mercoledì 14 gennaio 2015

Le incredibili linee di Sajama in Bolivia


Nella Bolivia occidentale esiste una rete di migliaia di percorsi incisi nel terreno, perfettamente rettilinei.
 Questo incredibile reticolato di perfetti geoglifi è stato realizzato sul terreno in un periodo ininterrotto di circa 3 mila anni dai popoli indigeni che vivono nei pressi del ghiacciaio Sajama.

 Come le più note Linee di Nazca, lo scopo di queste linee rimane un mistero, soprattutto per il grande sforzo richiesto dalla loro realizzazione e la complessità dei calcoli richiesta.

 Le linee di Sajama coprono una superficie di circa 22 mila chilometri quadrati. 
Risultano essere perfettamente diritte e composte in una rete complessa. approssimativamente un’area 15 volte superiore a quella coperta dalle linee di Nazca in Perù.
 La loro lunghezza è stimata grossolanamente attorno ai 16 mila chilometri, circa 3 volte la larghezza degli Stati Uniti d’America. Per questi motivi le linee di Sajama sono il sito archeologico più grande delle Ande e potrebbe essere considerato la più grande opera artistica del mondo.
 La creazione di queste linee, senza l’aiuto della tecnologia moderna, ai nostri occhi risulta una vera meraviglia.
 Le linee furono create scavando e spostando la vegetazione, i materiali che ricoprono il suolo, e le rocce ossidate, esponendo la sottostante superficie più chiara.


La precisione delle linee Sajama è notevole. 
Secondo gli studiosi della University of Pennsylvania:
 “Sebbene molte di queste linee sacre si estendono per oltre 10 o 20 chilometri (e forse anche di più), sembrano essere state tracciate con una incredibile precisione, nonostante la topografia ostile e gli ostacoli naturali.
 Il numero totale di linee è difficile da percepire stando a livello del terreno, ma dall’aria o dalla sommità di una collina sono impressionanti”.
 Molti credono che le linee siano originalmente usate da popolazioni indigene per i loro pellegrinaggi sacri.
 Dispersi lungo questa rete di linee radiali sono state rinvenute huacas (santuari), chullpas (cimiteri) e piccoli villaggi, che rendono l’area un luogo unico al mondo sia per interesse storico che artistico. 
Sebbene la regione sia scarsamente popolata, vi sono segnali che queste linee siano ancora utilizzate come sentieri. 

  
Il primo riferimento delle linee di Sajama si deve ad una breve descrizione del viaggiatore Aimé Felix Tschiffely nel 1932. Nella stessa decade, l’antropologo Alfred Metraux portò le linee e le strutture associate all’attenzione degli studiosi, pubblicando un lavoro etnografico circa le popolazioni Aymara della regione di Carangas.
 Negli anni settanta, lo scrittore e cineamatore inglese Tony Morrison, richiamò l’attenzione sulle linee di Sajama. Recentemente, organizzazioni come la Landmarks Foundation hanno studiato e mappato le linee di Sajama per creare un database per aiutare la protezione del territorio dalla minaccia dell’erosione, dallo sviluppo indiscriminato internazionale, dal turismo nella zona, nonché da altri pericoli come l’assenza di un piano di protezione. 
 La Landmarks Foundation lavorò con l’Università della Pennsylvania per sviluppare il progetto “Tierra Sajama” che usò dati digitali (GIS ed altri) per mappare, descrivere ed analizzare le linee e le strutture a loro associate, in modo da offrire strategie per proteggere e promuovere le linee nel futuro. In particolare, il progetto “Tierra Sajama”: 
 Creò un database di mappe e informazioni pertinenti alle linee, la vegetazione locale e topografia di rilievo. 
 Analizzò ed interpretò i disegni ed i significati di varie strutture, come santuari ed altri edifici religiosi per determinare possibili allineamenti con le linee sacre.
 Sviluppò una serie di propositi che dovrebbero provvedere alla protezione a lungo termine delle linee.


Purtroppo, la mappatura delle dimensioni, la forma e la posizione delle linee di Sajama non risponde alle molte domande che rimangono senza risposta, come l’identità dei loro creatori, lo scopo per cui sono state create, e quali strumenti sono stati usati. Rispondere a queste domande potrebbe aiutarci a comprendere un altro pezzo della storia umana.
 Per ora, possiamo solo continuare ad ammirare la vasta area coperta dalle linee, e la grande perizia dei loro creatori, senza poter comprenderne appieno lo scopo o la funzione. 

 Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/