giovedì 6 marzo 2014
Aurora timelapse
The Aurora from TSO Photography on Vimeo.
Negli ultimi mesi, a causa dell’aumento dell’attività solare, si sono viste aurore spettacolari nei cieli dell’estremo nord.
Ecco uno spettacolare timelapse realizzato da Terje Sorgjerd. Immagini prese in Norvegia, presso Kirkenes e al Pas National Park vicino al confine Russo, a 70 gradi nord and 30 gradi est. Temperature di circa -25 Celsius.
La nasica (Natalia larvatus)
Si potrebbe immaginare una scimmia più strana della nasica?
È poco probabile!
Il suo nome indica ch'essa possiede un'appendice nasale molto sviluppata.
Nei vecchi maschi soprattutto, il naso può raggiungere dimensioni incredibili, tanto che quando l'animale vuole mangiare deve spostare il naso con la zampa; sebbene meno ingombrante, il naso delle femmine è anch'esso assai grosso e persino i neonati posseggono già un'appendice più che notevole!
La nasica vive nelle foreste basse e nelle mangrovie del Borneo, ma non è molto diffusa.
Trascorre la vita tra le fronde degli alberi nutrendosi esclusivamente di foglie fresche.
Tra tutti i primati è l'unica che si tuffa nelle acque dei fiumi e degli estuari lanciandosi dai rami degli alberi, a volte da altezze di 15-17 m, per passare a nuoto sulla riva opposta. Nuota con grande perizia, sia in superficie che sott'acqua e può percorrere 10-15 metri in immersione senza risalire a respirare, mostrando capacità uniche nel mondo delle scimmie.
Tra i rami degli alberi le nasiche si muovono con sorprendente agilità, compiono salti nel vuoto di oltre 8 metri per andare ad aggrapparsi con una sola zampa a qualche ramo più basso. Ma questa vita da acrobati non è priva di incidenti; l'esame degli scheletri mostra che circa il 28% degli individui porta le tracce di fratture ossee rinsaldate.
Le nasiche vivono in gruppi di 15-28 individui. Ogni tribù è capeggiata da un solo maschio, il più forte, che provvede alla sicurezza dei suoi sudditi.
Marte e le sue "misteriose ed immense foreste"
Forse non tutti sanno dell’esistenza di alcune sconvolgenti fotografie trasmesse a terra dalla MOC (Mars Orbiter Camera(MOC) a bordo della sonda MGS (Mars Global Surveyor) prima che smettesse di funzionare “morendo” il 2 novembre 2006.
Oltre alle fotografie di strutture rassomiglianti a tunnel trasparenti all’interno di canyon, osserviamo la presenza di “cose” che sembrano alberi riuniti in gruppi sparsi o intere foreste.
La possibilità dell’esistenza di vita extraterrestre ha sempre affascinato l’umanità.
Per altro, tra gli scienziati si è fatta strada l’idea che se la vita esiste su Marte, questa debba essere allo stadio di batterio.
Nondimeno, ci sono delle immagini riprese dalla MOC che rimangono inesplicabili.
È il caso della foto scattata a latitudine -82.02°, longitudine 284.38° (vicino al polo Sud marziano) che ha mostrato qualcosa di incredibile ma tutt’ora trascurato: una qualche forma di vegetazione su Marte. (immagine n° M08-04688, link ufficiale: http://ida.wr.usgs.gov/html/m08046/m0804688.html)
Queste formazioni assomigliano decisamente a macchie di vegetazione terrestri, compresi i sistemi di ramificazioni, fotografate dall’alto. Ecco un lembo di suolo marziano ripreso dalla MOC che mostra alberi.
La più semplice spiegazione per tali immagini, seguendo il dettame detto del rasoio di Occam, è che si tratti di organismi vegetali di un qualche genere.
Raffrontando la scala questi “organismi” possono essere enormi, alti fino a un chilometro.
Tuttavia, ragioniamo sulle condizioni ecologiche del pianeta rosso. Ora su Marte c’è un clima rigidissimo ma anche in Siberia nella cui taiga esistono numerose specie arboree.
La condizione sine qua non per la crescita delle piante (sulla Terra), specie gimnosperme molto resistenti non sono la tenue pressione atmosferica e la minore gravità che, anzi, unite all’abbondanza di anidride carbonica gassosa, costituiscono un vantaggio per le piante, ma la presenza di acqua liquida nel suolo.
C’è acqua allo stato liquido nel sottosuolo di Marte? Le piante che vivono nel permafrost potrebbero adattarsi a Marte?
Buona domanda o no?
Gli organismi vegetali (terrestri) per vivere, crescere e riprodursi hanno fondamentalmente bisogno di tre cose: Acqua (allo stato liquido) Luce (inteso anche come un intervallo di temperatura) Nutrienti minerali e anidride carbonica (da organicare attraverso la fotosintesi clorofilliana)
Ora, su Marte la quantità di luce che arriva al suolo è simile a quella che raggiunge la superficie terrestre (la maggior distanza dal Sole è compensata da un atmosfera più rarefatta).
Data l’enorme effetto serra prodotto dalla CO2 in atmosfera anche la temperatura al suolo, specie ai tropici, non deve essere troppo bassa.
Inoltre sul pianeta rosso esiste la disgregazione meteorica eolica e termica delle rocce per cui esiste la possibilità della disseminazione tramite il vento (anemocora) e il substrato per l’attività radicale delle piante.
Le Conifere (pini, abeti, larici, sequoie) sono piante antichissime che una volta dominavano le terre emerse in particolare durante il periodo Carbonifero (350-300 milioni di anni orsono), così chiamato perché i tronchi di questi esseri vegetali con il tempo fossilizzarono diventando l’attuale carbone fossile.
Se ben guardiamo, non ci sono controindicazioni biologiche alla crescita regolare di alcune specie di piante arboree simili alle conifere terrestri su Marte.
Atmosfera più rarefatta che sulla Terra quindi maggior necessità di superfici per l’interscambio gassoso compensata dalla maggiore quantità di anidride carbonica
Gravità un terzo di quella terrestre che favorisce la crescita geotropica
Probabile mancanza di parassiti e infestanti specifici
Durata del giorno (ritmo circadiano) simile alla Terra e alternanza delle stagioni sebbene di durata doppia
Sotto tali condizioni l’ipotesi dell’esistenza di esseri vegetali giganteschi diventa più accettabile.
Sovente questi “boschetti” si allargano attorno ad apparenti bacini contenenti del liquido, presumibilmente acqua.
Del resto perché non ci dovrebbe essere?
L’ossigeno è abbondantissimo su Marte sia nelle rocce perlopiù ossidi (composti dell’ossigeno) sia nell’aria ricchissima di anidride carbonica.
L’idrogeno che serve per formare l’H2O è l’elemento più comune nell’universo. La necessità di celare l’esistenza di esseri vegetali viventi su Marte giustifica anche i sospetti che il colore del cielo marziano venga alterato onde celare il colore azzurrognolo causa la presenza di ossigeno di origine biologica.
Nessuno scienziato sta attualmente studiando questa documentazione.
Perché? A quale scopo mantenere questo incommensurabile segreto?
La questione è probabilmente di ordine religioso.
Il sistema economico globale si regge grazie ai conflitti di religione. Religione in senso metafisico e metaforico di superiorità di un sistema economico sull’altro, di una razza sull’altra, di un ordine sociale su di un altro, lo scontro di civiltà.
Se si scoprisse che antichissime civilizzazioni hanno costruito immense strutture su Marte, già visibili nel 1800 da Schiaparelli, il nostro mondo eretto su dogmi scolpiti nella sabbia crollerebbe.
Alla Nasa a mezza bocca ammettono di tenere nascosto tutto perché “non sappiamo gestire la verità” (“We can’t handle the truth”).
Infatti, riflettete, quale sarebbe la conseguenza filosofica del non conoscere quale Dio ha creato la vita su Marte.
Una umanità tremante e sgomenta alzerebbe gli occhi al Cielo domandandosi: Il mio Dio o il tuo Dio?
Quale Entità più equanime, più salvifica, più misericordiosa ha piantato alberi sul suolo di un altro pianeta?
Di fronte al dilemma angosciante le guerre si fermerebbero, così il commercio di armi, i consumi si arresterebbero, con la produzione industriale che collasserebbe.
Tutti i giorni vengono commessi crimini efferati in nome di un Dio trascendente o soggettivo che è causa di orrore anziché pace
Ai leader religiosi sfuggirebbe il controllo delle masse alla stregua dei politici.
Si ritornerebbe al caos primordiale, ossia prima che la morale delle religioni e l’etica delle istituzioni laiche mettessero ordine tramite i loro dettami.
Per questo, nonostante la NASA abbia fornito immagini eloquentissime, di condotti artificiali, di intere foreste, di costruzioni erette per ingraziare qualche divinità su Marte, non ne sentiamo parlare.
Forse a confermare la volontà di mantenere lontano dalle “masse” queste argomentazioni subentra oggi anche il totale silenzio della missione “Curiosity” sull’argomento.
Come mai ci sono arrivate solo immagini provenienti da altopiani rocciosi e non si è mostrato nulla né parlato, anche come smentita, delle straordinarie foreste di Marte?
Fonte: pianetax.wordpress.com
La possibilità dell’esistenza di vita extraterrestre ha sempre affascinato l’umanità.
Per altro, tra gli scienziati si è fatta strada l’idea che se la vita esiste su Marte, questa debba essere allo stadio di batterio.
Nondimeno, ci sono delle immagini riprese dalla MOC che rimangono inesplicabili.
È il caso della foto scattata a latitudine -82.02°, longitudine 284.38° (vicino al polo Sud marziano) che ha mostrato qualcosa di incredibile ma tutt’ora trascurato: una qualche forma di vegetazione su Marte. (immagine n° M08-04688, link ufficiale: http://ida.wr.usgs.gov/html/m08046/m0804688.html)
Queste formazioni assomigliano decisamente a macchie di vegetazione terrestri, compresi i sistemi di ramificazioni, fotografate dall’alto. Ecco un lembo di suolo marziano ripreso dalla MOC che mostra alberi.
La più semplice spiegazione per tali immagini, seguendo il dettame detto del rasoio di Occam, è che si tratti di organismi vegetali di un qualche genere.
Raffrontando la scala questi “organismi” possono essere enormi, alti fino a un chilometro.
Tuttavia, ragioniamo sulle condizioni ecologiche del pianeta rosso. Ora su Marte c’è un clima rigidissimo ma anche in Siberia nella cui taiga esistono numerose specie arboree.
La condizione sine qua non per la crescita delle piante (sulla Terra), specie gimnosperme molto resistenti non sono la tenue pressione atmosferica e la minore gravità che, anzi, unite all’abbondanza di anidride carbonica gassosa, costituiscono un vantaggio per le piante, ma la presenza di acqua liquida nel suolo.
C’è acqua allo stato liquido nel sottosuolo di Marte? Le piante che vivono nel permafrost potrebbero adattarsi a Marte?
Buona domanda o no?
Gli organismi vegetali (terrestri) per vivere, crescere e riprodursi hanno fondamentalmente bisogno di tre cose: Acqua (allo stato liquido) Luce (inteso anche come un intervallo di temperatura) Nutrienti minerali e anidride carbonica (da organicare attraverso la fotosintesi clorofilliana)
Ora, su Marte la quantità di luce che arriva al suolo è simile a quella che raggiunge la superficie terrestre (la maggior distanza dal Sole è compensata da un atmosfera più rarefatta).
Data l’enorme effetto serra prodotto dalla CO2 in atmosfera anche la temperatura al suolo, specie ai tropici, non deve essere troppo bassa.
Inoltre sul pianeta rosso esiste la disgregazione meteorica eolica e termica delle rocce per cui esiste la possibilità della disseminazione tramite il vento (anemocora) e il substrato per l’attività radicale delle piante.
Le Conifere (pini, abeti, larici, sequoie) sono piante antichissime che una volta dominavano le terre emerse in particolare durante il periodo Carbonifero (350-300 milioni di anni orsono), così chiamato perché i tronchi di questi esseri vegetali con il tempo fossilizzarono diventando l’attuale carbone fossile.
Se ben guardiamo, non ci sono controindicazioni biologiche alla crescita regolare di alcune specie di piante arboree simili alle conifere terrestri su Marte.
Atmosfera più rarefatta che sulla Terra quindi maggior necessità di superfici per l’interscambio gassoso compensata dalla maggiore quantità di anidride carbonica
Gravità un terzo di quella terrestre che favorisce la crescita geotropica
Probabile mancanza di parassiti e infestanti specifici
Durata del giorno (ritmo circadiano) simile alla Terra e alternanza delle stagioni sebbene di durata doppia
Sotto tali condizioni l’ipotesi dell’esistenza di esseri vegetali giganteschi diventa più accettabile.
Sovente questi “boschetti” si allargano attorno ad apparenti bacini contenenti del liquido, presumibilmente acqua.
Del resto perché non ci dovrebbe essere?
L’ossigeno è abbondantissimo su Marte sia nelle rocce perlopiù ossidi (composti dell’ossigeno) sia nell’aria ricchissima di anidride carbonica.
L’idrogeno che serve per formare l’H2O è l’elemento più comune nell’universo. La necessità di celare l’esistenza di esseri vegetali viventi su Marte giustifica anche i sospetti che il colore del cielo marziano venga alterato onde celare il colore azzurrognolo causa la presenza di ossigeno di origine biologica.
Nessuno scienziato sta attualmente studiando questa documentazione.
Perché? A quale scopo mantenere questo incommensurabile segreto?
La questione è probabilmente di ordine religioso.
Il sistema economico globale si regge grazie ai conflitti di religione. Religione in senso metafisico e metaforico di superiorità di un sistema economico sull’altro, di una razza sull’altra, di un ordine sociale su di un altro, lo scontro di civiltà.
Se si scoprisse che antichissime civilizzazioni hanno costruito immense strutture su Marte, già visibili nel 1800 da Schiaparelli, il nostro mondo eretto su dogmi scolpiti nella sabbia crollerebbe.
Alla Nasa a mezza bocca ammettono di tenere nascosto tutto perché “non sappiamo gestire la verità” (“We can’t handle the truth”).
Infatti, riflettete, quale sarebbe la conseguenza filosofica del non conoscere quale Dio ha creato la vita su Marte.
Una umanità tremante e sgomenta alzerebbe gli occhi al Cielo domandandosi: Il mio Dio o il tuo Dio?
Quale Entità più equanime, più salvifica, più misericordiosa ha piantato alberi sul suolo di un altro pianeta?
Di fronte al dilemma angosciante le guerre si fermerebbero, così il commercio di armi, i consumi si arresterebbero, con la produzione industriale che collasserebbe.
Tutti i giorni vengono commessi crimini efferati in nome di un Dio trascendente o soggettivo che è causa di orrore anziché pace
Ai leader religiosi sfuggirebbe il controllo delle masse alla stregua dei politici.
Si ritornerebbe al caos primordiale, ossia prima che la morale delle religioni e l’etica delle istituzioni laiche mettessero ordine tramite i loro dettami.
Per questo, nonostante la NASA abbia fornito immagini eloquentissime, di condotti artificiali, di intere foreste, di costruzioni erette per ingraziare qualche divinità su Marte, non ne sentiamo parlare.
Forse a confermare la volontà di mantenere lontano dalle “masse” queste argomentazioni subentra oggi anche il totale silenzio della missione “Curiosity” sull’argomento.
Come mai ci sono arrivate solo immagini provenienti da altopiani rocciosi e non si è mostrato nulla né parlato, anche come smentita, delle straordinarie foreste di Marte?
Fonte: pianetax.wordpress.com
L'oracolo di Delfi
Delfi, il centro del mondo antico. Ciò significava che lì vi era qualcosa di particolare, dal momento che la leggenda riconduce la nascita della città al dio Zeus che volendo sapere quale fosse il ‘centro’ del mondo, fece volare due aquile dalle estremità del mondo orientale e occidentale; dove esse si fossero congiunte, quello sarebbe stato il punto esatto.
Le due aquile si incontrarono proprio sotto il monte Parnaso, a Delfi, che divenne dunque l’ “omphalos” (o ombelico) del mondo antico.
Secondo una tradizione, sul frontone del tempio era scritto in greco”Gnothi seauton” ovvero “Conosci te stesso”, un monito per scoprire che la vera Conoscenza è dentro l’Uomo e che da essa parte la conoscenza di tutto il resto.
Nei secoli VIII-IV a.C., il prestigio dell’oracolo fu immenso, non c’era colonia che venisse fondata, senza prima aver consultato l’oracolo.
La “sapienza delfica”, il complesso di massime morali e tradizioni mitiche e religiose elaborate attorno all’oracolo, era una delle forme più caratteristiche della cultura greca arcaica.
Grandi poeti come Pindaro ed Eschilo, s’ ispirarono ad essa. E Socrate adottò come principio del suo pensiero la famosa frase “conosci te stesso” che era incisa a Delfi su una parete del tempio di Apollo.
Nel tempio bruciava perennemente una fiamma alimentata con rami di alloro, l’albero sacro al dio Apollo, e si venerava il cosiddetto “ombelico” (omphalos), una pietra, forse magnetica, che si pensava fosse caduta dal cielo.
Prima dell’arrivo dei Greci, Delfi era stata sede di un culto della Madre Terra, poi come racconta un mito, Apollo uccise il serpente Pitone custode di quel luogo e fondò il proprio tempio.
In ricordo dell’episodio, gli oracoli erano dati da una donna chiamata Pitonessa o Pizia che cadeva in trance e pronunciava responsi che si ritenevano fossero ispirati dal dio, e che venivano tradotti in versi dai sacerdoti e trasmessi agli interessati.
Nacque così Delfi, almeno mille anni prima di Cristo, che divenne sede di un grandioso santuario dedicato al dio Apollo e del più famoso oracolo del mondo antico.
I vaticini, emessi dalla Pizia (o Pitonessa), riportavano la volontà del dio stesso.
Perchè quel nome?
Una tradizione mitologica racconta che in una grotta sotto il monte Parnaso si fosse rifugiato Pitone, orribile serpente che Hera (moglie di Zeus) aveva scatenato contro Leto o Latona (che dall'unione con Zeus aveva partorito Apollo ed Artemide).
Omero racconta che Apollo, nelle sembianze di un delfino, sarebbe giunto qui saltando su una nave proveniente da Creta e, con mira infallibile, avrebbe ucciso il mostruoso serpente, sulla cui tana venne eretto un tempio al dio (Apollo, appunto), che venne appellato Pizio (Pitonesso), così la Pizia era chiamata la sacerdotessa che riferiva i suoi oracoli.
In ricordo dell’evento (che non si sa a quale tempo far risalire), nel VI sec. d.C. vennero istituiti i Giochi Pitici, che si svolgevano ogni quattro anni nello stadio.
Un’altra tradizione narra che da una fessura della terra salivano dei vapori o gas naturali; un giorno, un pastore che si chiamava Koreta (o Corete) si avvide che le capre che vi si avvicinavano erano colte da spasmi ed emettevano strani suoni.
Volle verificare cosa succedesse e, quando respirò le esalazioni pure lui, si avvide che cominciava a dire delle cose che si verificavano. Ma dalla fessura venivano anche misteriosamente risucchiati coloro che si spingevano sul crepaccio.
Allora il pastore mise un vaso treppiede (tripode) sulla fessura della terra, facendovi sedere una fanciulla vergine affinché vaticinasse (e non venisse risucchiata) dando origine alla prima forma dell’oracolo.
Dato che il ‘dono’ proveniva dalla Madre terra, venne eretto un tempio intitolato a Gea.
Quei vapori potrebbero aver indotto uno stato alterato di coscienza, cosa scientificamente spiegata. L’antica dedicazione alla Madre Terra, si potrebbe essere trasformata nel culto alla dea Athena; sappiamo infatti che il santuario della dea precedeva l’ingresso al tempio di Apollo, tanto che veniva chiamata Athena Pronaia.
La strada carrozzabile ha quindi ‘tagliato’ in due il complesso cultuale di Delfi: a Sud-Est sorgeva il tempio dedicato alla divinità femminile, a Nord-Ovest, quello di Apollo.
Il compito del primo era di proteggere il recinto sacro del secondo. Alle pendici meridionali del monte sacro Parnaso, a circa 600 metri di altitudine, ancora oggi possiamo vedere le rovine del grande centro spirituale e di pellegrinaggio, situato all’incrocio di importanti vie di transito.
Per la conformazione naturale del terreno, il complesso cultuale si snoda su terrazze ed ha un elemento fondamentale legato al sacro: la presenza di una sorgente d’acqua, chiamata sorgente Castalia, che veniva incanalata e condotta fino alla roccia dove la Pizia emetteva i suoi oracoli.
Plutarco, sacerdote al Tempio di Apollo, attribuiva il potere profetico di Pizia ai vapori.
Altri racconti suggeriscono che il vapore proveniva da un´apertura nel terreno.
Questa spiegazione comunque non è mai riuscita a convincere gli scienziati.
Nel 1927, i geologi francesi avevano esaminato il luogo sacro dell´oracolo e non avevano rilevato prove di spaccature o di correnti ascendenti di gas.
Avevano dunque liquidato la versione tradizionale come un mito. Le loro conclusioni però erano sostenute da una moderna ed erronea concezione secondo la quale i vapori ed i gas potrebbero essere prodotti esclusivamente dall´attività vulcanica.
Oggi, uno studio di quattro anni nell´area nelle vicinanze della grotta sta portando gli archeologi ed altre autorità, a riconsiderare l´idea che i fumi intossicanti svelassero l´oracolo di Pizia.
Lo studio, riportato nel numero di agosto di Geology, rivela che due faglie si intersecano esattamente sotto il tempio di Delfi. Lo studio ha anche offerto prove che gas allucinogeni risalissero da una vicina sorgente e si mantenessero all´interno delle rocce del tempio. “Plutarco ha fatto un´osservazione corretta” ha detto Jelle de Boer, geologo della Wesleyan University di Middletown, Connecticut, e co-autore dello studio. “Infatti, ci sono gas che salgono dalle fratture”. La Grecia si trova alla confluenza di tre placche tettoniche. Lo scivolamento di queste placche allunga e solleva continuamente l´area, che è ricca di faglie.
Parecchi anni fa, i ricercatori Greci trovarono una faglia che correva da est ad ovest sotto il tempio dell´oracolo. De Boer ed i suoi colleghi hanno scoperto una seconda faglia, che corre da nord a sud. “Queste due faglie si incrociano, e interagiscono, al di sotto del sito”. Le interazioni delle faglie maggiori rendono le rocce più permeabili e creano dei passaggi attraverso i quali l´acqua sotterranea ed i gas possono passare e salire alla superficie.
Da 70 a 100 milioni di anni fa, il letto di roccia calcarea che giaceva sotto il sito dell´oracolo, si trovava al di sotto del livello del mare, e si arricchiva con depositi di idrocarburi.
Circa ogni 100 anni un grande terremoto scuoteva le faglie. Esse venivano riscaldate dalle rocce adiacenti e i depositi di idrocarburi che contenevano al loro interno si vaporizzavano. Questi miscugli di gas insieme con l´acqua sotterranea emergevano attorno alla sorgente.
De Boer ha condotto un´analisi di questi gas e scoperto che si tratta di etilene, che ha un odore dolce e produce un effetto narcotico descritto come una fluttuazione o euforia generalizzata che pare separare l´anima dal corpo.
“Le inalazioni di etilene sono una spiegazione plausibile per spiegare gli stati di trance ed il comportamento della Pizia” dice Diane Harris-Cilne, professore classico alla George Washington University, a Washington, D.C. “Combinata con le aspettative sociali, una donna confinata in uno spazio ristretto poteva essere indotta ed emettere oracoli” ha riferito.
Secondo le spiegazioni tradizionali, la Pizia otteneva le sue profezie in una piccola camera chiusa alla basa del tempio.
De Boer dice che se la Pizia si chiudeva nella camera una volta al mese, come secondo tradizione, poteva essere esposta a concentrazioni del gas narcotico che erano abbastanza forti da indurre uno stato di trance.
L´autorità dell´oracolo di Delfi iniziò a decadere fino a perdere credito non appena il cristianesimo divenne la religione dominante nell´area, riferisce de Boer.
In più le leggende suggeriscono che la concentrazione dei vapori divenne più debole, probabilmente perché il mancato verificarsi di un nuovo terremoto non produsse il solito effetto di diffusione dei gas.
Tratto da : http://portalemisteri.altervista.org/
Boschi: non chiederemo dimissioni indagati
Il ministro per i rapporti col Parlamento risponde a un’interrogazione del M5s sulla nomina alla Cultura dell’esponente Pd sarda, indagata per peculato in relazione al periodo in cui fu consigliera regionale.
“Rispettare presunzione di innocenza”.
Replica M5s:
“Ha sperperato 33mila euro in buoni benzina”
ROMA - “Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia”. Lo dice Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e dei rapporti col Parlamento, rispondendo in Aula a un’interrogazione del M5s sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario alla Cultura che, come precisa la stessa Boschi,
“a oggi è iscritta nell’elenco degli indagati”.
“L’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela degli indagati per esercitare i diritti di difesa, non è un’anticipazione di condanna”, dice Boschi che ricorda come il procedimento che riguarda la Barracciu è alle fasi iniziali.
“All’esito del procedimento il governo valuterà se chiedere le dimissioni del sottosegretario”, aggiunge la ministra.
Il sottosegretario Barracciu, prosegue Boschi, “potrà dare un contributo al governo di questo Paese” e l’esecutivo “non ha intenzione chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”, perché ciò rispetta “il principio fondamentale della presunzione di innocenza”.
L’interrogazione del M5s, primo firmatario il deputato Nicola Bianchi, segue la contestazione della scelta dell’europarlamentare sarda, indagata per peculatoper il periodo in cui è stata consigliera regionale, vicenda che a fine 2013 l’aveva costretta a ritirarsi dalla corsa elettorale per il governo della Sardegna nonostante avesse vinto le primarie del centrosinistra sardo.
Durante la replica, il deputato Bianchi ha ribadito che il Movimento 5 Stelle “chiede a gran voce il ritiro della nomina di Barracciu” che “ha sperperato soldi pubblici per 33 mila euro in rimborsi benzina”. Il M5s sollecita il governo ad adottare iniziative per “salvaguardare le istituzioni da nomine governative dettate dal conflitto di ruoli, dall’incompetenza e dall’inopportunità”.
di basta casta rassegna stampa indipendente
L'informazione di garanzia (detta anche avviso di garanzia in gergo giornalistico) è un istituto previsto dal Codice di procedura penale italiano attraverso il quale una persona viene avvertita di essere sottoposta a indagini preliminari, ossia di quella fase processuale in cui si raccolgono elementi utili alla formulazione di una imputazione La definizione deriva dal fatto che tale informazione garantisce alla persona cui viene spedita dal pubblico ministero ("in plico chiuso raccomandato con ricevuta di ritorno") la possibilità di essere assistita da un proprio difensore di fiducia, e contiene un invito ad esercitare tali facoltà. Qualora l'indagato non dovesse provvedere alla nomina di un difensore, il pubblico ministero dovrà designare un difensore d'ufficio richiedendo il nominativo all'apposito ufficio dell'ordine degli avvocati. L'informazione indica inoltre le norme che si intendono violate e la data e il luogo di tale violazione. Mira a garantire l'esercizio del diritto di difesa soltanto per gli atti cui i difensori hanno diritto di assistere, ossia gli atti garantiti: interrogatorio, ispezione e confronto ai quali partecipa l'indagato, ispezione a cui l'indagato non deve partecipare (art. 364 commi 1 e 3). Rientra tra gli atti garantiti anche l'accertamento tecnico non ripetibile, cioè quello disposto dal PM su "persone, cose o luoghi il cui stato è soggetto a modificazione" (art. 360). Invece la perquisizione e il sequestro non devono essere preceduti dall'informazione di garanzia, trattandosi di atti a sorpresa.
Il ministro della Difesa tedesco
Karl-Theodor zu Guttenberg, stella nascente della Cdu si è dimesso per avere copiato la sua tesi di dottorato.
Chris Lee, poco conosciuto deputato repubblicano newyorchese, che aveva appena iniziato il suo secondo mandato al Congresso americano. Quarantasei anni, sposato con un figlio, si è dimesso per avere pubblicato nel suo sito una foto a torso nudo per incontrare una ragazza. Lee ha dichiarato: «Mi dispiace per il danno che le mie azioni hanno causato alla mia famiglia, al mio staff e ai miei elettori’’. Com’è noto, gli scandali sessuali, nel mondo anglosassone, hanno stroncato molte carriere politiche.
Ma, a quanto si sa, il peccatuccio di Lee non è certo dei più gravi. Eppure il deputato ha scelto dimissioni lampo.
D’altronde, in molte parti del mondo è capitato che politici di primo e di secondo piano si siano dimessi per scandalucci e irregolarità che non sembrano certo imperdonabili…
La leader dei socialdemocratici svedesi,
Mona Sahlin , nel 1995, si dimise per il cosiddetto affare Toblerone, chiamato così dalla occhiuta e implacabile stampa svedese perché due confezioni del celebre cioccolato svizzero apparivano nella lista di acquisti fatti impropriamente dall’allora vicepremier di Stoccolma con la carta di credito riservata alle spese di servizio. Oltre ai dolciumi, la Sahlin aveva comprato pannolini, sigarette e altri prodotti e aveva affittato un’auto.
Il totale delle spese irregolari ammontava a più di 50mila corone, cioè a poco meno di 6mila euro.
Quando si scoprì che la Sahlin nel 1992 aveva assunto una tata in nero e che nel 1993 non aveva pagato il canone tv, la pressione si fece insostenibile e la Sahlin si dimise da vicepremier e da deputata.. Il canone tv non pagato e la tata in nero.
Sempre in Svezia, ma questa volta nel centrodestra, si sono verificati più recentemente altri due casi.
Nominata il 6 ottobre 2006 ministro dei Trasporti nel governo di Frederik Reinfeldt, la conservatrice
Maria Borelius il 14 ottobre si era già dimessa. Infatti in pochi giorni si erano scoperti vari suoi “crimini”: babysitter senza contributi, canone tv non pagato e un marito proprietario di una casa di vacanze intestata a una società con sede nell’isola di Jersey, paradiso dell’esentasse.
Un paio di giorni dopo si dimise anche una sua collega, il ministro della Cultura,
Cecilia Stegö Chilò: anche per lei tate in nero e canone tv non pagato, in questo caso con incallita reiterazione della gravissima mancanza per ben 16 anni consecutivi.
Il marito che comprava i film porno in tv con il denaro pubblico. Più celebre il caso della Home secretary (ministro dell’Interno) inglese,
la laburista Jacqui Smith, che nel contesto di un ampio scandalo sulle spese gonfiate dei parlamentari fu accusata nel 2009 di aver fatto alcune irregolarità, poi considerate non penalmente rilevanti. Tra queste l’aver indicato come sua abitazione principale una casa londinese di proprietà di sua sorella.
Ma la cosa che più stuzzicò i giornali inglesi fu l’acquisto con denaro pubblico di quattro film su un canale pay-per-view, due dei quali porno (probabilmente comprati dal marito).
Pochi mesi dopo la Smith annunciò che nel corso dell’imminente rimpasto di governo avrebbe lasciato il suo ministero, ma decise di conservare il suo posto di deputata.
Nelle elezioni del maggio 2010, però, gli elettori del suo collegio le hanno preferito la tory Karen Lumley.
A un altro laburista inglese,
David Blunkett, pochi anni prima era toccato dimettersi due volte da ministro in meno di un anno. Nel dicembre 2004 Blunkett, che è non vedente dalla nascita e ha un’effervescente vita sentimentale, fatta di amanti e figli dalla paternità contesa, dovette dimettersi da Home secretary davanti all’accusa di aver cercato di dare una spintarella alle pratiche del permesso di soggiorno della babysitter filippina assunta dalla sua ex amante.
Diventato dopo pochi mesi ministro del Lavoro, Blunkett si ridimise nel novembre 2005, dopo che fu rivelato un suo circoscrittissimo conflitto di interessi.
Non soltanto in Europa settentrionale ci sono politici dalle dimissioni facili.
In Spagna, all’inizio del 2009, lasciò il suo incarico il ministro della Giustizia,
Mariano Fernández Bermejo, messo all’angolo dal quotidiano El Mundo che aveva rivelato un suo peccato: il ministro socialista aveva partecipato a una battuta di caccia in compagnia del supergiudice Baltasar Garzón, che proprio in quel periodo stava istruendo un processo per presunti casi di corruzione che coinvolgevano alcuni esponenti del Partito popolare, avversari politici di Bermejo.
Non bastasse, il ministro era stato preso doppiamente in castagna: cacciava in Andalusia pur essendo sprovvisto di una licenza valida per quella regione.
Soltanto qualche giorno prima di Bermejo, dall’altro lato del pianeta, aveva appena rassegnato le dimissioni il ministro delle Finanze giapponese,
Shoichi Nakagawa. Una settimana prima, durante una conferenza stampa in occasione del G7 a Roma, il politico nipponico era apparso distratto, imbolsito. Con aria assente e gli occhi che si chiudevano, Nakagawa si era rivolto con voce impastata ai giornalisti.
I più pensarono che fosse ubriaco.
Lui negò – «Soltanto un paio di sorsi di vino a pranzo! Forse troppe medicine per l’influenza e un jet-lag pesante!» – ma lo scandalo continuò a montare e il ministro decise per un passo indietro.
I sottosegretari francesi
Christian Blanc e Alain Joyandet si sono dimessi in tandem, nel luglio scorso, per motivi di gravità non straordinaria. Joyandet, sottosegretario alla Cooperazione, avrebbe ottenuto un permesso di costruzione irregolare per ampliare la sua casa e avrebbe speso più di 100mila euro per affittare un aereo privato per andare in Martinica a una conferenza internazionale.
Non troppo grave? Beh, è ancora più veniale la colpa del collega Blanc, dimessosi da sottosegretario alla Grande Parigi perché scoperto dal settimanale Le Canard Enchaîné ad usare soldi pubblici per un suo vizietto: l’acquisto di sigari pregiati per un totale di 12.000 euro.
Il vizio del fumo e il sigaro è stato fatale anche alla carriera di Rhodri Glyn Thomas, un politico di spicco del partito nazionalista gallese Playd Cymru che ricopriva l’incarico di ministro della Cultura del Galles. Già duramente colpito dalla stampa per aver sbagliato il nome del vincitore di un premio letterario, Thomas non ha più retto quando è stato sorpreso e sgridato dai gestori di un pub, mentre si godeva un sigaro nonostante il divieto di fumare.
Detto fatto – correva il luglio 2008 – Thomas ha lasciato la poltrona ministeriale.
Ma il caso limite, cioè uno scandalo legato a una minima irregolarità di un ex politico non più in servizio, è successo a
Gro Harlem Brundtland, che dal 1981 al 1996 è stata in tre occasioni premier della Norvegia e in seguito direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Brundtland che nel 2002 è stata operata per un cancro all’utero, nel 2007 ha ricevuto due ulteriori trattamenti oncologici gratuiti in un ospedale norvegese.
L’anno dopo i giornali di Oslo hanno scoperto che la ex premier non avrebbe avuto diritto all’esenzione dai pagamenti, in quanto ormai residente in Francia.
Messa sotto pressione, la Brundtland ha tempestivamente riportato la residenza in Norvegia e ha deciso di rifondere lo Stato per le spese mediche ricevute.
In Italia non si dimettono non solo chi ha ricevuto un avviso di garanzia, ma nemmeno gli indagati e i condannati in prima e seconda istanza e sono sicura nemmeno quelli riconosciuti colpevoli (se raramente succede) hanno già pronto un altro incarico di prestigio
Certo se dovessero dimettersi o più giusto cacciati tutti quelli di non specchiata onestà il parlamento e il senato sarebbero decimati, rimarrebbero solo qualche rara mosca bianca e quelli non ancora beccati con le mani nella marmellata
il volto e la maschera
‘I libri di Thot’, i mitici libri maledetti.
Si racconta che il dio egiziano della sapienza, saggezza e magia possedesse un grande sapere che dava il potere sul mondo. Creò la scrittura e fu il cronista degli dei. E’ rappresentato come uomo con la testa di ibis, un uccello che vola sulle rive del Nilo, e il suo culto delle Ermopoli, legato ai regni sotterranei, è avvolto dal mistero.
Per la prima volta i libri di Thot furono menzionati nel papiro di Torino, dove fu descritta una congiura contro il faraone in cui è stata usata la magia.
Tutti i partecipanti furono giustiziati e i libri maledetti il cui studio fece usare azioni “illecite” furono bruciati.
Per la prima volta i libri di Thot furono menzionati nel papiro di Torino, dove fu descritta una congiura contro il faraone in cui è stata usata la magia.
Tutti i partecipanti furono giustiziati e i libri maledetti il cui studio fece usare azioni “illecite” furono bruciati.
Più tardi i libri mitici, si dice fossero 42, apparvero di nuovo a disposizione di Khaemwaset, figlio del faraone Ramses II.
Si credeva che questi testi permettessero di guardare il sole senza socchiudere gli occhi, inoltre concedevano il potere sui mari, sulle terre e le stelle, rivelava i segreti della lingua degli animali, permetteva di resuscitare i morti e influenzare a distanza. Khaemwaset decise che i libri erano troppo pericolosi e li bruciò!
Si credeva che questi testi permettessero di guardare il sole senza socchiudere gli occhi, inoltre concedevano il potere sui mari, sulle terre e le stelle, rivelava i segreti della lingua degli animali, permetteva di resuscitare i morti e influenzare a distanza. Khaemwaset decise che i libri erano troppo pericolosi e li bruciò!
Circa nel 300 a. C. Thot entrò nuovamente in scena: lo identificarono con Ermete Trismegisto, fondatore dell’alchimia.
In quei tempi ogni mago di Alessandria d’Egitto affermava di possedere i libri di Thot.
Tale fanfaronata finiva sempre tragicamente: tutti quelle persone morivano a causa di infortuni.
In quei tempi ogni mago di Alessandria d’Egitto affermava di possedere i libri di Thot.
Tale fanfaronata finiva sempre tragicamente: tutti quelle persone morivano a causa di infortuni.
I libri di Thot si diffusero nei testi ermetici, dando riferimenti, riassumendo alcune informazioni.
Nel medioevo ed ai tempi della inquisizione chiunque diffondesse i manoscritti misteriosi veniva bruciato senza pietà, ma il sapere saltava fuori lo stesso, nonostante nessuno avesse mai visto i libri di Thot stampati o ricopiati in qualche modo conosciuto.
Nel medioevo ed ai tempi della inquisizione chiunque diffondesse i manoscritti misteriosi veniva bruciato senza pietà, ma il sapere saltava fuori lo stesso, nonostante nessuno avesse mai visto i libri di Thot stampati o ricopiati in qualche modo conosciuto.
Nel XV secolo nacque la legenda di una società segreta che diffondeva il breve riassunto dei libri di Thot in forma di carte, chiamate tarocchi, ciò fu descritto nelle opere dello scienziato francese Antoine Court de Gébelin. Affermò di aver trovato l’informazione in un antico libro egizio, rimasto intatto dopo l’incendio della biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Inoltre nella “Storia di magia” (1876) di Paul Cristian (il suo vero nome è Jean-Baptiste Pitois), bibliotecario del ministero dell’istruzione pubblica durante il regno di Napoleone III e il grande classico dell’esoterismo francese, raccontò che i segreti della scienza egizia e il contenuto principale dei libri di Thot si trovassero nei tarocchi.
Inoltre nella “Storia di magia” (1876) di Paul Cristian (il suo vero nome è Jean-Baptiste Pitois), bibliotecario del ministero dell’istruzione pubblica durante il regno di Napoleone III e il grande classico dell’esoterismo francese, raccontò che i segreti della scienza egizia e il contenuto principale dei libri di Thot si trovassero nei tarocchi.
Il XIX e XX secolo sono pieni delle storie di maghi e alchemici, possessori dei papiri di Thot, tuttavia nessuno di loro li ha mai mostrati al mondo.
Troppo grande era la paura di morire, perché tutti coloro che ricevevano il sapere segreto, morivano di morte violenta.
Ora la nuova biblioteca di Alessandria d’Egitto custodisce alcune pagine della prima copia del papiro dei libri di Thot. Davvero è lo stesso testo?
A questa domanda non c’è risposta, come per molte altre, legate agli antichi papiri. Tuttavia non ha molta importanza se il manoscritto sia veramente esistito, le leggende ad esso dedicate continuano a cibare la nostra fantasia.
Troppo grande era la paura di morire, perché tutti coloro che ricevevano il sapere segreto, morivano di morte violenta.
Ora la nuova biblioteca di Alessandria d’Egitto custodisce alcune pagine della prima copia del papiro dei libri di Thot. Davvero è lo stesso testo?
A questa domanda non c’è risposta, come per molte altre, legate agli antichi papiri. Tuttavia non ha molta importanza se il manoscritto sia veramente esistito, le leggende ad esso dedicate continuano a cibare la nostra fantasia.