venerdì 30 gennaio 2015

Lavenham: il villaggio delle case storte

Un villaggio dove le case sono tutte storte. 
Esiste davvero e ricorda una filastrocca inglese : "A Crooked Little Man."

 There was a crooked man, and he walked a crooked mile. He found a crooked sixpence upon a crooked stile. He bought a crooked cat, which caught a crooked mouse, And they all lived together in a little crooked house.

 C'era un uomo storto, e camminava un miglio storto. Ha trovato una moneta da sei pence storto su un stile storto. Ha comprato un gatto storto, che ha catturato un topo storto, E tutti vivevano insieme in una piccola casa storta.


Si tratta del villaggio di Lavenham, nel Suffolk, in Inghilterra. Questa località si trova circa 70 chilometri a nord-est di Londra. Quasi tutte le case del villaggio sono dipinte con colori vivaci ma la loro caratteristica principale riguarda le pareti, per lo più pendenti e realmente storte.

 In passato Lavenham fu famoso come villaggio commerciale.
 Il commercio della lana ne fece la fortuna nel Medioevo. Nel 15esimo secolo rappresentava una delle città più ricche d'Inghilterra grazie alle proficue attività commerciali.

Ora Lavenham è principalmente un'attrazione turistica per via dei suoi edifici bizzarri.
 Come mai le case di Lavenham sono così storte? 
Il motivo è molto semplice. La città è cresciuta così velocemente che molte delle case sono state costruite in fretta e furia con legno fresco.
 Il legno, essiccandosi, ha portato le travi a deformarsi. Ed ecco che le case hanno iniziato a piegarsi con angolazioni inaspettate. Dopo il periodo del boom economico, dovuto al commercio della lana, gli abitanti del villaggio persero tutte le proprie ricchezze e così non poterono intervenire per ristrutturare le case.




La fine del benessere economico per Lavenham arrivò con l'inizio della produzione e della commercializzazione di stoffe a Clochester.
 La stoffa era più leggera e più alla moda rispetto alla lana di Lavenham, ma soprattutto più economica.




Così ebbe fine la fortuna economica di Lavenham.

 Nessuno nel corso del tempo si premurò di ristrutturare le case ed ora il risultato è ciò che vediamo nelle foto: abitazioni surreali che sembrano davvero lo sfondo ideale per un filastrocca divertente.

 Fonte: greenme.it

Papa Formoso e il "processo cadaverico"


Il Concilio cadaverico è il nome attribuito al processo post-mortem per sacrilegio a papa Formoso (891-896), tenutosi nel gennaio dell'897. 

 Il processo fu istituito da papa Stefano VI su istigazione di Lamberto II di Spoleto, imperatore del Sacro Romano Impero, e di sua madre Ageltrude, che avevano appoggiato l'elezione di Stefano VI al soglio pontificio.
 Per l'occasione fu riesumato il cadavere di Formoso e furono rinnovate le accuse di sacrilegio già formulate da papa Giovanni VIII nella sentenza di scomunica di Formoso nell'872.
 Il processo, comunque, aveva anche delle ragioni politiche: intendeva "punire" l'appoggio manifestato da Formoso verso i Carolingi in occasione della successione al trono francese e verso il partito filogermanico in seno al Sacro Romano Impero.
 Formoso aveva, infatti, sollecitato e ottenuto, nell'894, l'intervento di Arnolfo di Carinzia ad invadere l'Italia e spodestare Guido I di Spoleto e, successivamente, suo figlio Lamberto dal trono imperiale.


La macabra adunanza si svolse nella basilica di San Giovanni in Laterano con i cardinali e i vescovi riuniti sotto la presidenza di Stefano VI. 
 La mummia di Formoso fu riesumata dal sepolcro, abbigliata con i paramenti pontifici e collocata su un trono nella sala del concilio, per rispondere a tutte le accuse che erano già state avanzate da papa Giovanni VIII.
 Un diacono venne nominato per rispondere in vece del pontefice deceduto, che venne condannato per aver svolto le mansioni di vescovo quando era stato deposto e per aver ricevuto il pontificato mentre era vescovo di Porto.
 Il verdetto stabilì che il deceduto era stato indegno del pontificato. Il papa defunto fu accusato di ambizione smodata per l’ufficio di pontefice. 
Tutti i suoi atti e le sue misure vennero annullati, e le ordinazioni da lui conferite vennero dichiarate invalide.
 Le vesti papali vennero strappate dal suo corpo, le tre dita della mano destra, usate dal papa per le benedizioni, vennero amputate, e il cadavere fu poi trascinato "tra urla selvagge" per le vie di Roma e gettato nel Tevere.

 Il cadavere percorse, per tre giorni, venti miglia trascinato dalla corrente del fiume, fino a arenarsi su una sponda presso Ostia ove fu riconosciuto da un monaco (si dice indirizzato lì da una visione del defunto pontefice) e tenuto nascosto dai suoi devoti finché fosse stato vivo papa Stefano.

 Dopo la morte di Stefano e la deposizione del suo successore Romano, il corpo di Formoso venne inumato, per la seconda volta, nella Basilica di San Pietro, per volere di papa Teodoro II, che lo depose tra le tombe degli apostoli con una pomposa cerimonia. Ulteriori processi contro persone decedute vennero vietati. 

Fonte: Wikipedia

Perché la neve zittisce il mondo ?


Il soffice manto bianco che si deposita al suolo durante una nevicata si comporta esattamente come i pannelli fonoassorbenti degli edifici.
 La tipica forma dei fiocchi di neve e la loro consistenza voluminosa fanno sì che tra un fiocco e l'altro si crei molto più spazio di quello presente, per esempio, su una superficie d'acqua liquida.
 Questi piccoli spazi d'aria assorbono il suono e impediscono alle onde sonore di rimbalzare facilmente come avviene in altre condizioni: di conseguenza, i rumori risultano attutiti.

 L'effetto funziona meglio con la neve molto voluminosa, e quindi a temperature molto basse: 25 mm di pioggia a 0 gradi danno luogo a 25 cm di neve; ma se il termometro scende a -6 °C, i cm di neve possono diventare anche 50.
 Mano a mano che il manto si appiattisce, gli spazi tra un fiocco e l'altro si comprimono e l'effetto isolante scema.

 Naturalmente, al silenzio di un paesaggio innevato contribuiscono anche altri fattori, come il poco traffico dovuto alle strade ghiacciate, la presenza di meno persone all'aria aperta e il fatto che anche gli animali se ne stiano rintanati, anche a causa della minore disponibilità di cibo.

 Fonte: focus.it

L'Isis distrugge parte delle antiche mura di Ninive


Se i talebani buttarono giù le gigantesche statue dei Buddha di Bamiyan, in Afghanistan, una risalente a 1800 anni fa l'altra, più giovane, "solo" a 1500, ora i tagliagole dell'Isis compiono un altro scempio contro la cultura e la storia, distruggendo una parte delle antichissime mura assire di Ninive, a Mosul, la seconda città irachena nel nord del Paese, da giugno scorso in mano ai guerriglieri della jihad.

 Lo scrive il il quotidiano panarabo al Hayat che cita Said Mumzini, portavoce del Partito democratico del Kurdistan, al potere nella regione autonoma dell’Iraq. 
Mumzini rende noti altri particolari: i jihadisti hanno fatto saltare in aria il tratto murario vicino alla Grande Moschea di Mosul, nel quartiere di Tahrir, nella parte occidentale della città. 
La notizia è stata ripresa anche dal sito Shaqaf News.

 Le mura, fatte costruire dai re assiri nell’ottavo secolo avanti Cristo, erano considerate il più importante monumento storico di Mosul e dell’intera regione. Da quando, a giugno 2014, l’Is ha preso il controllo di ampie regioni dell’Iraq, ha distrutto molti monumenti antichi, santuari e siti archeologici considerati "profani" e quindi contrari all’Islam.


Ninive fu capitale dell’impero assiro nel primo millennio a.C. ed è uno dei più importanti siti archeologici dell’Iraq. 
Situata sulla riva sinistra del Tigri, a nord della Mesopotamia, divenne fulcro degli Assiri sotto re Sennacherib (704 - 681 a.C.), raggiungendo il suo massimo splendore.
 Il sovrano fece costruire nuove strade e piazze e palazzi imponenti tra i quali il "Palazzo senza Eguali" (503 per 242 metri) con ottanta camere. All'interno del palazzo è stata trovata una importantissima biblioteca di tavolette cuneiformi.
 Le mura della città raggiungevano una lunghezza di circa 12 km. La città fu distrutta nel 612 a.C., ad opera di Medi e Caldei.

 I residenti di Mosul nei giorni scorsi avevano lanciato l'allarme, facendo sapere che l’Isis intendeva distruggere alcuni tratti delle antiche mura.

 Purtroppo la loro folle decisione è andata in porto. 

 Fonte: ilgiornale.it