venerdì 21 settembre 2012

Solstizio d'inverno -Rinascita del sole- Natale


IL SOLSTIZIO D'INVERNO E LA RINASCITA DEL SOLE (Le origini del natale) Alla fine del III° secolo della nostra era si celebrava il 25 dicembre una festa istituita da Aureliano, che fu imperatore dal 270 al 285 D.C., il "dies natalis Solis Invicti", il Natale del Sole Invitto, ovvero la rinascita sull'orizzonte del nuovo sole che era simbolicamente morto al solstizio d'inverno, cioè era giunto al punto più basso dell'orizzonte, ma che già il 25 era risalito percettibilmente sull'orizzonte, cioè era "rinato" e diventava "invincibile" (invictus) sulle tenebre nelle quali era parso sprofondare poco prima. Ma la festa ha origini molto più antiche. Fin dai tempi più remoti infatti si conoscono tradizioni collegate alla rinascita del sole che, dopo essere apparso nei giorni precedenti nel punto del massimo declino, nella sua fase più debole per luce e calore, dal 22 al 24 dicembre sembra fermarsi in cielo ( solstitiu(m) significa sole fermo) per riprendere subito dopo il suo cammino verso l'alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d'estate dove invece si verifica il fenomeno inverso . Questo fenomeno sicuramente era rimasto impresso nella mente dell'uomo fin dalle epoche preistoriche, quando la diminuzione di luce e calore avrà fatto temere lo spegnersi della stella che assicurava la vita sulla terra e che poi, in quasi tutte le religioni antiche, fu personificata in un dio. Di qui i festeggiamenti per il suo risorgere. E come non vedere qui l'origine delle tante leggende di dei morti e risorti, a cominciare da Osiride.

Già mille e più anni prima dell' apparizione della cometa (in realtà, secondo la teoria oggi storicamente più accreditata, non si trattò di una cometa, ma della congiunzione triplice tra Giove e Saturno nel 7 a.c. o della supernova del 4 a.c. nella costellazione di Cassiopea) gli uomini celebravano la mezzanotte del 25 dicembre come un momento misterioso, santo, pieno di significazioni e ricco di fascino e di speranze. Tracce di celebrazioni "natalizie" legate a queste vicende cosmiche, alla nascita cioè dell'anno nuovo, si trovano intorno alla data del 25 dicembre presso le primitive religioni persiane, fenice,siriane, peruviane, messicane, indù. Alla fine del III° secolo della nostra era si celebrava il 25 dicembre una festa istituita da Aureliano, che fu imperatore dal 270 al 285 D.C., il "dies natalis Solis Invicti", il Natale del Sole Invitto, ovvero la rinascita sull'orizzonte del nuovo sole che era simbolicamente morto al solstizio d'inverno, cioè era giunto al punto più basso dell'orizzonte, ma che già il 25 era risalito percettibilmente sull'orizzonte, cioè era "rinato" e diventava "invincibile" (invictus) sulle tenebre nelle quali era parso sprofondare poco prima. Ma la festa ha origini molto più antiche. Fin dai tempi più remoti infatti si conoscono tradizioni collegate alla rinascita del sole che, dopo essere apparso nei giorni precedenti nel punto del massimo declino, nella sua fase più debole per luce e calore, dal 22 al 24 dicembre sembra fermarsi in cielo ( solstitiu(m) significa sole fermo) per riprendere subito dopo il suo cammino verso l'alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d'estate dove invece si verifica il fenomeno inverso . Questo fenomeno sicuramente era rimasto impresso nella mente dell'uomo fin dalle epoche preistoriche, quando la diminuzione di luce e calore avrà fatto temere lo spegnersi della stella che assicurava la vita sulla terra e che poi, in quasi tutte le religioni antiche, fu personificata in un dio. Di qui i festeggiamenti per il suo risorgere. E come non vedere qui l'origine delle tante leggende di dei morti e risorti, a cominciare da Osiride. Già mille e più anni prima dell' apparizione della cometa (in realtà, secondo la teoria oggi storicamente più accreditata, non si trattò di una cometa, ma della congiunzione triplice tra Giove e Saturno nel 7 a.c. o della supernova del 4 a.c. nella costellazione di Cassiopea) gli uomini celebravano la mezzanotte del 25 dicembre come un momento misterioso, santo, pieno di significazioni e ricco di fascino e di speranze.

Tracce di celebrazioni "natalizie" legate a queste vicende cosmiche, alla nascita cioè dell'anno nuovo, si trovano intorno alla data del 25 dicembre presso le primitive religioni persiane, fenice,siriane, peruviane, messicane, indù. Nella Persia antica il solstizio invernale era celebrato cantando l'inno che narrava la nascita del mondo. MITHRA era il dio ("persiano" in seguito) nominato fra gli dei di Stato dall' impero mesopotamico dei Mitanni. Era identificato col Sole (figlio del Sole e Sole egli stesso) già nel 1400 a.C. Lo si festeggiava proprio il 25 Dicembre, appena dopo il solstizio d'inverno, quando l'astro fulgente, dopo il massimo declino, aveva da poco ripreso la sua ascesa celeste. Il sacro giorno della [ri]nascita del Dio Sole aveva valore magico, propiziatorio e simbolico, poiché la Stella Invitta rappresentava la luce da contrapporre alle tenebre delle lunghe notti invernali. Componenti essenziali della religione di Mithra erano la salute dell'anima e l'immortalità. Il culto conosceva un battesimo e una specie di pasto sacro, consistente in pane, acqua e vino, a ricordo dell'ultimo pasto di Mithra, che, dopo averlo consumato come atto sacrificale, salì al cielo portato dal carro del Sole per unirsi al Sole stesso. Il Cristianesimo è riuscito a trasferire a sé tali pratiche religiose, modificando la "nascita del sole" con la "nascita di Cristo", e la "luce solare" con la "luce divina del Figlio di Dio". Il sincretismo si compì lentamente, finché la notte tra il 24 e il 25 dicembre, cioè la "nox postsolstiziale" che coincideva con l'occasione in cui ormai da secoli si festeggiava una luminosa genesi astrale, divenne anche la notte della nascita di Cristo. In realtà la data della nascita di Cristo è sconosciuta. Non se ne conosce esattamente l'anno, anche se sulla base di avvenimenti storicamente accertati (censimento indetto dall'imperatore Augusto nel 4 a.c., data della morte di Re Erode che si attesta nel 4 a.c.) si ipotizza che possa essere avvenuta in un lasso di tempo che va dal 4 a.c. al 7 a.c., tanto meno se ne conosce il mese. Neppure i Vangeli lo segnalano con precisione, ma Luca allude a circostanze che fanno pensare ad un periodo diverso da quello invernale (le greggi erano al pascolo intorno alla grotta della natività e questo non poteva avvenire d'inverno, perché i pastori ebrei partivano per i pascoli con la prima luna piena di primavera, tornando in autunno) e comunque solo nel IV° secolo si consolida la tradizione di festeggiare la Natività il 25 dicembre, mentre fino ad allora si era festeggiata in diverse date, il 28 marzo, il 18 aprile o il 29 maggio, più accettabili storicamente, e il 6 gennaio (Epifania significava l'apparizione del Cristo).

La vita è come un viaggio in treno


La vita è come un viaggio in treno…ci sono passeggeri che faranno più o meno tutto il viaggio con noi ed altri che scenderanno alla prima stazione mentre altri saliranno.
Di qualcuno resterà il profumo dolce o agro, di altri sbiadiranno pian piano tutti i colori, di altri ancora resteranno tracce forti come presenze, ma nessuno sarà mai scivolato via solo come goccia di pioggia sulla cera..
E tutto questo indipendentemente se gli incontri sono avvenuti nella realtà “reale” oppure nella “realtà” virtuale
Aurora Foscari 

Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice-Croazia

Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice (in croato Nacionalni park Plitvička jezera) si trova in Croazia, nel complesso montuoso di Lička Plješivica, in un territorio di fitte foreste, ricco di corsi d'acqua, laghi e cascate. Le prime iniziative per proclamare il parco area protetta risalgono alla fine del XIX secolo, ma il parco venne istituito solamente nel 1949 divenendo il primo parco nazionale croato. Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice dal 1979 fa parte della lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
I laghi sono formati da due fiumi: il Fiume Bianco ed il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Le acque di questi fiumi sono ricche di sali calcarei (in massima parte carbonato di calcio e carbonato di magnesio), provenienti dalla dissoluzione delle rocce carbonatiche costiutenti la struttura geologica del sito. Questi sali vengono fatti precipitare dalla vegetazione, formando così degli strati di travertino, una roccia sedimentaria recente. Col passare del tempo, questi depositi formano delle vere e proprie dighe naturali che fungono da sbarramenti per l'acqua, crescendo di circa un centimetro ogni anno. Ad un certo punto la pressione dell'acqua rompe questi argini naturali, aprendosi nel terreno nuovi percorsi.

Il parco occupa una superficie di 33.000 ettari e comprende 16 laghi in successione, collegati fra loro da cascate. All'interno del parco si trovano anche numerose grotte di cui solo una piccola parte è agibile. I boschi del parco sono popolati da 157 specie di uccelli, 50 specie di mammiferi, 20 tipi di pipistrelli, 321 specie di farfalle (76 diurne e 245 notturne) e altri animali, fra i quali l'orso bruno, il cinghiale, il lupo, la lince ed il capriolo.

Questo meccanismo, in realtà comune a tutte le acque calcaree, a Plitvice ha assunto una particolare importanza.

Meglio di un cuscino !!!

Questo giovane cigno si gode un pisolino abbracciato alla madre, mentre è ancora in tempo. L'idillio tra i due durerà infatti soltanto fino alla prossima stagione riproduttiva. I cigni reali (Cygnus olor) si accoppiano in genere tra marzo e aprile, e dopo quasi 40 giorni si schiudono le prime uova. I pulcini appena nati vengono condotti dal padre fino all'acqua, mentre la femmina aspetta la schiusa del resto della nidiata. In un paio di mesi i nuovi nati imparano a volare, anche se in questo periodo non è raro vederli scroccare passaggi sul dorso dei genitori per attraversare un lago. Prima del successivo periodo degli amori, gli adulti spingono i figli all'indipendenza. I giovani uccelli raggiungono allora gli stormi di loro coetanei: prima che anche loro formino una famiglia, passeranno un paio d'anni.

Triangolo delle Bermude


E' conosciuto come "Triangolo delle Bermuda", ma il termine di "maledetto" è senz'altro molto più appropriato.
A guadagnarsi questa infausta popolarità è quel tratto di Oceano Atlantico ubicato al largo della costa sud orientale degli Stati Uniti, dove sembra che una matita invisibile abbia disegnato nel mare un triangolo i cui angoli sono: l'arcipelago delle Bermuda, la Florida meridionale, e l'area a sud delle Bahamas.
Le 360 isole che costituiscono l'arcipelago corallino di Bermuda devono il nome al navigatore Juan Bermùdez, che le scoprì nel 1510.
Nel 1684 furono cedute alla "Bermuda Company" di Londra e sono oggi una colonia semiautonoma del Regno Unito.
In quest'area sono sparite nel nulla fino a oggi un centinaio tra navi e aerei con i loro equipaggi (oltre mille persone), e come se questo non bastasse non sono mai stati rinvenuti né relitti di navi, né rottami aerei, né tanto meno resti umani.
Il mare non ha mai restituito nulla.
Anche i più scettici dovranno ammettere che c'è un mistero irrisolto in quel tratto di mare e di cielo.
Ovviamente, per lo meno in epoca attuale, ci sono stati innumerevoli cover-up... così che gli affondamenti delle navi sono stati provocati dal maltempo, anche quando il mare era calmissimo... gli aerei sono precipitati in mare - quindi affondati e scomparsi dalla vista - per probabili guasti al motore o turbolenze... e chiaramente i passeggeri sono stati divorati dagli squali.
C'è la teoria delle correnti marine forti a tal punto da formare gorghi in grado di risucchiare sul fondo dell'oceano le navi, e quella dei cicloni improvvisi che farebbero precipitare in mare gli aerei...
Infine c'è anche la teoria delle incursioni piratesche... abbastanza improbabile, visto che dalle navi sembra non mancare mai nulla a parte i passeggeri!
Anche se la faccenda è scomoda e imbarazzante, non si può semplicemente far finta di niente davanti alle cronache di episodi ai quali la scienza non ha saputo dare alcuna risposta!
Cosa intendeva dire il 5 dicembre 1945 il Capitano della squadriglia di cinque aeroplani Avengers TBM della Marina Militare USA, partita dalla base militare di Fort Lauderdale, quando lanciava questo allarme:
"Non sappiamo più dov'è l'ovest... è tutto talmente strano... l 'oceano non è come dovrebbe essere... l'acqua su cui voliamo è bianca... c'è una nube densa di color giallo..." prima di scomparire per sempre dai radar e da tutto?
Se ci fermiamo un attimo a investigare sul fatto con mente aperta, scopriamo che anche Cristoforo Colombo citava nei diari di bordo il mistero delle sparizioni e dell'acqua bianca... e anche che questo fenomeno è stato osservato secoli dopo dagli astronauti, che lo hanno descritto come una fluorescenza.
E dunque si può ragionevolmente pensare che per essere rilevata anche dallo spazio, la fluorescenza bianca dovrebbe essere una fonte luminosa subacquea! E questa luce ha a che fare con le sparizioni.
A questo punto viene da pensare che gli aborigeni, che credono da sempre questa zona infestata da demoni, abbiano buoni motivi per abitare solo una ventina di queste isole, apparentemente ideali per l'insediamento umano; benché offrano risorse naturali come sorgenti di acqua potabile, frutta spontanea e selvaggina in abbondanza, terreno fertile e vegetazione lussureggiante, le hanno sempre considerate tabù.
Probabilmente è perché le sparizioni ci sono sempre state, anche nei millenni passati, anche se non ci sono ancora pervenute documentazioni al riguardo. Intanto le Bermuda sono diventate mete ambite negli ultimi decenni grazie al turismo e ai governi, che se ne infischiano del fatto che per andare e tornare da quell'arcipelago paradisiaco... c'è il rischio di scomparire nel nulla.
Ci sarebbe da aprire una parentesi sul che cosa sia il "nulla".
Sarebbe corretto dire che il nulla è solo ciò che non vediamo, e dunque non per questo non esiste.
Quindi, per la legge di complementarietà, il Nulla è parte del Tutto, così come l'invisibile fa parte del visibile. In campo esoterico non esiste un'energia solo solare o solo lunare. Esiste quella luni-solare, in armonia ed equilibrio con l’universo micro-macrocosmico secondo le leggi esoteriche dell’analogia.
Gli stessi templi del Sole e della Luna, sintesi androgine delle due polarità, testimoniano che gli antichi lo sapevano.
Dunque, più semplicemente, il nulla non esiste.
E nel Tutto esistono universi "paralleli" in uno dei quali dove sono state con tutta probabilità risucchiate le persone scomparse nel Triangolo delle Bermuda che ora stanno continuando a vivere altrove, in un continuum spazio-temporale che potremmo definire "un'altra dimensione".
Con questo presupposto, è d'obbligo pensare che la zona in questione sia un passaggio spazio-temporale, una specie di "buco bianco" con caratteristiche più o meno simili ai "buchi neri", ma relative al nostro pianeta e non al Cosmo.
La mia definizione di "buco bianco" è volutamente allegorica e fa riferimento al colore dell'acqua; in realtà i buchi bianchi sono già stati ipotizzati dagli astrofisici quali "sbocchi" dei buchi neri.
Anche in questo caso siamo davanti a un fenomeno senza risposta; tuttavia se è ipotizzata seriamente l'eventualità dei buchi bianchi cosmici - perché la forza di risucchio al centro delle galassie deve per forza sbucare da un'altra parte, non si capisce perché si voglia scartare l'ipotesi di un fenomeno simile sulla Terra.
Per onor del vero, qualche anno fa è stata avanzata una tesi simile a quella appena ipotizzata: alcuni scienziati russi ammettevano la possibilità che certi campi elettromagnetici possano alterare il campo magnetico terrestre e possono spostare "altrove" nello spazio-tempo navi e aerei.
Come succede spesso per tutte le notizie di questo tipo, non se ne è più parlato. Sappiamo tutti benissimo, infatti, che i misteri esistono solo nelle menti degli sciocchi e dei fantasiosi... 

Il cervello e il cuore


Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.


Rita Levi Montalcini

Il vischio -tradizioni antiche



Il Sacro Vischio
 Sempre legato alla tradizione natalizia e arborea e’ il mistico vischio, considerato una pianta magica per la sua origine: non spunta dal terreno ma, nascendo sui tronchi dei meli, delle querce e dei pioppi, sembra nascere dal cielo , inoltre le sue bacche si sviluppano in nove mesi proprio come il feto umano e si raggruppano in numero di tre, numero da sempre sacro in tantissime culture. Presso i Druidi il Vischio era considerato una pianta sacra e veniva reciso dall'albero su cui nasceva con una solenne cerimonia, usando un falcetto d'oro, infatti il vischio e’ una tipica pianta lunare e dunque , recidendola con un metallo legato alla divinità solare come l’oro si riunivano le opposte energie. Lo stesso falcetto, la cui forma è proprio quella della Luna crescente altro non sarebbe che un simbolo di riunione delle energie del cosmo e dei due principi, quello femminile e lunare con quello maschile e solare. La raccolta del vischio avveniva in due momenti particolari dell'anno, a Samhain, il primo Novembre , vero e proprio Capodanno celtico e durante il Midsummer's Eve, la famosa festa di San Giovanni. Queste tradizioni legate alla pianta le ritroviamo anche nella cultura romana quando Enea chiede alla Sibilla il permesso di Apollo per scendere nell'Averno a trovare il padre Anchise, si sente rispondere che è indispensabile, per affrontare tale viaggio, avere con sé il Ramo d'Oro, che dovrà essere dato in dono a Proserpina.

Yanga, il primo africano della storia americana che guidò una ribellione contro la schiavitù


A partire dal 1989 è stato lanciato in Messico il Programa Nacional La Tercera Raíz, allo scopo di far conoscere ed apprezzare l'importanza della presenza africana nella cultura messicana ed in tutta l'America Latina. Il Museo de las Culturas Afromestizas Raccoglie con intento didattico, oggetti e testimonianza della vita quotidiana degli africani deportati e dei loro discendenti, una grande mappa è appesa ad un muro. E’ la “La Ruta de los Esclavos”: l’itinerario compiuto dalle navi negriere e le successive destinazioni degli schiavi, una volta giunti sul suolo americano. Il Messico non è tra i paesi più conosciuti per la storia della schiavitù, ma anche in questa parte così importante delle antiche colonie spagnole fu diffusa la pratica della compravendita di schiavi africani utilizzati nelle miniere, come artigiani o servitori domestici. Il loro lavoro è testimoniato da dettagliati diagrammi, che mostrano il lavoro degli africani e degli indigeni nelle miniere d’oro, mentre alcuni dipinti raffigurano governanti nere che ninnano i figli delle ricche famiglie spagnole. Uno spazio è dedicato a Yanga, il primo africano della storia americana che guidò una ribellione contro la schiavitù e si rifugiò sulle montagne per costituire la prima comunità di cimarrones (gli schiavi fuggitivi). Tutto questo accadeva nel 1620. Un monumento allo schiavo ribelle è stato eretto nella città che porta il suo nome, nello Stato di Veracruz. Di grande interesse è un particolare strumento musicale custodito nel museo: il tarimba o cajon. SI tratta di un pezzo di legno sul quale i “suonatori” ballavano, colpendolo con i piedi ed ottenendo suoni molto simili a quelli prodotti dal battere delle mani sui tamburi. Vietato quale oggetto "diabolico" dall’Inquisizione durante il XVII secolo, il divieto si estese nel secolo successivo a tutti i tamburi. La rivolta degli schiavi ad Haiti, infatti, era stata preannunciata proprio dal suono dei tamburi, che avevano chiamato a raccolta i rivoltosi.

Il volo del gabbiano

Era un tardo pomeriggio di primavera Quel giorno passeggiavo sulla spiaggia Alzai lo sguardo al cielo E vidi mille gabbiani volare su di me Ogni gabbiano seguiva una sua traiettoria E con le sue lunghe ali si lasciava trasportare lentamente dal vento Provai per un istante a lasciare il mio sguardo fisso nel cielo Il volo era lento Anche il tempo rallentava E per qualche istante abbracciai la libertà

Istambul -Turchia

Prima chiesa La prima chiesa era conosciuta come la "Grande Chiesa"), o in latino "Magna Ecclesia",a causa delle sue dimensioni più grandi rispetto alle altre chiese contemporanee già presenti in città. La chiesa fu dedicata al Logos, la seconda persona della Santissima Trinità, la cui festa cadeva il 25 dicembre, Inaugurata il 15 febbraio 360 (durante il regno di Costanzo II) Nel 440, Socrate di Costantinopoli, sostenne che la chiesa fosse stata costruita da Costanzo II. La tradizione riferisce che fu costruita da Costantino il grande. L'edificio fu progettato come una tradizionale basilica latina con colonnato e gallerie e dotata di un tetto in legno. L'ingresso era preceduto da un doppio nartece. Il Patriarca di Costantinopoli Giovanni Crisostomo entrò in un conflitto con l'imperatrice Elia Eudossia, moglie dell'imperatore Arcadio, e per questo fu mandato in esilio il 20 giugno 404. Durante gli scontri che avvennero successivamente, questa prima chiesa fu in gran parte distrutta da un incendio.[2] Nulla di essa rimane oggi. Seconda chiesa Blocco di marmo proveniente dalla basilica ordinata da Teodosio II, con raffigurazione di una processione di agnelli. Una seconda chiesa fu costruita per volere di Teodosio II, il quale la inaugurò il 10 ottobre 415. La basilica, dotata ancora di un tetto in legno, fu progettata dall'architetto Rufino. Incendiata durante la rivolta di Nika, scoppiata nel 532 contro l'imperatore Giustiniano, la chiesa bruciò quasi completamente. Diversi blocchi di marmo appartenenti all'edificio sono stati scoperti nel 1935 sotto il cortile occidentale da A.M. Schneider: tra questi quello raffigurante 12 agnelli (i quali rappresentano metaforicamente i 12 apostoli). Terza chiesa L'imperatore Giustiniano I decise di costruire una nuova basilica completamente diversa, più grande e più maestosa rispetto a quelle dei suoi predecessori. Giustiniano scelse come architetti Isidoro di Mileto e il fisico e matematico Antemio di Tralle, L'Imperatore siprocurò materiale da tutto l'impero: colonne ellenistiche dal tempio di Artemide di Efeso, grandi pietre dalle cave di porfido egiziane, marmo verde dalla Tessaglia, pietra nera dalla regione del Bosforo e pietra gialla dalla Siria.L'imperatore, insieme al patriarca Eutichio, inaugurò la nuova basilica il 27 dicembre 537 I mosaici all'interno della chiesa vennero, comunque, completati solo sotto il regno dell'imperatore Giustino II (565-578). Santa Sofia fu così la sede del patriarca ortodosso di Costantinopoli e il luogo principale per le cerimonie imperiali dei reali bizantini, come le incoronazioni. Nel 726, l'imperatore Leone III di Bisanzio emise una serie di editti contro la venerazione delle immagini, ordinando all'esercito di distruggere tutte le icone, inaugurando il periodo di iconoclastia bizantina. A quel tempo, tutte le immagini religiose e le statue furono rimosse dalla Basilica di Santa Sofia. Dopo una breve tregua, sotto l'imperatrice Irene (797-802), gli iconoclasti hanno continuato il loro tentativo di riforma. La presunta tomba del doge Enrico Dandolo, all'interno della Basilica di Santa Sofia Al momento della presa di Costantinopoli, durante la Quarta Crociata, la chiesa fu saccheggiata e profanata dai cristiani latini. Lo storico bizantino Niceta Coniata descrisse come fossero state rubate dalla chiesa molte reliquie come una pietra della tomba di Gesù, il latte della Vergine Maria, il sudario di Gesù e le ossa di alcuni santi, che furono trafugate verso le chiese dell'ovest. Durante l'occupazione latina di Costantinopoli (1204-1261) la chiesa divenne una cattedrale cattolica romana. Moschea (1453-1935) Fontana (Sadirvan) per le abluzioni rituali Nel 1453 Sultano Maometto II assediò Costantinopoli guidato in parte dal desiderio di guadagnare la città all'Islam. La ​​Basilica di Santa Sofia non fu esentata dal saccheggio, diventandone il punto focale, in quanto gli invasori ritenevano che vi fossero contenuti i più grandi tesori della città. L'edificio fu profanato e saccheggiato e gli occupanti resi schiavi o uccisi.Quando il Sultano e la sua corte entrarono nella chiesa egli ordinò che essa venisse immediatamente trasformata in una moschea. Come scritto sopra, subito dopo la conquista di Costantinopoli, Maometto II convertì la Basilica di Santa Sofia nella moschea di Aya Sofya.

Io concepisco un mondo unito


Io concepisco un mondo senza povertà, senza classi, senza nazioni, senza religioni, senza alcun tipo di discriminazione.
Io concepisco un mondo unito, un'umanità unita, un'umanità che condivide ogni cosa materiale e spirituale, una profonda fratellanza spirituale.


Osho

Nemici amici


Se un antico egizio guardasse questa foto oggi, forse penserebbe che i gatti nei secoli si sono "rammolliti". Questo gattone ritratto in un giardino a Wuhan, in Cina, infatti, invece di essere aggressivo appare tranquillo e anzi incuriosito dal topo.
Per gli egizi il gatto era sacro perché liberava le case e i granai dai piccoli roditori. 
Ma purtroppo non la pensavano così nel Medioevo, quando furono uccisi milioni di gatti perché considerati diabolici. E secondo alcuni studiosi, non fu neppure una brillante idea. La diminuizione dei gatti fece moltiplicare i topi, i maggiori diffusori della peste, aumentando così le epidemie fra il 1000 e il 1700.

Meravigliosi animali

Gli animali sono tutti nostri fratelli. Non solo i mammiferi, alla cui categoria apparteniamo, ma anche rettili, anfibi, pesci, uccelli e invertebrati. Anche quelli che alla gente spesso provocano paura o repulsione, come ragni, squali, insetti, rane, meduse o serpenti, sono perfette forme di vita e meravigliosi esempi di adattamento a ogni nicchia del nostro splendido pianeta. E vanno tutti amati e rispettati, perchè sono bellissimi ma anche fragili e delicati. Oggi ormai viviamo di fretta, dietro alla tecnologia e rintanati nelle grandi città...nessuno si ferma più a osservare, ad ammirare la perfezione di tutte le creature. la vita è breve, ed è un peccato non sapere cosa ci stiamo perdendo. C'è di che restare affascinati anche solo camminando in un prato e guardandosi intorno... Purtroppo oggi gli animali vengono maltrattati, uccisi e fatti soffrire. Tutto questo finirà quando rinunceremo al dominio sulla Terra e quando capiremo di non essere i padroni, ma solo semplici comparse nel grande film della vita. Forse è chiedere troppo?

Sii sincero, sempre.

Sii sincero, sempre. La falsità non potrà portarti mai su strade sicure.
Credi che tutti i sorrisi, i complimenti, i consigli, gli auguri ti siano fatti con sincerità? Sbagli, è certo. Molte persone vivono invidiando i risultati da te ottenuti, ma allo stesso tempo fanno poco o niente per intraprendere la tua stessa strada.
E’ il coraggio che manca,  ed è difficile ammettere con se stessi di aver fallito. Allora, sorrisi e abbracci di facciata, e alle spalle giudizi e chiacchiere sterili e inutili. Non è una regola assoluta. Sono sicuro che troverai anche persone che darebbero tutto per la tua felicità, ma  credimi, gente così è davvero rara, però il tuo cuore un giorno, riuscirà a distinguere nettamente la differenza e tu riuscirai a trovare nella massa, i pochi e veri “Amici”, questi, sì, saranno per sempre!

Anton Vanligt

La cosa più importante è parlare


In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare.
Ma le persone non lo fanno più: non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri.
Si va a teatro, al cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si leggono libri, ma non si conversa quasi mai.
Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri si riunivano intorno a un falò e raccontare le loro storie.


Paulo Coelho