mercoledì 8 aprile 2015

Scoperte due tombe dell’Antico regno a Saqqara

In Egitto sono state scoperte due tombe dell’Antico regno, risalenti alla VI dinastia, nel sito di Tabbet al-Guesh (o Tabit El-Geish), all’estremità meridionale della necropoli di Saqqara. 
 Le due tombe appartengono a sacerdoti dell’epoca di Pepi II (2240-2150 B.C). 
Il ritrovamento è avvenuto grazie alla spedizione archeologica dell’IFAO (Institut Français d’archéologie Orientale), diretta dall’egittologo Vassil Dobrev.
 In entrambe le tombe vi sono scene e liste di offerte rituali, tra cui i cosiddetti sette oli sacri usati durante la cerimonia di apertura della bocca, un rito funerario che garantiva al defunto la vita eterna.


La tomba di Ankhti




La tomba di Sabi



La prima tomba appartiene a un sacerdote chiamato “Ankhti”, dove è stato trovato un pozzo funerario profondo 12 metri, mentre nella seconda tomba, di un altro sacerdote di nome “Sabi”, il pozzo era profondo 6 metri. 
 In entrambe le camere sepolcrali i resti umani sono stati trovati sparsi, segno di saccheggio e devastazione durante la VII o l’VIII dinastia.
 Sono comunque stati recuperati alcuni vasi di alabastro, oltre ad altre offerte in ceramica.
 Dobrev, direttore della missione, ha detto che la parte superiore delle tombe era stata costruita con mattoni di fango, mentre le camere sepolcrali erano state tagliate nel sostrato roccioso. L’egittologo, grande conoscitore della zona, scava da anni a Tabbet al-Guesh, alla ricerca della piramide perduta del misterioso faraone Userkare. 

 Fonte: http://ilfattostorico.com

Lo stupore del gatto Roxy all'arrivo del bebè in casa



Un’immagine buffa e del tutto sorpresa quella di un gatto soriano immortalato dai proprietari mentre scopre, con incredibile stupore, che dentro la cesta in salotto non c’è un giocattolo ma un nuovissimo bambino.
 Una foto che ha incuriosito gli utenti di Reddit, pronti a trasformarla velocemente in un’immagine virale. 
La frase di accompagnamento postata dai proprietari conferma apertamente il sentimento di incredulità del piccolo micetto: 

 "Abbiamo dimenticato di dire al nostro gatto che abbiamo avuto un bambino"


Il povero gatto, alla vista della singolare struttura posta nella stanza, deve aver creduto fosse un nuovissimo attrezzo o che contenesse qualche prelibatezza. O che fosse una cuccia design acquistata appositamente per il suo benessere, quindi giunto nei pressi della culla la sorpresa di trovarvi qualcuno già accomodato deve averlo sconvolto particolarmente.
 La foto del resto lo dimostra e conferma, immortalato in piedi accanto al bimbo e con le zampe appoggiate sul bordo del supporto, il povero gattone di nome Roxy sgrana tanto di occhi. Ma non solo, perché la mandibola scende verso il basso spalancandosi per l’incredulità.
 Lo scatto perfetto al momento giusto, a riprova che anche gli animali possono mostrare sentimenti di sorpresa e stupore.
 Tutta l’emotività del gatto Roxy impressa per sempre nella mente dei proprietari, ma anche diffusa velocemente tramite il Web. Evidentemente nove mesi non sono bastati alla famiglia per introdurre l’argomento bambino e gravidanza anche al gatto di casa e, per questo, il povero micio, ormai senza parole, fissa allibito l’obiettivo. 
L’incredulità catturata per sempre, lo stupore dipinto tra baffi e occhi sgranati.
 I commenti non hanno tardato ad arrivare ma la neo famiglia, rimasta anonima, ha pubblicato il giorno dopo una nuova foto. Il simpatico Roxy appare acciambellato accanto al piccolo neonato e sembra fargli da balia e da custode. 

Ma per vendicarsi del gesto inammissibile, il gattone ha deciso di ricordare la sua presenza con svariati agguati, rivolti tutti verso la coppia, così da fugare ogni dubbio per un’eventuale prossima volta.


Fonte: http://www.greenstyle.it

I miti giapponesi che raccontano di quando le divinità camminavano sulla Terra


La mitologia giapponese è raccolta in un’unica opera chiamata Kojiki (古事記, letteralmente “cronaca di antichi eventi”), un’opera in tre libri scritta in giapponese antico.
 La redazione finale del testo è stata eseguita nel 712 d.C., raccogliendo in un’unica opera una serie di documenti che tramandavano i fatti dell’epoca antica del Giappone. 
 Queste singole fonti, a loro volta, prima di essere fissate su documenti scritti, erano tramandate oralmente attraverso le generazioni.

 Il testo inizia con il racconto mitologico della creazione del Cielo e della Terra e la creazione dell’uomo.
 Inoltre, vengono raccontate le vicende di varie divinità che erano sulla terra all’alba dei tempi. 
Infine, vengono narrate le origini mitologiche del Giappone, della dinastia Yamato e delle maggiori famiglie nobili.


Il primo tempo viene descritto come Jindai moji o Kamiyo moji (神代文字 “personaggi dell’Età degli Dei”), un’epoca in cui una Terra desolata vede la discesa di due entità, Izanagi e Izanami (oltre ad essere fratello e sorella, i due sono anche amanti), intenzionate a dare forma e vita al pianeta.
 Si narra che il primo gesto di Izanagi ed Izanami fu quello di far sorgere le terre dall’oceano e mescolarle con una lancia chiamata Ame-no-nuhoko. 
Con il fango che si ammassò colando dalla lancia ebbe origine la prima isola: Onogaro-Shima (il Regno Terreno).
 In seguito gli dei crearono altre otto grandi isole che divennero la terra di Yamato, il Giappone.
 Le due divinità abbandonarono il Regno del Cielo e stabilirono la loro nuova dimora sulla Terra.


«Izanagi e Izanami scesero su quella piccola isola e là innalzarono un palazzo.
 Ma il loro lavoro era appena iniziato: a parte quel piccolo scoglio deserto, il mondo era ancora una massa di acqua senza forma.
 Non vi era nulla: né piante né animali né creature viventi, e il paesaggio era piatto e spoglio.
 Izanagi e Izanami cominciarono a riflettere su come proseguire la loro opera di creazione».
 Dall’unione di Izanagi e Izanami nacquero il dio del mare O-Wata-Tsu-Mi, il dio delle montagne O-Yama-Tsu-Mi, il dio degli alberi Kuku-no-chi e il dio del vento Shina-Tsu-Hiko.
 La nascita dell’ultimo dio, quello del fuoco Kagu-tsuchi, costò la vita ad Izanami. 
Così si legge:

«Purtroppo, nel dare alla luce il dio del fuoco, Izanami si ustionò il ventre e morì. La donne fu sepolta sul monte Hiba, nella penisola di Izumo. Izanagi molto si dolse della morte della moglie».

 È strano leggere della morte di una divinità, che per definizione dovrebbero essere immortali.
 Dunque, Izanagi e Izanami erano creature mortali.
 Se così, chi erano veramente e da dove venivano? 

 «Allora Izanagi si mise in viaggio per il Profondo, lo Yomi-Tsu-Kumi, il paese dei morti che si trovava nel sottosuolo. 
Entrò in una caverna, e dopo aver percorso un lungo cunicolo, giunse a una strana costruzione che sprofondava ancor più nelle viscere della terra».

 Izanagi, adirato, uccise il figlio e scese all’inferno con l’intento di condurre fuori la sua compagna dal mondo dei morti. Ma al suo arrivo, il dio scoprì che la sua sposa si era nutrita con il cibo infernale ed era diventata un demone malvagio.
 Izanagi fuggì in superficie ed Izanami restò nello Yomi-Tsu-Kumi divenendone la terribile regina.


I racconti mitologici giapponesi sono particolarmente interessanti perché trovano due paralleli decisamente notevoli.
 Il primo è quello con la mitologia cinese, nella quale si racconta di esseri celesti discesi sulla terra in draghi volanti: costoro furono i primi sovrani cinesi che diedero inizio alla civiltà cinese e che sono conosciuti come i Tre Augusti: Fu Xi, Nüwa, Shen Nung. Nüwa era la sorella di Fu Xi e ne divenne anche la sposa.
 Fu Xi e Nüwa venivano rappresentati sempre allacciati per la coda. Fu Xi tiene in mano una squadra, Nüwa invece un compasso.
 I due strumenti (ad oggi, ancora adoperati nella simbologia massonica) indicano che i due sovrani inventarono norme, regole, standard.


Il secondo parallelo notevole è con la mitologia egizia, nella quale si tramanda sempre di un fratello e di una sorella sposi (Osiride e Iside), dalla cui unione nacque Horus, il capostipite delle dinastie faraoniche.
 Inoltre, come nello Kojiki, i Testi delle Piramidi parlano dello Zep Tepi, un periodo primordiale dal quale emerse l’ordine dal caos e nel quale gli dei governavano la Terra.
 Come interpretare queste corrispondenze presenti in culture tanto lontane nello spazio e nel tempo? 
Se si tratta solo di racconti mitologici, è possibile che una civiltà ormai perduta fosse presente anticamente su tutto il pianeta, condividendo un unica cultura mitologica? 
 È se invece questi racconti mitologici fossero il ricordo lontano di un evento che ha impressionato i nostri antenati fino a convincerli a tramandare tali eventi alle generazioni future?
 È possibile che antichi viaggiatori di altri mondi siano stati scambiati per divinità dai nostri antenati?
 E se così fosse, in che modo hanno influenzato o alterato l’evoluzione biologica e culturale della specie umana? 

 Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it