martedì 30 aprile 2013
IL MERAVIGLIOSO BOSONE DELLA NON CASUALITÀ
Definire il "bosone di Higgs" come "La particella di Dio" non è poi così aleatorio, se si considera il credo di chi è giunto a comprendere che tutto l'Universo è il risultato non casuale di una volontà, o di un "disegno" intelligente.
Basti pensare che, senza questa particella basilare, non solo non esisterebbe la materia ma nemmeno la realtà come la conosciamo. Dunque, se tutto ha una finalità, come solo gli spenti di mente, coloro dall'intelletto arrendevole possono non credere, questa particella appena entrata in ciò che la scienza ufficiale riconosce ufficialmente la si può ritenere il primo mattone dell'edificio universale.
La storia del "bosone di Higgs" è anche la prova dell'importanza della fisica teorica, perché è grazie a questa disciplina non completamente "digerita" dalla fisica ortodossa che si è potuto definire il "modello standard", laddove si trova coerenza in stranezze come le particelle completamente prive di massa di cui il fotone, la particella della luce, è forse l'esempio più chiaro. Per quanto riguarda il nostro compito, direi quasi "dovere" in quanto ricercatori della verità secondo modelli anche trascendentali e metafisici, ci troviamo ora di fronte a quello che i fisici teorici hanno chiamato "il campo di Higgs", ovvero quel campo di forze che, permeando tutto l'Universo, permette ad esso di manifestarsi e di avere la fittizia consistenza materiale.
È grazie al "campo di Higgs" che il Bosone se ne può fare portatore, quasi fosse un araldo fecondo, un messaggero portatore dello spermatozoo dell'esistenza visibile.
Se ci immaginiamo il "campo di Higgs" come una specie di rete tesa davanti al percorso delle particelle, in questo caso del Bosone, dobbiamo figurarci una pallina da ping-pong che impatta su un reticolato di forze elettriche, e non fisiche, per uscirne esso stesso elettrizzato e caricato, frutto di un "disturbo" che i fisici chiamano "interazione". È proprio questa "interazione" che genera la materia, dando massa alle particelle.
C'è ancora un intrigante mistero, però: perché il fotone non si assoggetta a questa "rete"? La cosa ha a che vedere con un aspetto da noi ancora sconosciuto della luce? O, forse, la luce è una sorta metaforica della "coda della cometa" volitiva di Dio? Speriamo che gli anni prossimi arrivino a spiegare anche questo mistero.
Simulazione Geant4 di un evento in un acceleratore di particelle che dovrebbe generare un bosone di Higgs
Il Bosone di Higgs, comunque, appartiene ad una specifica "famiglia" di particele, quella dei Bisoni, appunto, le quali però non sono tutte "doc".
Queste ultime si chiamano "particelle fondamentali" perché non composte di particelle più piccole come, appunto, il fotone e le particelle W e Z, la scoperta delle quali fruttò a Carlo Rubbia la compartecipazione al Nobel per la fisica nel 1984.
Ci sono poi il "gluone", altra particella di massa pari a 0, ed il "gravitone", la cui esistenza non è stata ancora appurata da prove di laboratorio.
Intanto, di anni, ce ne sono voluti quasi cinquanta perché colui che per primo ipotizzò l'esistenza del Bosone, il fisico inglese Higgs, vedesse riconosciuta la sua ipotesi dalla scienza ufficiale grazie ai laboratori del CERN di Ginevra.
Con la scoperta del Bosone di Higgs, teoria e sperimentazione si sposano quasi perfettamente; di qui il comprensibile entusiasmo dei ricercatori.
Questo "matrimonio" consta di una sovrapposizione perfetta tra le caratteristiche della nuova particella scoperta dal CERN e quelle previste in via teorica come, ad esempio, una massa di circa 134 volte quella del protone.
E se non fosse il "vero" Bosone di Higgs ma un suo gemello, corrispondente, dicono, ad una probabilità di circa il 0,0006%? Ci troveremmo comunque di fronte ad una scoperta eccezionale, aperta a un gran numero di nuovi percorsi di ricerca.
Quello che mi sembra rilevante, in conclusione, è che più si progredisce nella ricerca, più si scopre qualcosa che testimonia a favore di una "perfezione" programmata, in virtù della quale il caso sembra sempre più improbabile.
Attenzione, ho detto "improbabile" e non "impossibile", e questo con buona pace degli atei e dei materialisti più radicali e senza vera volontà di comprensione.
Una casualità così perfetta nelle sue casuali risultanze, a me sembrerebbe essa stessa un miracolo al di là di ogni nostra portata speculativa.
Basti pensare che, senza questa particella basilare, non solo non esisterebbe la materia ma nemmeno la realtà come la conosciamo. Dunque, se tutto ha una finalità, come solo gli spenti di mente, coloro dall'intelletto arrendevole possono non credere, questa particella appena entrata in ciò che la scienza ufficiale riconosce ufficialmente la si può ritenere il primo mattone dell'edificio universale.
La storia del "bosone di Higgs" è anche la prova dell'importanza della fisica teorica, perché è grazie a questa disciplina non completamente "digerita" dalla fisica ortodossa che si è potuto definire il "modello standard", laddove si trova coerenza in stranezze come le particelle completamente prive di massa di cui il fotone, la particella della luce, è forse l'esempio più chiaro. Per quanto riguarda il nostro compito, direi quasi "dovere" in quanto ricercatori della verità secondo modelli anche trascendentali e metafisici, ci troviamo ora di fronte a quello che i fisici teorici hanno chiamato "il campo di Higgs", ovvero quel campo di forze che, permeando tutto l'Universo, permette ad esso di manifestarsi e di avere la fittizia consistenza materiale.
È grazie al "campo di Higgs" che il Bosone se ne può fare portatore, quasi fosse un araldo fecondo, un messaggero portatore dello spermatozoo dell'esistenza visibile.
Se ci immaginiamo il "campo di Higgs" come una specie di rete tesa davanti al percorso delle particelle, in questo caso del Bosone, dobbiamo figurarci una pallina da ping-pong che impatta su un reticolato di forze elettriche, e non fisiche, per uscirne esso stesso elettrizzato e caricato, frutto di un "disturbo" che i fisici chiamano "interazione". È proprio questa "interazione" che genera la materia, dando massa alle particelle.
C'è ancora un intrigante mistero, però: perché il fotone non si assoggetta a questa "rete"? La cosa ha a che vedere con un aspetto da noi ancora sconosciuto della luce? O, forse, la luce è una sorta metaforica della "coda della cometa" volitiva di Dio? Speriamo che gli anni prossimi arrivino a spiegare anche questo mistero.
Simulazione Geant4 di un evento in un acceleratore di particelle che dovrebbe generare un bosone di Higgs
Il Bosone di Higgs, comunque, appartiene ad una specifica "famiglia" di particele, quella dei Bisoni, appunto, le quali però non sono tutte "doc".
Queste ultime si chiamano "particelle fondamentali" perché non composte di particelle più piccole come, appunto, il fotone e le particelle W e Z, la scoperta delle quali fruttò a Carlo Rubbia la compartecipazione al Nobel per la fisica nel 1984.
Ci sono poi il "gluone", altra particella di massa pari a 0, ed il "gravitone", la cui esistenza non è stata ancora appurata da prove di laboratorio.
Intanto, di anni, ce ne sono voluti quasi cinquanta perché colui che per primo ipotizzò l'esistenza del Bosone, il fisico inglese Higgs, vedesse riconosciuta la sua ipotesi dalla scienza ufficiale grazie ai laboratori del CERN di Ginevra.
Con la scoperta del Bosone di Higgs, teoria e sperimentazione si sposano quasi perfettamente; di qui il comprensibile entusiasmo dei ricercatori.
Questo "matrimonio" consta di una sovrapposizione perfetta tra le caratteristiche della nuova particella scoperta dal CERN e quelle previste in via teorica come, ad esempio, una massa di circa 134 volte quella del protone.
E se non fosse il "vero" Bosone di Higgs ma un suo gemello, corrispondente, dicono, ad una probabilità di circa il 0,0006%? Ci troveremmo comunque di fronte ad una scoperta eccezionale, aperta a un gran numero di nuovi percorsi di ricerca.
Quello che mi sembra rilevante, in conclusione, è che più si progredisce nella ricerca, più si scopre qualcosa che testimonia a favore di una "perfezione" programmata, in virtù della quale il caso sembra sempre più improbabile.
Attenzione, ho detto "improbabile" e non "impossibile", e questo con buona pace degli atei e dei materialisti più radicali e senza vera volontà di comprensione.
Una casualità così perfetta nelle sue casuali risultanze, a me sembrerebbe essa stessa un miracolo al di là di ogni nostra portata speculativa.
Rainbow Bridge (ponte dell'arcobaleno)
È il più grande ponte naturale, frutto di estreme oscillazioni di clima durante i periodi Triassico e Giurassico, cioè tra il primo e il secondo periodo dell'era mesozoica quando la regione in cui sorse fu alternativamente mare e poi deserto.
Si trova nello Utah meridionale (U.S.A.) ed è chiamato Rainbow Bridge (ponte dell'arcobaleno): è alto più di 88 metri e la sua arcata è larga circa 84 metri.
Considerato sacro dagli indiani d'America, è visitato ogni anno da 300.000 turisti. Dal 1910 è stato dichiarato anche monumento nazionale.
La discarica spaziale gira intorno alla Terra
Sono rottami di satelliti. Astronauti in pericolo.
Intorno alla Terra orbitano numerosi detriti spaziali.
Frammenti di vettori e vecchi satelliti. Una 'discarica spaziale' orbita intorno alla Terra. E minaccia le attività degli astronauti, oltre che la Stazione spaziale internazionale e i satelliti spediti nello spazio.
Ne sa qualcosa la Russia che recentemente ha denunciato un incidente tra il suo satellite Blitz e i rottami di quello cinese Fengyum1c. Un caso che fa seguito ai falliti lanci in orbita, come quello del vettore russo Zenit-3Ls che avrebbe dovuto portare nello spazio il grande satellite per telecomunicazioni Intelsat 27.
I DETRITI SPAZIALI IN ORBITA.
A evidenziare la nuova minaccia orbitante è la 17th International space conference che dall’8 al 10 maggio all'Hotel Parco dei Principi di Roma affronta il tema sull'impatto delle esplorazioni spaziali nel cicli di incontri dal titolo The impact of space weather and space exploitation on modern society. (oltre alla Nasa, è prevista la presenza di Esa, Inmarsat, Arianespace, l’italiana Asi, la francese Cnes, la tedesca Dlr e la britannica Uk Space Agency, insieme con i rappresentanti del parlamento europeo e della Commissione europea).
E, come si legge nel comunicato, una sessione della conferenza riguarda proprio gli «space debris», i detriti spaziali intorno alla Terra.
SOLUZIONI ANTI-SPAZZATURA. A dare l'allarme sulla discarica orbitante sono state le Agenzie spaziali di tutto il mondo, che stanno valutando sistemi per ridurre la 'spazzatura spaziale' - sono allo studio anche sistemi di 'pulizia orbitale' - anche se finora appare lontano un accordo internazionale sul tema.
A monitorare le emergenze sono anche le assicurazioni, chiamate a fornire le necessarie coperture alle più importanti missioni spaziali.
A preoccupare il settore, però, non sono solo gli «space debris». Anche tempeste solari, meteoriti, asteroidi e cyber-terrorismo mettono in pericolo le grandi Reti e le infrastrutture a terra (oltre che la popolazione).
http://www.lettera43.it/ambiente/la-discarica-spaziale-gira-intorno-alla-terra_4367593182.htm
L'unico animale veramente cattivo e feroce è l'animale uomo
Fino alla metà del Settecento, gli esemplari di questa specie erano numerosi e si spostavano agevolmente in ogni parte dell'Asia, costituendo i propri territori ovunque vi fosse abbondanza di prede.
La loro popolazione complessiva superava la cifra di 100.000 unità, di cui 40.000 erano nelle giungle indiane.
A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, la situazione incominciò a cambiare radicalmente.
Le armi da fuoco, divenute più efficienti, misero gli esponenti delle classi agiate nella condizione di fare della caccia alla tigre un'attività elitaria.
Contemporaneamente, l'infittirsi dei rapporti commerciali con l'Europa provocò la forte richiesta sul mercato di legname di pregio, come per esempio il mogano, che cresce nelle foreste indiane.
La caccia indiscriminata alla tigre da parte dell'uomo, dovuta in particolar modo al bracconaggio per il commercio delle pelli, alle credenze della medicina tradizionale cinese e alla paura che l'animale incute per la fama di "mangiatrice di uomini", il tutto aggravato dalla costante riduzione del suo habitat naturale, hanno portato ad una diminuzione drastica del numero di esemplari in natura.
Nel 2006 una stima mondiale ha portato in evidenza che gli esemplari in natura si aggirerebbero tra i 3.402 e i 5.140, mentre gli ultimi rilevamenti pongono il numero intorno ai 3.200 esemplari. Razze ormai estinte
Tre di queste si sono estinte nel XX secolo, la tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali, e purtroppo un'altra sottospecie rischia di entrare in questa lista, la tigre della Cina meridionale.
Le maggiori cause sono da imputarsi al fatto che la tigre è sempre stata vista come una minaccia per l'uomo, considerandola un animale nocivo da perseguitare.
Un caso molto simile è sicuramente quello del lupo, con il quale ha in comune la fama di animale cattivo e feroce.
La loro popolazione complessiva superava la cifra di 100.000 unità, di cui 40.000 erano nelle giungle indiane.
A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, la situazione incominciò a cambiare radicalmente.
Le armi da fuoco, divenute più efficienti, misero gli esponenti delle classi agiate nella condizione di fare della caccia alla tigre un'attività elitaria.
Contemporaneamente, l'infittirsi dei rapporti commerciali con l'Europa provocò la forte richiesta sul mercato di legname di pregio, come per esempio il mogano, che cresce nelle foreste indiane.
La caccia indiscriminata alla tigre da parte dell'uomo, dovuta in particolar modo al bracconaggio per il commercio delle pelli, alle credenze della medicina tradizionale cinese e alla paura che l'animale incute per la fama di "mangiatrice di uomini", il tutto aggravato dalla costante riduzione del suo habitat naturale, hanno portato ad una diminuzione drastica del numero di esemplari in natura.
Nel 2006 una stima mondiale ha portato in evidenza che gli esemplari in natura si aggirerebbero tra i 3.402 e i 5.140, mentre gli ultimi rilevamenti pongono il numero intorno ai 3.200 esemplari. Razze ormai estinte
Tre di queste si sono estinte nel XX secolo, la tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali, e purtroppo un'altra sottospecie rischia di entrare in questa lista, la tigre della Cina meridionale.
Le maggiori cause sono da imputarsi al fatto che la tigre è sempre stata vista come una minaccia per l'uomo, considerandola un animale nocivo da perseguitare.
Un caso molto simile è sicuramente quello del lupo, con il quale ha in comune la fama di animale cattivo e feroce.
La meta dei 100.000 nella net parade è vicina
mancano solo 5.500 punti da aggiungere entro oggi
Chi vuole partecipare deve fare un clic qui
http://www.net-parade.it/cgi-bin/votazione.aspx?utente=annafelici e confermare il voto
Solo due clic che farà ottenere una nuova stellina al Blog
Questo voto rappresenta il vostro gradimento a quanto pubblicato E' l'unico mezzo che utilizziamo per dare più visibilità allo stesso, poiche rifiutiamo la pubblicità che otterrebbe lo stesso risultato ma potrebbe recare noia a chi entra
Io conto su di voi Grazie a chi vorrà aderire
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lunedì 29 aprile 2013
I tuoi figli
I tuoi figli non sono figli tuoi,
sono figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore, ma non le tue idee,
perché essi hanno le loro proprie idee.
Tu puoi dare loro dimora al loro corpo, non alla loro
anima, perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato entrare, neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere
che essi somiglino a te,
perché la vita non ritorna indietro e non si ferma
a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
Khalil Gibran
Ognuno fa quello che può, l'importante è agire
Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco.”Cosa credi di fare!” Gli chiese il leone.”Vado a spegnere l’incendio!” Rispose il piccolo volatile.”Con una goccia d’acqua?” Disse il leone con un sogghigno di irrisione.Ed il colibrì, proseguendo il volo, rispose: “Io faccio la mia parte!”
Favola Africana
Isole Andamane
Le Isole Andamane si trovano nella parte meridionale del Golfo del Bengala nell’omonimo mare e appartengono allo stato dell’India nonostante siano molto più vicina alle coste della Birmania.
Calcutta è la città indiana più vicina all’arcipelago e dista dal capoluogo delle Isole Andamane 1.300 km. Il capoluogo è Port Blair che si trova sull’isola di South Andaman, questa città ha un aspetto tipicamente indiano. L’arcipelago è formato da circa 500 isole ed isolotti disposti in una forma allungata che va da nord a sud per circa 500 km, fino ad arrivare quasi all’isola di Sumatra, in Indonesia. Solo 26 isole sono abitate, tutte le altre sono completamente disabitate. Tra le maggiori: South Andaman, Middle Andaman, North Andaman, Little Adaman e Havelock. L’arcipelago più importante è quello Ritchie.
Le Isole Andamane sono circondate da barriere coralline mozzafiato, con spiagge di sabbia bianca e acque cristalline. Una meraviglia per gli appassionati di snorkelling e immersioni che possono ammirare la numerosissima varietà di pesci e di coralli che vivono in questa zona.
Per chi ama invece rilassarsi in spiaggia, troverà pane per i suoi denti. Qui ci si può perdere tra infinite spiagge solitarie attorniata da giungla impenetrabile. Le isole sono prevalentemente montuose e completamente ricoperte da una fitta vegetazione.
Oltre alle spettacolari spiagge e ai fondali si possono ammirare i grovigli di mangrovie o le paludi litoranee dove vivono numerose scimmie, coccodrilli e diverse specie di serpenti
(anche velenosi).
Conosciute già da Marco Polo vennero nel 1857 occupate dagli Inglesi che utilizzarono le isole come penitenziario, questo fino alla 2° guerra mondiale.
Solo ora le Isole Andamane stanno venendo rivalutate per quello che sono:
un paradiso sulle terra.
Le solite MOSTRUOSITA' di un branco di decerebrati prezzolati
E' INIZIATA LA STRAGE,
ABBIAMO BISOGNO DI TUTTI VOI!
Ieri è partito ufficiosamente nella provincia di Treviso il “PIANO DI CONTROLLO DELLA NUTRIA” o meglio lo STERMINIO DELLA NUTRIA!
Cacciatori muniti di pettorina consegnata dalla provincia potranno liberamente girare per le campagne e abbattere a colpi d’arma da fuoco un numero illimitato di nutrie, l’alternativa sarà catturarle mediante gabbia trappola e sopprimerle.
Da un punto di vista igienico sanitario la Nutria, salvo casi particolari, non rappresenta alcun genere di pericolo e ciò è dimostrato dalle analisi effettuate dagli Istituti Zooprofilattici.
Non è giusto che siano gli animali a pagare con la vita gli errori dell’uomo ed è importante che ognuno possa prendere coscienza di questo in modo da optare per soluzioni eticamente e scientificamente efficaci e biocompatibili.
L'uomo arreca danni di gran lunga superiori all'ambiente e ai suoi simili. Se non uccidessero le volpi (come stanno facendo in alcune regioni: vedi caccia in tana per uccidere i cuccioli) ci sarebbe una selezione naturale, altra alternativa sarebbe la sterilizzazione.
Con i soldi spesi per l’acquisto delle pettorine (più di 800€) sarebbero riusciti a sterilizzarle parecchi esemplari, così facendo invece il prossimo anno la situazione sarà la medesima.
Questa risulta essere una delle solite scuse per riaprire la caccia a “qualcosa” ANCHE ALL'INTERNO DEL PARCO SILE CHE E' UN’ AREA PROTETTA!!, per lo più fuori stagione!!!
Oramai non abbiamo più suolo, stiamo arrecando continui danni all’ambiente rovinando ogni centimetro di terra che ci circonda. Entro il 2013 verrà presentato la Parlamento Europeo un Piano progammatico sulla tutela della Biodiversità che ponga come necessità primaria l’arresto del deterioramento degli habitat che portano alla morte innumerevoli specie di animali. Il patrimonio naturale rappresenta per tutti noi un importantissimo capitale ecologico per il benessere dell’umanità che va tutelato.
Munitevi di giubbino catarifrangente, pila e girate nei parchi dove queste ignobili persone con pettorina e armi alla mano uccideranno uno ad uno questi poveri animali che non hanno nessuna colpa se non quella di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Girate sempre in gruppetti di 3/4 persone, mai da soli, pronti con cellulari carichi e numeri di emergenza...il cittadino singolo deve muoversi...
Non sappiamo quando e dove di preciso, presumibilmente alla sera...saranno in pericolo anche molti animali domestici che avranno la sola colpa di passare sfortunatamento nel luogo sbagliato in quel momento.
Ecco la mail della provincia alla quale inviare le vostre proteste: Recapiti - Informazioni Via Cal di Breda 116 - 31100 Treviso Telefono: (+39) 0422 656-240 Fax: (+39) 0422 656-178 E-mail: cacciapesca@provincia.treviso.it
DIVULGATE GRAZIE!!!!!!!
ABBIAMO BISOGNO DI TUTTI VOI!
Ieri è partito ufficiosamente nella provincia di Treviso il “PIANO DI CONTROLLO DELLA NUTRIA” o meglio lo STERMINIO DELLA NUTRIA!
Cacciatori muniti di pettorina consegnata dalla provincia potranno liberamente girare per le campagne e abbattere a colpi d’arma da fuoco un numero illimitato di nutrie, l’alternativa sarà catturarle mediante gabbia trappola e sopprimerle.
Da un punto di vista igienico sanitario la Nutria, salvo casi particolari, non rappresenta alcun genere di pericolo e ciò è dimostrato dalle analisi effettuate dagli Istituti Zooprofilattici.
Non è giusto che siano gli animali a pagare con la vita gli errori dell’uomo ed è importante che ognuno possa prendere coscienza di questo in modo da optare per soluzioni eticamente e scientificamente efficaci e biocompatibili.
L'uomo arreca danni di gran lunga superiori all'ambiente e ai suoi simili. Se non uccidessero le volpi (come stanno facendo in alcune regioni: vedi caccia in tana per uccidere i cuccioli) ci sarebbe una selezione naturale, altra alternativa sarebbe la sterilizzazione.
Con i soldi spesi per l’acquisto delle pettorine (più di 800€) sarebbero riusciti a sterilizzarle parecchi esemplari, così facendo invece il prossimo anno la situazione sarà la medesima.
Questa risulta essere una delle solite scuse per riaprire la caccia a “qualcosa” ANCHE ALL'INTERNO DEL PARCO SILE CHE E' UN’ AREA PROTETTA!!, per lo più fuori stagione!!!
Oramai non abbiamo più suolo, stiamo arrecando continui danni all’ambiente rovinando ogni centimetro di terra che ci circonda. Entro il 2013 verrà presentato la Parlamento Europeo un Piano progammatico sulla tutela della Biodiversità che ponga come necessità primaria l’arresto del deterioramento degli habitat che portano alla morte innumerevoli specie di animali. Il patrimonio naturale rappresenta per tutti noi un importantissimo capitale ecologico per il benessere dell’umanità che va tutelato.
Munitevi di giubbino catarifrangente, pila e girate nei parchi dove queste ignobili persone con pettorina e armi alla mano uccideranno uno ad uno questi poveri animali che non hanno nessuna colpa se non quella di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Girate sempre in gruppetti di 3/4 persone, mai da soli, pronti con cellulari carichi e numeri di emergenza...il cittadino singolo deve muoversi...
Non sappiamo quando e dove di preciso, presumibilmente alla sera...saranno in pericolo anche molti animali domestici che avranno la sola colpa di passare sfortunatamento nel luogo sbagliato in quel momento.
Ecco la mail della provincia alla quale inviare le vostre proteste: Recapiti - Informazioni Via Cal di Breda 116 - 31100 Treviso Telefono: (+39) 0422 656-240 Fax: (+39) 0422 656-178 E-mail: cacciapesca@provincia.treviso.it
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Quando in casa arriva un bimbo e ci sono animali domestici
Micio e Fido potrebbero ingelosirsi del nuovo arrivato.
Come gestire la presenza di un neonato e non farli sentire trascurati Quando in casa arriva la cicogna è bene prepararsi a gestire questo lieto evento, senza dimenticarsi del nostro amato amico a quattro zampe. Proprio come si fa con un bambino, quando sta per nascere un fratellino.
Anche i cani e gatti, infatti, soffrono di gelosia: il nascituro inevitabilmente toglierà loro qualche attenzione e coccola. E più il nostro amico era viziato, più risentirà del fatto di non essere più il solo “piccolo di casa”.
Con qualche accorgimento e organizzazione sarà però facile superare qualsiasi forma di gelosia e addirittura trasformare il nostro cagnolino o gattino nel più caro compagno di giochi di nostro figlio. L’importante è non fargli mai sentire il suo amore minacciato. Vediamo come.
Presentate il neonato al cane
Quando il neonato arriva in casa, dovrà stare nella carrozzina o in braccio al papà o a un altro familiare. Non in braccio alla mamma, che dovrà essere libera di dedicare le attenzioni al cane, dopo la sua assenza prolungata per il parto.
Permettete pure al vostro animale di annusare il piccolo, senza toccarlo. Basterà un breve e sorvegliatissimo primo impatto. Poi la mamma potrà prendere tra le sue braccia il bimbo.
Arredate con Fido la cameretta Allestite la cameretta, cominciate a sistemare i mobili e gli oggetti del bambino in presenza del vostro amico a quattro zampe. Così, non si sentirà escluso.
Permettetegli di ispezionarla, annusarla nei vari angoli. Anche lì iniziate a “spargere” i profumi dei prodotti per il bambino.
Una volta che ha conosciuto la nuova zona di casa, chiudete la porta. Fategli capire che quello non è il suo ambiente, non deve avere l’accesso libero.
Stabilite in anticipo i confini.
Ricordate che… Fido e Micio sono abitudinari: le variazioni della routine dovranno avvenire gradualmente.
Se dorme nella vostra camera o sul letto, cominciate a spostarlo piano piano organizzandogli un nuovo giaciglio, accogliente e con tanti premi.
Se prevedete che lo porterà a passeggio qualcun altro, cominciate prima dell'arrivo del piccolo.
Se muteranno gli orari delle uscite, modificateli piano piano.
Se il suo posto in auto cambierà, fatelo due mesi prima.
Il vostro amico non dovrà associare l’arrivo del neonato ai cambiamenti delle sue abitudini.
Consigli utili
1 Abituatelo ai nuovi odori dei prodotti che userete per il bebé: borotalco, creme, lozioni. Magari spruzzateveli addosso.
Con l’arrivo del piccolo gli appariranno già familiari.
2 Prima che il bambino arrivi a casa, portate una copertina o un suo abitino e fatelo annusare al vostro amico animale.
Ma evitate che l’indumento si trasformi in giocattolo!
3 Se Fido ha un carattere particolare, fatevi aiutare da un veterinario comportamentalista interpellandolo prima della nascita del bimbo.
4 Se il vostro animale è tranquillo potete portarlo con voi a fare le passeggiate con la carrozzina. Coinvolgetelo: non si sentirà solo.
5 Ritagliate del tempo solo per voi e Fido: magari mentre il bimbo dorme.
6 Mai permettere al bambino di avvicinarsi al cane o gatto da solo; mai lasciare l'animale con il bambino, senza il vostro controllo. Sono imprevedibili!
7 Quando il bimbo sarà più grande, insegnateli che non deve infastidire il cane mentre riposa, mangia o gioca con il suo osso o altri oggetti suoi.
E che non deve rincorrere in casa l’animale o intrappolarlo in qualche posto.
Semi antichi: l’UE conferma il no alla vendita
I semi antichi continueranno ad essere conservati, custoditi e scambiati da parte di contadini volenterosi che, nel rispetto del meticoloso lavoro di selezione effettuato in centinaia di anni, desiderano proseguire nel preservare la biodiversità agroalimentare? Il parere contrario dell’UE alla vendita dei semi antichi risuona in una sentenza pronunciata lo scorso 12 luglio, la quale sancisce come debba essere rispettato l’obbligo di iscrizione ufficiale delle varietà vegetali presso l’apposito registro al fine della loro commercializzazione.
Ci sono voluti migliaia di anni per la natura e per l'uomo per produrre la diversificazione dei semi
Ogni seme ha in se delle potenzialità nutritive e apporti vitaminici diversi.
L'agricoltura ha permesso all'uomo di vivere e di svilupparsi per millenni.
La natura non sbaglia mai.
Chi sono questi soloni per regolamentarla?
Come sempre su ogni cosa devono imporre il loro arbitrario potere economico a scapito di tutti gli altri
Fetta al latte fatta in casa I bambini ringrazieranno
Fatele in casa anche voi, usando ingredienti freschi,di qualità e senza conservanti:
Ingredienti per circa 6 porzioni di kinder fetta al latte:
40 g di farina 0
20 g di farina integrale
60 g di zucchero a velo
60 g di burro ammorbidito (toglietelo dal frigo un’ora prima di usarlo)
1 cucchiaino di lievito per dolci
3 cucchiaini di cacao amaro
2 albumi
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato di sodio (o cremor di tartaro)
250 ml di panna da montare
2 cucchiaini di miele
1 cucchiaino di sciroppo d’acero 1)
1)In una terrina unite lo zucchero a velo e il burro tagliato a tocchetti e con un cucchiaio di legno mescolate fino ad ottenere una crema liscia e compatta.
2) Versate gli albumi in un contenitore alto e stretto, aggiungete il sale e il bicarbonato e montate a neve con le fruste fino ad ottenere una spuma ben soda.
3) Versate gli albumi sulla crema di burro e mescolate lentamente, facendo movimenti dal basso verso l’alto, in modo da incorporare aria ed ottenere così un pan di spagna morbido. una crema liscia e compatta
4) Setacciate la farina, il cacao e il lievito, poi versatelo a pioggia sul composto cremoso, mescolate fino ad ottenere una crema omogenea.
5) A questo punto accendete il forno a 200 gradi (ventilato) e qui inizia la fase più delicata: foderate la placca del forno con della carta apposita, poi versateci il composto e – aiutandovi con una spatola o un pennello da cucina, distribuitela in modo omogeneo formando uno strato piuttosto fino (circa 3-4 millimetri di spessore). 6) Infornate e fate cuocere per 3-4 minuti al massimo (non di più altrimenti il pan di spagna diventa croccante),
poi sfornate e lasciate freddare.
7) Nel frattempo montate la panna, aggiungete il miele e lo sciroppo d’acero e mescolate bene
8) Quando il pan di spagna si sarà raffreddato, tagliate delicatamente i bordi del rettangolo, in modo da rifinirlo nella forma, tagliatelo in due parti uguali e ricoprite uno dei due strati con la panna: fate attenzione a non farcire troppo le estremità.
Per eseguire un lavoro perfetto aiutatevi con il mattarello, ma non fate troppa pressione, altrimenti il pan di spagna si romperà.
9) A questo punto ritagliate la torta così ottenuta in sei porzioni (o più), incartatele singolarmente con della carta stagnola e riponete in frigo per almeno 2 ore
La vostra fetta al latte è pronta!
Grazie umano!!!!!!!
domenica 28 aprile 2013
Le piante da appartamento utili per l'inquinqmento
La vita sulla Terra dipende da piante, direttamente o indirettamente. Non possiamo ignorare il fatto che le piante mantengono l'aria pulita e l'inquinamento-free e assorbono l'eccesso di anidride carbonica nell'atmosfera. "Riteniamo che i risultati futuri forniranno un argomento ancora più forte e possono essere una parte molto efficace di un sistema utilizzato per fornire case libere di inquinamento e luoghi di lavoro,sani" dice il Dott. Bill Wolverton, ex ricercatore senior presso Giovanni della NASA C. Stennis Space Center.
Spider Plant (Chlorophytum comosum)
Una bella pianta d'appartamento con lunghe foglie verdi, la pianta ragno cresce anche rapidamente. Questa elegante pianta è in grado di rimuovere i gas velenosi nonché altre impurità come formaldeide e xilene. Per un migliore effetto, va tenuto in cucina o vicino al camino, in quanto questi sono i luoghi in cui il monossido di carbonio si accumuli un sacco.
Boston felce (Nephrolepsis exaltata bostoniensis)
Una pianta esotica che ha garbo inarcando fronde e foglie frilly, la felce di Boston agisce anche come umidificatore naturale. Boston felci crescono meglio in luce del sole filtrata e in condizioni di umidità. Rilasciando l'umidità nell'aria, rimuovono gli inquinanti atmosferici come benzene, formaldeide e xilene, fornendo aria pulita all'interno della casa.
Inglese Edera (Hedera helix)
Nonostante le sue foglie velenose, l'edera è una pianta d'appartamento molto popolare ed è più adatto per le persone con asma e allergie. Facile da coltivare in pieno sole, questa pianta ha la sorprendente capacità di rimuovere il benzene e formaldeide e di off-gas a varie sostanze chimiche rilasciate dai materiali sintetici. Pertanto, mantiene l'aria all'interno non tossico.
Con la sua qualità di terreno di copertura, l'edera inglese anche spesso serve bene nel paesaggio.
Areca Palm (Chrysalidocarpus lutescens)
Questa pianta molto sensibile con fronde piumate è meglio conosciuto come un umidificatore. Anche se la pianta cresce lentamente e ha bisogno di cure per tutto l'anno, può essere tenuto in qualsiasi punto della casa, soprattutto accanto ai mobili di nuova verniciati o in zone coperte. La Palma Areca aiuta a rimuovere le tossine mortali come la formaldeide e xilene.
Oro Pothos (Epipremnum aureum)
Conosciuto anche come diavolo edera o d'argento della vite, le Pothos d'oro può essere una pianta altamente invasiva. Con foglie sempreverdi e steli progressive, questa pianta resistente supera facilmente la zona circostante. Ma è anche molto efficiente quando si tratta di rimozione di inquinanti indoor come la formaldeide, il benzene e lo xilene. Detto questo, la pianta è tossica per piccoli animali come cani e gatti, e anche per i bambini.
Aloe Vera (Aloe barbadensis)
Sappiamo tutti che l'aloe vera è presente in molti prodotti per la cura della pelle. Non solo aiuta con ustioni della pelle, ma anche con il filtraggio diverse emissioni di gas dai materiali pericolosamente tossici. Ha affermato di possedere tonnellate di proprietà medicinali, questo incredibile succulento può anche essere coltivata come pianta ornamentale.
Cinese Evergreen (Aglaonema modestum)
Un ottimo impianto di aria purificatore, sempreverde è una pianta erbacea perenne. Una pianta d'appartamento molto comune con lucide, foglie verdi che hanno marcature interessanti , cresce ancora meglio con poca acqua e luce minima. filtra le tossine nell'aria come il benzene e la formaldeide.
Pianta del serpente (Sansevieria trifasciata)
Ampiamente usato come pianta ornamentale, la pianta del serpente è una specie perenne sempreverde
Scienziati della NASA hanno scoperto che questa pianta ha la sorprendente capacità di assorbire la formaldeide, ossidi di azoto, e una varietà di altri prodotti chimici presenti nell'aria.
Marginata (Dracaena marginata)
Non si può ignorare la bellezza di marginata, una pianta che ha foglie sottili lucido con bordi rossi.
Si tratta di una pianta d'appartamento notoriamente lenta crescita e fioritura con pochissime esigenze. Inoltre non solo rimuove formaldeide e benzene dall'aria, ma è anche in grado di filtrare altre tossine presenti.
Tuttavia, la cura dovrebbe essere presa mentre si posiziona la pianta all'interno, in quanto potrebbe essere velenoso per i cani.
Peace Lily (Spathiphyllum)
La nostra top pianta d'appartamento è il giglio di pace, che è noto per ridurre le tossine interne nocive che possono causare il cancro. Un facile-cura-per pianta d'appartamento, il giglio di pace è un grande combattente e l'inquinamento di aria purificatore.
Aiuta a rimuovere il benzene e la formaldeide presente nella casa. La vita sulla Terra dipende da piante, direttamente o indirettamente. Non possiamo ignorare il fatto che le piante mantengono l'aria pulita e l'inquinamento-free e assorbono l'eccesso di anidride carbonica nell'atmosfera. Per saperne di più sulla lista degli impianti di filtraggio, preparati dagli scienziati della NASA, clicca qui. "Riteniamo che i risultati futuri forniranno un argomento ancora più forte che terreno le piante comuni interni possono essere una parte molto efficace di un sistema utilizzato per fornire case libere di inquinamento e luoghi di lavoro," dice il Dott. Bill Wolverton, ex ricercatore senior presso Giovanni della NASA C. Stennis Space Center.
Spider Plant (Chlorophytum comosum)
Una bella pianta d'appartamento con lunghe foglie verdi, la pianta ragno cresce anche rapidamente. Questa elegante pianta è in grado di rimuovere i gas velenosi nonché altre impurità come formaldeide e xilene. Per un migliore effetto, va tenuto in cucina o vicino al camino, in quanto questi sono i luoghi in cui il monossido di carbonio si accumuli un sacco.
Boston felce (Nephrolepsis exaltata bostoniensis)
Una pianta esotica che ha garbo inarcando fronde e foglie frilly, la felce di Boston agisce anche come umidificatore naturale. Boston felci crescono meglio in luce del sole filtrata e in condizioni di umidità. Rilasciando l'umidità nell'aria, rimuovono gli inquinanti atmosferici come benzene, formaldeide e xilene, fornendo aria pulita all'interno della casa.
Inglese Edera (Hedera helix)
Nonostante le sue foglie velenose, l'edera è una pianta d'appartamento molto popolare ed è più adatto per le persone con asma e allergie. Facile da coltivare in pieno sole, questa pianta ha la sorprendente capacità di rimuovere il benzene e formaldeide e di off-gas a varie sostanze chimiche rilasciate dai materiali sintetici. Pertanto, mantiene l'aria all'interno non tossico.
Con la sua qualità di terreno di copertura, l'edera inglese anche spesso serve bene nel paesaggio.
Areca Palm (Chrysalidocarpus lutescens)
Questa pianta molto sensibile con fronde piumate è meglio conosciuto come un umidificatore. Anche se la pianta cresce lentamente e ha bisogno di cure per tutto l'anno, può essere tenuto in qualsiasi punto della casa, soprattutto accanto ai mobili di nuova verniciati o in zone coperte. La Palma Areca aiuta a rimuovere le tossine mortali come la formaldeide e xilene.
Oro Pothos (Epipremnum aureum)
Conosciuto anche come diavolo edera o d'argento della vite, le Pothos d'oro può essere una pianta altamente invasiva. Con foglie sempreverdi e steli progressive, questa pianta resistente supera facilmente la zona circostante. Ma è anche molto efficiente quando si tratta di rimozione di inquinanti indoor come la formaldeide, il benzene e lo xilene. Detto questo, la pianta è tossica per piccoli animali come cani e gatti, e anche per i bambini.
Aloe Vera (Aloe barbadensis)
Sappiamo tutti che l'aloe vera è presente in molti prodotti per la cura della pelle. Non solo aiuta con ustioni della pelle, ma anche con il filtraggio diverse emissioni di gas dai materiali pericolosamente tossici. Ha affermato di possedere tonnellate di proprietà medicinali, questo incredibile succulento può anche essere coltivata come pianta ornamentale.
Cinese Evergreen (Aglaonema modestum)
Un ottimo impianto di aria purificatore, sempreverde è una pianta erbacea perenne. Una pianta d'appartamento molto comune con lucide, foglie verdi che hanno marcature interessanti , cresce ancora meglio con poca acqua e luce minima. filtra le tossine nell'aria come il benzene e la formaldeide.
Pianta del serpente (Sansevieria trifasciata)
Ampiamente usato come pianta ornamentale, la pianta del serpente è una specie perenne sempreverde
Scienziati della NASA hanno scoperto che questa pianta ha la sorprendente capacità di assorbire la formaldeide, ossidi di azoto, e una varietà di altri prodotti chimici presenti nell'aria.
Marginata (Dracaena marginata)
Non si può ignorare la bellezza di marginata, una pianta che ha foglie sottili lucido con bordi rossi.
Si tratta di una pianta d'appartamento notoriamente lenta crescita e fioritura con pochissime esigenze. Inoltre non solo rimuove formaldeide e benzene dall'aria, ma è anche in grado di filtrare altre tossine presenti.
Tuttavia, la cura dovrebbe essere presa mentre si posiziona la pianta all'interno, in quanto potrebbe essere velenoso per i cani.
Peace Lily (Spathiphyllum)
La nostra top pianta d'appartamento è il giglio di pace, che è noto per ridurre le tossine interne nocive che possono causare il cancro. Un facile-cura-per pianta d'appartamento, il giglio di pace è un grande combattente e l'inquinamento di aria purificatore.
Aiuta a rimuovere il benzene e la formaldeide presente nella casa. La vita sulla Terra dipende da piante, direttamente o indirettamente. Non possiamo ignorare il fatto che le piante mantengono l'aria pulita e l'inquinamento-free e assorbono l'eccesso di anidride carbonica nell'atmosfera. Per saperne di più sulla lista degli impianti di filtraggio, preparati dagli scienziati della NASA, clicca qui. "Riteniamo che i risultati futuri forniranno un argomento ancora più forte che terreno le piante comuni interni possono essere una parte molto efficace di un sistema utilizzato per fornire case libere di inquinamento e luoghi di lavoro," dice il Dott. Bill Wolverton, ex ricercatore senior presso Giovanni della NASA C. Stennis Space Center.
Il disastro di chernobyl
26 aprile 1986, il giorno del disastro. Da pochi secondi sono scoccate le 1.23 di mattina quando il fragore devastatorio di una terribile esplosione abbaglia i cieli nei pressi della cittadina di Chernobyl, in Ucraina, a quel tempo raccolta sotto la bandiera falce e martello dell’Unione Sovietica.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, ormai, da quella tragica notte, ma il ricordo è ancora vivo e probabilmente il genere umano ancora ne sta pagando le conseguenze.
La centrale nucleare “Lenin” era in funzione dal 1977, anno in cui era stato consegnato il reattore numero 1, e si trovava ad un centinaio di chilometri dalla città di Kiev, non lontano dal confine con l’attuale Bielorussia.
Disponeva di quattro reattori utilizzati per la produzione di energia elettrica civile e nel corso dei suoi primi anni di vita aveva subìto alcune modifiche che ne avevano ridotto la sicurezza a vantaggio dell’efficienza, tra tutte l’accoppiamento, come moderatore, del grafite con l’acqua, che fungeva da refrigerante.
La notte del disastro erano in atto alcuni test sperimentali che, nel corso degli accertamenti e delle indagini condotte nel tentativo di definire la cause del disastro, rilevarono tutta una serie di errori commessi sia dagli operatori, sia dai progettisti. Si cercò infatti di provocare un’avaria per verificare se alternatore e turbina fossero in grado di produrre energia elettrica in caso di arresto del sistema di raffreddamento. Il tentativo, già operato con successo per il reattore numero 3, stavolta fallì e produsse l’incontrollato aumento della potenza del nocciolo del reattore. L’acqua di refrigerazione si scisse in idrogeno e ossigeno, la pressione produsse la rottura delle tubazioni di raffreddamento, l’idrogeno e la grafite entrarono in contatto con l’aria generando l’esplosione che scoperchiò il reattore e la fuoriuscita di una nube di materiali radioattivi che contaminò la zona circostante, si propagò per l’Urss e con la complicità del vento raggiunse zone della Finlandia e della Svezia. Si calcola che nell’atmosfera vennero lanciate 20 milioni di scorie di materiale radioattivo, una quantità enorme. Le aree vicine furono prontamente evacuate e più di 330.000 persone furono costrette a trasferirsi altrove.
Gli errori e le responsabilità si assommarono, la notte del 26 aprile. Dall’inadeguatezza del personale non qualificato, all’imperizia di chi prese le decisioni più azzardate, ai difetti dell’impianto stesso che già nel 1982 aveva conosciuto un incidente di minor entità senza per questo convincere i progettisti ad apportare le necessarie correzioni, alle carenze tecniche del reattore RBMK, in particolare le barre di controllo.
Il livello delle radiazioni sprigionate dall’incendio del reattore fu talmente importante da superare di gran lunga quello delle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, e nel corso degli anni le agenzie ONU hanno redatto un rapporto ufficiale che calcola in 65 i decessi collegati al disastro e stima in 4.000 i morti riconducibili alla catastrofe per tumori e leucemie nell’arco degli 80 anni successivi. Numeri questi messi in discussione da associazioni antinucleariste come Greenpeace il cui conteggio è decisamente superiore sul lungo periodo. Nel corso dei mesi e degli anni gli abitanti delle zone circostanti hanno visto alzarsi drasticamente la percentuale di decessi per tumori alla tiroide, conseguenza diretta dell’esposizione allo iodio-131, un isotopo radioattivo sprigionato al momento dell’esplosione.
Nei giorni immediatamente successivi all’incidente il governo sovietico tentò di tener nascosta la notizia, tanto che le forze che intervennero in soccorso non erano a conoscenza della pericolosità e delle mortali conseguenze dei fumi fuoriusciti dal reattore esploso. I primi allarmi arrivarono da Stoccolma ed Helsinki dove fu registrato un aumento inquietante dei livelli di radioattività; in Italia le voci iniziarono a circolare la sera del 28 aprile, quando si venne a conoscenza che Mosca aveva istituito una speciale commissione d’inchiesta.
Fu così che il Corriere della Sera, martedì 29 aprile, tre giorni dopo l’accaduto, andò in rotative con l’annuncio di una catastrofe nucleare in Unione Sovietica.
Vorrei risparmiarmi la fatica di scivolare nell’inutile demagogia, ma la domanda sorge spontanea: cosa rimane di quel maledetto 26 aprile 1986? Probabilmente il timore, amplificato dalla recente catastrofe del 2011 a Fukushima, anch’essa di livello 7, il più alto, della Scala INES – International Nuclear and radiological Event Scale – che queste centrali nucleari incutono nell’opinione pubblica, comunque sempre divisa tra favorevoli e contrari; soprattutto la consapevolezza che l’uomo, nell’inseguire il progresso, ha commesso, commette, continuerà a commettere errori sottoponendo a pericolo costante la sua stessa esistenza.
E’ questo il dazio da pagare nel volgere lo sguardo a ciò che sarà: allora, mi vien da pensare, maneggiare con attenzione il futuro e mai farsi troppo forti delle proprie sicurezze. Solo così l’uomo potrà contenere i rischi nei limiti dell’accettabile.
Alcune nazioni piccolissime quasi sconosciute
1. Nagorno-Karabakh è una repubblica indipendente situata tra l'Armenia e l'Azerbaigian. Nagorno Karabakh è una delle regioni più minate dell'ex Unione Sovietica a causa della guerra del 1991-1994 Nagorno-Karabakh non è ancora riconosciuti da nessuno stato, tra cui l'Armenia. Il 95% della popolazione è armena, e il resto sono greci e curdi. Il loro turismo è fondamentalmente indirizzato ad armeni che vivono nei paesi occidentali.
2. Isole Pitcairn, ufficialmente chiamate , isole Henderson, Ducie e Oeno Pitcairn , sono un gruppo di quattro isole vulcaniche ex colonia britannica, l'ultimo rimasto nel Pacifico. Lingua della popolazione è un mix di inglese e di Tahiti. Negli ultimi anni la chiesa è stata chiusa perché solo 8 isolani l'hanno visitata regolarmente. C'è solo un bar caffetteria sull'isola, e il negozio di governo è la vendita di alcol e sigarette. Hanno leggi severe morali che vietavano la danza, il fumo e la consumazione di alcol.
3. Isole Cook, sono una democrazia parlamentare autonoma. Con oltre 90 000 turisti all'anno, il turismo è la loro migliore industria e l' elemento trainante dell'economia dell'isola, molto più avanti di offshore banking, marino, le perle e le esportazioni di frutta. Isole Cook ebbero il nome dal navigatore inglese James Cook quando arrivò sulle isole nel 1773.
4. Tokelau, è un territorio non autonomo della Nuova Zelanda che si compone di tre isole. Il nome Tokelau è una parola polinesiana che significa "vento del nord". L'isola ha la più piccola economia di ogni paese del mondo che li rende quasi completamente dipendenti dai sussidi provenienti dalla Nuova Zelanda. 96% della popolazione è cristiano e il 57% di questi sono donne.
5. Isola di Man, noto anche come Mann, è autogoverno a dipendenza della Corona britannica, con una posizione nel Mare d'Irlanda tra le isole di Gran Bretagna e Irlanda. Essi non sono una parte del l'Unione europea . Isola di Man l'economia si basa su banche offshore e turismo.
L'isola è stata abitata fin prima di 65oo a C. AA
7. Comore nazione africana è un isola nell'Oceano Indiano fra il Mozambico e il Madagascar. L'isola è una vecchia colonia francese, e oggi ci sono circa 300 000 abitanti delle Comore che vivono in Francia. 98% della popolazione è islamica.
8. Tuvalu, è una monarchia costituzionale con la Regina Elisabetta come capo di stato. Non hanno forze militari regolari,
Tuvalu è il 4 ° paese più piccolo del mondo. I primi abitanti del paese erano polinesiani.
9. Nauru, un ex impero colonia tedesca è conosciuta anche come piacevole isola del Sud Pacifico. Il popolo di Nauru stanno raccogliendo l'acqua piovana durante le piogge monsoniche tra novembre e febbraio,l'acqua fresca naturale è molto limitata . Lo sport più popolare in questo paese è football australiano , e hanno Football League con sette squadre.