giovedì 20 settembre 2012

St. Mary Lake nel Glacier National Park


Al centro del St. Mary Lake nel Glacier National Park c'è una piccola isola a metà strada tra le due sponde. Molte lune fa, c'erano due tribù che vivono su entrambi i lati del lago. Non vi era guerra tra loro,ma non avevano contatti Tutto questo cambiò il giorno in cui un guerriero sulla spiaggia vicino vide una bella fanciulla dell'altra tribù che nuotava verso la piccola isola in mezzo al lago. Colpito dalla sua bellezza il guerriero si tuffò nuotando anch'egli verso l'isola. S'incontrarono sulla riva e fu subito amore. Parlarono per ore, e alla fine della loro conversazione, erano fidanzati. Il giovane strappò una promessa alla sua amata che sarebbe tornata. Ma le tribù non accolsero bene la cosa e i capi decisero di rompere il fidanzamento immediatamente. Cosa fare? L'uomo e la ragazza erano determinati nel continuare a vedersi e ad amarsi Nelle prime ore del mattino,essi nuotarono verso la piccola isola per incontrarsi e decisero di fuggire in una nuova terra per potersi sposare. Ma furono scoperti dai guerrieri di entrambe le tribù che volevano riportare i rinnegati indietro con qualsiasi mezzo a disposizione. Ma il Grande Spirito aveva visto tutto e si commosse per i due giovani amanti. Egli li trasformò in oche, che si accoppiano per la vita, in modo da poter volare via dai loro inseguitori e in modo che fossero sempre insieme. Quando i guerrieri arrivarono ​​sull'isola, non trovarono un uomo e una donna, ma due oche che passeggiavano tra gli alberi e le piccole felci. Alla vista dei guerrieri, le due oche si accarezzarono il collo insieme con amore e volarono via,per non non tornare mai più. Da quel giorno la piccola isola al centro di St. Mary Lake è conosciuta come Isola di Wild Goose.

I nuraghe

Il nuraghe è un Tipo di costruzione megalitica di forma tronco conica presente con diversa densità su tutto il territorio della Sardegna. Monumenti rappresentativi della Civiltà nuragica, furono costruiti nel II millennio a.C. a partire dal 1800 a.C. fino al 1100 a.C. Nell'ultima parte del II millennio nell'Età del Bronzo, si sviluppò nell'isola della Sardegna un particolare tipo di struttura chiamata oggi nuraghe. Il complesso è costituito da torri circolari in forma di tronco di cono, realizzate con pietre di notevoli dimensioni (progressivamente più piccole man mano che aumenta l'altezza), con camere interne voltate a pseudocupola. Il complesso di Barumini, che fu ingrandito e rinforzato nella prima metà del del 1° millennio, è il più bello ed il più completo esempio di questa straordinaria forma di architettura preistorica.

fotografia di alcune gocce

Macro Fotografia Incredibile

Quando si esegue lo zoom in su delle gocce d'acqua, si ottiene un effetto di rifrazione dandoti ampio angolo di visione di ciò che è dietro ad esse.

La tranquillità dell'animo - Seneca

Lucio Anneo Seneca, in latino Lucius Annaeus Seneca, anche noto come Seneca o Seneca il giovane (Corduba (Spagna), 4 a.C. – Roma, 65), è stato un filosofo, poeta, politico e drammaturgo romano. Ebbe come maestri di filosofia Sozione di Alessandria, Attalo e Papirio Fabiano, appartenenti rispettivamente al neopitagorismo, allo stoicismo e al cinismo. Dopo essere tornato da un viaggio in Egitto iniziò l'attività forense e la carriera politica (divenne dapprima questore ed entrò a far parte del Senato) godendo di una notevole fama come oratore, al punto di far ingelosire l'imperatore Caligola, che nel 39 lo voleva eliminare, soprattutto per la sua concezione politica rispettosa delle libertà civili. Si salvò grazie ai buoni uffici di una amante del princepe Due anni dopo, nel 41, il successore di Caligola, Claudio, lo condannò all'esilio in Corsica con l'accusa di adulterio con la giovane Giulia Livilla (figlia di Germanico), sorella di Caligola. In Corsica Seneca restò fino al 49, quando Agrippina minore riuscì ad ottenere il suo ritorno dall'esilio e lo scelse come tutore del figlio Nerone. Secondo Tacito sarebbero tre i motivi che spinsero Agrippina a questo: l'educazione di suo figlio, attirarsi le simpatie dell'opinione pubblica (Seneca era considerato uomo di grande cultura) e avere stretti rapporti con lui per riuscire ad impadronirsi del potere. Seneca accompagnò l'ascesa al trono del giovane Nerone (54 - 68) e lo guidò durante il suo cosiddetto "periodo del buon governo", il primo quinquennio del principato. Assunse un grande potere politico, che gli consentì di divenire estremamente ricco. Si narra che avesse una collezione di cento tavoli di cedro. Progressivamente, a causa delle intemperanze del giovane imperatore, tale rapporto si deteriorò. Giustificò come il "male minore" l'esecuzione della madre di Nerone, Agrippina, nel 59, e se ne assunse tutto il peso morale. In seguito, il rapporto con l'imperatore peggiorò e temendo quindi per la propria vita Seneca si ritirò a vita privata, donando a Nerone tutti i suoi averi e dedicandosi interamente ai suoi studi e insegnamenti. Famoso il suo epistolario con Lucilio, al tempo Governatore della Sicilia, di origine pompeiana. Finalmente adottò quello stile di vita che andava insegnando, dimostrando di essere un amministratore dei suoi beni e non un amministrato. Nerone, tuttavia, continuava a nutrire una crescente insofferenza verso Seneca e Sesto Afranio Burro, Prefetto del Pretorio, morto nel 62. Egli non aspettava che un pretesto per eliminarlo. L'occasione venne col fallimento della congiura dei Pisoni (aprile 65) contro la sua persona, della quale Seneca forse era solamente informato, ma di cui non si sa se sia stato partecipe. Ricevette quindi l'ordine di togliersi la vita. Si tagliò le vene, ma poiché il sangue, lento per la vecchiaia e la denutrizione, non defluiva, dovette ricorrere alla cicuta, veleno usato anche da Socrate. Tuttavia la lenta emorragia non gli permise di deglutire; così, secondo la testimonianza di Tacito, si immerse in una vasca di acqua calda per favorire la perdita di sangue e raggiungere una morte lenta e straziante, che arrivò per soffocamento.

I giganti di Monti Prama

SARDEGNA - Sinis Cabras (OR) - Nel marzo del 1974 in località Monti Prama sono stati inaspettatamente ritrovati 30 guerrieri, tra arcieri e pugilatori, forse a custodia di una tomba proprio come i famosi guerrieri cinesi, lunica differenza è che questi personaggi non sono la copia esatta di esseri umani, bensì riportano fattezze anomale: hanno occhi come due cerchi sovrapposti e la bocca è una semplice fessura.

Poesia di Eduardo de Filippo


Ah... si putesse dicere chello c' 'o core dice; quanto sarria felice si t' 'o ssapesse di'! E si putisse sentere chello c' 'o core sente, dicisse: "Eternamente voglio resta' cu te!" Ma 'o core sape scrivere? '0 core e' analfabeta, e' comm'a nu poeta ca nun sape canta' Se mbroglia... sposta 'e vvirgule nu punto ammirativo... mette nu congiuntivo addo' nun nce 'adda sta'... E tu c' 'o staje a ssentere te mbruoglie appriess' a isso, comme succede spisso... E addio felicita'!"

 EDUARDO DE FILIPPO

Proboscide mille usi


Se la proboscide di pachiderma termina con due dita prensili, hai di fronte un elefante africano; se ne ha uno solo si tratta di un elefante indiano. 
Formata da più di 100 mila muscoli, la proboscide ha una tale forza che può sollevare pesi di oltre 250 kg, ma è anche così sensibile che consente di strappare un solo filo d’erba. 
Serve anche per barrire, portare acqua e cibo alla bocca, lanciare fango..
In questa immagine, un elefante asiatico alle prese con un'immersione nel mare delle Andamane (India). La proboscide in questo caso funge da boccaglio, mentre il pachiderma si tuffa - testa compresa - sott'acqua.
Ma c'è di più: è usata per parlare con il linguaggio dei segni: se forma una “S” significa “voglio fare conoscenza”. Se, invece, le incrociano si stanno salutando, come una stretta di mano. 

Lentamente muore


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

Martha Medeiros