La Terra è come uno Stradivari


“Ho l’impressione che non vi sia alcun interesse nel terzo millennio ad avere a cuore e preservare un progetto dimenticato chiamato Terra. Per salvare la Terra vi sono alcune necessità. Innanzitutto aver bisogno di lei e finora, più della Terra, sembra che abbiamo bisogno di tecnologia e marchingegni.
La Terra è come uno Stradivari, va suonato e non fracassato su una pietra, come stiamo facendo.
Occorre toccarla, palparla, in poche parole coltivarla.
Per ottenere questo risultato, cioè salvare la Terra, bisogna abbandonare il mito dell’oggetto e diventare tutti imprenditori di terra. Cioè non possiamo più pretendere di andare a comprare il cibo ma imparare a farcelo. Allora diventeremmo invincibili e autonomi. Certo è un’utopia ma quando crolleranno gli imperi delle banche, la Terra sarà la salvezza. E in quel momento la salveremo, non prima.
Una cosa non la proteggi se non ti interessa e perché ti interessi devi averne bisogno.
Dovremmo tutti diventare collezionisti di terra. Un metro quadrato di terra dovrebbe valere come un quadro di Van Gogh. E non per venderlo ad altri collezionisti, ma per la nostra sopravvivenza.
La musica di questo Stradivari preziosissimo sono i boschi, le acque, i prati, i campi. E la melodia che ne esce sono i prodotti che ci fanno vivere.”


Mauro Corona 

I vulcani del Mediterraneo

I fondali oceanici sono i luoghi meno esplorati del nostro pianeta. Qui, soprattutto lungo i confini tra le placche che si stanno separando, si trovano anche i vulcani sottomarini, di cui solo negli ultimi vent'anni abbiamo cominciato a scoprire le caratteristiche e il comportamento, grazie a strumenti di ricerca in profondità sempre più sofisticati. Il calore che sprigionano consente lo sviluppo di forma di vita e potrebbe anche essere sfruttato per produrre energia.

Qualcosa di veramente magico


Certe melodie s’insinuano nella parte più nascosta del tuo essere, e restano lì, come dimenticate, per poi tornare un giorno, con un soffio di vento, il pianto di un bimbo, il sorriso di un padre… con l’emozione di un gesto inaspettato.
I tuoi occhi osservano la vita che c’è intorno, ed ecco, nella testa, come d’incanto quel suono ricomincia, quelle note, infondo mai sparite, le senti davvero, e danno un sapore diverso a tutto quanto vedi.
Note che si disegnano sulla pelle, note che danzano coi pensieri.
Se esiste sulla terra qualcosa di magico davvero, allora di certo quel qualcosa ha un nome, MUSICA.

Tassili

Da catene montuose dell'Alto Atlante a nord, al Sudan al Sud, e dall'Egitto verso l'Oriente, verso l'Oceano Atlantico ad ovest. Con 8 milioni di chilometri quadrati, questo deserto è un posto davvero difficile per qualsiasi tipo di indagine archeologico o scientifico. Nel 1933 un funzionario della Policia mehariana, Brenans tenente, attraversato in funzioni di polizia nella zona del tubo di Tassili-n-Azyer e siamo arrivati ​​a una valle denominata Ighargharen. Brenans scoperto tra ... Il tutto pareti rocciose di un gruppo di pittura improbabile enorme (più di 5.000) fatto sulla pietra. Davanti ai suoi occhi si sono rappresentazioni di giraffe, elefanti giganti con il tubo in arresto, hipopótamos, animali e figure Humanoides. Ma era esploratore Henri Lhote cui essa ha presentato al mondo intero questa ricerca Arte preistorica nell'anno 1,957. Henry Lhote classificato la grande quantità di pictografías in dodici gruppi: -. Esseri di testa rotonda e corna di piccola taglia. - Devils. - Disegni del periodo medio con gli uomini di testa rotonda. - Gli uomini di evolute testa rotonda. - Periodo di declino delle teste rotonde. - Uomini di testa rotonda molto evoluto. - Periodo dei giudici di pace o il terminale. - Uomini longilíneos bianche del periodo prebovidense. - I cacciatori con dipinti corporali del periodo bovidense vecchio. - Bovidense Style. - Periodo delle vetture. - Periodo di cavalli montati o gli uomini bitriangular. Di tutti i dipinti più ... Incredibile lei è quella che si vede una specie di sub con il suo abito completo e per uso subacqueo con le scanalature nella sua parte frontale, che riflette per avere un movimento maldestro dando l'impressione di Levitar o volare legato a qualcosa di mezzo di un cavo lungo. Per questo disegno, di sei metri di altezza, Henry Lhote il grande marziano Dio ha chiamato "". Un altro dipinto molto interessante è quello che è stato battezzato come "la donna scanalato" e rappresenta una figura femminile (che sembra è flottante) ... Con le lunghe braccia estese all'indietro, traino ad un altro essere messo delle ginocchia e piegato verso l'avanti con il gesto indifferente alla scena, mentre un altro appare lasciando un disco strano. Particolarmente ci sono molti dischi realizzati in colori dierentes e tutti sembrano galleggiare. Tassili è stata dichiarata dall'UNESCO come Patrimonio Culturale dell'Umanità e per alcuni esperti è "la Cappella Sistina del Paleolitico", con dipinti che in alcuni casi raggiungono i 10.000 anni di antichità.

L'amico dei leoni

Quante volte avrai letto le paraole "video incredibile"? Tante, ma sfido chiunque a dire che questo video sugli animali non sia incredibile. Mostra il rispetto e l'amore che tigri e leoni hanno per questo uomo. Oltre 80 felini della savana che gli saltano addosso per coccolarlo, farsi accarezzare, giocare con lui. Non siamo in un circo dove i domatori schiavizzano i leoni a suon di frustate per farsi obbedire: siamo nel mezzo della savana, e i leoni giocano in maniera naturale, in totale libertà. Il protagonista si chiama Kevin Richardson, del Lion Park di Johannesburg, in Sud Africa. In rete lo chiamano l'amico dei leoni, ma si potrebbe chiamarlo anche "il Dio dei leoni".Se in passato vi eravate commossi con la storia di amicizia tra uomini e leone, questo filmato è altrettanto toccante: guardate come le tigri e i leoni lo cercano per giocarci, e con le loro enormi zampe lo tirano a sé per giocarci, e addirittura lo seguono in acqua quando va a farsi il bagno. Ma qual è il "segreto"? Emetterà un odore particolare? O è vero che gli animali "leggono l'anima" delle persone? Sta di fatto che il video è bellissimo, commovente, e lascia senza parole.

Alla povertà mancano molte cose...


Alla povertà mancano molte cose,

all'avarizia tutte.

Il sogliolamento

Da qualche tempo a questa parte mi trovo a pensare sempre più spesso alle sogliole. Mi accade mentre cammino per strada o nel breve attimo di sospensione della coscienza che precede il sonno. Non alle sogliole già cucinate, nel piatto, ma a quelle vive, celate con il loro colore mimetico sul fondo del mare. Chi è abituato a usare la maschera subacquea, sa che sono difficili da individuare, ci si accorge della loro presenza solo per il lieve e regolare movimento che compie la sabbia sui loro corpi. Visibili sono solo gli occhi, uno accanto all’altro. Sono infatti gli occhi – e non i denti o le pinne o la struttura aerodinamica del corpo – a permettere a questo timidissimo esemplare di sopravvivere comandando le modifiche cromatiche del manto, individuando i pericoli e segnalando l’avvicinarsi di  possibili prede.
Non molti sanno però che la sogliola, similmente agli altri pleuronettiformi, non viene al mondo piatta, come noi la conosciamo, ma con una forma dorso-ventrale, come tutti gli altri pesci. Alla schiusa, la larva si fa trasportare dalla corrente, poi, appena il corpo prende consistenza, inizia a nuotare regolarmente, movendo la coda. Soltanto quando cominciano a plasmarsi le interiora si compie l’incredibile: l’intestino forma un’ansa che chiama a sé il resto del corpo. La prima a spostarsi è la bocca, seguita dalle ossa craniche, per ultimi migrano gli occhi.
Se Hans Christian Andersen avesse conosciuto la biologia della sogliola, di sicuro le avrebbe dedicato una fiaba di struggente tristezza e i pleuronettiformi, accanto alla sirenetta, al cigno e al soldatino di stagno, avrebbero raggiunto fama mondiale. Tutti si sarebbero commossi davanti a un destino così crudele che fa nascere una creatura a forma di pesce per poi trasformarla in un tappeto volante.
Leggendo i giornali, guardando la televisione, parlando con le persone, ho la netta impressione che anche
nel nostro cosiddetto mondo civile sia in corso un processo di “sogliolamento”. L’inizio del fenomeno non è recente, risale ad almeno tre secoli fa, ma il germe che ha dato il via a questa evoluzione è antico come l’uomo, da sempre vive nel suo cuore, ci parla con la voce rassicurante di chi dà buoni consigli. Proprio ascoltando queste voci suadenti, piano piano, con costanza e caparbietà, siamo riusciti a ottenere ciò che solo alcune specie di pleuronettiformi, in tutto il mondo vivente, hanno raggiunto.
La bocca sta ancora al suo posto e così il naso, ma gli occhi si sono spostati, invece di muoversi e scrutare lo
spazio circostante, sono fissi unicamente in avanti, al minuscolo orizzonte raggiungibile da mani e braccia, puntati su tutto ciò che si può prendere, afferrare, possedere. Il nostro sguardo ormai riesce a percepire una dimensione soltanto, quella della materia. Finalmente ce l’abbiamo fatta! Siamo una cosa, soltanto una cosa, felicemente immersa tra le altre cose. Al pari degli scimmioni di 2001: Odissea nello spazio, danziamo in circolo con le ossa in mano, ripetendo ossessivamente dei suoni che abbiamo imparato a modulare e che ci permettono di stare nel  branco.

Susanna Tamaro

Una vita senza mistero

Una vita senza mistero è una vita drammaticamente povera. Conoscendo la ragione di ogni cosa, si restringono sempre più le possibilità di provare emozioni, di trasformare queste emozioni in sentimenti.
La vita senza mistero è una grande pianura con un cielo grigio, basso. Si può camminare per ore, per giorni e non si vedrà mai nulla di diverso da una sterminata e piatta distesa d’erba, non si incontrerà mai qualcosa capace di farci sobbalzare, niente che provochi in noi quel moto dell’animo meraviglioso e gratuito che si chiama stupore.
Una vita senza mistero è una vita priva di poesia, incapace di accogliere profondamente la bellezza. Una vita che si guarda allo specchio e, rimirandosi, non è più in grado di farsi domande.


Susanna Tamaro

La stele di Rosetta

La Stele di Rosetta è una lastra in basalto di 114 x 72 cm, che pesa circa 760 kg e riporta un'iscrizione con tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco (dall'alto in basso). Demotico e geroglifico non sono due lingue diverse ma semplicemente sono due differenti grafie dell'egizio: il geroglifico era usato per testi monumentali o di particolare importanza mentre il demotico, che derivava da una semplificazione della grafia ieratica, era usato per documenti ordinari; in epoca tarda l'uso di redigere anche i testi ufficiali in demotico derivava dall'essersi ristretta quasi solamente alla classe sacerdotale la conoscenza della grafia geroglifica. Poiché il greco era conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, e ciò avvenne nel 1822 ad opera di Jean-François Champollion.
Diverse fonti ipotizzano differenti origini dell'Azerbaigian. Alcuni ipotizzano che in passato fosse chiamato Albania (non ha alcun riferimento con l'Albania attuale) e fosse popolato da gente di aspetto nordico, alti, biondi, con gli occhi azzurri che sarebbero gli antenati dei Turchi Oguz - un'antica branca turca, cui appartennero anche i Selgiuchidi e gli Ottomani. Questo territorio dopo la conquista di Alessandro Magno venne assegnato al satrapo Atropate, e assunse il nome di Atropatene. Con questo nome fu conosciuto dagli arabi, che però lo pronunciavano Adhurbadhagan. Il nome Azerbaigian è una composizione di 3 parole di origine turca. Oder-bey-can. Od (fuoco)-er(guerriero) indica "guerrieri di fuoco", bey è un titolo nobile usato ancora oggi tra le popolazioni di origine turca anche come segno di rispetto verso l'interlocutore, equivalente al "signor" in italiano, can significa "anima". Dunque il significato del nome completo sarebbe "l'anima dei nobili guerrieri del fuoco (sacro)" in quanto in Azerbaigian il fuoco è un culto sacro ereditato dallo zoroastrismo inizialmente nato in Azerbaigian, poi diffuso in altri territori, infine diventata religione ufficiale della Persia. Il culto del fuoco è legato ai fenomeni naturali di petrolio e gas, la ricchezza principale del paese. Ai tempi gli adoratori del culto di fuoco sacro arrivavano dall'India per visitare i templi di Baku - capitale dell'Azerbaigian. Ad oggi ci sono ancora 2 luoghi considerati sacri per il loro legame col culto di fuoco sacro a Baku: Yanar dag (monte che brucia) dove c'è il fuoco incessante grazie al gas che esce dal monte. Atesgah - il tempio del fuoco sacro, sempre un luogo costruito su un giacimento di gas col fuoco incessante. Questo incessante culto del fuoco ha portato al soprannome di "Land of fire" (la terra del fuoco).