Mu - Lemuria continente scomparso

Tra bianche spiagge, acque cristalline, natura incontaminata questo oceano che apparentemente non ha molto da offrire agli archeologi e storici, fatta eccezione per l’isola di Pasqua, racchiude in realtà una storia particolare, molto più antica di quanto possiamo pensare. Proprio qui infatti gira l’ormai nota leggenda del famoso continente di Mu che un po’ di secoli fa avrebbe ospitato una civiltà rinomata e tecnologicamente avanzata per l’epoca ma che purtroppo, non si sa bene come, sia da un giorno all’altra scomparsa: chi protende per una autodistruzione causata dalla loro stessa tecnologia e chi protende per cataclismi naturali che la avrebbero inabissata. Tra le tante leggende ce n’è una in particolare proveniente dalle isole Caroline dove, ancora una volta, sono protagonisti misteriosi “uomini bianchi con strani arti di magia ”.
Questa leggenda che pone serie domande su che cosa intendessero i polinesiani dell’epoca per strani arti di magia, barche lucenti, navi volanti ecc. viene, come abbiamo detto, dall’ isola di Ponphei che si trova nell’arcipelago delle Senyavin (Caroline), apparentemente un luogo poco archeologico per il profano ma, se guardiamo bene, a detta dell’autore ci sono rovine ciclopiche sorprendenti tra cui un tempio di basalto le cui mura superano i 10 m di altezza circondate da alte rovine e da un labirinto di terrazze e canali. Considerando quindi quanto dice la leggenda: gli uomini bianchi, le barche lucenti, isole che nascono dal nulla barche che volano e le rovine ancora nascoste dalla natura del Pacifico, possiamo dire di trovarci di fronte a un vero e proprio rompicapo dell’antichità di cui è difficile ricostruirne ogni pezzo dato che gli elementi a disposizione non sono tanti e anche quelli che ci sono portano notizie di avvenimenti degni più che altro di una società alla 2001 Odissea nello spazio, piuttosto che di una società della clava e della pietra come si suole definire le più primitive civiltà. Sebbene il materiale storico e archeologico tenda a scarseggiare nell’area del Pacifico per la ricostruzione delle fonti.
Tuttavia, nel continente Asiatico, troviamo stranamente degli elementi archeologici collegabili direttamente con Mu che permettono se non completamente almeno in parte di fare un po’ di luce su questa terra dell’antichità; infatti, il giornalista italiano Gianni Lucarini ci riporta la notizia di un’interessante scoperta archeologica avvenuta in Asia collegabile con l’antica civiltà in questione. Egli ci racconta che nel deserto del Gobi, una regione come sappiamo alquanto desolata, fu ritrovata da parte dell’archeologo sovietico Koslow una misteriosa città molto antica chiamata Khara Khota risalente a circa 5000 anni A .C. Apparentemente, non sembrava avere nulla di eccezionale ma, continuando gli scavi, trovarono resti che risalivano addirittura a 18.000 anni fa e, insieme a queste, una strana pittura murale raffigurante due giovani sovrani e un emblema al cui centro vi era una lettera simile a M ; il tutto inscritto in un cerchio diviso in quattro parti.
La leggenda degli uomini con le barche lucenti, la scoperta di Koslow, le tavolette e i bassorilievi di Churchward con le sue leggende pongono nuove e soprattutto diverse ipotesi al riguardo del continente, infatti: come mai tanti riferimenti si trovano in Asia piuttosto che nel Pacifico? Chi erano quegli uomini biondi con le barche lucenti? Che cosa era la stella di Bal? Perchè le tavolette riportano una diversa collocazione del continente di Mu (Nell’Atlantico piuttosto che nel Pacifico)? Una ipotetica risposta potrebbe essere spiegata con la teoria formulata da parte di alcuni ricercatori alcuni anni fa che ipotizzarono che in tempi antichi Mu fosse stato un grandissimo impero esteso su tutta la terra, tecnologicamente avanzato, dotato di uomini dalle doti eccezionali e che avrebbe avuto la sua capitale in una città proprio dell’Asia centro-orientale (approssimativamente vicino al deserto del Gobi ), ma che, per motivi naturali o per motivi “tecnologici”( forse la stella di Bal era una bomba nucleare?), abbia perso due delle terre che facevano parte del suo impero: una terra nel Pacifico e una nell’Atlantico, identificate dagli studiosi come Mu e Atlantide e, in seguito a questo disastro, una vero e proprio regno di decadenza che l’avrebbe portata definitivamente alla cancellazione e alla dimenticanza. Forse è un’ipotesi molto azzardata, forse la verità è un’altra ma le continue ricerche, le leggende che parlano di terre favolose dove vivevano umani sorprendenti che facevano grandi cose, che usavano mezzi alquanto insoliti per l’epoca, che fluttuavano nell’aria, che compivano insomma dei veri e propri miracoli, ci permettono appieno di porre quante più teorie possibili senza problemi.

Il cane senza pelo messicano

Lo xoloitzcuintli (detto anche xolo, o cane nudo messicano) Prima dell’arrivo degli spagnoli, i cani erano animali da compagnia molto apprezzati nella Mesoamerica. Alcuni venivano sepolti insieme ai loro padroni, come ‘compagni nell’aldilà’. Gli xolo occupavano un posto speciale nella società. Venivano loro attribuite virtù curative. Sì, chi soffriva di reumatismi sembrava trarre beneficio dallo stare a contatto con questo piccolo compagno dalla pelle molto calda. E naturalmente, uno xolo poteva anche tenere caldi i piedi del padrone in una notte fredda! Oggi molti considerano lo xolo l’animale da compagnia ideale. Al pari di molte altre razze, gli xolo si possono addestrare e possono avere varie taglie: ce n’è anche una varietà nana. Soprattutto, l’assenza del pelo evita il problema delle pulci e li rende ideali per chi soffre di allergia. Prendersi cura di uno xolo è molto facile. Per mantenere morbida la sua pelle bisogna applicarvi di tanto in tanto della crema o qualche olio. “Basta un minuto per fargli il bagno”, “e dopo due minuti è già asciutto”. Fino a non molto tempo fa lo xolo era considerato una specie a rischio di estinzione, ma si è fatto molto per salvaguardarlo. Oggi questi cani non si trovano solo in Messico ma anche in altri paesi come il Perú e gli Stati Uniti. Allora, vi piacerebbe vedere uno xoloitzcuintli? Se un giorno vi capiterà l’occasione di vederne uno, non dimenticherete questo cane singolare. In realtà la temperatura corporea dello xolo non è molto più alta di quella di qualunque altro cane; al tatto, però, lo xolo sembra più caldo a motivo della mancanza di pelo.

Mimetizzazione... :-)

Un capitano della marina militare sta navigando in tempi di guerra. Fa cenno al mozzo di avvicinarsi e gli ordina: "Portami la camicia rossa, per favore".
Il ragazzo ubbidisce, ma chiede curioso al capitano: "Come mai vuole la camicia rossa?"
"Semplice", risponde il capitano, "Così se mi colpiscono nessuno vede il sangue!"
Il giorno dopo il mozzo si avvicina al capitano e gli annuncia: "Ci sono cinquanta navi nemiche all'orizzonte!"
E il capitano risponde: "Portami subito i pantaloni marroni!"

Hotel sfera

Sembra una bolla di schiuma, che il mare abbia lasciato sulla scogliera... o un'astronave che vi si sia incastrata nell'atterraggio... E' il progetto dell'Hotel Sfera, che sarà situato tra Dubai e Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, a 300 metri dalla spiaggia di un'isola artificiale. Futuristica e molto ambiziosa l'idea della designer russa Milla Rezanova, come lo sarà la realizzazione, l'hotel infatti verrà letteralmente incastonato nella scogliera. Gli interni e il design di camere e hall saranno contemporanei e meravigliosamente lussuosi, almeno come gli ospiti che arriveranno esclusivamente in elicottero, si aspetteranno di trovare. Il concetto, nasce come è facile immaginare, dall'idea di fornire un luogo impenetrabile ai comuni mortali, un eremo extra lusso con una impareggiabile vista sull'oceano . Non si sa ancora quando verrà completato, il prototipo avrà 200 camere a tema e promette di strabiliare i pochi eletti che ne potranno usufruire.

Unghie lunghe 6mt

Artigli delle mani lunghi sei metri E' la donna con le unghie più lunghe del mondo. Un primato che coltiva da 18 anni e che ha permesso alla cantante statunitense Chris Walton, in arte La Duchesse, di entrare nel libro dei Guinness, edizione 2012. Eppure per raggiungere questo record ha dovuto e deve sopportare sacrifici nella vita quotidiana, come non potere infilare mai le mani in tasca o indossare guanti, o essere costretta a inviare Sms spingendo sui tasti del telefonino con le nocche della dita.

La galassia Leda

Leda 074886, come un brillante tagliato a forma di smeraldo Si chiama "Leda 074886" ed è forse la galassia più strana mai osservata: ha infatti non l'usuale forma circolare o a spirale ma rettangolare, come un brillante tagliato a forma di smeraldo. Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, la galassia - che si trova a circa 70 milioni di anni luce dalla Terra e non è facile da osservare data la scarsa luminosità - è stata scoperta fortuitamente analizzando le immagini fornite dal telescopio giapponese Subaru.

Grotta Azzurra (Capri)

La Grotta Azzurra è quella più conosciuta tra le numerose grotte dell'Isola di Capri in Provincia di Napoli. L'antro ha una apertura parzialmente sommersa dal mare ed a seconda del ciclo delle maree l'accesso può essere più o meno complicato. L'imperatore romano Tiberio che trascorse gran parte del periodo del suo regno sull'isola sembra la utilizzasse come piscina privata, avendo fatto costruire un passaggio tra una sua villa soprastante e la grotta. Oggi questo cunicolo risulta crollato quindi inaccessibile. In ogni caso la Grotta Azzurra divenne conosciuta a partire dal 1826, quando fu visitata da due tedeschi, il poeta e pittore August Kopisch e il pittore Ernst Fries, su indicazione di un pescatore del luogo, Angelo Ferraro. Egli, accompagnandoli sul posto insieme all'albergatore Giuseppe Pagano spiegò loro come in realtà l'antro fosse conosciuto da tempo dai pescatori capresi, i quali però se ne tenevano alla larga per timore degli spiriti maligni. Fatto sta che da allora il prezioso gioiello caprese avrebbe goduto di una fama internazionale grazie anche allo stesso Kopisch che lo descrisse sia in una nota autografa sul registro degli ospiti dell'hotel Pagano, sia nel 1838 nell'annuario 'Italia', con il titolo La scoperta della Grotta Azzurra. Ma le voci sullaffascinante scoperta si diffusero anche grazie alla descrizione di alcuni scrittori romantici come Wilhelm Waiblinger con la sua 'Leggenda della Grotta Azzurra' (1828); Hans Christian Andersen con il romanzo semiautobiografico 'Improvvisatoren' (1835) e Alessandro Dumas padre, con le impressioni dei suoi viaggi raccolte nel libro 'Le Speronare' (1842). A seconda del livello del mare le guide sulle barche a remi chiedono o meno ai turisti di chinarsi in corrispondenza dell'imboccatura e, parlando e cantando, mettono in evidenza echi e sonorità del sito. La caratteristica migliore della Grotta Azzurra è tuttavia il particolare gioco di colore blu nelle sue diverse sfumature creato dalla luce esterna che penetra attraverso la sua parte sommersa, che puo variare nelle diverse ore del giorno e col mutare delle condizioni atmosferiche.

Una casa costruita con materiali riciclati

Altro caso ed eccellenza italiana. Dopo la casa antisismica in legno realizzata dal CNR e pubblicata dagli amici di 100casa, arriva il primo edificio italiano interamente costruito con materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Questa incredibile proposta arriva dalla Savno, azienda di Conegliano (Treviso) che si occupa della raccolta e dello smaltimento di rifiuti per il Veneto orientale, capitanata dallo scoppiettante Riccardo Szumski. I dati d'eccellenza di questa azienda partono dai risultati ottenuto negli ultimi anni: nel solo 2007 l’Azienda ha infatti raccolto e gestito, nei Comuni di competenza, oltre il 72% dei rifiuti in maniera differenziata. Il dato è ancor più significativo se si considerano solo i Comuni nei quali la modalità di raccolta è lo “standard Savno”: qui la percentuale di raccolta differenziata si eleva al 76%. Ma torniamo ora all'edificio interamente costruito con materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Dal recupero delle bottiglie in Pet provenienti dalla differenziata dei 35 Comuni trevigiani, derivano invece gli speciali fogli in poliestere utilizzati per l’isolamento termo-acustico della struttura. Si tratta di fibre di plastica altamente fono e termoisolanti, “termolegati” cioè privi di resine leganti e colle, nonché autoestinguenti, vale a dire che non producono fumi tossici in caso di incendio. Anche l’isolamento dei pavimenti è ottenuto con materiale proveniente dalla raccolta differenziata: è stata infatti impiegata una particolare fibra di cellulosa realizzata utilizzando i quotidiani riciclati, un materiale naturale e con ottime caratteristiche isolanti che richiede poca energia per essere prodotto e può essere riciclato all’infinito. Infine i pannelli in legno-cemento utilizzati per il tamponamento, anch’essi riciclabili al 100% e prodotti con il consumo di pochissima energia, provengono dagli scarti delle segherie. Materiali riciclati e riciclabili quindi, dotati di certificato bio-ecologico, ma non solo: la struttura vanta infatti soluzioni impiantistiche all'avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e l'utilizzo di fonti rinnovabili.

Fly Geyser - Nevada

E’ inserito nella lista delle dieci meraviglie geologiche del mondo … si tratta del Fly Geyser e per raggiungerlo bisogna arrivare in Nevada, negli Stati Uniti, all’interno del deserto Black Rock, non distante dal vertice di confine con California ed Oregon. E’ uno spettacolo terrestre quello che ci si presenta davanti: sembra di venire catapultati in un paesaggio alieno e stupefacente … lo splendore cromatico generato fa passare in secondo piano l'altezza del suo zampillo (1.5 metri), meno considerevole rispetto ai geysers più noti. L'altezza del geyser è di 3.7 metri e la temperatura del getto d'acqua raggiunge i 200 gradi. Inoltre, l'acqua emessa in superficie, viene raccolta dalle 30-40 vasche formatesi naturalmente che lo circondano. L'acqua della sorgente termale ricca di minerali, peraltro, intersecandosi con le alghe termofile, istallatesi nel tempo, che sono resistenti alle alte temperature e prosperano in ambienti umidi, crea singolari ed affascinanti sfumature di colori.
Sembrerà incredibile, ma questa fontana naturale quale è il Fly Geyser non potrebbe neppure essere fotografata da vicino, senza un regolare permesso, in quanto è situata all’interno del ranch del signor Todd Jacksick. Il Geyser si è generato dal tentativo di cercare sorgenti d'acqua per trasformare il terreno in una fattoria. Nel 1916 i proprietari del terreno scavarono un pozzo e, dopo alcuni decenni, nel 1960, a causa della forte pressione delle acque termali sotterranee, il pozzo cedette permettendo all'acqua termale di risalire in superficie. Con il passare degli anni, la costante fuoriuscita di acqua e il deposito di minerali, diede vita a questo spettacolare geyser.

Un nuovo compagno




Quando muore un fedele animale di casa piangilo, ma sostituisci al dolore l'affetto di un nuovo amico. 
Troverai in strada o in rifugio qualcuno che non rimpiazzerà mai chi l'ha preceduto, ma saprà regalarti nuove emozioni ed un ritrovato sorriso

Krotite - uno dei primi minerali ad essersi formati nel sistema solare.

Scoperto uno dei minerali più antichi del sistema solare: si chiama krotite ed è stata recentemente identificata da Chi Ma, del California Institute of Technology (Usa), e Anthony Kampft, del Museo di Storia Naturale della Contea di Los Angeles (Usa). La notizia è stata riportata dalla rivista American Mineralogist, in cui gli autori dello studio hanno descritto la presenza del componente all'interno del meteorite NWA 1934, ritrovato in Africa nord-occidentale. L'origine del minerale è stata stimata a circa 4,5 miliardi di anni fa. La scoperta getta nuova luce sulle origini del nostro sistema solare. Le analisi nano-mineralogiche e gli studi di diffrazione a raggi X hanno infatti svelato che la krotite è formata da meta-alluminato di calcio a bassa pressione: fino ad oggi questo materiale non era mai stato scoperto in natura, anche se viene prodotto come componente di alcuni tipi di calcestruzzo refrattari. Questi composti, spiegano i ricercatori, possono essere sintetizzati solo a pressioni basse e a temperature molto alte (almeno 1500°C): i ricercatori ipotizzano perciò che la krotite si sia originata a partire dalla nebulosa solare come un condensato ad alta temperatura e che sia, quindi, uno dei primi minerali ad essersi formati nel sistema solare.

Note che danzano con i pensieri


Alcune melodie s’insinuano nella parte più nascosta del tuo essere e restano lì, come dimenticate, per poi tornare un giorno,all'improvviso...note che danzano con i pensieri e che , come una magia,danno un sapore diverso a tutto ciò che vedi

La bugia







Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo
mentre la verità
si sta ancora mettendo le scarpe

Le meravigliose Cascate Iguazù

La bellezza scenica di quest’area nasce dall’incontro tra questo ambiente subtropicale e gli imponenti salti d’acqua che formano le Cascate di Iguazú. Le cascate nacquero 200 mila anni fa dalla confluenza tra i fiumi Iguazú e Paraná. Il luogo é ora conosciuto come “Hito Tres Fronteras” – Unione Tre Frontiere (Argentina, Brasile, Paraguay). Uno dei fattori che ha reso possibile la nascita delle cascate di Iguazú è stata la presenza, nella geografia della regione, di una serie di colate basaltiche sovrapposte. Nella regione delle Cascate di Iguazú, si sovrapposero diverse colate, dando luogo alla formazione di imponenti salti d’acqua che producono una perenne nebbia, permettendo la formazione di molteplici arcobaleni di singolare attrazione. Dentro il Parco Nazionale Iguazú (territorio argentino), situato a 18 km da Porto Iguazú e dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984, si trovano le Cascate di Iguazú. Il fiume Iguazú getta le sue imponenti acque da 70 metri d’altezza tramite 275 salti lungo 2.7 km. Il confine con il Brasile passa attraverso la Garganta del Diablo (Gola del Diavolo), dove la caduta d’acqua crea molteplici arcobaleni. Questo scenario é condiviso tra due Stati e si può ammirare da entrambe le parti. Si può percorrere il Parco Nazionale Iguazú dalla parte argentina ed accedere al Parco Nazionale Iguazú dal territorio brasiliano dal nucleo urbano di Foz do Iguazú. Il Parco Nazionale Iguazú preserva l’esorbitante vegetazione subtropicale che circonda le Cascate di Iguazú. Le Cascate di Iguazú sono di una meraviglia colossale, da sperimentare solamente dal vivo e da assaporare con tutti e cinque i sensi. Si possono realizzare eccitanti escursioni in gommone ed anche camminate lungo i sentieri, con la possibilità di vedere alcuni animali della foresta subtropicale. Le Cascate di Iguazú hanno a disposizione un servizio innovativo, considerato il primo nel suo genere funzionante in Argentina: il cosiddetto Treno delle Cascate di Iguazú, a basso impatto sulla natura e con la possibilità di trasportare 120 passeggeri lungo un percorso di 7 chilometri, fino alla Garganta del Diablo, il più imponente dei salti. Le rotaie seguono le sponde del fiume e il suo percorso ha una durata di 25 minuti, con una “fermata” nella stazione Circuiti, fino ad arrivare al capolinea “Garganta del Diablo”. Da qui si scende per poi accedere alla passerella che arriva fino alle nuove terrazze costruite sopra il bordo dell’enorme cascata di 90 metri d’altezza. Lì, il Rio Iguazú getta le sue acque tra le pietre e la folta vegetazione acquatica dove vivono i rondoni, uccelli imparentati alle rondini, che creano un commovente trino che diviene parte integrante del paesaggio.

Il tasso








In un bosco un tasso incontra un suo simile e gli chiede: "Ma tu le paghi le tasse?"
E l'altro: "No, io piaccio!"

La vita è come una stoffa ricamata





La vita è come una stoffa ricamata in cui ciascuno, nella propria metà dell’esistenza, può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l’intreccio dei fili.

Ischigualasto - Valle della Luna - Argentina -

La prima descrizione paleontologica di Ischigualasto venne fatta nel 1930. Nel 1941 l'area venne studiata più approfonditamente, il che ha portato al ritrovamento di 70 specie di piante fossili. La regione ricevette per la prima volta il nome Valle de la Luna nel 1943, in una pubblicazione curata dall'Automobil Club Argentino. Il primo cinodonte (un rettile che presenta alcune caratteristiche dei mammiferi) di Ischigualasto venne descritto nel 1946 dal dottor Cabrera dell'Università di La Plata, dopo che gli furono spediti alcuni campioni da parte di un geologo che stava facendo prospezioni carbonifere per conto della compagnia mineraria argentina. I lavori accademici e le prospezioni geologiche procedettero lentamente fino al 1958, quando il dottor Alfred Sherwood Romer (un esperto in antichi mammiferi dell'Università di Harvard) scoprì, durante una spedizione, la ricchezza dei giacimenti di fossili. Nel suo diario egli scrisse: È il piacere di ogni paleontologo alzarsi presto la mattina, lasciare la tenda e trovarsi immerso nel più straordinario cimitero di fossili che si possa immaginare. Nel 1970 Ischigualasto venne affidato all'Università di San Juan; l'anno successivo venne dichiarato Parco Provinciale, mentre nel 2000 venne dichiarato Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, insieme al Parco Nazionale Talampaya.