giovedì 27 marzo 2014

Nell'immenso universo ci sono altri popoli?

Si può crede o no, è lecito ma tacciare tutto quello che non si sa come non vero, non sapendo poi nemmeno confutare tali affermazioni, con altri dati di fatto, lo trovo inane e stolto.

Si può credere o no a tutto ciò, sta di fatto però che da molti anni archeologi trovano cose difficilmente riconducibili ai tempi in cui vivevano gli uomini delle caverne.
Oggetti impossibili per la tecnologia di allora.
Tutte le leggende e i miti di ogni civiltà antica riportano la discesa di esseri dalle stelle che chiamano con diversi nomi ma a cui assegnano il posto di dei quindi in possesso di forze e culture a loro ignote.
Per citare un esempio  più vicino alla nostra cultura la Bibbia parla esplicitamente" di figli delle stelle scesi per accoppiarsi con le figlie della terra".
Nel mondo esistono costruzioni che ancora oggi noi non saremmo in grado di fare
OOpart (oggetti fuori tempo) trovati in giacimenti carboniferi
Le pietre di Ica che rappresentano tra l'altro lotte tra uomini e dinosauri (da notare che gli intagli non contengono tracce di metalli che ci dovrebbero essere se fatti con oggetti di rame o ferro
Intagli del genere si possono ottenere solo usando il laser.
Se davvero i cosiddetti Ufo non esistessero perchè mandare un messaggio nel cosmo con le nostre notizie? posizione nel sistema solare, DNA, struttura fisica ecc?
Perchè spendere tante migliaia di dollari per tenere in funzione i radiotelescopi, che cercano messaggi dall'universo?
Molti dossier fino ad ora tenuti segreti, stanno piano piano venendo alla luce affermando che moltissimi avvistamenti sono dichiarati reali.
Naturalmente troviamo gli scettici, che saccentemente dichiarano che sono tutte cretinate o bufale, ma moltissime scoperte dicono il contrario.
A me viene solo da pensare, come mai un piccolo infinitesimale puntino nello spazio (la Terra) possa essere il solo ad ospitare la vita?
Il nostro universo è popolato da molte migliaia di galassie le quali ospitano milioni e milioni di sistemi solari
E a questi signori chiedo come facciano a pensare, che la fuori ci siano solo ed esclusivamente pianeti inospitali.
Con la nostra giovane tecnologia abbiamo raggiunto la Luna e tra un poco Marte.
Quindi si può viaggiare nello spazio

La Rocca e il castello di Agazzano


Rocca e Castello sono il caposaldo del borgo più importante della vallata, antica proprietà degli Scotti, che ancora oggi, con la principessa Luisa Gonzaga Anguissola Scotti, ne detengono il dominio. 
 La Rocca, accessibile attraverso due rampe opposte di scale, si affaccia su un cortile di grande suggestione e rappresenta una felice sintesi tra l'austerità dell'architettura difensiva medievale e l'eleganza della dimora signorile del Rinascimento. 
Il castello, riadattato alla fine del Settecento in tranquilla dimora nobiliare, è arredato con mobili d'epoca e custodisce al suo interno eleganti decorazioni pittoriche e preziosi affreschi.


La Rocca e il castello di Agazzano sono ancora oggi di proprietà privata e appartengono alla stessa famiglia (che nel corso dei secoli è stata soggetto di ampliamenti) dalle origini e cioè dalla fine del 1200. 
Risalgono a questo periodo le documentazioni relative a Giovanni Scoto grande possidente terriero che fece di Agazzano il centro delle sue proprietà.
 La famiglia Scotti (da Scoto) manterrà il dominio su Agazzano fino alla meta del 1700 quando Ranuccio Scotti lascia come eredi tre figlie femmine. 
La primogenita Margherita Maria, cui andrà il castello, si unisce in matrimonio con Girolamo Anguissola da Podenzano e, da questo momento la famiglia, Scotti prenderà il nome di Anguissola Scotti. A testimonianza dell’unione delle due famiglie abbiamo la fusione nello stesso stemma di elementi dello stemma Scotti (le stelle) con l’elemento dell’anguilla derivante dallo stemma Anguissola. 

Attualmente il proprietario è il principe Corrado Gonzaga figlio di Luisa Anguissola Scotti che si era unita in matrimonio con il principe Ferrante Gonzaga. 
La famiglia Gonzaga si era già imparentata con gli Scotti alla fine del 1400 quando Giovanni Scotti sposa Luigia Gonzaga Da Novellara.
 Ancora oggi all’interno della Rocca si ritrovano accanto agli stemmi Scotti anche gli stemmi Gonzaga (la cui caratteristica è un ‘aquila). 

La particolarità di questo bellissimo complesso architettonico risiede nella sua costituzione.
 Accanto a una rocca nata nel 1200 con funzione prettamente militare ( torri angolari rotonde, ponte levatoio, mastio con rivellino) e dotata nel 1475 di un bellissimo loggiato voluto da Luigia Gonzaga, troviamo una villa settecentesca che in origine era il borgo della Rocca. 
I saloni della villa sono decorati alle pareti con bellissime tempere a e arredati con mobili che vanno dal 1600 al 1800 . 
Di notevole pregio le bellissime ceramiche e porcellane . Anche il giardino con il taglio alla francese e munito di statue e fontana nasce alla fine del 1700; al suo disegno ha partecipato anche Luigi Villoresi che è stato direttore del Parco della villa reale di Monza.




Nata come fortezza difensiva, la Rocca di Agazzano, fonda le sue origini nel 1200 e si arricchisce nel 1475 di un bellissimo loggiato che ne addolcisce l’aspetto militare.
 La pianta è di tipo rettangolare con torri rotonde e rivellino. All'interno, oltre al loggiato con colonne in arenaria dai capitelli stemmati, si trovano ampi saloni, gli appartamenti privati con i camini dell'epoca, cucine e alloggiamenti militari. 
La struttura rappresenta un felice connubio tra l'austerità dell'architettura medioevale e l'eleganza della dimora signorile del Rinascimento.
 La Rocca è circondata da un ampio giardino alla francese che si sviluppa su due livelli. La presenza di statue, fontane e piante esotiche contribuisce al fascino di un luogo perduto nel tempo passato. 
Adiacente alla fortezza militare si erige la villa settecentesca, sorta sull’antico borgo, con affreschi e un caratteristico cortile con porticato. L’appartenenza del Castello di Agazzano a un’unica famiglia fin dalle origini e il mantenimento della struttura nei suoi aspetti medioevali e rinascimentali fanno di questa proprietà un suggestivo e raro esempio di storia , tradizioni e cultura.


La Rocca, risalente al 1200 e nata come struttura militare, conserva tutto il fascino dei “castelli” alto-medievali. 
Già dal viale delle Acacie è possibile scorgere il rivellino, che fungeva d’avancorpo difensivo e connesso al cortile tramite un doppio ponte levatoio di cui sono ancora visibili i ferri e i fori dove passavano le catene. 
 Quando sarete nel cortile rimarrete affascinati dalla magnificenza del loggiato cinquecentesco, voluto da Luigia Gonzaga, e raggiungibile tramite un doppio scalone. 
La tipologia di questa loggia costituisce un unicum, almeno per Piacenza e il piacentino; se sarete dei buoni osservatori non vi sfuggirà l’ampia scalinata che dal suolo sembra essere inghiottita nelle tenebre: era l’accesso a un passaggio sotterraneo che premetteva di arrivare, anche a cavallo, fino al Castello di Lisignano (che si trova a Gazzola).
 All’interno, la Rocca, si articola in tante stanze, una dentro l’altra come un labirinto: la cucina con due forni, la stanza di Luigia in cui troneggia un imponente camino altre sale dove sono esposti interessanti marmi che vi daranno l’idea dell’importanza delle famiglie Scotti e Gonzaga.


La storia del castello è segnata dalla tragica e misteriosa morte di Pier Maria Scotti detto il Buso ( abile spadaccino che ogni volta che colpiva una vittima con la spada lasciava il “buco”) che fu ucciso da Astorre Visconti nel 1529 in una locanda sita in Agazzano. 
Il suo corpo gettato nel fossato che anticamente circondava la Rocca. 
Nonostante questa certezza storica il cadavere di Pier Maria Scotti non è mai stato ritrovato e la sua presenza si sente ancora oggi tra le mura del castello e nel giardino. Porte che si aprono misteriosamente, luci che rimangono accesi, vetri trovati nelle stanze e di cui non si sa la provenienza. 
Strani avvenimenti si sono succeduti nel tempo e si è tenuti a credere che Pier Maria Scotti che amava moltissimo Piacenza e il piacentino non abbia voluto allontanarsi completamente da questi luoghi 
E’ importante ricordare che tornò appositamente dalle Americhe per riconquistare la posizione che credeva gli spettasse nella città di Piacenza e nei territori appartenenti agli Scotti. 
Il carattere di questo condottiero si caratterizzava per la tenacia, la cattiveria ma anche il coraggio. 
Il suo errore fu quello di occupare il castello per prenderne il bottino e imporne il dominio non avvisando l’alleato Visconti… che come abbiamo visto non ne rimase molto contento.

Zoo e circhi, un oltraggio all'umanità

E' un diritto di tutti quei genitori che vogliono far crescere i loro figli nel rispetto della natura e degli animali Poiché è un nostro dovere educarli, perché possano nel loro futuro avere un mondo migliore.
Non dimentichiamoci che senza animali e piante la terra non è vivibile per l'uomo.

La LAV Grosseto ha scritto alle scuole elementari e medie del capoluogo e dintorni chiedendo di non consentire la promozione nei loro istituti degli spettacoli del Circo Orfei 
E' infatti pratica di uso comune la distribuzione, all'interno delle scuole pubbliche, di materiale pubblicitario o biglietti omaggio per spettacoli circensi nei quali vengono esibiti animali.
La LAV si muove per la dismissione degli animali dai circhi nella convinzione che anche in ambito educativo sia fondamentale proporre il rispetto dell'altro (umano o animale) nella sua dimensione di libertà corrispondente ai reali bisogni fisiologici ed etologici in un ambiente naturale.
"Oltre 600 psicologi – ha scritto ai dirigenti scolastici Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto - hanno preso posizione in tal senso condividendo il documento proposto dalla psicologa Annamaria Manzoni nel quale si esprime motivata preoccupazione sulle conseguenze pedagogiche, formative e psicologiche dell'esposizione di minori a spettacoli con animali.
I contesti nei quali gli spettacoli si tengono, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, sono veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza e ostacolano lo sviluppo dell'empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all'ingiustizia".
In provincia di Grosseto la LAV ha portato già in alcune scuole dell'infanzia il progetto "Liberiamo gli animali!", volto a sensibilizzare i giovanissimi al riconoscimento del diritto degli animali di vivere nel proprio habitat.
Da un altro punto di vista è opportuno evidenziare che la diffusione di materiale pubblicitario all'interno delle scuole, in assenza di una esplicita dichiarazione di consenso, può veicolare messaggi in contrasto con le linee educative delle famiglie.
Il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 specifica chiaramente che (art. 130 comma 3) le comunicazioni con finalità commerciale le quali rientrino in tutti i casi che non prevedano l'uso di sistemi automatizzati, sono ammesse solo con il consenso espresso dall'interessato e che il consenso è da intendersi validamente prestato solo se è documentato per iscritto (art. 23 commi 1, 2, 3). Trattandosi di minori il consenso informato dovrebbe essere espresso in forma scritta dal genitore o dal tutore legale in sua assenza.

Kyenge, ministro inutile che lascia in eredità polemiche e vittimismo e che ha contribuito a far diventare razzista chi non lo era



L'ex responsabile dell'Integrazione esce di scena.
In 10 mesi s'è fatta notare per le sparate sullo ius soli agli immigrati, riuscendo a inimicarsi tutti
Cécile Kyenge lascia il governo dopo 10 dimenticabili mesi.
Non rimpiangeremo le polemiche, sovente volgari, scatenate dai leghisti e il vittimismo con il quale la ministra ha replicato, né il poco da lei fatto come responsabile dell'Integrazione.
Non ci mancheranno le foto natalizie della signora, accompagnata dalle figlie, acconciata da inserviente alla mensa dei poveri del Centro Astalli di Roma e nemmeno le rare visite a Lampedusa o ai centri di accoglienza per extracomunitari, molto meno numerose rispetto alla partecipazione a convegni e dibattiti.
Più complicato sarà archiviare la foto di pochi giorni fa, quando la ministra è stata immortalata mentre saliva sull'auto blu dopo una seduta di shopping in una boutique del centro di Roma sotto gli occhi vigili della scorta.
A qualche centinaio di metri nel centro della capitale 60mila artigiani e piccoli imprenditori manifestavano contro la vessazione fiscale.
Ma si sa, la ministra si occupa soltanto della disperazione degli immigrati.
Da ieri sera Cécile Kashetu Kyenge in Grispino è tornata a fare il deputato semplice del Partito democratico.
Proprio nella veste di parlamentare ha compiuto l'unica vera azione politica, per quanto discutibile: ha cioè presentato una proposta di legge (firmata anche da Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e Khalid Chaouki) per introdurre lo «ius soli».
Chi nasce in Italia dev'essere cittadino italiano, indipendentemente dalla provenienza della famiglia d'origine.
Privata delle responsabilità di governo, la prima ministra nera della storia d'Italia potrà concentrare le forze nel perseguire l'obiettivo. Per colmo di sventura, Cécile Kyenge ha pubblicato il suo primo libro proprio nei giorni in cui è stata congedata dal governo. L'effetto di questo volume, intitolato Ho sognato una strada, è strano.
Al termine di un mandato da ministro ci si attenderebbe un bilancio dell'attività svolta, mettendo sul piatto le cose fatte, quelle non fatte e quelle che qualcuno ha impedito fossero fatte.
Invece la Kyenge ha consegnato alle stampe un vero libro dei sogni, un ricettario programmatico.
Una fotografia di quanto sia sterminato il mare che c'è di mezzo tra il dire e il fare.
La Kyenge racconta vari episodi di discriminazione, vicende spesso dolorose, a volte tragiche, la cui morale è semplice:
«Chi lascia la propria terra d'origine sogna una strada verso il futuro, e nel rispetto della legalità nessuno ha il diritto d'impedire quel sogno».
Giusto "nel rispetto della legalita" però!
Più difficile è raccontare quanto sia servita l'esperienza da ministro, che è quasi del tutto assente dalle pagine del libro sognatore.
Esse sono piene di dati e analisi, auspici e consigli, indicazioni e suggerimenti su come devono essere impostate le politiche di integrazione.
Attaccano la legge Bossi-Fini e il «pacchetto sicurezza» ma non riferiscono come sia stato fatto qualcosa per migliorare.
Ma il volume, sorprendentemente, riporta anche una singolare autodifesa, una «excusatio non petita» con cui Kyenge si chiama fuori dalle accuse. «Per il fatto che sono nera e di origine straniera - si legge nel libro -, molti ritengono che sia responsabile di ogni argomento o avvenimento che concerne l'immigrazione.
Il mio valido predecessore Riccardi, bianco e italiano di nascita, non veniva chiamato in causa come capita a me su tutto ciò che concerne la popolazione di origine straniera, anche su molti argomenti di cui non ho la delega».
E aggiunge: «Il ministro per l'Integrazione deve operare una politica di coordinamento in diversi settori che riguardano gli immigrati come gli autoctoni, ma ancora oggi non trova gli strumenti necessari per agire e viene considerata il capro espiatorio per problemi che non trovano soluzione in altri dicasteri».
Come al solito, si scaricano le responsabilità. Arrivederci, signora ministra: non ci mancherà.

NON E' PIU' MINISTRO MA:
Chiede un rimborso di 53.895,47 euro, di cui 47.740,74 in mezzi di trasporto e 11.154,73 in pernottamenti e pasti.
E’ la cifra più alta spesa dagli ospiti di palazzo Chigi ed è di molto superiore al rimborso presentato dallo stesso Letta, che complessivamente ha speso 36.191,97.
Inoltre....
Ancora oggi gira con auto blu e relativa scorta

«Neanche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva osato tanto». È sbottato così il capo­gruppo di Fi in consiglio comunale a Bologna, Miche­le Facci quando si è visto arrivare a Palazzo l’ex mini­stro Cécile Kyenge con tanto di «auto blu di rappresentanza e scorta»
L’auto di quella che oggi è «semplicemente» una deputata del Pd viene par­cheggiata dentro al cortile d’onore, di Palazzo D'Ac­cursio, uno spazio interdetto a tutti i mezzi.
Solo la di­pietrista Silvana Mura, nel 2004 quando fu nominata assessore, sgommò con la sua auto lì dentro, salvo poi scusarsi per la gaffe commessa.
A maggior ragione adesso,all’ingresso del­la Kyenge con tanto di scorta e in luogo vietato si inter­roga: «A che titolo?» 

MA CHE FIGURA  DI .........CAMBRONNE!!!


Signora Kyenge glielo dico io è stato il Signor Tony Iwobi

Il vizietto di dare dei razzisti ora si estende anche ai cittadini svizzeri
Sull’esito della votazione contro l’immigrazione di massa voluta dal popolo svizzero non potevano mancare le dichiarazioni dell'ex ministro italo congolese dell’integrazione (o della disintegrazione, visti i risultati) Cecile Kyenge:
‘‘Mi trova assolutamente contraria l’esito del referendum in Svizzera. 
Ginevra ha siglato accordi con la Comunità europea e mette ora a rischio un tema cruciale come quello della libera circolazione, con il centro del continente che potrebbe restare isolato
Kyenge: “Svizzeri contro l’immigrazione, sono populisti”. E sbaglia la capitale della Svizzera…
L’eventuale chiusura delle frontiere elvetiche può portare danni all’economia dell’intero continente”.
Che un ministro come la Kyenge, incapace di reagire alle critiche senza l’uso sistematico della censura, venga a dare lezioni di democrazia e di integrazione, soprattutto visti gli “strepitosi” risultati della sua politica di frontiere aperte a criminali di ogni razza e specie, è davvero una vergogna.
Ma soprattutto, con quello che la signora Kyenge viene pagata a spese degli italiani, si degni almeno di informarsi: a firmare gli accordi non è stata certo Ginevra, semmai Berna, la capitale della Svizzera!
Diamo un altra notiziola alla signora Kyenge
Definizione di popolismo:
Il dizionario Treccani afferma che per “populismo” si intende il “movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia” tra il 19° e 20° secolo, “che si proponeva di raggiungere un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba”,di quella nazione, quindi il popolo autoctono. 
Attenendosi dunque al significato proprio e originario di questo termine, non vi troviamo assolutamente niente di negativo o di criticabile, mentre quando chicchessia usa questa parola oggi, le conferisce un significato dispregiativo, confondendola di fatto con un’altra parola, che in realtà è “demagogia“.

Uruguay, carcere immediato a chi maltratta gli animali


In Uruguay l'Esecutivo per mano del Presidente Josè Mujica, ha emesso un decreto legge 18,741 , per i responsabili di maltrattamento degli animali .

 Nella sua componente il decreto stabilisce che devono essere garantite le cinque liberazioni fondamentali : la liberazione dalla fame e dalla sete , privazione di disagio, privazione di dolore, sofferenza e malattia , liberazione dalla paura e angoscia , e la libertà di esprimere un comportamento normale.

 Lo dice il decreto firmato dal presidente dell'Uruguay José Mujica . Esso afferma inoltre che il trasporto di animali da compagnia " può essere effettuato all'interno della cabina del veicolo, solo in appositi contenitori o legati in modo da evitare la libera circolazione all'interno del veicolo " in gabbie o trasportini adatti” .
 Il regolamento stabilisce che tutti i possessori di animali saranno " completamente responsabile di tutti i morsi, ferite o danni causati a persone , animali o cose di altri". 
 "Per ogni animale che si perde senza identificazione e rischia di essere catturato e sterilizzato per i proprietari non vi sarà il diritto di restituzione dell’ animale. 
" Non sarà possibile utilizzare il cavallo in estate con temperature superiori ai 32 gradi " per evitare problemi di disidratazione " con temperature sopra i 25 gradi " è d’ obbligo proteggere la testa dal sole per evitare possibili colpi di calore . " Inoltre , è necessario tenere il cavallo " propriamente ferrato " e " non utilizzare altri strumenti che possano causare costrizione all'animale, tranne le redini. 
Il cavallo non può essere obbligato a trasportare carichi ben al di sopra delle sua forza fisica." 

 Ispezione . 

Come e chi controllerà questi estremi stabiliti legalmente?
 Il Comitato Nazionale Onorario for Animal Welfare ( Conahoba ) . Questo organismo , che è composto da dieci delegati del MEC , il MSP , il BHAG , il Ministero dell'Interno , il Mvotma , il Congresso dei governatori della Università della Repubblica e della Società di Medicina Veterinaria , e un rappresentante delle le organizzazioni non governative. 

 Gli ispettori nominati, controlleranno anche come i cani vengono trattati dai proprietari. 

 Quasi in contemporanea con le disposizioni della legge 18,741 , sono previste pene da due a 24 mesi di reclusione per coloro che provocano la morte con crudeltà verso un animale domestico. Circhi e zoo .
 La nuova legge vieta , tra le altre cose , l' istituzione e il funzionamento in tutto il paese , di circhi ", in cui gli animali sono utilizzati come parte del divertimento e l'esistenza di giardini zoologici ", in cui gli animali dimorano in condizioni che non sono naturalmente adatte alla loro specie". 
Transitoriamente , " istituzioni pubbliche e private che gestiscono i giardini zoologici avranno 365 giorni dalla entrata in vigore della presente legge , per rendere, riportare, e adattare gli animali alle loro esigenze di habitat", si legge nel progetto .

 Un altro articolo vieta di creare ibridi animali frutti della manipolazione genetica o incroci con animali selvatici , così come è vietata" l'introduzione di animali esotici a zoo , circhi e riserve faunistiche. 
Vietata la cattura , la detenzione o la raccolta di uccelli nativi da paesi esotici .
 Multe per abbandono .
 Multe salate o pena di carcere equivalente, è prevista per i casi occasionali di abuso o danno all'integrità fisica di un animale domestico.
 Il primo accoppiamento di una femmina non può essere fatto prima dei dodici mesi di età, e per i cani di oltre i 25 kg di peso medio, non prima di diciotto mesi.
 I cuccioli devono rimanere con la madre per almeno 60 giorni. 
D’ obbligo scrivere il pet al Registro Nazionale nei primi quindici giorni della sua nascita, o dal giorno dell' adozione. 
Stesso lasso di tempo per denunciarne la morte o la scomparsa. Obbligo di raccogliere le feci degli animali. 
I cavalli sportivi non possono stare più di 8 ore continue all'interno dei veicoli che li trasportano , è necessario disporre di un'apertura che permette all'animale di guardare all'esterno. 
 Il cavallo non può essere lasciato da solo per più di 10 ore durante la giornata lavorativa, o essere legato a veicoli , cassonetti o altri elementi in movimento .


Che dire, grande stima.
 L’ Italia è definita un paese più evoluto dell’ Uruguay, ma su questo ci sarebbe molto da discutere!!!

 Fonte: NonSoloAnimali