venerdì 31 gennaio 2014
Auguri a un amica
Da giorni cerco la frase da dedicarti.
Poi ho deciso, non servono frasi fatte eclatanti.
Per un amicizia come la nostra bastano solo parole semplici,
ma che escano dal cuore.
C'è uno specchio interiore,
la nostra anima, che riflette la bellezza senza età,
non ha rughe, non segni,non cicatrici.
La tua è così.
Hai un anno in più di maturità, di conoscenza, di esperienza, di saggezza
Ti auguro ogni bene per il tempo a venire e ci unisco un consiglio Non fare del tuo cuore oggetto di preda, dove chiunque possa entrare.
Il tuo cuore è un forziere colmo di ricchezze, non permettere a nessuno di depredarlo.
Condividilo solo con chi è in grado di apprezzarlo.
Le persone che contano entrano in punta di piedi nell'anima e vi rimangono incise.
Ne la lontananza, ne il tempo ne altro o altri riescono a cancellarli. Le persone che contano creano quel mondo magico che si chiama amicizia, dove non esiste il non posso
Questo dono prezioso noi l'abbiamo trovato e lo custodiamo gelosamente in un luogo sacro che si chiama anima
giovedì 30 gennaio 2014
Una delle tante (troppe) notizie taciute dai media
A fine dicembre tre gravi attentati hanno colpito Volgograd (ex Stalingrado, nel cuore della Russia), causando 34 morti.
Gli atti terroristici erano diretti contro le Olimpiadi che si terranno a Sochi nel mese di febbraio.
Le cause sono da ricercare nel separatismo nord caucasico, che si è legato negli ultimi anni alla jihad dell’estremismo islamico, ma che ha origini ben più lontane e radicate nella storia russa.
Sembra che gli organizzatori delle olimpiadi non si siano accorti di un particolare drammatico:
i Giochi 2014 si svolgeranno esattamente nel 150esimo anniversario del ‘genocidio circasso’ del 1864.
La decisione di Mosca, afferma un documento che circola negli Stati nord-caucasici “simboleggia la criminale celebrazione, da parte russo-imperiale, della sistematica repressione e della totale distruzione del popolo circasso.
La costruzione del Villaggio Olimpico sui luoghi delle fosse comuni delle vittime, simboleggia la negazione di quelle atrocità”.
Sochi, rammenta la dichiarazione,“è la capitale storica della Circassia e uno dei porti da cui furono deportati verso l’esilio, su minaccia di morte, circa un milione di circassi sopravvissuti alla guerra”.
Il conflitto fra la Russia ed i paesi del Nord-Caucaso entro il quale si compì anche il dramma circasso, ha radici lontane.
Basti pensare alla guerra che durò dal 1817 al 1864 e i cui effetti sono all’origine anche di fenomeni inquietanti dei nostri giorni, dalla radicalizzazione dell’Islam in quelle regioni alla minaccia del terrorismo.
Il conflitto nacque dalla contrapposizione di diversi interessi geopolitici, da una parte l’aspirazione dei tre imperi egemoni dell’area, Russia, Turchia e Persia a stabilire il proprio controllo sul Caucaso a tutela della propria “sicurezza”, e, dall’altra, il desiderio delle popolazioni musulmane locali ad avere strutture statali e sociali che non fossero semplicemente la riproduzione dei modelli ottomani o persiani.
La guerra caucasica del XIX secolo agitò profondamente anche la coscienza dell’intelligencija russa, come si legge, per esempio, nell’opera di Lev Tolstoj Chadži-Murat.
Le Olimpiadi di Sochi volute da presidente russo Vladimir Putin per migliorare l’immagine internazionale del paese, stanno provocando l’effetto contrario.
L’impianto olimpico è costruito sulle fosse comuni che ospitano le ossa di centinaia di migliaia di vittime morte nelle guerre di conquista condotte in due secoli dalla Russia zarista, sovietica e post-sovietica.
Il boicottaggio di Sochi proclamato da alcuni leader occidentali, ha un senso non solo come protesta per certe misure liberticide del Cremlino (diritti degli omosessuali, soprusi contro gli oppositori), ma anche come segno di solidarietà per le centinaia di migliaia di ceceni, ingusci, circassi, daghestani, darghini, lezghi ed altri popoli che si sono sacrificati per la loro indipendenza mentre il resto del mondo non sapeva neppure che esistessero.
Lettera del Gran Capo Seattle a Franklin Pierce, 1854:
Nel 1854 il "Grande Bianco" di Washington (il presidente degli Stati Uniti) si offrì di acquistare una parte del territorio
indiano e promise di istituirvi una "riserva" per il popolo indiano.
Ecco la risposta del "Capo Seattle", considerata ancora oggi la più bella, la più profonda dichiarazione mai fatta sull'ambiente.
Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua, come potete voi acquistarli? Ogni parte di questa terra è sacra per il mio popolo. Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma di boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell’esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se il ricordo dell’uomo rosso. I morti dell’uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra terra meravigliosa, perché essa è la madre dell’uomo rosso. I fiori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli; le coste rocciose, il verde dei prati, il calore del pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Per questo, quando il grande capo bianco di Washington ci manda a dire che vuole acquistare la nostra terra, ci chiede una grossa parte di noi.Egli dice che ci riserverà uno spazio per muoverci, affinché possiamo vivere confortevolmente tra di noi. Prenderemo dunque in considerazione la vostra offerta, ma non sarà facile accettarla. Questa terra per noi è sacra, quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è solamente acqua; per noi è qualcosa di immensamente più significativo: è il sangue dei nostri padri. Ogni riflesso nell’acqua chiara dei laghi parla di avvenimenti e di ricordi della vita del mio popolo. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete, sostengono le nostre canoe. Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri costumi: per lui una parte della terra è uguale all’altra, e quando l’ha conquistata va oltre. Abbandona la tomba dei suoi avi e ciò non lo turba. Toglie la terra ai suoi figli e ciò non lo turba. La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell’oblio. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere, come si fa con le pecore e con le pietre preziose. La sua bramosia divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto. Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri.La vista delle vostre città fa male agli occhi dell’uomo rosso. Ma forse ciò è perché l’uomo rosso è selvaggio e non può capire! Non esiste un posto tranquillo nella città dell’uomo. Non esiste un luogo per udire le gemme schiudersi in primavera o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono un selvaggio e non posso comprendere. Sembra che il rumore offenda solo le orecchie. E che gusto c’è a vivere se l’uomo non può ascoltare il suono dolce del vento o il fruscio delle fronde del pino profumato? L’aria è preziosa per l’uomo rosso, giacché tutte le cose respirano la stessa aria. L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira. Ma se vi vendiamo le nostre terre io porrò una condizione: l’uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra come se fossero suoi fratelli. Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria, abbandonati dall’uomo bianco dopo che erano stati abbattuti da un treno in corsa. Io sono selvaggio e non comprendo come il “cavallo di ferro” fumante possa essere più importante dei bisonti, quando noi li uccidiamo solo per sopravvivere. Che è l’uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l’uomo morirebbe in una grande solitudine. Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all’uomo. Tutte le cose sono connesse tra loro.Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono connesse come i membri di una famiglia sono connessi da un medesimo sangue. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne ha soltanto il filo. Tutto ciò che egli fa alla terra, lo fa a se stesso. Lo stesso uomo bianco, che parla con il suo Dio come due amici insieme, non può sottrarsi al destino comune. Dopo tutto, forse, noi siamo fratelli. Vedremo. C’è una cosa che noi sappiamo e che forse l’uomo bianco scoprirà presto: il nostro è il suo stesso dio. Egli è il dio degli uomini e la pietà è uguale per tutti: tanto per l’uomo bianco tanto per quello rosso. Questa terra per lui è preziosa, nuocere alla terra è come disprezzare il suo creatore. Anche i bianchi spariranno: forse prima di tutte le altre tribù. Contaminate il vostro letto ed una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti. Dov’è finito il bosco? E scomparso. Dov’è finita l’aquila? È scomparsa. È la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.
SIAMO ARRIVATI AL GIOCO DELLE TRE TAVOLETTE: BANCHE ITALIANE FALLITE ''RIVALUTANO'' QUOTE TEORICHE PER NASCONDERE IL CRACK
14 euro ai lavoratori e 14 miliardi alle banche!
Mettendoli uno sull'altro i provvedimenti della legge di stabilità si arriva a questo risultato.
Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dall'uomo che per anni ha coperto la banda del buco di Monte dei Paschi e l'allegra gestione di Carige ed altre banche Italiane? No, ed infatti puntuale è arrivato il regalo delle garanzie ai banchieri che hanno stipulato derivati con il Tesoro e la rivalutazione delle quote di Banca d'Italia in mano alle banche private, molto peggio di un subprime, molto peggio del derivato Alexandria per cui Mussari sta subendo un processo. Mentre nel caso dei mutui spazzatura americani la Banca ha in garanzia un immobile, che per quanto svalutato, può sempre vendere nel caso delle quote della Banca Centrale le banche non possono venderle per LEGGE!
Ci si immagina allora che abbiano un cospicuo dividendo da una partecipazione che viene, per LEGGE, valutata 7 miliardi.
Invece no il dividendo massimo che Bankitalia può distribuire alle banche è di ventimila euro in totale!
Un ritorno dello 0,0002857143%. Un vero e proprio trucco contabile che consente allo Stato di incassare 1 miliardo di tasse ed alle banche di effettuare un aumento di capitale teorico.
Si solo teorico, perché iscriveranno a bilancio un patrimonio maggiore ma questo patrimonio non renderà niente e non potrà essere venduto in caso di necessità né dato ai correntisti in caso d'insolvenza.
Ma allora che patrimonio è?
Nessuno, appunto.
Apparirà solo sui libri contabili e servirà all'establishment per dire che le "banche italiane sono solide".
Il subprime di Stato sarà creato con la nuova finanziaria dopo che era stato annunciato che "un comitato di saggi" avrebbe stabilito il valore delle partecipazioni in Bankitalia delle banche italiane.
Non siamo riusciti a sapere il nome dei saggi e soprattutto non abbiamo trovato copia della loro perizia.
Sarebbe interessante vedere come si giustifica una tale astrusità economica e finanziaria.
Sarebbe opportuno che tale relazione, se esiste, venisse pubblicata perché in futuro, quando si dovranno accertare le responsabilità politiche e probabilmente penali di questa bomba che si sta inserendo sotto il sistema è bene che i nomi e le posizioni siano conosciute.
Anche quando si stipulavano i subprime nessuno pensava ai danni futuri, ma ora stiamo facendo tutti i conti con la stoltezza dei finanzieri d'assalto.
In Italia li abbiamo messi al Governo ed in Bankitalia!
(Articolo di Dagospia)
Navi fantasma: la Top 10 dei più grandi misteri in tutti i mari
Per mare tutto può succedere. E la storia ci racconta di ammutinamenti, atti di pirateria, omicidi e misteriose sparizioni.
Chi non è rimasto affascinato dai racconti dei ‘lupi di mare’ o, semplicemente, incuriosito davanti ad un documentario dedicato al triangolo delle Bermuda? Ed ecco per gli assetati di misteri una carrellata di 10 navi fantasma che ancora oggi nascondono segreti mai svelati.
1. Mary Celeste
Questa nave mercantile ha fatto la sua comparsa sulla scena del mistero nel 1872. Fu trovata nell’Oceano Atlantico e serbava ancora il suo carico intatto. Ma nessuna traccia di passeggeri o di equipaggio. Il fatto che il suo carico di cibo e di acqua fosse integro ha fatto ipotizzare che, a farla rimanere in balia dell’oceano, la causa non fosse stata né una tempesta né un atto piratesco.
Oggi la storia di Mary Celeste rimane uno degli enigmi più famosi riguardanti le navi fantasma.
2. Carroll A. Deering
Fu un ammutinamento o la bizzarra esperienza del triangolo delle Bermuda a travolgere questa nave? Si dice che essa fosse sulla via del ritorno dalla Virginia verso Rio con il suo carico di carbone. Probabilmente si trattò di un ammutinamento da parte di un membro dell’equipaggio verso il suo capitano. La nave fu ritrovata in una località del North Carolina, completamente vuota. Dell’equipaggio non si seppe mai nulla ed il governo americano non si pronunciò mai con una spiegazione ufficiale al riguardo. Oggi, i teorici della cospirazione si riferiscono alla storia di Deering come un esempio dei misteri delle Bermuda.
3. Bel Amica
La storia di questa elegante barca dallo stile classico sembra legato a quello di Mary Celeste. Ma i sui enigmi sono molto più recenti. Risalgono al 2006, quando fu trovata lungo la costa della Sardegna senza alcuna traccia dell’equipaggio.
Le autorità italiane scoprirono che la barca non fu mai registrata presso alcun paese. L’opinione pubblica fu travolta dall’interesse per questa storia; ma presto si scoprì che lo yacht apparteneva ad un uomo originario del Lussemburgo che non registrò mai la sua barca per evadere le tasse!
4. High Aim 6
Battente bandiera taiwanese, questa nave fu rinvenuta nel 2003 senza equipaggio, ma piena di rifornimenti di cibo e di tutti gli effetti personali dell’equipaggio.
Dieci dopo giorni la scoperta, i soli membri dell’equipaggio di cui si erano ritrovate le tracce, raccontarono che il capitano e l’ingegnere erano stati assassinati e l’equipaggio era ritornato alle loro case. Ma nessuna spiegazione o ulteriore dettaglio furono mai dati.
5. Jian Seng
Trasporto illegale di pesce e traffico illecito di umani sono solo alcune delle attività che si realizzano via mare. E la Jian Seng pare sia stata una di queste navi adibite al trasporto illegale.
Ritrovata nel 2006 dagli ufficiali della dogana australiana, conteneva solo un grosso quantitativo di riso.
Poiché nessun proprietario la rivendicò, fu fatta affondare.
6. MV Joyita
Nata per essere inaffondabile, non era immune ad altri tipi di problemi. Joyita sparì nel Sud Pacifico nel 1955 con 25 passeggeri e i membri del suo equipaggio.
Cinque settimane dopo, fu ritrovata ma buona parte del suo carico era sparito. Inoltre, furono trovate delle bende insanguinate e le scialuppe di salvataggio erano sparite. Qualcuno pensò che il capitano fosse stato ucciso e i passeggeri non ebbero altra scelta che abbandonare la nave. Ma ciò non spiega la misteriosa scomparsa del suo carico.
7. Kaz II
Il 15 aprile 2007, tre uomini decisero di uscire per mare lungo la costa dell’Australia. La loro barca tornò intatta verso la barriera corallina ed ogni cosa era perfettamente al suo posto: dal cibo sul tavolo, al computer ancora acceso e i giubbotti di salvataggio appesi nell’armadietto. Tranne i tre uomini: loro non c'erano.
Dato che il mare era sempre stato calmo e nessuno dei tre aveva usato il giubbotto di salvataggio, s'ipotizzò che uno di loro fosse caduto in mare e gli altri due, nel soccorrerlo, fossero annegati e spariti insieme a lui.
8. Zebrina
Ancora una nave abbandonata. Questa volta siamo nel Sud dell’Inghilterra, nel 1917. Fu ritrovata in Francia, alla deriva e senza traccia umana. Pare che fu un sottomarino della Prima Guerra Mondiale a danneggiarla. Alcuni sostengono che lo stesso ipotetico sottomarino che la colpì, fu affondato a sua volta. L’equipaggio di Zebrina non fu mai rintracciato.
9. Schooner Jenny
“4 Maggio 1823. Niente cibo da 71 giorni. Sono l’unico sopravvissuto”. Il capitano che scrisse questo messaggio, sedeva ancora sulla sua poltrona con la penna in mano quando, 17 anni dopo, fu scoperta la memoria scritta nel suo diario di bordo. Il suo corpo e quelli di altre sei persone furono preservati dalle glaciali temperature antartiche. La nave, intrappolata dal ghiaccio, condusse le persone a bordo verso la morte. Con loro anche un cane.
10. Baychimo
Usata per il trasporto di approvvigionamenti per gli Inuit a nord della costa canadese, la SS Baychimo rimase intrappolata nel ghiaccio l’8 ottobre 1931. Metà del suo equipaggio scese a terra alla ricerca di soccorsi. La restante parte non ebbe altra scelta che aspettare e, per proteggersi dal gelo invernale, si costruì una baracca di legno. Durante una tempesta, la nave scomparve; forse, affondata. Ma dopo tre giorni comparve a 45 miglia di distanza. L’equipaggio l’abbandonò definitivamente, ormai perdendo le speranze di sopravvivere all’inverno. L’ultima volta che Baychimo fu avvistata, era intrappolata nel ghiaccio, nel 1969.
Federica vitale
Chi non è rimasto affascinato dai racconti dei ‘lupi di mare’ o, semplicemente, incuriosito davanti ad un documentario dedicato al triangolo delle Bermuda? Ed ecco per gli assetati di misteri una carrellata di 10 navi fantasma che ancora oggi nascondono segreti mai svelati.
1. Mary Celeste
Questa nave mercantile ha fatto la sua comparsa sulla scena del mistero nel 1872. Fu trovata nell’Oceano Atlantico e serbava ancora il suo carico intatto. Ma nessuna traccia di passeggeri o di equipaggio. Il fatto che il suo carico di cibo e di acqua fosse integro ha fatto ipotizzare che, a farla rimanere in balia dell’oceano, la causa non fosse stata né una tempesta né un atto piratesco.
Oggi la storia di Mary Celeste rimane uno degli enigmi più famosi riguardanti le navi fantasma.
2. Carroll A. Deering
Fu un ammutinamento o la bizzarra esperienza del triangolo delle Bermuda a travolgere questa nave? Si dice che essa fosse sulla via del ritorno dalla Virginia verso Rio con il suo carico di carbone. Probabilmente si trattò di un ammutinamento da parte di un membro dell’equipaggio verso il suo capitano. La nave fu ritrovata in una località del North Carolina, completamente vuota. Dell’equipaggio non si seppe mai nulla ed il governo americano non si pronunciò mai con una spiegazione ufficiale al riguardo. Oggi, i teorici della cospirazione si riferiscono alla storia di Deering come un esempio dei misteri delle Bermuda.
3. Bel Amica
La storia di questa elegante barca dallo stile classico sembra legato a quello di Mary Celeste. Ma i sui enigmi sono molto più recenti. Risalgono al 2006, quando fu trovata lungo la costa della Sardegna senza alcuna traccia dell’equipaggio.
Le autorità italiane scoprirono che la barca non fu mai registrata presso alcun paese. L’opinione pubblica fu travolta dall’interesse per questa storia; ma presto si scoprì che lo yacht apparteneva ad un uomo originario del Lussemburgo che non registrò mai la sua barca per evadere le tasse!
4. High Aim 6
Battente bandiera taiwanese, questa nave fu rinvenuta nel 2003 senza equipaggio, ma piena di rifornimenti di cibo e di tutti gli effetti personali dell’equipaggio.
Dieci dopo giorni la scoperta, i soli membri dell’equipaggio di cui si erano ritrovate le tracce, raccontarono che il capitano e l’ingegnere erano stati assassinati e l’equipaggio era ritornato alle loro case. Ma nessuna spiegazione o ulteriore dettaglio furono mai dati.
5. Jian Seng
Trasporto illegale di pesce e traffico illecito di umani sono solo alcune delle attività che si realizzano via mare. E la Jian Seng pare sia stata una di queste navi adibite al trasporto illegale.
Ritrovata nel 2006 dagli ufficiali della dogana australiana, conteneva solo un grosso quantitativo di riso.
Poiché nessun proprietario la rivendicò, fu fatta affondare.
6. MV Joyita
Nata per essere inaffondabile, non era immune ad altri tipi di problemi. Joyita sparì nel Sud Pacifico nel 1955 con 25 passeggeri e i membri del suo equipaggio.
Cinque settimane dopo, fu ritrovata ma buona parte del suo carico era sparito. Inoltre, furono trovate delle bende insanguinate e le scialuppe di salvataggio erano sparite. Qualcuno pensò che il capitano fosse stato ucciso e i passeggeri non ebbero altra scelta che abbandonare la nave. Ma ciò non spiega la misteriosa scomparsa del suo carico.
7. Kaz II
Il 15 aprile 2007, tre uomini decisero di uscire per mare lungo la costa dell’Australia. La loro barca tornò intatta verso la barriera corallina ed ogni cosa era perfettamente al suo posto: dal cibo sul tavolo, al computer ancora acceso e i giubbotti di salvataggio appesi nell’armadietto. Tranne i tre uomini: loro non c'erano.
Dato che il mare era sempre stato calmo e nessuno dei tre aveva usato il giubbotto di salvataggio, s'ipotizzò che uno di loro fosse caduto in mare e gli altri due, nel soccorrerlo, fossero annegati e spariti insieme a lui.
8. Zebrina
Ancora una nave abbandonata. Questa volta siamo nel Sud dell’Inghilterra, nel 1917. Fu ritrovata in Francia, alla deriva e senza traccia umana. Pare che fu un sottomarino della Prima Guerra Mondiale a danneggiarla. Alcuni sostengono che lo stesso ipotetico sottomarino che la colpì, fu affondato a sua volta. L’equipaggio di Zebrina non fu mai rintracciato.
9. Schooner Jenny
“4 Maggio 1823. Niente cibo da 71 giorni. Sono l’unico sopravvissuto”. Il capitano che scrisse questo messaggio, sedeva ancora sulla sua poltrona con la penna in mano quando, 17 anni dopo, fu scoperta la memoria scritta nel suo diario di bordo. Il suo corpo e quelli di altre sei persone furono preservati dalle glaciali temperature antartiche. La nave, intrappolata dal ghiaccio, condusse le persone a bordo verso la morte. Con loro anche un cane.
10. Baychimo
Usata per il trasporto di approvvigionamenti per gli Inuit a nord della costa canadese, la SS Baychimo rimase intrappolata nel ghiaccio l’8 ottobre 1931. Metà del suo equipaggio scese a terra alla ricerca di soccorsi. La restante parte non ebbe altra scelta che aspettare e, per proteggersi dal gelo invernale, si costruì una baracca di legno. Durante una tempesta, la nave scomparve; forse, affondata. Ma dopo tre giorni comparve a 45 miglia di distanza. L’equipaggio l’abbandonò definitivamente, ormai perdendo le speranze di sopravvivere all’inverno. L’ultima volta che Baychimo fu avvistata, era intrappolata nel ghiaccio, nel 1969.
Federica vitale
Il polpo imitatore - Thaumoctopus mimicus
Il polpo imitatore, un animale dell'Oceano Indiano, usa trucchi e inusuali stratagemmi per ingannare i predatori del mare.
Cosa faresti se, nuotando tranquillamente nel mare, ti trovassi all'improvviso davanti un grosso pesce affamato che vuole mangiarti?
Un polpo dell'oceano Indiano ha trovato la soluzione: se è troppo tardi per scappare, si mette a fare le imitazioni.
Non è una perdita di tempo, ma un modo per salvarsi la vita.
Con i suoi otto tentacoli e una buona dose di intelligenza riesce a ingannare i pesci predatori e a non finire nel loro menù quotidiano. La sua specialità è imitare pesci velenosi e serpenti marini, così da non sembrare più un piccolo polpo squisito da mangiare, ma un animale pericoloso da cui è meglio stare lontani.
Congiungendo i tentacoli, il polpo riesce a diventare di forma ovale e appiattita, proprio come le sogliole velenose che sono molto comuni nel suo ambiente di vita.
Per assomigliare ancora di più a una sogliola, poi, nuota con movimenti ondulati e inganna tutti i pesci che hanno paura del veleno delle sogliole.
Se il trucco della sogliola non funziona, il polpo si mette ad imitare il temibile pesce leone. Nuota vicino al fondale con i tentacoli disposti a raggiera intorno al capo, per sembrare un pesce leone con le spine velenose pronte a colpire gli avversari.
Alcuni pesci predatori, che non si spaventano davanti alle sogliole velenose o ai pesci leone, possono però aver paura dei serpenti marini. Il polpo allora imita questi serpenti e, per riuscirci proprio bene, diventa a strisce gialle e nere su tutto il corpo, esattamente come loro. Poi nasconde sei degli otto tentacoli in una buca e muove gli altri due in direzioni diverse, in modo che sembrino addirittura due serpenti.
Molti pesci cacciatori di polpi vengono così ingannati e preferiscono scappare via, lasciando che il polpo torni a nuotare tranquillamente nel mare.
'Napolitano boia', M5S accusato di vilipendio
Si parla di vilipendio, nel diritto penale italiano, in riferimento ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti (particolarmente le istituzioni dello Stato, ma anche le confessioni religiose o i defunti).
Il termine deriva dalla lingua latina vilipendĕre, composto da vilis, vile, e pendĕre, stimare: considerare vile
Disciplina normativa
I delitti di vilipendio politico erano già noti al Codice Zanardelli del 1889.
Il Codice Rocco (1930) li mantenne come delitti contro la personalità dello Stato, entro il sistema penale dello Stato fascista. Con l'avvento della Repubblica e della nuova Costituzione, i delitti di vilipendio apparvero reati di mera opinione, contrari alla libertà di manifestazione del pensiero e, per giunta, a contenuto indeterminato: non è facile, infatti, stabilire quale e quanto grave debba essere l'offesa verbale alle istituzioni per ritenere commesso il reato.(non ha citato l'istituzione)
Nonostante le pressioni di una dottrina giuridica generalmente abrogazionista, la Corte costituzionale rigettò la questione di legittimità dell'art. 290, chiarendo che il bene del prestigio delle istituzioni non solo meritava tutela, ma aveva rilievo costituzionale. In questo modo i reati di vilipendio trovavano la loro giustificazione anche nel nuovo regime democratico.
Nel 2006, con la riforma dei reati di opinione, le sanzioni detentive già previste per i delitti di vilipendio riguardanti gli articoli 291, 292, 299, 403-404 furono sostituite da pene pecuniarie.
NB. Il Signor Giorgio Sorial non cita la carica istituzionale ma solo il cognome della persona
mercoledì 29 gennaio 2014
The Dark Hedges: il sentiero incantato dell'Irlanda del Nord
In Irlanda del Nord esiste un luogo magico, un sentiero affiancato da alberi che creano una vera e propria ambientazione Fantasy. Questa meraviglia della Natura si trova nei pressi di Bregagh Road, lungo una strada secondaria del villaggio di Armoy.
Nel corso degli ultimi tre secoli gli alberi che affiancano il sentiero si sono sviluppati fino ad intrecciare i propri rami in modo artistico. L'effetto è a dir poco spettacolare.
Gli alberi furono piantati attorno al 1750 dalla famiglia Stuart, con l'intenzione di creare uno scenario mozzafiato, per stupire i visitatori della propria tenuta.
Raggiunsero davvero il risultato desiderato, che i viaggiatori che raggiungono l'Irlanda del Nord possono ammirare tuttora.
Fino ad una quindicina di anni fa, soltanto gli abitanti del luogo conoscevano l'esistenza di The Dark Hedges.
Nel 1998 l'ufficio turistico irlandese iniziò ad utilizzare proprio questo luogo per promuovere il turismo nella nazione. Ecco che i viaggiatori hanno potuto così scoprire e visitare questa meraviglia.
Si tratta di una delle località più fotografate del mondo. In breve tempo è diventata una delle location preferite dagli sposi, per i servizi fotografici del matrimonio.
La popolarità di The Dark Hedges ha raggiunto anche il mondo del cinema.
Diverse scene di Game Of Thrones sono state girate proprio qui. Il noto fotografo Jim Zuckerman ha descritto il sentiero fantasy irlandese come uno dei luoghi più belli del mondo.
Gli alberi formano un tunnel davvero spettacolare, con effetti di luce differenti nelle varie ore del giorno.
Il luogo diventa davvero misterioso poche ore prima del sopraggiungere della notte.
La mattina e la sera sono i momenti migliori per visitare e fotografare The Dark Hedges, ma purtroppo vedono un affisso turistico molto elevato. Per questo motivo bisognerebbe raggiungere la località all'alba o poco prima che scenda la notte, per poter godere del paesaggio meraviglioso e dei suoni della natura.
Secondo le leggende locali, il sentiero sarebbe infestato dal fantasma della Grey Lady, una dama in grigio che di tanto in tanto attraverserebbe il sentiero con la massima leggerezza, fino a raggiungere l'ultimo albero.
Alcuni credono che si tratti del fantasma di una giovane donna morta nella tenuta in circostanze misteriose. Naturalmente non tutti credono alle leggende, ma nessuno può negare l'atmosfera soprannaturale che caratterizza il sentiero.
Marta Albè
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione
Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è un linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense.
Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.
1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica.
“Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.
Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90:
uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente.
Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente.
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso.
Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.
[Fonte: Informare per resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Nonostante sia da alcuni criticato per le sue posizioni altermondiste vicine al movimento anti-globalizzazione, i maggiori organi d'informazione dimostrano grande considerazione e stima per lo studioso.
Il New York Times scrive: "Egli è anche un intellettuale fastidiosamente bipartito.
Da un lato vi è un ampio corpus rivoluzionario di eruditi studi linguistici altamente tecnici, in gran parte troppo difficili per chiunque non sia linguista professionista o filosofo; dall'altro, un corpus altrettanto considerevole di scritti politici, accessibili a qualsiasi persona alfabetizzata, spesso esasperatamente ingenui. Il "problema Chomsky" è quello di spiegare come questi due aspetti combacino".
The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere". The Guardian: "Insieme a Marx, Shakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.
1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica.
“Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza.
Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.
Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90:
uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.
Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente.
Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.
Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo.
Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).
8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo.
In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti.
Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente.
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso.
Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.
[Fonte: Informare per resistere - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Nonostante sia da alcuni criticato per le sue posizioni altermondiste vicine al movimento anti-globalizzazione, i maggiori organi d'informazione dimostrano grande considerazione e stima per lo studioso.
Il New York Times scrive: "Egli è anche un intellettuale fastidiosamente bipartito.
Da un lato vi è un ampio corpus rivoluzionario di eruditi studi linguistici altamente tecnici, in gran parte troppo difficili per chiunque non sia linguista professionista o filosofo; dall'altro, un corpus altrettanto considerevole di scritti politici, accessibili a qualsiasi persona alfabetizzata, spesso esasperatamente ingenui. Il "problema Chomsky" è quello di spiegare come questi due aspetti combacino".
The Nation: "Noam Chomsky è una fonte inesauribile di sapere". The Guardian: "Insieme a Marx, Shakespeare e la Bibbia, Chomsky è tra le dieci fonti più citate nella storia della cultura".
Il mitologico monte Olimpo
Alto 2.917 metri s.l.m. e situato nella parte settentrionale, tra la Tessaglia e la Macedonia, vicino al Mare Egeo è il più alto massiccio di tutta la Grecia; dal 1938 è diventato Parco Nazionale la cui estensione è di circa 3.998 ettari, interamente ricoperto da una fitta vegetazione di montagna.
La vetta, il Mitikas, è perennemente circondata dalle nubi e per tale motivo era definita la dimora degli dei. Queste erano dette, gli olimpi e furono costruite da Efesto.
Zeus, il padre degli dei vi dimorava con Era la moglie, Poseidone suo fratello ed Estia sua sorella, Ares, Ermes, Efesto, Atena e i gemelli Apollo e Dioniso; Ade, abitava, al contrario, negli inferi e Demetra invece, vivrà nell’Ade accanto alla figlia Persefone per diversi mesi all’anno.
Il mito ci racconta che durante i banchetti, gli dei erano allietati dalle Muse e festeggiavano con nettare e ambrosia.
Per tornare nella realtà, all’Olimpo vi si può accedere con una camminata che richiede almeno due giorni, il paesaggio è estremamente suggestivo, soprattutto la gola di Enippeas riserva un panorama mozzafiato; a 2000 metri di altezza, c’è un rifugio dove si può pernottare, prima di raggiungere il Mitikas.
Nicolas Flamel Alchimista
Nicolas Flamel (Pontoise, 28 settembre 1330 – Parigi, 22 marzo 1418) fu uno scrivano, libraio e alchimista francese.
La reputazione di Flamel come alchimista nacque dopo la sua morte, legata alla leggenda della pietra filosofale.
Si suppone che Flamel sia stato il più completo fra gli alchimisti europei.
Le leggende narrano che riuscì a perseguire quelli che sono ritenuti gli obiettivi principali dell'alchimia: creò la pietra filosofale, in grado di trasformare il piombo in oro, e assieme a sua moglie Perenelle ottenne l'immortalità. La sua vita non è un mito: la sua casa a Parigi, costruita nel 1407, è ancora in piedi e si trova al numero 51 di rue de Montmorency (III arrondissement di Parigi), dove ora c'è un ristorante. Le sue imprese, tuttavia, sono materia da leggenda. Fin da giovanissimo Flamel lavorò come scrivano giurista a Parigi, e avviò un fiorente commercio di libri e manoscritti, e si suppone che Flamel abbia ricevuto da un vecchio Rabbino di nome Nazard un libro misterioso, scritto da un antico personaggio noto come Abramo L'Ebreo.
Il libro era pieno di parole cabalistiche in greco ed ebraico.
Flamel dedicò la sua vita al tentativo di comprendere il testo di questi segreti perduti.
Viaggiò per le università in Andalusia per consultare le massime autorità ebraiche e musulmane.
A Santiago de Compostela incontrò un misterioso maestro ebreo convertito, Leon che gli insegnò l'arte di comprendere il suo manoscritto.
Si crede che il 17 gennaio 1382 Flamel riuscì nella trasmutazione del piombo in argento e l'anno seguente riuscì a trasmutare il piombo in oro.
Dopo il suo ritorno dalla Spagna, Flamel fu in grado di diventare ricco: la conoscenza che ricavò durante i suoi viaggi lo resero un maestro dell'arte alchemica.
Flamel diventò un filantropo, donando ospedali e chiese grazie ai ricavi provenienti dal suo lavoro alchemico.
Flamel fece sì che degli arcani simboli alchemici venissero scolpiti sulla sua lapide, attualmente conservata al Museo Nazionale del Medioevo presso l'Hotel de Cluny di Parigi.
La sua tomba è vuota; alcuni dicono che fu saccheggiata da persone in cerca dei suoi segreti alchemici.
D'altra parte, se Flamel ha di fatto raggiunto il segreto dell'immortalità, la sua tomba vuota può avere altra spiegazione.
Ci sono teorie sostenute da vari intellettuali che affermano il fatto che Flamel era in vita fino a qualche anno fa.
Con il tempo si viene a sapere che è morto dopo aver distrutto la Pietra Filosofale (Pietra dell'Immortalità) da lui creata.
Il vanitoso pavone
Bellissimo uccello del genere Pavo, il Pavone è presente in natura in due differenti specie: il Pavone comune (Pavo cristatus) ed il Pavone specifero (Pavo muticus).
Il primo, sicuramente il più conosciuto e diffuso, presenta dimensioni piuttosto notevoli ed un dimorfismo sessuale molto marcato.
Ad essere dotato di una coda erettile (formata da penne che raggiungono anche i due metri di lunghezza) dal caratteristico e scenografico piumaggio blu elettrico-metallico con focature molto simili ad occhi è solo il maschio mentre la femmina ne è sprovvista ed è tendenzialmente bruna e bianca con riflessi verdi solo in prossimità del collo e del petto.
Alla specie comune appartengono anche le particolari razze con il mantello completamente bianco ed il cosiddetto Pavone dalle ali nere che, come suggerisce il nome, ha ali molto scure quasi tendenti al nero.
Il Pavone specifero differisce da quello comune principalmente per le dimensioni decisamente maggiori e per la forma del ciuffo occipitale.
Il Pavone comune è originario delle zone boschive dell’India e dell’Isola di Ceylon e fu importato in Europa in epoca romana soprattutto per la squisitezza delle sue carni.
La specie Muticus ha avuto origine nell’isola di Giava e di Sumatra. Ad oggi le diverse specie si adattano a vivere bene in qualsiasi ambiente.
Uccello molto territoriale e non proprio bonario con le altre specie animali, il Pavone vive in gruppi piuttosto numerosi composti da esemplari di entrambi i sessi.
Le abitudini sono principalmente diurne: durante le ore del giorno esso va a caccia di insetti e piccoli invertebrati di cui nutrirsi ed all’approssimarsi della notte sceglie un luogo riparato presso il quale appollaiarsi e riposare.
Il maschio di Pavone si accoppia generalmente con almeno 4 o 5 femmina ad ogni stagione riproduttiva. Quest’ultime depongono dalle 4 alle 9 uova che verranno incubate per poco meno di un mese. Al momento della nascita i pulcini mostrano già una discreta abilità nei movimenti e riescono a seguire la madre nella ricerca del cibo.