venerdì 6 febbraio 2015
Polonia: navigare in barca su piani inclinati nel canale di Elblag
Una grande opera ingegneristica risalente a ben due secoli fa, ma ancora funzionante in seguito ad una importante ristrutturazione.
Il canale di Elblag è una delle meraviglie della Polonia poco conosciute al di fuori di questo Paese.
Si tratta di un canale ricco di dislivelli dove la navigazione avviene su piani inclinati, attraverso barche e chiatte.
Nei punti del canale dove la normale navigazione non è possibile, a causa dei dislivelli, le barche vengono trasferite tramite piani inclinati su delle chiatte dotate di ruote.
Così il viaggio può proseguire attraverso le rotaie fino al momento in cui la barca può ritornare in acqua per proseguire la normale navigazione.
La completa navigazione del canale richiederebbe una crociera di almeno 11 ore, ma i tratti più consigliati per una traversata turistica riguardano i punti in cui sono presenti le chiatte.
I lavori di ristrutturazione sul canale di Elblag sono cominciati nel 2011 con l'obiettivo di rafforzare tutte le rampe e i piani inclinati, per consentire una navigazione agevole.
La crociera turistica completa comprende un percorso di 80 chilometri che parte da Ostroda e arriva a Elblag.
Con la navigazione si possono ammirare scenari meravigliosi, mentre si attraversano dislivelli che possono arrivare anche fino a 100 metri.
Si tratta del canale più lungo e navigabile ancora in uso in Polonia e di uno dei canali più interessanti in Europa.
In un paesaggio del genere le chiuse tradizionali sarebbero state poco pratiche, ecco allora la creazione di un sistema davvero ingegnoso basato su piani inclinati che permette gli spostamenti su ruote delle barche quando ci si trova in punti privi d'acqua.
L'intero sistema di movimentazione delle barche è attivato dalla forza dell'acqua.
Il canale di Elblag fa parte delle 7 Meraviglie della Polonia e l'Unesco lo ha inserito tra i luoghi simbolo dell'eredità culturale mondiale.
Fonte: greenme.it
Il fiore di loto nell'antico Egitto
Il Loto, in egizio seshen, era il fiore della Nymphaea considerato sacro per gli Egizi, emblema di rinascita per la sua caratteristica di chiudere la propria corolla sprofondando nell'acqua la sera e di schiuderla riemergendo all'alba orientandola verso la luce del sole. Così similmente Atum si rigenerava dopo il viaggio notturno attraverso il Nun nel suo ciclo cosmico.
In Egitto il loto cresceva nelle zone paludose del fiume ed era di due tipi: il loto bianco ed il loto blu.
Il loto rosa comparve durante la Dinastia tolemaica.
Il mito del loto era molto diffuso e durò fino alla Dinastia tolemaica dove veniva usato nei riti e nelle offerte cerimoniali come testimoniano i numerosi rilievi nei templi e come rappresentato a Karnak dove il sovrano offriva il loto al dio Amon. In particolare vi era una cerimonia specifica chiamata "Offerta del loto d'oro" dove il sovrano offriva un fiore di loto in oro alle divinità.
Veniva anche raffigurato nelle pitture parietali delle tombe mentre il defunto ne odorava ed ne aspirava il profumo che ugualmente aveva il potere di rigenerare e nel Libro dei Morti al capitolo 81 vi è la formula necessaria per trasformarsi nel sacro fiore e consentire quindi il rigenerarsi in un'altra vita.
Anche i rizomi ed i semi facevano parte delle offerte nel corredo funerario così come spesso rappresentato sulla Tavola delle offerte.
Il loto era il simbolo araldico dell'Alto Egitto e veniva sempre rappresentato con il bocciolo semiaperto, con i sepali stilizzati ed arrotondati.
Veniva spesso riprodotto nei capitelli appartenenti all'ordine lotiforme e rappresentanti un fascio di boccioli.
Questi venivano rappresentati anche nell'oggettistica e nei fregi ornamentali dove i raggi del sole erano formati da fiori di loto in successione.
Tipico esempio è il vasetto a fiore di loto rinvenuto a Saqqara nella tomba di Hemaka vissuto nella I dinastia all'epoca del sovrano Den ed ora conservato al Museo del Cairo.
Nella statuaria è noto il reperto rappresentante la testa di Tutankhamon che esce dalla corolla del fiore di loto.
Troviamo il loto anche sul trono appartenente al corredo funerario della regina Hetepheres II dove i lati del sedile sono formati da tre fiori legati tra loro.
Il loto veniva coltivato a scopo ornamentale nei giardini e per distillarne l'olio profumato.
La qualità migliore era quella del loto blu che era più profumato rispetto a quello bianco.
Veniva usato nell'abbigliamento, per adornare parrucche o per farne ghirlande.
Nella medicina, del loto veniva usato sia il fiore che la radice come sonnifero mentre nell'alimentazione venivano usati sia i rizomi che gli acheni, cioè i semi contenuti, conosciuti come fave d'Egitto.
Fonte: wikipedia