sabato 12 ottobre 2013

Skeleton Coast, Namibia


E’ definita dai boscimani “la terra che Dio ha creato con rabbia” a causa della sua inospitalità. 
Skeleton Coast significa letteralmente “costa degli scheletri” e deve il suo toponimo al grande numero di imbarcazioni che hanno trovato la loro fine sulle spiagge desertiche di questo luogo. Tra queste sono incluse anche navi famose come la Eduard Bohlen e la Tong Taw.
 Skeleton Coast è un tratto di costa atlantica della Namibia settentrionale compreso tra le foci dei fiumi Cunene e Swakop. Talvolta il nome viene usato per indicare più genericamente la parte costiera che dal deserto del Namib va fino al fiume Orange.
 La costa è principalmente sabbiosa e raramente si incontrano sporgenze rocciose come a Spencer Bay, che offre un contrasto spettacolare col paesaggio circostante. 
Se a sud predominano spiagge sassose, più a nord le dune di sabbia del deserto del Namib arrivano fino al mare.


Il clima è molto arido con pochissime precipitazioni. Tuttavia l’umidità viene portata nell’entroterra grazie all’azione della Corrente del Benguela. 
Essendo circa 8° più fredda dell’acqua oceanica provoca il condensarsi di nebbie costiere che durante il giorno arrivano fino a 50 km verso l’interno.
 E’ proprio quest’umidità che permette alla fauna e alla flora del luogo di sopravvivere.

 Il tratto di costa più settentrionale, fra il Cunene e il fiume Ugab è incluso nello Skeleton Coast National Park, proclamato tale negli anni ’70.
 Il parco è divisibile in due zone: una che va dal fiume Ugab al fiume Hoanib, l’altra dal fiume Hoanib al Kunene. 
In particolare, quest’ultima area è tanto selvaggia che solo poche guide autorizzate possono organizzare safari. 
 Da vedere sono i Clay Castels, laghi di sale vicino alla Agate Mountain e una delle colonie di foche più grandi al mondo a Cape Fria.


Selvaggia e inospitale, la zona nord del parco è abitata dalla tribù Himba che vive secondo antiche tradizioni, mentre a sud la zona fa parte della Damaraland che è abitata dalla tribù Damara. Qui i i fondali sono ricchi di pesci e si pratica la pesca.
 A dire il vero sono diverse le specie animali che vivono nella regione: insetti, rettili, ma anche elefanti, giraffe, rinoceronti, leoni, springbok e gemsbock
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Er Wang Dong, la grotta delle meraviglie


Stalattiti e stalagmiti alte come palazzi, spazi così immensi da poter contenere le nuvole, un sistema meteorologico assolutamente indipendente da quello che regola il resto del pianeta. Siamo nella grotta più grande mai scoperta sulla Terra: Er Wang Dong. 

 Questo incredibile mondo sotterraneo si trova in Cina, precisamente nella provincia di Chongquing. Per la prima volta è stato esplorato e fotografato da un gruppo di 15 speleologi americani e inglesi capeggiati da Robbie Stone, dell’università di Manchester. 
Le immagini, scattate nelle viscere del pianeta, sono così belle da lasciare senza fiato. 
La grotta è talmente immensa da aver sviluppato un proprio meteo: all’interno ci sono nuvole, pioggia e banchi di nebbia.
 C’è voluto circa un mese di spedizione per portare alla luce questo mondo sommerso e straordinario. 
«Alcune delle grotte che fanno parte di questo sistema erano state precedentemente utilizzate dai minatori di nitrato, ma solo nelle aree più vicine all’ingresso. Mai prima di oggi questo angolo di mondo era stato esplorato nel suo insieme», ha spiegato Stone. «Tutti i corridoi principali erano molto in profondità e non avevano mai visto la luce prima di adesso», ha proseguito.


L’ingresso della grotta si trova in una piccola fenditura nelle rocce del Niubizi Tian Keng, un monte coperto da una vegetazione fittissima. 
Poco lontano sorge un piccolo villaggio rurale, Ranjiagou.
 Non appena dentro, gli speleologi sono rimasti senza fiato: le volte delle caverne sono molto alte e gli spazi così grandi da aver ospitato i campi di questo gruppo di avventurieri per oltre un mese.


Non mancano laghi di acqua dolce e vere e proprie piscine naturali cristalline.
 «Siamo emozionatissimi all’idea di essere stati i primi a mettere piede in un posto del genere. Adesso mi chiedo se il nostro pianeta possa ospitare altri luoghi del genere ancora inesplorati», ha continuato il ricercatore.
 Quello che ha letteralmente lasciato senza fiato gli scienziati è stato però proprio il sistema meteorologico delle grotte. «Ci siamo trovati di fronte nuvole enormi, che si bloccano nella metà superiore delle caverne perché non riescono a uscire dal piccolo passaggio presente sul tetto, a circa 250 metri di altezza. Questo fenomeno si crea perché l’umidità presente nelle grotte sale e si condensa per via dell’aria più fredda presente in questi spazi immensi e chiusi», ha spiegato ancora Stone.


Questa incredibile rete, che comprende anche il Cloud ladder hall, misura in totale qualcosa come 51 mila metri quadrati. Che comprendono anche fiumi, laghi sotterranei e una ricca vegetazione sul pavimento di alcune caverne. 
La maggior parte delle grotte è accessibile dall’ingresso principale, altre richiedono però una lunga nuotata in profondità. Altre ancora, infine, sono accessibili solo attraverso un difficile percorso in arrampicata lungo le pareti più in profondità nelle caverne”, ha concluso il capo missione.
 Ma tanta fatica ha ampiamente ripagato il gruppo di 15 coraggiosi. Che adesso sperano di replicare con un’altra scoperta storica.


Fonte: http://www.lettera43.it

Herman & Il Suo Amico



Herman aveva tre anni quando la sua mamma ha deciso di girare questo incredibile video, per poi postarlo in rete e lanciare un messaggio positivo a tutti gli utenti di Youtube. 

Il figlio, affetto dalle sindrome di down, è seduto a terra nel cortile della loro casa, a Buenos Aires. Di fronte a lui, c'è Himalayan, un cucciolo di Labrador di proprietà dello zio. 
In un primo momento i due si guardano, distanti e quasi diffidenti. Poi è il cane a fare il primo passo verso Herman. L'uno si avvicina con le zampe, l'altro si ritrae sempre più, spaventato. 
Il labrador si volta verso la telecamera, come per chiedere alla mamma il permesso di avvicinarsi al piccolo.
 Altri momenti di imbarazzo, poi Himalayan ci riprova e il bambino, pian piano, si lascia andare. Perché ogni a suo passo indietro corrisponde un avvicinamento del cagnolino, dolce, affettuoso, pronto a giocare nonostante l'iniziale rifiuto. 
Il video, che sta impazzando in rete con centinaia di visualizzazioni, rappresenta uno splendido esempio di come in alcune patologie, che come in quella della sindrome di down si tende a negare il contatto fisico, il rapporto con gli animali sia essenziale.

.Un video che conferma a chi già sa!!!.... e informa chi non sa



QUESTO NON E' UN SEMPLICE VIDEO MA UNA VERA E PROPRIA INCHIESTA SUI POTERI FORTI CHE C'HANNO TOLTO LA SOVRANITA' METTENDO IN EVIDENZA IL RUOLO DEI NOSTRI PRINCIPALI POLITICI CON IL GRUPPO BILDERBERG, LA COMMISSIONE TRILATERALE, LA GOLDMAN SACHS.
FILMATI INEDITI, INTERVISTE ESCLUSIVE CHE VI MOSTRERANNO LE PROVE INCONTROVERTIBILI DELLE REALI CAUSE DELLA CRISI ECONOMICA CHE INVESTE I PAESI EUROPEI SMASCHERANDO I VERI MANDANTI, METTENDO A NUDO I LORO PROGETTI PRESENTI E FUTURI.
UN SISTEMA CHE NON POTREBBE ESISTERE SENZA LA COMPLICITA' ED IL LAVORO DI DISINFORMAZIONE DEI PRINCIPALI MEDIA CHE IN QUESTO VIDEO VENGONO SMASCHERATI ED UMILIATI.
E POI ANCORA UN VIAGGIO NEL TEMPO DALLA RIUNIONE SUL BRITANNIA DEL 92 AL BILDERBERG DEL 2013 PER TROVARE QUEL FILO CONDUTTORE CHE DA SEMPRE LEGA POLITICI, PARTITI E POTERI FORTI IN MANIERA COSI' INSCINDIBILE DA FORMARE UNA SPIRALE DOVE IL POPOLO NE RIMANE STRITOLATO.
UN VIDEO CHE CAMBIERA' LA VOSTRA PERCEZIONE DELLA POLITICA E DELLA TV.
UN CAMPANELLO D'ALLARME CHE SPERO POSSA SVEGLIARE UN POPOLO RIDOTTO AD UN GREGGE DI PECORE ED UN RICHIAMO, INVECE, PER QUEI LEONI CHE ASPETTANO SOLO IL MOMENTO DI TORNARE A RUGGIRE. 

FRANCESCO AMODEO