lunedì 14 ottobre 2013

TILAK: SULLA FRONTE DEGLI INDIANI


Letteralmente Tilak significa segno.
 Alcuni studiosi sono propensi ad associare il comune colore rosso utilizzato in India per segnare la fronte con il sangue, poiché si crede che nella società degli Arya i mariti usassero segnare col proprio la fronte delle mogli, come simbolo di proprietà.
 La comune usanza delle donne indiane di applicarsi un segno tra le sopracciglia, disegnato col Kumkum, un pigmento rosso scuro in pasta o liquido, o di apporvi in sua vece un Bindi, acquistabile adesivo e del diametro, colore e disegno desiderato, potrebbe derivare proprio dall'antica pratica Arya.
 La condizione vedovile infatti tradizionalmente esclude l'uso di questi - come degli altri - ornamenti.
 La probabile tradizione tribale fu poi assorbita dalla religione e una visita al tempio per la Puja, i riti d'adorazione della divinità, termina con l'applicazione del segno sulla fronte del fedele da parte del sacerdote, ma generalmente inizia con lo stesso gesto anche la cerimonia di benvenuto organizzata da chiunque e ovunque per un ospite di riguardo o in occasione di particolari eventi.
 Il punto di applicazione è chiamato terzo occhio o occhio spirituale ed è considerato la sede della più importante terminazione nervosa del corpo umano, secondo la scienza ayurvedica.
 Il Tilak, per le donne, può essere composto da varie sostanze mentre quello per gli uomini è prevalentemente composto di pasta di legno di sandalo, nota per le sue proprietà rinfrescanti.
 Il Tilak può acquisire anche un significato di appartenenza religiosa più specifica, assumendo diversi colori e forme a seconda della divinità adorata o della confratenita di appartenenza: i seguaci devoti di Vishnu lo applicano in forma di U rossa, beige o zafferano, composta con pasta di sandalo e polvere di ocra.
 Quelli votati a Shiva tracciano invece tre linee orizzontali, oltre ad applicarsi vari pigmenti anche sulle braccia e sul torace.


Per tutti ricevere un Tilak vermiglio e leggermente allungato è comunemente considerato una sorta di visibile benedizione e la sua applicazione prima di un evento importante assume dunque particolare significato di buon auspicio; ma di fronte a impegni solenni, giuramenti e grandi imprese, in alcuni casi gli uomini ricorrono ancora al proprio sangue per segnarsi la fronte.

 Bindis adesivi di ogni forma e colore sono oggi acquistabili e sono largamente usati in India dalle donne di ogni condizione, casta e religione. Cambia il disegno e il materiale a seconda della moda e dell'epoca, ma l'ornamento in sé non è mai caduto in disuso.

I 15 usi alternativi del dentifricio



Solitamente utilizziamo il dentifricio per far splendere i nostri denti e mantenerli sani, ma questo prodotto è molto più versatile di quanto si possa immaginare.
Anche perché cominciano a diffondersi posizioni che ne mettono in discussione la sua utilità sul fronte dell'igiene orale.
Ma se nel bicchiere del vostro lavandino continua a troneggiare quel tubetto bianco che ormai viene proposto in ogni formato e composizione, ecco come potreste impiegarlo al di là della mera pulizia dei denti.
1) Allevia l’irritazione provocata dalle punture di insetto. Le punture di insetto spesso danno prurito, ma basta applicare una minima quantità didentifricio sulla parte interessata per calmare il prurito e ridurre il gonfiore. Se applicato su piccole ferite o bolle, invece, il dentifricio tende ad asciugarle permettendo così alla piaga di rimarginarsi più velocemente.  
• 2) Riesce a lenire il dolore dovuto ad una bruciatura. Per le ustioni lievi, cioè quelle che non comportano una ferita aperta, basta applicare un velo didentifricio per avere subito sollievo.
• 3) Asciuga i brufoli. Vi è spuntato un antiestetico brufolo in faccia e volete eliminarlo in poco tempo? Applicate una punta di dentifricio solo sul foruncolola sera prima di andare a dormire. Il mattino dopo lavatelo e vedrete che sarà completamente asciugato. • 4) Pulisce le unghie. Per avere unghie pulite, lucide e forti mettete un po’ di dentifricio su un vecchio spazzolino da denti e iniziate a spazzolare delicatamente le vostre unghie. Se usate un dentifricio sbiancante contenente perossido potrete finalmente rimuovere il colorito giallognolo che si crea dopo un ampio uso dello smalto. Vedrete che risultato!
• 5) Tiene i capelli in ordine. Avete finito il vostro gel per capelli e non sapete come domare la chioma ribelle? Sappiate che i dentifrici in gel contengono gli stessi polimeri solubili in acqua dei gel per capelli quindi, come soluzione estrema, provate a scolpire i vostri ciuffi col dentifricio.
• 6) Elimina gli odori persistenti. Aglio, cipolla, pesce possono lasciare sulle nostri mani un odore persistente anche dopo molti lavaggi col sapone. Distribuite su palmi e dita una bella dose di dentifricio e lasciate agire per qualche minuto, dopo eliminate tutto sciacquando con acqua tiepida: il cattivo odore sarà completamente sparito dalle vostre mani
• 7) Rimuove le macchie. Il dentifricio ha veramente mille risorse! Può persino far sparire le macchie difficili dai vostri capi (come ad esempio quelle di vino) o dai tappeti. Sui vestiti, applicate la pasta dentifricia direttamente sulla macchia e strofinate energicamente, quindi lavate il capo come di consueto. Un consiglio: fate attenzione ai dentifrici sbiancantiperché possono avere un effetto candeggiante sui tessuti! Su tappeti e moquette, invece, applicate il dentifricio sulla macchia da trattare e spazzolate, dopo sciacquate immediatamente con acqua.
• 8) Fa tornare come nuove le scarpe da ginnastica. Avete un paio di scarpe da ginnastica vecchie, sporche e magari anche un po’ graffiate? Applicate una piccola quantità di dentifricio, strofinate bene con una spazzola e poi asciugate con un tovagliolo di carta per eliminare i residui. Le vostre scarpe saranno come nuove!
• 9) Elimina le macchie sui muri. Vostro figlio si è divertito a colorare una parete di casa con i pennarelli? Può capitare…Allora mettete il dentifricio sulla parete e strofinate con un panno umido: i disegni del vostro bambino spariranno come per magia!
• 10) Fa splendere l’argenteria. Applicate del dentifricio sui vostri pezzi d’argenteria o sui vostri gioielli e lasciatelo agire per tutta la notte. Il mattino dopo pulite tutto con un panno umido. Il vostro argento sarà lucido e brillante! Per far splendere i diamanti, invece, fate uno scrub delicato strofinando il dentifricio con uno spazzolino da denti e un po’ d’acqua e poi lavate accuratamente per eliminare ogni traccia. Attenzione! Non utilizzate il dentifricio sulle perle!
• 11) Rimuove i graffi su CD e DVD. Questo rimedio è utile sui graffi superficiali e sulle macchie presenti sui CD o i DVD. Basta applicare uno strato sottilissimo di dentifricio e strofinare delicatamente. Per rimuovere tutti i residui, poi, passate sulla superficie del disco un panno umido.
• 12) Tappa i buchi nei muri. Avete tolto un quadro dal muro e dopo aver estratto il chiodo vi è rimasto un brutto buco nella parete bianca e non avete lostucco. Che fare? Non c’è problema! Usate della pasta dentifricia bianca.
• 13) Pulisce a fondo i biberon dei bambini. Per rimuovere ogni residuo dal biberon e soprattutto per eliminare quel caratteristico odore di latte che rimane all’interno, fate una pulizia con del dentifricio con i microgranuli aiutandovi con uno scovolino per bottiglie. Ricordatevi di sciacquare più volte il biberonprima di riutilizzarlo.
• 14) Toglie la crosticina bruciata dal ferro da stiro. Può capitare che, col tempo, la piastra del ferro da stiro sviluppi una crosticina bruciata. Per eliminarla, utilizzate del dentifricio:contiene silice che macina via ogni residuo di ruggine.
• 15) Evita l’appannamento delle lenti. I subacquei o i nuotatori forse conosceranno questo piccolo trucco. E’ sufficiente strofinare una piccola quantità didentifricio sulle lenti delle maschere da sub o gli occhialini e poi sciacquare per evitare l’appannamento. Un consiglio: strofinate delicatamente perché nel dentifricio sono contenuti ingredienti leggermente abrasivi che potrebbero graffiare le lenti. Un ultimo suggerimento: quando scegliete il dentifricio controllate sempre la composizione e se questo è testato sugli animali, non compratelo. 







Chiara Fornaro

Pink Floyd - Sorrow



Il dolce profumo di un grande dolore rimane sospeso sulla terra Pennacchi di fumo si innalzano e si fondono nel cielo plumbeo
 Un uomo è disteso e sogna di prati verdi e fiumi 
Ma si sveglia un mattino senza alcun motivo per svegliarsi 
 È ossessionato dal ricordo di un paradiso perduto 
Nella propria gioventù o in un sogno, non sa dirlo di preciso 
E' incatenato per sempre ad un modo svanito 
Non è abbastanza, non è abbastanza Il sangue gli sì è gelato e coagulato per la paura 
Le ginocchia hanno tremato e nella notte gli hanno ceduto 
La sua mano si è indebolita nel momento della verità 
Il suo passo ha vacillato Un mondo, un'anima Il tempo passa, il fiume scorre
 Ed egli parla al fiume dell'amore perduto e della consacrazione
 E mute risposte che mulinano inviti 
 Corrono fluendo oscure ed agitate verso un mare oleoso 
Una sinistra premonizione di ciò che sta per accadere 
 C'è un vento incessante che soffia in questa notte 
E c'è della polvere nei miei occhi, che mi acceca la vista 
E un silenzio che parla più forte delle parole 
Di promesse infrante.

La caverna sotterranea (dei semi) in vista dell'apocalisse

Che cosa accadrebbe se una violenta guerra nucleare si abbattesse sul pianeta, o se gli effetti catastrofici del cambiamento climatico distruggessero, un giorno, tutte le specie vegetali della Terra? La soluzione, scrive amusingplanet.com, sarebbe una arca di Noè, per i semi. Da dove ricominciare il lungo cammino verso una nuova civiltà.

Il presidente della Commissione europea non esitò a definirlo “un giardino dell'Eden ibernato, dove la vita può essere mantenuta in eterno, qualsiasi cosa succeda al mondo”.
Si tratta del Svalbard Global Seed Vault (in italiano"Deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard"), un'area che ha la funzione di fornire una rete di sicurezza contro la perdita botanica accidentale del "patrimonio genetico tradizionale" delle sementi.
È localizzato vicino alla cittadina di Longyarbyen, nell'isola norvegese di Spitsbergen, nel remoto arcipelago articolo delle isole Svalbard, a circa 1200 chilometri dal Polo Nord.
Il centro si compone di tre sale di 27 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 6 di altezza.
Le chiusure hanno porte di acciaio di notevole spessore e la struttura è costruita in calcestruzzo in modo da resistere ad una eventuale guerra nucleare o a un incidente aereo.
Per questo, dal 2008, anno della sua inaugurazione, diversi mass media ne hanno spesso enfatizzato il ruolo etichettando il centro come un "rifugio" nel caso di una grande catastrofe regionale o globale, mentre il sito sarà probabilmente più utile nel caso di perdita di materiale genetico, perchè l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa è quello di garantire il completo affidamento fiduciario della maggior parte delle 21 colture più importanti della Terra (come riso, mais, frumento, patate, mele eccetera), garantendo così la diversità genetica.
Non a caso, in questa banca del seme sono conservati materiali preziosi per il miglioramento genetico di molte aree della ricerca biologica di base.
Sul piano amministrativo, lo Svalbard Global Seed Vault è l'equivalente del caveau delle cassette di sicurezza di una normale banca.
La banca è il proprietario dell'edificio e il depositante è il proprietario del contenuto della cassetta, così come il governo norvegese è proprietario dell'edificio mentre le banche del gene lo sono dei semi.
Esteticamente, il centro si presenta come un edificio incastrato 120 metri dentro una montagna di roccia arenaria. I semi sono confezionati in speciali pacchetti di quattro strati e sigillati termicamente per escludere l'umidità.
L'impianto è gestito dal Nordic Genetic Resource Center, anche se non esiste personale permanente in loco.
L'isola Spitsbergen, che lo ospita, è stata considerata ideale in quanto esente da attività tettonica e per la presenza del suo permafrost (un terreno dove il suolo è perennemente ghiacciato) che è ritenuto di aiuto alla protezione dei semi.
La localizzazione, 130 metri sopra il livello del mare, infine, assicura che il sito rimanga all'asciutto anche nel caso di scioglimento dei ghiacci artici.
Capablanca

La lucertola azzurra dei faraglioni di Capri


Le evoluzioni che conducono alla biodiversità, da sempre rappresentano una attrattiva per i naturisti, e le isole proprio a causa delle loro ridotte dimensioni si possono considerare una sorta di laboratori naturale, dove riescono a sopravvivere solo poche specie e dove lo stare soli favorisce la loro riproduzione e la creazione di nuove specie . 
 Tra i Vertebrati delle isole che si affacciano sul mediterraneo, i Rettili sono quelli che mostrano un alto grado di endemicità ed in particolare quelli appartenenti alla famiglia dei Lacertidae, genere Podarcis; la lucertola campestre, Podarcis sicula, è diffusa dalle isole del Tirreno all’Appennino e dall‘Istria al Mare di Marmara. Suddivisa in una cinquantina di sottospecie: tra le più rare la Podarcis sicula coerulea già Lacerta coerulea faraglionensis(lucertola azzurra), che vive esclusivamente sui Faraglioni di Capri.


Quest’esemplare, dalla particolare colorazione azzurra della gola, del ventre, dei fianchi, del sottocoda e dalla pigmentazione nerastra del dorso, ha una corporatura elegante, capo ben distinto, lingua piatta bifida e retrattile, occhi muniti di palpebre mobili con pupille rotonde. 
Di indole vivace, i maschi adulti sono animali territoriali ed in modo particolare durante il periodo della fregola sono soliti azzuffarsi, anche se generalmente questi combattimenti sono ritualizzati; l’alimentazione è essenzialmente insettivora. 
Il melanismo, il fenomeno che consiste nell‘inscurimento del dorso e delle parti ventrali, facilita la termoregolazione, infatti i Rettili sono definiti animali a sangue freddo o meglio pecilotermi ectoterni e di conseguenza sono operosi solo quando le condizioni termiche ambientali sono tali che il corpo raggiunga una temperatura adeguata allo svolgimento delle funzioni vitali. 
Secondo alcuni naturalisti i colori tendenti allo scuro dei sottoventre assorbirebbero meglio il calore, permettendo alla Podarcis sicula coerulea, di cominciare a cacciare prima delle lucertole dalla tipica colorazione più chiara, favorendo, in questo modo, anche le funzioni riproduttive.
Uno dei primi a rendersi conto di questa meraviglia della natura fu il medico naturalista Ignazio Cerio, che rese nota la scoperta nel 1870. Ma sul finire del XIX secolo la scoperta di questa nuova “specie” scatenò un’accesa disputa tra Bedriaga ed Eimer, due zoologi europei; la causa fu il diritto di precedenza sulla scoperta. 
In ogni caso, il primo che pubblicò la descrizione della lucertola azzurra fu l’erpetologo Eimer nel 1872. 
In realtà, gli attuali studi tassonomici hanno dimostrato che la popolazione di lucertola azzurra presente sui Faraglioni non costituisce una nuova specie ma una delle tante varianti di lucertola campestre.

Nuova mirabolante decisione della sinistra a Milano



Su disposizione dell’Assessore al Commercio Franco D’Alfonso, il Consiglio Comunale ha stabilito che il famoso “castagnatt”, mestiere tipico della tradizione milanese, non potrà più sostare nelle zone centrali della città.
Il motivo è presto detto: secondo l’Amministrazione, i banchetti di castagne non sono abbastanza decorosi per i quartieri monumentali. Silvia Sardone, consigliere di zona del Pdl a Milano, critica la decisione
Il riposizionamento dei venditori di castagne non ha francamente senso.
Come mai non si concentrano sulle centinaia di abusivi che in tutto il centro vendono prodotti contraffatti disturbando milanesi e turisti e dando una pessima immagine della nostra città?
Per uno straniero è più caratteristico poter comprare e mangiare le castagne o essere assalito da orde di venditori che non ti lasciano respirare?
Pisapia a Milano è ormai sinonimo di tasse e divieti

L’Australia potrà massacrare i suoi canguri, con fucili, ganci e pedate in testa



È stato formalmente autorizzato lo sterminio dei canguri in Australia.
L’animale simbolo del Paese diventa dunque ufficialmente preda nel mirino dei cacciatori.
Il progetto varato dal governo australiano è addirittura quinquennale e prevede di abbattere i capi e destinarli, per la maggior parte, all’Unione Europea.
Il ministro della Sostenibilità e dell’Ambiente australiano, Tony Burke, ha infatti avvallato il NSW Kangaroo Harvest Management Plan per il quale verranno impiegati migliaia di cacciatori che avranno il compito di sterminare i marsupiali.
Gli inevitabili bla bla bla del governo australiano includono la specifica che il piano sarà “economicamente sostenibile” perché “crea nuovi posti di lavoro” e gli abbattimenti “rigidamente regolamentati” e, parte più assurda, “operati nel pieno rispetto degli animali e della natura” (sic).
Come a dire: ti ammazzo, però con tanto, tanto rispetto.
La comunità animalista internazionale è sdegnata.
Animal Libération ha promosso petizioni e ricorsi al Tribunale Civile e Amministrativo, ma non è la sola a protestare.
Contro l’abbattimento dei canguri si schierano anche ecologisti e zoologi e persino la comunità aborigena australiana, la Australian Alliance for Native Animal Survival, che da sempre convive con rispetto con gli animali.
Da parte sua, una sfilza di esposti.
Va in ogni caso specificato che gli australiani abbattono già i canguri, la cui carne è utilizzata in svariate ricette tradizionali. Certo, mai s’era visto un piano di sterminio così massivo.
La motivazione, si mormora, è la pelle di questi animali, che viene utilizzata per molti articoli sportivi e da brand di fama internazionale (riconoscete la pelle di canguro dalla dicitura RTK oppure K Leather”.
Un esempio di applicazione?
Gli scarpini da calcio professionale.
Non importa che non sia impermeabile e che si deteriori in fretta: la pelle di canguro è così “morbida e avvolgente” che per un gioco non si può proprio farne a meno, a quanto pare.
Inutile dire che, come tutti i prodotti di derivazione animale, può essere sostituita da sintetici addirittura più validi.
Un dettaglio particolare sta disgustando il mondo, e riguarda la modalità di uccisione dei cuccioli.
I piccoli canguri vengono infatti strappati dal marsupio e ammazzati calpestandone la testa.
Gli adulti che invece sopravvivono alle fucilate vengono agganciati per le zampe e lasciati agonizzare fino alla morte a bordo dei camion.
Non sono dicerie, ma il risultato dell’indagine effettuata proprio da Animal Liberation e concretizzatasi in un’inchiesta intitolata
A Shot In The Dark. Nel solo 2011 sono stati 400 mila i canguri massacrati in Australia. Grazie all’obbrobrioso piano di sterminio promosso dal governo questi numeri aumenteranno esponenzialmente, arrivando a toccare, quest’anno, i 3 milioni di esemplari uccisi tra canguri rossi e canguri grigi.