onde radio.
Se abbiamo lo strumento giusto, una semplice radiolina, abbiamo la possibilità di ascoltare una sola frequenza alla volta, questo perché tutte le frequenze non sono in fase tra loro.
Ogni stazione trasmette il proprio segnale a una frequenza diversa, con un’energia diversa.
Il risultato è che la radiolina può captare una sola frequenza alla volta.
Allo stesso modo, nel nostro universo noi siamo sintonizzati sulla frequenza che corrisponde alla realtà fisica. Ma ci sono un numero infinito di realtà parallele che esistono attorno a noi, “trasmesse” ad una frequenza differente dalla nostra e con le quali noi non possiamo sintonizzarci.
Mentre la radiolina è sintonizzata per catturare una certa frequenza e quindi una sola stazione radio alla volta, il nostro universo è composto di “stringhe” che vibrano ad una frequenza unica che i nostri sensi riescono a percepire.
Gli universi paralleli non sono “in fase”, cioè non vibrano alla stessa frequenza. Ma quando sono “in fase” è teoricamente possibile “saltare da un universo a un altro”.
Quindi, anche se incerto, potrebbe essere possibile che quando si verifica un déjà vu, o un universo parallelo è entrato in fase per una frazione di tempo, permettendoci di dare una sbirciatina, oppure il “nostro ricevitore”, per una ragione impossibile da determinare, si è sintonizzato alla giusta frequenza permettendoci di gettare uno sguardo in una realtà parallela.
Dunque, le nostre esperienza di déjà vu potrebbero essere una finestra aperta su un universo parallelo!
Fonte: ilnavigatorecurioso.it
Scoperto mercurio liquido sotto una piramide messicana: potrebbe portare alla tomba del re
Il ricercatore messicano Sergio Gómez ha annunciato di aver scoperto “grandi quantità” di mercurio liquido in una camera sotto la Piramide del Serpente Piumato, la terza più grande piramide di Teotihuacan, la città in rovina, nel centro del Messico .
Gómez ha passato sei anni a scavare lentamente nel tunnel, che è stato aperto nel 2003 dopo 1800 anni.
Lo scorso novembre, Gómez e un team di archeologi hanno annunciato di aver trovato tre camere a 90 metri dalla fine del tunnel, quasi circa 20 metri sotto il tempio.
Vicino all’ingresso delle camere, è stato ritrovato un tesoro costituito da strani reperti: statue di giada, i resti di un giaguaro, una scatola piena di conchiglie intagliate e palle di gomma.
Lentamente si sono aperti la strada nel largo, scuro e profondo corridoio sotto la piramide, combattendo l’umidità e ora saranno anche costretti a indossare indumenti protettivi contro i pericoli di avvelenamento da mercurio, infatti Gómez e il suo team stanno meticolosamente esplorando le tre camere.
Il mercurio è tossico e in grado di devastare il corpo umano attraverso l’esposizione prolungata; il metallo liquido non aveva alcuno scopo pratico apparente per gli antichi Mesoamericani, ma è stato scoperto anche in altri siti.
Rosemary Joyce, un professore di antropologia presso l’Università Berkeley della California, ha detto che gli archeologi hanno trovato il mercurio in altri tre siti, due Maya e uno Olmeco, nel territorio dell’America Centrale.
Gómez ha rivelato alla Reuters che il mercurio potrebbe essere un segno che la sua squadra è vicina a scoprire la prima tomba reale mai trovata a Teotihuacan dopo decenni di scavo e secoli di mistero che circondano la città, criptica, ma ben conservata.
Il mercurio potrebbe anche simboleggiare un fiume sotterraneo o un lago, ha dichiarato Gómez, un’idea che assonava con quanto affermato da Annabeth Headreck, professore presso l’Università di Denver e autore di opere in Teotihuacan e l’arte mesoamericana.
Le qualità riflettenti e luccicanti del mercurio liquido possono assomigliare ad “un fiume sotterraneo, non molto diverso dal fiume Stige,” ha dichiarato Headrick, “se solo si pensi al simbolismo dell’ingresso al mondo soprannaturale e l’ingresso agli inferi”.
Gli specchi sono stati considerati un modo di guardare al mondo soprannaturale, erano un modo per indovinare ciò che sarebbe potuto accadere in futuro”. Joyce ha detto che gli archeologi sanno che le pietre scintillanti hanno da sempre affascinato gli antichi popoli in generale, e che il mercurio liquido potrebbero essere stato considerato “un po‘magico … e non per scopi rituali o scopi simbolici.”
Headrick ha detto che il mercurio non era l’unico oggetto di fascino: “un sacco di oggetti rituali riflettenti sono stati fabbricati con la mica”, un minerale probabilmente importato nella regione.
Nel 2013 gli archeologi con un robot avevano trovato delle sfere metalliche che avevano soprannominato “palle da discoteca” in una porzione non-scavata del tunnel, nei pressi di alcuni specchi di pirite.
«Vorrei poter capire l’utilizzo di tutte le cose che questi ragazzi stanno trovando laggiù,” ha dichiarato Headrick, “ma sono oggetti unici e per questo è difficile.”
L’acqua era anche preziosa per molte delle persone della Mesoamerica, che erano a conoscenza di sistemi idrici sotterranei e laghi che potrebbero essere accessibili attraverso grotte.
Joyce ha detto che gli antichi Mesoamericani avrebbero potuto produrre mercurio liquido dal riscaldamento del minerale di mercurio, noto come cinabro, che usavano anche per il pigmento rosso sangue.
I Maya usavano il cinabro per decorare gli oggetti di giada e colorare i corpi dei loro regali; gli abitanti di Teotihuacan, per i quali gli archeologi non hanno concordato su un nome preciso, non hanno lasciato alcuna reale evidenza per poter confermare gli studi.
La scoperta di una tomba potrebbe contribuire a risolvere l’enigma di come Teotihuacan sia stata governata, e Joyce ha detto che la concentrazione di manufatti al di fuori delle camere nel tunnel potrebbe essere associata ad una tomba, o ad un insieme di camere rituali.
Una tomba reale potrebbe dare credito alla teoria che la città, che fiorì tra il 100-700 AD, era governato da dinastie alla maniera dei Maya, ma con un tocco molto meno evidente per l’auto-glorificazione.
Per ora, gli archeologi e gli antropologi continuano a scavare e dedurre.
Gomez dice che spera che lo scavo delle camere possa essere completato entro ottobre, e Headrick ha detto che gli archeologi stanno guardando la città da nuove angolazioni.
Alcuni stanno cercando di decifrare le pitture e i geroglifici intorno alla città, altri cercando di analizzare quello che potrebbe essere un sistema di scrittura, senza verbi o di sintassi.
Poi ci sono le migliaia di reperti, alcuni inediti e bizzarri, che Gomez e i suoi compagni stanno dissotterrando da sotto la piramide.
Da: blueplanetheart.it