martedì 2 settembre 2014

I Dischi di Pietra di Dropa

Le pietre di Dropa sono una collezione di 716 dischi risalenti a circa 12 mila anni fa, caratterizzati dalle incisioni di piccoli segni geroglifici. Rinvenuti lungo il confine cino-tibetano, i dischi di pietra di Dropa (The Dopra Stones), secondo alcuni, sarebbero le prove di un antico schianto alieno sulla terra. 



I dischi vennero scoperti nel 1938 da Chi Pu Tei, professore di archeologia presso l’Università di Pechino, e i suoi studenti, nel corso dell’esplorazione di una serie di alcune grotte della catena dell’Himalaya. 

Durante la spedizione questi scoprirono una cavità stupefacente fino ad allora rimasta inesplorata; quando gli esploratori entrarono si resero conto che più che una semplice grotta si trattava di un sistema di gallerie artificiali e interconnesse. Le pareti erano state levigate e sembravano cristallizzate, come se fossero state tagliate da una fonte di calore estremo, mentre c’erano incise sopra della strane iscrizioni che rappresentavano tutti i pianeti del nostro Sistema Solare, compresi il Sole e la Luna.

Inoltre, il gruppo rinvenne anche una serie di piccole tombe che contenevano gli scheletri di strane creature alte appena 1 metro e 30 e con il cranio enorme. Di sicuro appartenevano a un razza sconosciuta.
Accanto alle tombe furono trovati ammassati 716 dischi di granito con diametro dai 35 ai 50 cm e con un foro centrale, spessi un centimetro. I dischi su un lato erano coperti di strani geroglifici, mentre sull’altro mostravano un’incisione a spirale che partiva dal centro e terminava verso il bordo esterno, in maniera molto simile ai moderni dischi musicali in vinile.
IDrog-pa (pelle gialla), provenienti da un pianeta lontano 12 mila anni luce,  giunsero in visita sul nostro pianeta, ma la loro astronave precipitò tra le montagne del Tibet.
Pare che gli alieni avessero intenzioni pacifiche. Una volta che ebbero preso atto di non poter più tornare al loro pianeta natale, gli alieni furono costretti a stabilirsi sulla Terra mescolandosi alla popolazione locale. Ma le cose non furono così facili come avevano pensato gli antichi visitatori. Una parte di loro fu sterminata dalle tribù locali, spaventate dal loro aspetto inumano.
Gli indigeni del posto raccontano che in tempi antichi due tribù abitavano in quella zona e che gli strani esseri alti solo 1 metro e 30 erano erano venuti dal cielo. Alla fine, i nativi impararono a convivere con i pochi alieni sopravvissuti. Chi Pu Tei e il suo team rinvennero interessanti pittogrammi rupestri che raffiguravano strani esseri con dei caschi sferici sul capo. Tsum Um Nui, pare abbia pubblicato l’esito dei suoi studi nel 1962 su una rivista scientifica, attirandosi insulti e derisione da parte della comunità scientifica. Poco dopo, si ritirò in Giappone in esilio volontario, dove morì poco dopo aver completato il suo lavoro. Le analisi rivelarono che le pietre contenevano alte concentrazioni di cobalto e altri minerali, il che rendeva le pietre particolarmente difficili da lavorare per un popolo tanto primitivo
Originariamente si pensò ai resti di un Ape del tibetano.
Spiegazione  subito esclusa dal fatto che Ape di non seppellire i loro morti. Dopo le tecniche più moderne di ulteriori test,  hanno portato gli esperti a credere che questi resti scheletrici appartengano ad un'antica razza sconosciuta di  umanoidi. Essi hanno inoltre continuato a trovare pitture rupestri raffiguranti esseri che indossano caschi rotondi insieme con il Sole, la Luna, la Terra e le stelle tutti di essere collegati da piccoli punti. Divenne rapidamente evidente i dipinti erano una sorta di mappa, senza dubbio fatta da esseri intelligenti. I test di datazione al carbonio ingiuriavano che i risultati sono stati circa 12.000 anni e il fatto che la cavità cranica di questi esseri erano così grandi indicherebbe che erano estremamente intelligente e avevano  grandi cervelli, ma gli scheletri erano un po 'più di un  metro di altezza . Date La strana nuova lingua scritta sconosciuto Torna alla 10.000 aC. La nostra prima lingua scritta che è registrato nei libri di storia risale al 3500 aC in Sumeria e le prime iscrizioni cinesi risalgono a circa il 1200 aC. I Dropa Stones sono stati inviati a una varietà di studiosi per le indagini. Uno di loro, il professor Tsum Um Nui dell'Accademia di Pechino Ancient Studies, ha scoperto che le scanalature a spirale erano in realtà una linea di caratteri scritti in una lingua sconosciuta. Nel 1962, ha annunciato che era riuscito a tradurre il linguaggio. Per lungo tempo, l'Accademia di Preistoria di Pechino proibì il professore di pubblicare nulla sui Dropa Stones. Tuttavia, dopo molti anni di dibattito ha pubblicato la sua ipotesi. Ecco una delle traduzioni fatte da Nui: Un'astronave aliena si è schiantato nella regione di Bayan Har Shan 12.000 anni fa. Gli occupanti erano alieni chiamati Dropa o DZOPA. Il Dropa non poteva riparare l'astronave così hanno cercato di adattarsi alle condizioni sulla Terra. Nel frattempo, i membri delle tribù locali, uccise la maggior parte degli alieni. Presumibilmente, gli alieni si erano imparentati con la gente del posto, rendendo l'identificazione delle origini degli scheletri più difficili. Da questa incredibile scoperta, archeologi e antropologi hanno imparato molto di più di ciò che è stato conosciuto circa le isolate montagne di Bayan-Kara-Ula e le persone che li abitavano. Una vecchia leggenda ancora raccontata dagli abitanti del luogo parlano di uomini piccoli, scarni, gialli che sono venuti dalle stelle, molto, molto tempo fa. Nel 1968, uno scienziato russo di nome W. Saitsew pubblicato un documento sul tema degli extraterrestri che visitano la terra in tutta la storia e alcune delle informazioni sono state raccolte da opere di Nui. I russi s' interessarono ai dischi di pietra e ne esaminarono  alcuni  in un laboratorio di Mosca, dove sono state fatte due scoperte straordinarie. Uno, è che i dischi contenevano tracce di metallo, per lo più di cobalto. Due, è il fatto che quando i dischi sono stati collocati su una piattaforma girevole speciale, hanno emesso suoni  in un ritmo molto insolito, come se avessero una carica elettrica che passava attraverso di loro.  I dischi sono andati inizialmente al museo di Xian ma  contattato il direttore del museo,si seppe che i dischi erano scomparse senza alcuna spiegazione per la loro ubicazione. Poi, nel 1995, una relazione speciale notizia è stata rilasciata dal governo cinese: "Nella provincia di Sichuan, che si trova al confine orientale delle montagne Baian-Kara-Ula, sono stati scoperti 120 persone di una tribù in precedenza etnologicamente non classificati. L'aspetto più importante di questa nuova tribù è la dimensione della sua gente: non più alto di 3 ft 10 in, il più piccolo adulto misura solo 2 ft 1 in...! Questa scoperta potrebbe essere la prima prova concreta sull'esistenza della Dropa / DZOPA -. Un popolo i cui predecessori si dice che sono venuti dalle stelle " Esistono Queste due tribù ancora oggi nella zona isolata tra il Tibet e la Cina, anche se le due tribù ora vivono in armonia tra loro. Gli antropologi sono stati in grado di classificare o tribù in nessuna razza conosciuta di esseri umani. Queste tribù sono né cinesi né tibetani. Queste persone sono di pigmeo statura con gli adulti di misura tra 3'6 "e 4'7", con un'altezza media di 4'2 ", e un peso corporeo medio di 40 chili. La loro pelle è un giallo pallido, del loro corpo sono molto sottili e della loro testa è sproporzionatamente grande. Direttamente in corrispondenza con i resti scheletrici rinvenuti nelle grotte di nuovo nel 1930. Stranamente il Dropa e la gente della tribù Han hanno pochi peli e grandi occhi azzurri, che non è affatto comune in quella zona del mondo. Un altro fatto interessante è la somiglianza di tra le pietre Dropa e l'UFO che la NASA catturato su nastro durante il loro incidente cavezza indietro nel 96 '. Molte persone hanno contestato queste affermazioni e Tsum Um Nui è stato costretto a dimettersi dalla Academy di Pechino. I Dropa Stones sono stati rapidamente scomparendo in tutto il mondo e non sono attualmente disponibili per la pubblica visione in qualsiasi museo. Tuttavia, esistono immagini dei manufatti

Istanbul: distributori automatici di cibo ed acqua per gli animali di strada


Ad Istanbul 150.000 cani e gatti senza famiglia condividono le strade con 14 milioni di esseri umani.
 Davanti a questa situazione, anziché far finta di niente, l'amministrazione comunale ha deciso di mettere in campo un'iniziativa innovativa.
 Una politica che oltre a offrire sostentamento agli animali tutela l’ambiente ed educa le persone a prevenire gli sprechi. Un distributore automatico di crocchette che funziona anche come contenitore per il riciclaggio.
 Si chiamano Kartal e sono stati installati nei parchi e nelle strade della città.
 Queste macchine incoraggiano le persone a buttare via le bottiglie di plastica in cambio di una manciata di crocchette dispensate nelle ciotole del distributore.


Sempre per non sprecare nulla, prima del riciclo, le persone possono anche versare l'acqua residua dalle loro bottiglie negli abbeveratoi degli animali. 
La macchina è completamente eco-friendly, funziona ad energia solare e non ha nessun costo aggiuntivo: le crocchette, infatti, vengono acquistate con i fondi ricavati dal deposito delle bottiglie di plastica.


Una politica di riciclo davvero intelligente, economica ed etica, un modo fantastico per aiutare gli animali in difficoltà e rendere più verdi i nostri spazi pubblici.
 Abbiamo bisogno di iniziative come questa in ogni città!


Fonte : greenme.it

Jacob's Well, il tuffo più pericoloso del mondo


Profonda circa dieci metri e larga quattro, è considerata una tra le sorgenti più pericolose al mondo. Attraverso la sua bocca, ogni minuto scorrono migliaia di litri d'acqua che alimentano il fiume Cypress Creek.
Il Jacob's Well è una meravigliosa piscina naturale la cui bellezza è pari alla sua pericolosità. 

 È uno dei luoghi simbolo della Valle di Wimberley ed è una delle grotte sottomarine più lunghe del Texas.
 Dall'apertura, nel letto del torrente, la grotta scende verticalmente per una decina di metri, per poi proseguire attraverso una serie di camere separate da vicoli stretti, fino a raggiungere una profondità che va oltre i quaranta metri.
 Le zone più profonde sono però esplorabili solo da sub professionisti, nel corso degli anni, infatti, otto persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere i luoghi più impervi.
 La prima camera si trova a circa 30 metri, con i raggi di sole che penetrano nell'acqua cristallina, è una zona luminosa dove crescono numerose alghe .
 La seconda camera è un lungo imbuto lungo 25 metri, al termine del quale c'è una piccola apertura verso la terza camera, una piccola stanza con un pavimento di ghiaia instabile. 
Il passaggio nella quarta camera è molto stretto. I pochi che hanno visto la quarta sezione dicono che è una "grotta vergine" con fantastiche formazioni calcaree e senza ghiaia.








Arturo Carlino

Hierve el Agua: in Messico la straordinaria cascata di pietra


A distanza appaiono come un'enorme cascata di ghiaccio, ma sapendo dove ci si trova è impossibile anche solo ipotizzarlo. 
Siamo in Messico, nello stato di Oaxaca. 
Qui sorge un imponente ammasso di rocce che nei secoli si sono modellate formando la cascata. 
È Hierve el Agua.


Un insieme di formazioni rocciose naturali che si trovano circa 70 km a est della città di Oaxaca, superata Mitla.
 Una stretta e tortuosa strada sterrata conduce al sito, formato da due alture che si ergono tra 50 e 90 metri dalla valle sottostante, da cui si estendono le formazioni rocciose quasi bianche che sembrano cascate.
 La loro origine è nota. 
Le formazioni sono state create dalle sorgenti di acqua dolce ricche di carbonato di calcio e di altri minerali. Questi ultimi si sono depositati nello stesso modo in cui si formano le stalattiti nelle caverne.
 Nel corso di migliaia di anni l'acqua è fuoriuscita oltre il limite dell'altura colando lungo il fianco della montagna rocciosa. 
Una delle “scogliere”, chiamata “cascada chica” (piccola cascata), contiene due grandi piscine artificiali (una di esse quasi al limite della cascata) dov'è possibile fare il bagno, ma anche una serie di piccole piscine naturali.
 Il nome Hierve el Agua in spagnolo significa “acqua che bolle” e deriva dalle gorgoglianti sorgenti naturali di cui l'area è ancora ricca fino alla cima dell'altura.


Un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato e in cui ogni cosa sembra essersi pietrificata. 
Raggiungerlo non è semplice.
 Il sito si trova in una regione molto isolata con terreno accidentato dominato principalmente da foreste di lecci, cactus e altre piante tipiche delle zone desertiche.
 A breve distanza vi sono due comunità, San Lorenzo Albarradas e San Isidro Roaguia con una popolazione rispettivamente di 1.403 e 320 abitanti.
 Le sorgenti che producono le formazioni rocciose sono una delle poche fonti d'acqua nella zona.


Un posto magico, che dopo il bagno, regala lo spettacolo della vallata vista dalla cima della cascata scolpita nella roccia.

 Francesca Mancuso