domenica 11 novembre 2012
C'era qualcuno prima di noi???
Enigmi Alieni documentario che tratta di costruzioni e strutture costruite nell'antichità ma difficilmente attribuibili alla capacità umane del tempo.
Queste strutture sono state create da civiltà più evolute di noi e che non conosciamo oppure da extraterrestri?
Queste strutture sono state create da civiltà più evolute di noi e che non conosciamo oppure da extraterrestri?
La segretissima area 51
In pieno deserto del Nevada, precisamente a Groom Lake, sorge la segretissima AREA 51. Nascosta a qualsiasi cartina geografica o mappa stradale, l’area nasconde da sempre i segreti delle sue attività. L’ingresso principale è segnato da una strada sterrata che si biforca dalla statale 375 nella contea di Lincoln e che poi interseca la pista che conduce da est al Groom Lake, attraversando a sud la catena delle Groom Mountains, una serie di alture che corrono quasi parallele alla statale 375 e che, di fatto, impediscono la visione a distanza dell’Area 51. E’la zona denominata “La cassetta della posta”. Cosa ci sia nel suo interno e quali siano le attività svolte sono infatti segreti che il Pentagono non fa trapelare. Sono stati molti i film, i documentari, i libri e le riviste dedicati a quest’area, e tanti sono stati i curiosi che hanno cercato nel tempo di avventurarsi nel suo interno; di scattare fotografie, realizzare filmati, addirittura anche in piena notte. Ma purtroppo la sorveglianza armata non permette l’entrata alla suddetta zona, vasta addirittura 26.000 chilometri quadrati. Nel caso in cui si dovesse essere scoperti a scattare fotografie c’è il rischio di pesantissime multe o di subire arresti, ma nel caso in cui si provassero ad oltrepassare i limiti territoriali imposti, c’è addirittura il rischio di essere sparati a vista dai militari che piantonano il territorio. Come ogni segreto, anche questo ha ispirato tantissime teorie cospirative che trattano di UFO, dischi volanti ritrovati o addirittura di corpi alieni. Fonti non certe parlano di una struttura sviluppata a notevoli profondità, tanto che gli eventuali esperimenti alieni sarebbero stati compiuti a decine di metri sottoterra. Queste strutture sarebbero state gestite dalla CIA fino al 1972, sin quando passarono all’Air Force Systems Command. Recentemente alcuni ex-funzionari che hanno lavorato nell’Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l’Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia, come ad esempio i recenti Stealth (gli aerei “invisibili”). Sembra utilizzata infatti per lo sviluppo, il test e le fasi di addestramento di nuovi aerei. Questa tesi è supportata dal fatto che l’esterno di tale area è provvista di lunghissime piste d’atterraggio e che nel corso della notte, molti testimoni sostengono di aver visto levarsi oggetti volanti non identificati. Una pista di decollo lunga circa 4500 m attraversa infatti il Groom Lake.
Tra gli ex-dipendenti che hanno provato a descrivere le attività nel suo interno c'è Robert Scott Lazar. Lazar è un imprenditore statunitense, nonché fisico e figura molto controversa nella recente discussione sugli UFO dell’AREA 51. Lazar dichiarò di aver lavorato presso l’area S-4 del Nevada Test Site sotto speciale richiesta di Edward Teller. Egli sostiene che la CIA avrebbe cancellato la sua identità quando iniziò a lavorare nell’area 51, e che la sua casa sarebbe stata oggetto di continue perquisizioni. In una sua nota intervista, Lazar descrive alcuni dischi volanti nei dettagli, dopo averli disegnati, e dice che questi “aeromobili” si sostentavano grazie a tre specie di “marmitte pieghevoli”, che permetterebbero di scegliere le direzioni di volo, ma paradossalmente dice anche che questi oggetti erano tanto veloci e potenti, quanto instabili. I cosiddetti UFO non sarebbero stati costruiti da umani, in quanto la cabina di pilotaggio era a dimensione di bambino; quindi con questa affermazione Lazar vorrebbe documentare la tesi secondo cui questi mezzi tecnologici sarebbero stati costruiti e pilotati da alieni; inoltre i velivoli non avrebbero presentato punti di saldature, come se fossero stati interamente formati da un unico pezzo e per di più di un materiale sconosciuto sulla terra. Bob Lazar dichiarò che nell’80 l’area 51 servì per sperimentazioni aeronautiche, poiché è ben protetta dalle montagne a tal punto che nessun dispositivo capta le onde radio oltre le stesse, cosicché non trapela neanche una notizia riguardante agli aerei spia che si collaudano anno dopo anno. Ma Lazar non è l’unico ad aver descritto le attività all’interno dell’area come ricerca UFO. Negli anni ’80, un giornalista ed ufologo che risponde al nome di Mike Hunt fu tra coloro che associarono le attività di Area 51 agli UFO. Nelle sue testimonianze, Hunt sosteneva di aver lavorato laggiù nei primi anni ’60 per conto della Commissione Atomica Statunitense, e di aver appreso che un UFO vi sarebbe stato trasportato dalla base aerea di Edwards, in California. Hunt avrebbe visto contenitori con il timbro :” Project Red Light“, uno dei supposti progetti governativi segreti americani sugli UFO, su cui circolano da anni varie testimonianze. Secondo le sue fonti il “Project Red Light” avrebbe incluso lo studio di due alieni e della propulsione di almeno tre UFO catturati. Stevens ha anche riferito di un incontro di un pilota militare con un vero e proprio UFO avvenuto nel ’77 nel cielo della vicina base di Tonopah , e l’avvistamento sulla zona, nel ’78, di un grande sigaro grigio accompagnato da due elicotteri militari. Hunt, inoltre, avrebbe visto al suolo un disco di color opaco del diametro di 8-9 m, e avrebbe più volte constatato che le frequenze radio della base erano come “ammutolite” per cause a lui misteriose. Un operatore radar che lavorava in una torre di controllo al limite nord del poligono di Tonopah, invece, ricevette spesso l’ordine di ignorare gli oggetti volanti non identificati che osservava sugli schermi dei sistemi radar. Ma cosa c’è di vero in tutte queste teorie? L’Area 51 è “semplicemente” una base segreta dove vengono sviluppate apparecchiature militari segretissime e nuovi aerei, magari velivoli spaziali, o nasconde qualcosa di più misterioso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Angkor Wat - Cambogia
Fra il 900 ed il 1200, l'Impero Khmer costruì alcuni dei capolavori dell'architettura mondiale, non solo nell'area di Angkor ma anche in siti remoti oggi situati fuori dal territorio cambogiano, quali Wat Phu e Phimai.
Il tempio principale, Angkor Wat, venne eretto fra il 1112 e il 1150 da Suryavarman II. Racchiuso da un amplissimo fossato e mura quadrate di circa 800 metri di lato, Angkor Wat ritrae perfettamente la cosmologia Indù, con le torri centrali che rappresentano il Monte Meru (la casa degli dei), i muri esterni che rappresentano le montagne che racchiudono il mondo, mentre il fossato rappresenta l'oceano oltre le montagne.
Il governo CICALA
Siamo all'inizio della stagione di pioggia e neve
e siamo già in queste condizioni
Andiamo beneeeeeeeeee!!!!!
Quello che è successo l'anno scorso non ha insegnato nulla????
Traduzione video
Continua l'allerta maltempo in tutto il nord Italia.
Nella notte allagamenti, frane e smottamenti a Massa e Carrara, dove per la pioggia intensa diverse auto sono rimaste bloccate nelle strade trasformate in torrenti, impegnando i vigili del fuoco.
A Carrara il sindaco Angelo Zubbani ha attivato il sistema di allarme telefonico, invitando gli abitanti a non uscire da casa e a salire ai piani alti delle abitazioni.
Alcuni canali sono straripati ed alcune abitazioni sono state evacuate. Anche il Veneto e' sotto la pioggia battente.
Venezia si e' svegliata con il codice rosso per l'acqua alta: alle 9.20, il livello e' arrivato a 150 cm sostenuti da un continuo vento di scirocco che ha alzato la marea astronomica.
In serata la previsione dell'Istituto Centro Maree del Comune di Venezia prevede una marea astronomica di 90 cm, lunedì mattina sui 105-110 cm. Intanto la Protezione civile nazionale ha diramato un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse, che integra quello già diffuso venerdì.
La perturbazione di origine atlantica nelle prossime ore porterà un flusso di correnti sud-occidentali in quota, umide e instabili, con diffuso peggioramento delle condizioni meteorologiche sulle regioni nord-occidentali e sulla Toscana, in graduale estensione al resto del settentrione e successivamente, nella giornata di oggi, a Lazio ed Umbria.
Sostenuti venti di scirocco nei bassi strati soffieranno inoltre su gran parte delle regioni italiane. L'allerta resta altissima, il week end è rovinato.
Agli italiani non resta altro da fare che chiudersi in casa e aspettare un miglioramento del tempo.
Andiamo beneeeeeeeeee!!!!!
Quello che è successo l'anno scorso non ha insegnato nulla????
Traduzione video
Continua l'allerta maltempo in tutto il nord Italia.
Nella notte allagamenti, frane e smottamenti a Massa e Carrara, dove per la pioggia intensa diverse auto sono rimaste bloccate nelle strade trasformate in torrenti, impegnando i vigili del fuoco.
A Carrara il sindaco Angelo Zubbani ha attivato il sistema di allarme telefonico, invitando gli abitanti a non uscire da casa e a salire ai piani alti delle abitazioni.
Alcuni canali sono straripati ed alcune abitazioni sono state evacuate. Anche il Veneto e' sotto la pioggia battente.
Venezia si e' svegliata con il codice rosso per l'acqua alta: alle 9.20, il livello e' arrivato a 150 cm sostenuti da un continuo vento di scirocco che ha alzato la marea astronomica.
In serata la previsione dell'Istituto Centro Maree del Comune di Venezia prevede una marea astronomica di 90 cm, lunedì mattina sui 105-110 cm. Intanto la Protezione civile nazionale ha diramato un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse, che integra quello già diffuso venerdì.
La perturbazione di origine atlantica nelle prossime ore porterà un flusso di correnti sud-occidentali in quota, umide e instabili, con diffuso peggioramento delle condizioni meteorologiche sulle regioni nord-occidentali e sulla Toscana, in graduale estensione al resto del settentrione e successivamente, nella giornata di oggi, a Lazio ed Umbria.
Sostenuti venti di scirocco nei bassi strati soffieranno inoltre su gran parte delle regioni italiane. L'allerta resta altissima, il week end è rovinato.
Agli italiani non resta altro da fare che chiudersi in casa e aspettare un miglioramento del tempo.
Ci facciamo un aperitivo qui???
Pelican Bar
Se stai cercando il perfetto per allontanarti da tutto ecco la soluzione.
Un bar in stile rustico in legno costruita su un banco di sabbia un quarto di miglio in mare, a metà strada tra la Black River e Treasure Beach .
Il Pelican Bar è il luogo ideale per trascorrere la giornata di essere occupati a fare niente, prendere il sole, bere birra, nuotare nelle acque poco profonde, mangiare pesce fresco fritto o anche portare la vostra attrezzatura da pesca per catturare la tua cena!
Cominciato come un sogno,di un pescatore locale Floyd Forbes che sognò una notte di un bar costruito in mare, che poggia su palafitte.
La chiarezza del sogno ha ispirato Forbes che incominciò a trasportare tavole di legno sulla sua barca da pesca.
Nel 2001 il bar è stato completato ed è stato chiamato "The Pelican Bar" per i grandi stormi di pellicani che poggiava sul banco di sabbia.
E 'stato originariamente utilizzato da Floyd e dei suoi amici per sedersi e prendere una pausa dalla pesca dopo una dura giornata.
Tuttavia, non ci è voluto molto tempo perchè hotel locali riconoscessero l'enorme potenziale di questo luogo sereno e perfetto.
Tutto stava andando bene per Floyd fino al 2004 quando l'uragano Ivan ha colpito la Giamaica. Il Pelican Bar è stato completamente distrutto dalla tempesta e Floyd non aveva un'assicurazione per coprire i costi dei danni. Tuttavia, il bar era diventato un'attrazione. stabilito che gli imprenditori locali di Treasure Beach non potevano permettersi di perderlo.
Il proprietario dell'hotel di Jake a Treasure Beach ha donato legno nuovo e non per contribuire alla ricostruzione.
Nel giro di un mese la Pelican Bar era di nuovo attivo e funzionante.
Se si è fortunati si può anche vedere dalla la tua barca i delfini nuotare
Tratto da Viaggi Giamaica e Cultura. com
Se stai cercando il perfetto per allontanarti da tutto ecco la soluzione.
Un bar in stile rustico in legno costruita su un banco di sabbia un quarto di miglio in mare, a metà strada tra la Black River e Treasure Beach .
Il Pelican Bar è il luogo ideale per trascorrere la giornata di essere occupati a fare niente, prendere il sole, bere birra, nuotare nelle acque poco profonde, mangiare pesce fresco fritto o anche portare la vostra attrezzatura da pesca per catturare la tua cena!
Cominciato come un sogno,di un pescatore locale Floyd Forbes che sognò una notte di un bar costruito in mare, che poggia su palafitte.
La chiarezza del sogno ha ispirato Forbes che incominciò a trasportare tavole di legno sulla sua barca da pesca.
Nel 2001 il bar è stato completato ed è stato chiamato "The Pelican Bar" per i grandi stormi di pellicani che poggiava sul banco di sabbia.
E 'stato originariamente utilizzato da Floyd e dei suoi amici per sedersi e prendere una pausa dalla pesca dopo una dura giornata.
Tuttavia, non ci è voluto molto tempo perchè hotel locali riconoscessero l'enorme potenziale di questo luogo sereno e perfetto.
Tutto stava andando bene per Floyd fino al 2004 quando l'uragano Ivan ha colpito la Giamaica. Il Pelican Bar è stato completamente distrutto dalla tempesta e Floyd non aveva un'assicurazione per coprire i costi dei danni. Tuttavia, il bar era diventato un'attrazione. stabilito che gli imprenditori locali di Treasure Beach non potevano permettersi di perderlo.
Il proprietario dell'hotel di Jake a Treasure Beach ha donato legno nuovo e non per contribuire alla ricostruzione.
Nel giro di un mese la Pelican Bar era di nuovo attivo e funzionante.
Se si è fortunati si può anche vedere dalla la tua barca i delfini nuotare
Tratto da Viaggi Giamaica e Cultura. com
I lavoratori Inde fessi
Questa è la storia di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C'era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno l'avrebbe fatto.
Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece.
Qualcuno si arrabbiò perchè era un lavoro di Ognuno.
Ognuno pensò che Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l'avrebbe fatto.
Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perchè Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
Proverbio cinese
C'era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno l'avrebbe fatto.
Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece.
Qualcuno si arrabbiò perchè era un lavoro di Ognuno.
Ognuno pensò che Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l'avrebbe fatto.
Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perchè Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
Proverbio cinese
La comunicazione ,scintilla della civiltà
"Se due persone si scambiano un dollaro,
si ritrovano con un dollaro a testa,
se si scambiano un'idea,
si ritrovano con due idee a testa".
Thomas Jefferson
Thomas Jefferson
Il tempo
"Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi. Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle".
(T.Terzani)
Lo strano caso della morte di Albino Luciani
Il 26 Agosto del 1978 Albino Luciani fu eletto Papa e successore di Paolo VI.
In Vaticano, parecchie persone non erano contente dell’elezione di Luciani al soglio pontificio ma, forse, il più scontento di tutti era monsignor Marcinkus che fino all’ultimo istante aveva sperato nell’elezione del candidato Giuseppe Siri.
Ma chi era questo Marcinkus? Era una delle pedine fondamentali di quella partita a scacchi che da anni si giocava fra Vaticano e grandi banche e che metteva in palio la possibilità di vedere il proprio capitale aumentare sempre di più .
Marcinkus era il più alto in grado all’interno dello I.O.R., l’Istituto per le Opere Religiose. Egli intuì immediatamente i pericoli dell’elezione di questo pontefice che, sin dai suoi primi discorsi, aveva lasciato chiaramente intendere di voler far tornare la chiesa cattolica a quegli ideali di carità cristiana propri del cristianesimo antico, rinunciando alle ricchezze superflue che troppo avevano distolto gli uomini di chiesa dai propri sacri compiti. Figuratevi il capo della banca vaticana come avrebbe mai potuto vedere un tipo del genere sul più alto gradino del proprio stato…
Marcinkus diceva ai suoi colleghi: "Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno" Su due punti Luciani sembrava irremovibile: l’iscrizione degli ecclesiastici alle logge deviate della massoneria, e l’uso del denaro della chiesa alla stregua di una banca qualunque . E l’irritazione del Papa peggiorava al solo sentire nominare personaggi come Calvi e Sindona dei quali aveva saputo qualcosa facendo discrete indagini . In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla P2, la massoneria deviata di Licio Gelli, buona parte dei quali erano del Vaticano. La lista era stata diffusa da un piccolo periodico «O.P. Osservatore Politico» di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Albino Luciani in circostanze mai chiarite. Secondo molti, O.P. era una sorta di «strumento di comunicazione» adoperato dai servizi segreti italiani per far arrivare messaggi all’ambiente politico. Pecorelli, tra l’altro, era legato a filo doppio con Gelli come lo erano Sindona e Calvi Ma, tornando alla lista ecclesiastico-massonica, questa comprendeva, fra gli altri, i nomi di: Jean Villot (Segretario di Stato, matr. 041/3, iniziato a Zurigo il 6/8/66, nome in codice Jeanni), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano, matr. 41/076, 28/9/57, Casa), Paul Marcinkus (43/649, 21/8/67, Marpa), il vicedirettore de «L’osservatore Romano» don Virgilio Levi (241/3, 4/7/58, Vile), Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana, 42/58, 21/6/57, Turo). Di Albino Luciani cominciò a circolare per la curia l’immagine di uomo poco adatto all’incarico, troppo «puro di cuore», troppo semplice per la complessità dell’apparato che doveva governare.
La morte subitanea, dopo trentatre giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In questo modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso?[8] Fu detto all’inizio che Luciani era stato trovato morto con in mano il libro «l’imitazione di Cristo», successivamente il libro si trasformò in fogli di appunti, quindi in un discorso da tenere ai gesuiti ed infine, qualche versione ufficiosa volle che tra le sue mani ci fosse l’elenco delle nomine che il Papa intendeva rendere pubbliche il giorno dopo.[9] Dapprima, l’ora della morte fu fissata verso le 23 e, quindi, posticipata alle 4 del mattino. Secondo le prime informazioni, il corpo senza vita era stato trovato da uno dei segretari personali del Papa, dopo circolò la voce che a scoprirlo fosse stata una delle suore che lo assistevano. C’erano veramente motivi per credere che qualcosa non andasse per il verso giusto. Qualcuno insinuò che forse sarebbe stato il caso di eseguire un’autopsia e questa voce, dapprima sussurrata, arrivò ad essere gridata dalla stampa italiana e da una parte del clero. Naturalmente l’autopsia non venne mai eseguita ed i dubbi permangono ancora oggi.
Di questo argomento si occuperà approfonditamente l’inglese David Yallop, convinto della morte violenta di Giovanni Paolo I. Il libro dello scrittore inglese passa in rassegna tutti gli elementi di quel fatidico 1978 fino a sospettare sei persone dell’omicidio di Albino Luciani: il Segretario di Stato Jean Villot (foto a destra), il cardinale di Chicago John Cody, il presidente dello I.O.R. Marcinkus, il banchiere Michele Sindona, il banchiere Roberto Calvi e Licio Gelli maestro venerabile della Loggia P2.
Secondo Yallop, Gelli decise l’assassinio, Sindona e Calvi avevano buone ragioni per desiderare la morte del Papa ed avevano le capacità ed i mezzi per organizzarlo, Marcinkus sarebbe stato il catalizzatore dell’operazione mentre Cody (strettamente legato a Marcinkus) era assenziente in quanto Luciani era intenzionato ad esonerarlo dalla sede di Chicago perché per motivi finanziari si era attirato le attenzioni non solo della sua chiesa ma addirittura della giustizia cittadina e della corte federale. Villot, infine, avrebbe facilitato materialmente l’operazione La ricostruzione fatta da Yallop degli affari di Sindona, di Calvi, di Gelli e dello I.O.R., conduce inevitabilmente all’eliminazione del Papa. Il lavoro investigativo di Yallop è buono e non si può non tener conto di tale lavoro soprattutto considerando il fatto che troppi sono i dubbi inerenti le ultime ore di vita del Papa. Perché e soprattutto chi ha fatto sparire dalla camera del Papa i suoi oggetti personali? Dalla stanza di Luciani scompariranno gli occhiali, le pantofole, degli appunti ed il flacone del medicinale Efortil. La prima autorità di rango ad entrare nella stanza del defunto fu proprio Villot, accompagnato da suor Vincenza (la stessa che ogni mattina portava una tazzina di caffè al Papa) che verosimilmente fu l’autrice materiale di quella sottrazione. Perché la donna si sarebbe adoperata con tanta solerzia per far sparire gli oggetti personali di Luciani? Perché quegli oggetti dovevano sparire? Domande destinate a restare senza risposta anche in considerazione del fatto che la diretta interessata è passata a miglior vita. Una curiosità per chiudere l’argomento: sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il mondo» aperta su di un’inchiesta che il periodico stava conducendo dal titolo: «Santità...è giusto?» che trattava, sotto forma di lettera aperta al pontefice, il tema delle esportazioni e delle operazioni finanziarie della banca Vaticana. «E’ giusto...» recita l’articolo «...che il Vaticano operi sui mercati di tutto il mondo come un normale speculatore? E’ giusto che abbia una banca con la quale favorisce di fatto l’esportazione di capitali e l’evasione fiscale di italiani?»
Marcinkus diceva ai suoi colleghi: "Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno" Su due punti Luciani sembrava irremovibile: l’iscrizione degli ecclesiastici alle logge deviate della massoneria, e l’uso del denaro della chiesa alla stregua di una banca qualunque . E l’irritazione del Papa peggiorava al solo sentire nominare personaggi come Calvi e Sindona dei quali aveva saputo qualcosa facendo discrete indagini . In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla P2, la massoneria deviata di Licio Gelli, buona parte dei quali erano del Vaticano. La lista era stata diffusa da un piccolo periodico «O.P. Osservatore Politico» di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Albino Luciani in circostanze mai chiarite. Secondo molti, O.P. era una sorta di «strumento di comunicazione» adoperato dai servizi segreti italiani per far arrivare messaggi all’ambiente politico. Pecorelli, tra l’altro, era legato a filo doppio con Gelli come lo erano Sindona e Calvi Ma, tornando alla lista ecclesiastico-massonica, questa comprendeva, fra gli altri, i nomi di: Jean Villot (Segretario di Stato, matr. 041/3, iniziato a Zurigo il 6/8/66, nome in codice Jeanni), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano, matr. 41/076, 28/9/57, Casa), Paul Marcinkus (43/649, 21/8/67, Marpa), il vicedirettore de «L’osservatore Romano» don Virgilio Levi (241/3, 4/7/58, Vile), Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana, 42/58, 21/6/57, Turo). Di Albino Luciani cominciò a circolare per la curia l’immagine di uomo poco adatto all’incarico, troppo «puro di cuore», troppo semplice per la complessità dell’apparato che doveva governare.
La morte subitanea, dopo trentatre giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In questo modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso?[8] Fu detto all’inizio che Luciani era stato trovato morto con in mano il libro «l’imitazione di Cristo», successivamente il libro si trasformò in fogli di appunti, quindi in un discorso da tenere ai gesuiti ed infine, qualche versione ufficiosa volle che tra le sue mani ci fosse l’elenco delle nomine che il Papa intendeva rendere pubbliche il giorno dopo.[9] Dapprima, l’ora della morte fu fissata verso le 23 e, quindi, posticipata alle 4 del mattino. Secondo le prime informazioni, il corpo senza vita era stato trovato da uno dei segretari personali del Papa, dopo circolò la voce che a scoprirlo fosse stata una delle suore che lo assistevano. C’erano veramente motivi per credere che qualcosa non andasse per il verso giusto. Qualcuno insinuò che forse sarebbe stato il caso di eseguire un’autopsia e questa voce, dapprima sussurrata, arrivò ad essere gridata dalla stampa italiana e da una parte del clero. Naturalmente l’autopsia non venne mai eseguita ed i dubbi permangono ancora oggi.
Di questo argomento si occuperà approfonditamente l’inglese David Yallop, convinto della morte violenta di Giovanni Paolo I. Il libro dello scrittore inglese passa in rassegna tutti gli elementi di quel fatidico 1978 fino a sospettare sei persone dell’omicidio di Albino Luciani: il Segretario di Stato Jean Villot (foto a destra), il cardinale di Chicago John Cody, il presidente dello I.O.R. Marcinkus, il banchiere Michele Sindona, il banchiere Roberto Calvi e Licio Gelli maestro venerabile della Loggia P2.
Secondo Yallop, Gelli decise l’assassinio, Sindona e Calvi avevano buone ragioni per desiderare la morte del Papa ed avevano le capacità ed i mezzi per organizzarlo, Marcinkus sarebbe stato il catalizzatore dell’operazione mentre Cody (strettamente legato a Marcinkus) era assenziente in quanto Luciani era intenzionato ad esonerarlo dalla sede di Chicago perché per motivi finanziari si era attirato le attenzioni non solo della sua chiesa ma addirittura della giustizia cittadina e della corte federale. Villot, infine, avrebbe facilitato materialmente l’operazione La ricostruzione fatta da Yallop degli affari di Sindona, di Calvi, di Gelli e dello I.O.R., conduce inevitabilmente all’eliminazione del Papa. Il lavoro investigativo di Yallop è buono e non si può non tener conto di tale lavoro soprattutto considerando il fatto che troppi sono i dubbi inerenti le ultime ore di vita del Papa. Perché e soprattutto chi ha fatto sparire dalla camera del Papa i suoi oggetti personali? Dalla stanza di Luciani scompariranno gli occhiali, le pantofole, degli appunti ed il flacone del medicinale Efortil. La prima autorità di rango ad entrare nella stanza del defunto fu proprio Villot, accompagnato da suor Vincenza (la stessa che ogni mattina portava una tazzina di caffè al Papa) che verosimilmente fu l’autrice materiale di quella sottrazione. Perché la donna si sarebbe adoperata con tanta solerzia per far sparire gli oggetti personali di Luciani? Perché quegli oggetti dovevano sparire? Domande destinate a restare senza risposta anche in considerazione del fatto che la diretta interessata è passata a miglior vita. Una curiosità per chiudere l’argomento: sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il mondo» aperta su di un’inchiesta che il periodico stava conducendo dal titolo: «Santità...è giusto?» che trattava, sotto forma di lettera aperta al pontefice, il tema delle esportazioni e delle operazioni finanziarie della banca Vaticana. «E’ giusto...» recita l’articolo «...che il Vaticano operi sui mercati di tutto il mondo come un normale speculatore? E’ giusto che abbia una banca con la quale favorisce di fatto l’esportazione di capitali e l’evasione fiscale di italiani?»
Le elezioni sono alle porte e i politici sono attaccati agli specchi
DUE O TRE COSE SULLE ELEZIONI ITALIANE E SUL TENTATIVO DI TRUFFARE L’INTERA NAZIONE DELLE REPUBBLICA ITALIANA
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI Libero pensiero
Basterebbe un’argomentazione elementare come la seguente.
“ma se Grillo –come sostengono i sondaggi offerti da Rai mediaset e La7 e dall’intera cupola mediatica- è dato tra un 18 e un 20%, qual è il problema per un partito come il PD che prende il 30% e per un PDL che, superata la buriana, è accreditato con un potenziale 20/25%?”.
Non dovrebbe esserci alcun problema.
E invece c’è.
Come mai? Leggiamo insieme le statistiche.
Ci dicono che attualmente i sondaggi offrono la seguente prospettiva:
PD: 30%
M5S: 20%
PDL: 18%
Udc: 7%
Lega Nord: 4,5%
Tutti gli altri irrilevanti in quanto Idv e Sel si sono suicidati (o sono stati suicidati) per motivi noti e FLI e Api e altra robbetta non esistono più.
Se non per quei quattro squancheri che cercano di arabbattare ancora qualche briciola di privilegio acquisito; ormai sopravvivono soltanto sulle loro pagine squallide di facebook e sulla lista degli stipendiati vip doc..
Facciamo un po’ di calcoli.
Questi dati offerti al pubblico italiano vanno letti ed elaborati in maniera inter-attiva e non vanno presi in forma passiva.
L’istituto di sociologia dell’Università di Zurigo (arbitro attendibile) ci segnala che in Italia (se si andasse a votare domani mattina) ci sono 44.442.000 elettori.
Di questi, sommando astenuti, bianche, nulle e indecisi di cui non è chiara l’opinione e quindi “statisticamente” va considerata neutra e non valida la loro scelta, si arriva al 58%.
Quindi la conta (secondo loro) va fatta sul 42% dei voti, pari a 17 milioni di voti validi.
Il PD, quindi, prenderebbe 5 milioni di voti, ciò che corrisponderebbe al presupposto 30%.
Sempre secondo questa lettura, il M5S ne prenderebbe invece 3 di milioni.
Il PDL ne prenderebbe circa 2,8.
L’Udc ne prenderebbe forse 1 milione e la Lega Nord non arriva a 500 mila voti.
Il che, di per sé, è già una catastrofe per tutti loro.
Si dà il caso, però, che gli stessi sondaggisti (LE STESSE IDENTICHE SOCIETA’) se richiesti del loro parere, su altri algoritmi matematici applicati, che rispondono alla domanda “di quanti milioni di voti è potenzialmente accreditato il M5S?” rispondono amenamente che a livello nazionale si aggira intorno ai 6 milioni di voti, ovverossia IL 100% DI VOTI IN PIU’ DI QUELLI PRESENTATI NEI SONDAGGI UFFICIALI.
Il che (sempre applicando la loro logica) dovrebbe corrispondere a circa il 36% dei voti e non più il 18%.
Ovverossia molto vicino alla soglia del 40/42%.
Ohibò! Questo vuol dire che allora per la cupola mediatica e per i partiti la matematica è una opinione personale? Il trucco è elementare.
I sondaggi si basano sul 48% degli elettori e su quelli il M5S risulta intorno ai 3 milioni.
Ma poiché un successivo calcolo con diverso algoritmo rivela che il M5S ne prenderebbe invece 6 di milioni, allora, qual è la risposta degli statistici? Semplice, mi ha spiegato un matematico svizzero che fa questo di mestiere: “Il dato degli indecisi e degli astenuti può essere calcolato se vengono poste delle determinate domande che noi matematici definiamo strategicamente emergenti, è il pane degli esperti di statistica psicometrica, quelli che redigono i test.
Tanto per fare un esempio chiaro: alla domanda “scusi lei preferisce le uova sfrittellate o alla coque?” l’intervistato si sente tranquillo, sereno, nient’affatto minacciato, e risponde con sincerità e per istinto.
Lui/lei non sa che quella domanda cela un trucco subliminale ed è l’unica tra le 50 domande poste che davvero conta, perché noi matematici sappiamo che chi voterebbe M5S mangia sempre e soltanto l’uovo alla coque, mentre chi vota PD e PDL ama invece le uova sfrittellate.
Complessi studi di psicologia comportamentale sulla composizione dell’elettorato italiano ce l’hanno dimostrato e noi per questo motivo facciamo quella specifica domanda; anzi, dirò di più: l’intero sondaggio ruota solo e soltanto su quella domanda.
In tutte le democrazie i sondaggi si fanno contando anche la volontà degli indecisi e di quella sezione di astenuti che sono “tentennanti”, cioè “vorrebbero ma non sanno”.
In Usa si fa così. Obama era dato vincente a condizione che il 18% dei tentennanti fosse andato a votare.
Evento che si è verificato perché i militanti democratici li sono andati a prendere a casa per portarli al seggio.
Tornando all’Italia risulta che tra “i tentennanti” il 92% voterebbe per Grillo. Questo deriva dall’applicazione di un algoritmo psicologico che ci rivela come il votante PD e PDL sia un garantito, ovvero non ha dubbi.
Sugli indecisi e i tentennanti, il M5S fa il pieno certo.
E lì Beppe Grillo pesca un sicuro, successivo trend di altri 3 milioni, che lo situa al primo posto assoluto, in questo momento, come dato finale della conta dei voti, che non sarebbe più il 52% dei votanti (come mostra un sondaggio limitato ed è quello di solito offerto nelle TV) bensì il 65% che si basa, invece, su un dato realistico, quindi probabile, il che, per noi matematici, corrisponde a una lettura reale attendibile.
Di quel 13% che alla fine si esprimerà, il pieno lo fa la lista di Grillo”. Ecco perché sono andati nel pallone e non sanno che pesci prendere.
Loro hanno i sondaggi veri. Ed è probabile (per non dire “è quasi certo”) che siano questi sondaggi veri che il pragmatico Berlusconi ha sbattuto in faccia ai suoi richiamandoli alla realtà.
Deve essersi sentito anche preso in giro e deve averli sbatacchiati per benino prendendoli a calci.
Le proveranno tutte, ma proprio tutte.
La classe politica consociativa che mal ci rappresenta non riesce a comprendere che gli italiani cominciano a capire –finalmente- chi siano i propri delegati e –giustamente- non si fidano più di loro.
Tanto più si arrabattano e tentano truffe, tanto peggio andrà per loro.
Tutto ciò non è mica basato sul fatto che la gente muore dalla voglia di aderire al programma di Grillo che neppure c’è.
Non esiste neppure la curiosità di sapere quale possa essere, questo è il bello.
Beppe Grillo è la variante pacifica e pacifista, versione post-moderna mediatica, della ghigliottina francese del 1789.
Lui, infatti, spinge per una “modificazione mentale dell’approccio” e del programma se ne frega. Lì sta il bello. Perchè una cosa è certa: il 100% degli italiani ha capito di essere vittima di un inganno.
Chi voterà per PD, PDL, UDC e Lega Nord, appartiene a quel settore garantito che è protetto dalle burocrazie centrali dei partiti, che è sorretto dai capi-bastone, che è alimentato dalla fondazioni bancarie, che è coccolato e vezzeggiato dai sindacati compiacenti, dalle associazioni locali e dalla cupola mediatica foraggiata dalle sovvenzioni statali, regionali, provinciali e comunali grazie alle delibere dei politici eletti in quei partiti.
Sanno di essere truffati, ma per loro va bene uguale, sono deboli, fragili, cinici, e votano per i loro padroni turandosi il naso.
E’ comprensibile. Il disagio e il bisogno sono reali.
Così stanno le cose. I conti ai partiti non tornano più.
Hanno depenalizzato la truffa in bilancio, hanno in pratica abolito lo Stato di Diritto, si sono asserragliati a difesa delle rendite parassitarie di posizione e quindi raccolgono ciò che hanno seminato: una mentalità truffaldina, una atroce solitudine sociale, uno scollamento totale dalla realtà autentica delle esistenze del popolo italiano.
A me sembra la sceneggiatura della versione post-moderna di “Toto truffa”. Ma i protagonisti non sono simpatiche maschere come Toto e Peppino De Filippo.
Sono tenebre mummie di una civiltà al collasso. Lo sanno anche i bambini ormai.
State accorti e non fatevi fregare.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI Libero pensiero
Basterebbe un’argomentazione elementare come la seguente.
“ma se Grillo –come sostengono i sondaggi offerti da Rai mediaset e La7 e dall’intera cupola mediatica- è dato tra un 18 e un 20%, qual è il problema per un partito come il PD che prende il 30% e per un PDL che, superata la buriana, è accreditato con un potenziale 20/25%?”.
Non dovrebbe esserci alcun problema.
E invece c’è.
Come mai? Leggiamo insieme le statistiche.
Ci dicono che attualmente i sondaggi offrono la seguente prospettiva:
PD: 30%
M5S: 20%
PDL: 18%
Udc: 7%
Lega Nord: 4,5%
Tutti gli altri irrilevanti in quanto Idv e Sel si sono suicidati (o sono stati suicidati) per motivi noti e FLI e Api e altra robbetta non esistono più.
Se non per quei quattro squancheri che cercano di arabbattare ancora qualche briciola di privilegio acquisito; ormai sopravvivono soltanto sulle loro pagine squallide di facebook e sulla lista degli stipendiati vip doc..
Facciamo un po’ di calcoli.
Questi dati offerti al pubblico italiano vanno letti ed elaborati in maniera inter-attiva e non vanno presi in forma passiva.
L’istituto di sociologia dell’Università di Zurigo (arbitro attendibile) ci segnala che in Italia (se si andasse a votare domani mattina) ci sono 44.442.000 elettori.
Di questi, sommando astenuti, bianche, nulle e indecisi di cui non è chiara l’opinione e quindi “statisticamente” va considerata neutra e non valida la loro scelta, si arriva al 58%.
Quindi la conta (secondo loro) va fatta sul 42% dei voti, pari a 17 milioni di voti validi.
Il PD, quindi, prenderebbe 5 milioni di voti, ciò che corrisponderebbe al presupposto 30%.
Sempre secondo questa lettura, il M5S ne prenderebbe invece 3 di milioni.
Il PDL ne prenderebbe circa 2,8.
L’Udc ne prenderebbe forse 1 milione e la Lega Nord non arriva a 500 mila voti.
Il che, di per sé, è già una catastrofe per tutti loro.
Si dà il caso, però, che gli stessi sondaggisti (LE STESSE IDENTICHE SOCIETA’) se richiesti del loro parere, su altri algoritmi matematici applicati, che rispondono alla domanda “di quanti milioni di voti è potenzialmente accreditato il M5S?” rispondono amenamente che a livello nazionale si aggira intorno ai 6 milioni di voti, ovverossia IL 100% DI VOTI IN PIU’ DI QUELLI PRESENTATI NEI SONDAGGI UFFICIALI.
Il che (sempre applicando la loro logica) dovrebbe corrispondere a circa il 36% dei voti e non più il 18%.
Ovverossia molto vicino alla soglia del 40/42%.
Ohibò! Questo vuol dire che allora per la cupola mediatica e per i partiti la matematica è una opinione personale? Il trucco è elementare.
I sondaggi si basano sul 48% degli elettori e su quelli il M5S risulta intorno ai 3 milioni.
Ma poiché un successivo calcolo con diverso algoritmo rivela che il M5S ne prenderebbe invece 6 di milioni, allora, qual è la risposta degli statistici? Semplice, mi ha spiegato un matematico svizzero che fa questo di mestiere: “Il dato degli indecisi e degli astenuti può essere calcolato se vengono poste delle determinate domande che noi matematici definiamo strategicamente emergenti, è il pane degli esperti di statistica psicometrica, quelli che redigono i test.
Tanto per fare un esempio chiaro: alla domanda “scusi lei preferisce le uova sfrittellate o alla coque?” l’intervistato si sente tranquillo, sereno, nient’affatto minacciato, e risponde con sincerità e per istinto.
Lui/lei non sa che quella domanda cela un trucco subliminale ed è l’unica tra le 50 domande poste che davvero conta, perché noi matematici sappiamo che chi voterebbe M5S mangia sempre e soltanto l’uovo alla coque, mentre chi vota PD e PDL ama invece le uova sfrittellate.
Complessi studi di psicologia comportamentale sulla composizione dell’elettorato italiano ce l’hanno dimostrato e noi per questo motivo facciamo quella specifica domanda; anzi, dirò di più: l’intero sondaggio ruota solo e soltanto su quella domanda.
In tutte le democrazie i sondaggi si fanno contando anche la volontà degli indecisi e di quella sezione di astenuti che sono “tentennanti”, cioè “vorrebbero ma non sanno”.
In Usa si fa così. Obama era dato vincente a condizione che il 18% dei tentennanti fosse andato a votare.
Evento che si è verificato perché i militanti democratici li sono andati a prendere a casa per portarli al seggio.
Tornando all’Italia risulta che tra “i tentennanti” il 92% voterebbe per Grillo. Questo deriva dall’applicazione di un algoritmo psicologico che ci rivela come il votante PD e PDL sia un garantito, ovvero non ha dubbi.
Sugli indecisi e i tentennanti, il M5S fa il pieno certo.
E lì Beppe Grillo pesca un sicuro, successivo trend di altri 3 milioni, che lo situa al primo posto assoluto, in questo momento, come dato finale della conta dei voti, che non sarebbe più il 52% dei votanti (come mostra un sondaggio limitato ed è quello di solito offerto nelle TV) bensì il 65% che si basa, invece, su un dato realistico, quindi probabile, il che, per noi matematici, corrisponde a una lettura reale attendibile.
Di quel 13% che alla fine si esprimerà, il pieno lo fa la lista di Grillo”. Ecco perché sono andati nel pallone e non sanno che pesci prendere.
Loro hanno i sondaggi veri. Ed è probabile (per non dire “è quasi certo”) che siano questi sondaggi veri che il pragmatico Berlusconi ha sbattuto in faccia ai suoi richiamandoli alla realtà.
Deve essersi sentito anche preso in giro e deve averli sbatacchiati per benino prendendoli a calci.
Le proveranno tutte, ma proprio tutte.
La classe politica consociativa che mal ci rappresenta non riesce a comprendere che gli italiani cominciano a capire –finalmente- chi siano i propri delegati e –giustamente- non si fidano più di loro.
Tanto più si arrabattano e tentano truffe, tanto peggio andrà per loro.
Tutto ciò non è mica basato sul fatto che la gente muore dalla voglia di aderire al programma di Grillo che neppure c’è.
Non esiste neppure la curiosità di sapere quale possa essere, questo è il bello.
Beppe Grillo è la variante pacifica e pacifista, versione post-moderna mediatica, della ghigliottina francese del 1789.
Lui, infatti, spinge per una “modificazione mentale dell’approccio” e del programma se ne frega. Lì sta il bello. Perchè una cosa è certa: il 100% degli italiani ha capito di essere vittima di un inganno.
Chi voterà per PD, PDL, UDC e Lega Nord, appartiene a quel settore garantito che è protetto dalle burocrazie centrali dei partiti, che è sorretto dai capi-bastone, che è alimentato dalla fondazioni bancarie, che è coccolato e vezzeggiato dai sindacati compiacenti, dalle associazioni locali e dalla cupola mediatica foraggiata dalle sovvenzioni statali, regionali, provinciali e comunali grazie alle delibere dei politici eletti in quei partiti.
Sanno di essere truffati, ma per loro va bene uguale, sono deboli, fragili, cinici, e votano per i loro padroni turandosi il naso.
E’ comprensibile. Il disagio e il bisogno sono reali.
Così stanno le cose. I conti ai partiti non tornano più.
Hanno depenalizzato la truffa in bilancio, hanno in pratica abolito lo Stato di Diritto, si sono asserragliati a difesa delle rendite parassitarie di posizione e quindi raccolgono ciò che hanno seminato: una mentalità truffaldina, una atroce solitudine sociale, uno scollamento totale dalla realtà autentica delle esistenze del popolo italiano.
A me sembra la sceneggiatura della versione post-moderna di “Toto truffa”. Ma i protagonisti non sono simpatiche maschere come Toto e Peppino De Filippo.
Sono tenebre mummie di una civiltà al collasso. Lo sanno anche i bambini ormai.
State accorti e non fatevi fregare.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Le muse
Le Muse, divinità minori appartenenti al dio Apollo. Erano nove sorelle, giovani e bellissime, figlie di Zeus e di Mnemosine, che in greco significa memoria, nate ai piedi dell'Olimpo. Abitavano l'Olimpo,ma preferivano il Parnaso, dove amavano suonare, cantare e danzare per il dio Apollo. Ognuna di esse aveva le sue peculiarità. « Le Muse hanno un posto altissimo, anzi unico, nella gerarchia divina. Son dette figlie di Zeus, nate da Mnemosine, la Dea della memoria; ma ciò non è tutto, ché ad esse, e ad esse soltanto, è riservato portare, come il padre stesso degli Dei, l'appellativo di olimpiche, appellativo col quale si usava onorare sì gli Dei in genere, ma -almeno originariamente- nessun Dio in particolare, fatta appunto eccezione per Zeus e le Muse »
Callìope, dalla bella voce, la musa della poesia epica, a cui è attribuito lo stilo e una tavoletta spalmata di cera.
Clio, colei che rende celebri, era l'ispiratrice della storia e veniva rappresentata con un rotolo di carta in mano.
Eràto, che provoca desiderio, era la musica della poesia lirica, soprattutto quella dell'amore, e della mimica e aveva il capo coronato da mirti e rose.
Euterpe, colei che rallegra, proteggeva la musica della poesia lirica e aveva in mano un flauto.-
Polimnìa,
dai molti inni, era la musa degli inni civili e religiosi e dell'oratoria.-
-Talìa, festiva, presiedeva la commedia, la poesia giocosa e l'idillio ed era rappresentata con una maschera comica in una mano e nell'altra un bastone da pastore, in testa aveva una corona di edere.
Tersicòre, che si diletta nella danza, era la musa della danza e della poesia corale, aveva in mano una lira e il plettro e sul capo una ghirlanda di fiori.-
Urània, la celeste, era la musa dell'astronomia e aveva in mano il mappamondo e un compasso.
Le muse erano coloro che avevano insegnato il famoso indovinello alla sfinge il mostro generato da Echidna avuto da Tifone, che proponeva ai Tebani che passavano per il monte Fichio
Tu sei l'artista della tua vita
Tu sei l’artista della tua vita. I tuoi pensieri dipingono il mondo con i pennelli dei sentimenti e delle emozioni. Ogni pennellata è un’azione che fai nella tua vita. Ti auguro che per ogni tela che dipingi tu possa dare colore alla tua vita.