lunedì 27 giugno 2016

Il Tempio della Musica si trova in Florida, ecco Singing Tower di Bok


In Florida, ritroviamo il Tempio della Musica: parliamo della Singing Tower di Bok, una torre di marmo rosa, alta 60 metri, circondata da un fossato molto profondo.


Alla torre si accede mediante una porta di ottone che, però, è sempre chiusa, tranne ai membri di una particolare associazione, chiamata Sustainer Level Membership.
 Pertanto, se volete visitarla dall’interno, rinunciate a qualsiasi speranza. 
Potete osservarla solo ed esclusivamente dall’esterno. 

Questa particolare costruzione è situata nei Bok Tower Gardens, che sono stati realizzati nel 1921 da Edward W. Bok, un immigrato olandese, che ideò questo particolare posto composto da lussureggianti giardini e da un santuario per gli uccelli.




Dietro la porta di ottone, c’è una biblioteca, interamente dedicata ai carillon e alla musica, che si dipana nella Anton Brees Carillon, una delle raccolte più ricche dedicate ai carillon, posta al quinto piano di questa torre rosa.
 Al sesto piano della struttura, c’è la cella campanaria, dove è posizionata una tastiera, mediante la quale si fanno suonare le 60 campane che compongono il carillon.
 I visitatori possono sentirne la musica per due ore al giorno, posizionandosi nei giardini della struttura.


Scendendo al piano terra, troviamo la Camera del Fondatore, dove ci sono mobili antichi, ascensore del tempo ancora funzionante e un camino di grosse dimensioni.


Fonte: ipostipiubelli.it

Tra due anni arriverà sul mercato il primo robot per il condominio: sorveglia e consegna la posta


Arriva il primo robot per il condominio, in sostanza portiere hi-tech realizzato e appena sperimentato in Italia.
 Il prototipo è stato presentato a Pisa, nel convegno sulle tecnologie al servizio dell’ambiente in cui si vive (Ambient Assisted Living), organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna. 
“Ci siamo dati due anni come obiettivo per un modello che possa essere prodotto su scala industriale“, ha dichiarato il ricercatore Filippo Cavallo, co-fondatore della Co-Robotics, una spinoff della Scuola Superiore Sant’Anna.
 Lo stesso gruppo ha realizzato il prototipo del robot domestico, dall’aspetto realistico e simile al “portiere di condominio” tecnologico, che ha occhi vivaci e attenti per sorvegliare il viavai nel portone, un comodo vassoio per consegnare posta, pacchi e spesa, due ruote per spostarsi e un’uniforme con cravattino colorato.


Entrambi nati dal progetto robot Era, del valore complessivo di 8,7 milioni di euro, parlano e obbediscono ai comandi vocali. 
Il robot domestico ha anche un braccio e una mano con tre dita. Non ha il cravattino, ma può essere personalizzato, e ha un maniglione che in grado di aiutare chi ha difficoltà a camminare. 
Si accorge se la persona che è in casa è caduta e ha bisogno di aiuto e sa intrattenere con giochi cognitivi.




Il materiale di cui sono fatti è economico e leggero: ovvero la stessa plastica dei cruscotti delle auto.
 L’obiettivo è quello di arrivare a un costo compreso fra 5.000 e 20.000 euro, per i modelli più complessi.
 In strutture di ricovero ospedaliero, dove peraltro sono già stati testati anche in Italia, questi robot potrebbero essere utilizzati per trasportare lenzuola e coperte, consegnare il cibo ai pazienti, aiutare gli infermieri a distribuire i farmaci, sostenere le persone che non camminano in modo autonomo e offrire una supervisione utile per la sicurezza, con un risparmio notevole sui costi socio-sanitari e miglioramento della qualità dei servizi per gli utenti e della qualità di lavoro per gli operatori. 

Non hanno ancora un nome, ma presto, diventando una realtà concreta, potrebbero anche essere “battezzati”. 

 Fonte: meteoweb.eu

Lo yak nel clima rigido dell'altopiano tibeteno


Un esempio di come Madre Natura abbia messo al mondo creature diverse in grado di adattarsi a tutti gli ambienti e i climi, anche a quelli più ostili, è rappresentato dallo yak.
 E' quindi indispensabile conoscere prima le caratteristiche del luogo in cui vive questo animale per poter capire le caratteristiche fisiche e funzionali del suo organismo.


L'altopiano del Tibet, dove il clima è molto simile a quello polare, molto freddo e per lo più arido, è circondato da catene montuose che raggiungono i 5000-8000 metri (qui ci sono la montagne più alte del mondo), impedendo così l'arrivo dei monsoni umidi.
 La regione tibetana raggiunge i 4000-5000 metri di altitudine ed è per lo più ricoperta da neve e ghiacciai ed attraversata da venti e tormente. 
Ma allora, chi potrebbe vivere in questa terra così inospitale? Sicuramente un animale altrettanto forte e resistente: lo yak. 

 Lo yak, chiamato anche bue tibetano, è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Bovidae. 
Ma quali sono le caratteristiche che gli permettono di vivere in un clima così rigido?
 - una corporatura massiccia: il maschio può raggiungere i 200 centimetri al garrese, una lunghezza fino a tre metri ed un peso di una tonnellata; 
 - un folto manto con peli lunghi di un colore che va dal marrone scuro al nero e che ricoprono anche parte della fronte e la coda; questa pelliccia cade lungo i fianchi e si infoltisce sulle spalle; 
 - cute spessa; 
 - zoccoli divaricabili che gli permettono di muoversi anche su terreni acquitrinosi; 
 - una costola in più rispetto al bovino, e questo gli permette di avere una gabbia toracica più ampia e quindi anche un cuore e due polmoni più voluminosi; 
 - un elevato tasso di emoglobina. 
 Queste due ultime caratteristiche fanno sì che possa vivere fino a 6000 metri, dove l'aria è rarefatta.
 Inoltre durante le tormente di neve, gli yak dello stesso gruppo (per la maggior parte dell'anno maschi e femmine vivono separati, e solitamente i primi formano gruppi di 2-5 individui, mentre le seconde di 6-20 capi) si accovacciano a terra disponendosi quasi a cerchio uno di fianco all'altro con la testa rivolta verso il centro, finché le condizioni climatiche non migliorano.

 L'habitat dello yak può variare, ma è comunque rappresentato da tre aree che si differenziano per il tipo e la quantità di vegetazione (pascoli alpini, steppa alpina e steppa desertica), per la temperatura media e le precipitazioni annue; quindi durante le stagioni fredde alcuni branchi possono effettuare grandi migrazioni alla ricerca di erba, muschi, licheni. Ma lo yak predilige comunque le temperature fredde dell'altopiano, ed è qui che quindi ritorna quando le condizioni climatiche sono meno rigide.


Tutte queste caratteristiche, sia fisiche che di grande adattabilità, ha quindi permesso a questo mammifero di vivere in questo angolo della Terra nonostante le condizioni climatiche così avverse (altra curiosità: è anche l'unico animale dell'era glaciale che è sopravviassuto sull'altopiano del Tibet, a differenza del rinoceronte lanoso che si è invece istinto circa 12000 anni fa). 

 Fonte: greenme.it