La triste parabola dei Mastini Tibetani: prima cani pagati a peso d’oro, ora finiscono ai macellai


Oltre un milione di euro. Questo è stato il prezzo pagato un anno fa per un cucciolo di Mastino Tibetano rosso.
 Una cifra esagerata, probabilmente spinta in alto per motivi di marketing e per sottolineare lo «status symbol» dei nuovi ricchi cinesi. 
Ma comunque fino a un anno fa quel tipo di quattro zampe, la cui razza discende dai cani usati per la caccia dalle tribù nomadi di Tibet e Asia centrale, aveva un prezzo elevatissimo, difficilmente sotto i 200mila euro.
 Ora, però, il loro mercato è cambiato e a farne le spese sono proprio loro.

 Nei giorni scorsi 20 esemplari di Mastino Tibetano, insieme ad altri 150 cani, sono stati trovati in strette gabbie trasportate su un camion.
 Come racconta il New York Times, se non fosse intervenuto un gruppo di animalisti, il loro viaggio sarebbe terminato in un mattatoio nel nord-est della Cina, dove sarebbero stati venduti per circa 5 euro. 
Una volta uccisi, la loro carne sarebbe finita nei ristoranti e il resto sarebbe stato usato per le pelli e per prodotti come guanti e giacche.


Durante il periodo d’oro, molti allevatori hanno puntato su questa razza e ora sono in tanti a non riuscire a gestire la situazione.
 Data la frenata del boom cinese e a causa di una politica di austerità governativa che condanna chi mette in evidenza il proprio benessere economico, si calcola che i pochi clienti anche presenti siano disposti al massimo a spendere circa 1900 euro, o anche molto meno. Ma mantenere questi animali che possono arrivare anche a pesare 160 kg può costare anche 50 o 60 euro al giorno. 
 Un business che in poco tempo è stato interessato anche da comportamenti criminali.
 In alcuni casi, allevatori senza scrupoli hanno iniziato a fare incroci con altri esemplari non di razza o, addirittura, a ricorrere a operazioni di lifting a base di silicone per rendere i cani ancora più possenti e, dunque, interessanti per i compratori. 
Nel 2013 un proprietario aveva fatto causa a una clinica perché il suo cane era morto durante un lifting facciale.
 La motivazione? «Se il mio cane appare più bello - raccontava l’uomo -, i proprietari delle femmine saranno disposti a pagare di più per accoppiarle».


Non è però la prima volta che gli effetti delle mode, del consumismo scellerato, finiscono per creare business sulla pelle degli animali, con boom di allevamenti che terminano in abbandoni di massa.
 «Dieci anni fa erano Pastori Tedeschi, poi Golden Retriever, poi Dalmata e poi Husky - ha raccontato un’attivista cinese al New York Times -, ma visti i prezzi folli dei Mastini Tibetani, non avrei mai pensato di vederli caricati su un camion venduti come carne da macello».

 Fonte: lastampa.it

Ubari Lakes: meravigliosi laghi salati tra le dune nel deserto


Uno spettacolo davvero affascinante. 
Ubari Lakes, ecco i laghi circondati da un vero e proprio mare di sabbia che caratterizzano il paesaggio della Libia. 

Si trovano nella regione di Fezzan, nel sud-ovest del Paese.
 Si tratta di una vasta area caratterizzata da imponenti dune di sabbia. 
Ben 200 mila anni fa questa zona era umida e fertile, caratterizzata da piogge frequenti e da fiumi.
 Questi fiumi alimentavano un vasto lago, delle dimensioni della Repubblica Ceca. 
Veniva chiamato lago di Megafezzan. 

Nel corso del tempi il clima in questa zona è cambiato davvero molto e il lago si è letteralmente prosciugato in modo graduale tra 3000 e 5000 anni fa. 
Le tracce di questo antico grande lago però non sono scomparse: ecco allora i tipici micro laghi sparsi tra le dune di sabbia.
 Questi laghi assomigliano a vere e proprie oasi nel deserto. 

Attualmente ci sono circa 20 laghi nel mare di sabbia di Ubari. I piccoli laghi sono circondati da palme che li rendono quasi dei miraggi nell'arido ambiente desertico in cui si trovano.


Gaberoun è il nome del lago più caratteristico e più visitato dai turisti, situato nelle vicinanze delle rovine di un antico borgo. 
Ci sono comunque altri splendidi piccoli laghi nei paraggi, che vengono visitati più raramente. 
I laghi di Ubari sono molto salati.
 Non hanno fiumi che possano reintegrare il loro bacino idrico. In Libia non si trovano fiumi perenni che trasportino acqua per un intero anno. 
Ciò ha portato alla formazione di un'alta concentrazione di sali minerali nelle acque di questi laghi, tanto che alcuni di essi sono quasi cinque volte più salati dell'acqua del mare.




Nonostante l'acqua molto salata, questi laghi ospitano la vita, a partire da caratteristiche alghe rosse che talvolta colorano la loro superficie. 
Non si tratta di laghi molto profondi, dato che i loro fondali si trovano tra i 7 e i 32 metri.




Fonte: greenme.it

Le origini storiche della Giornata della Terra: tutto è nato da un movimento universitario…


La Giornata della Terra (Earth Day) è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambente e la salvaguardia del pianeta Terra.

 L’idea di una Giornata della Terra nasce negli anni del presidente Kennedy, dei Beatles in cima alle classifiche, di Jimi Hendrix; negli anni delle proteste contro la guerra del Vietnam.

 Nel 1962, al senatore Gaylord Nelson venne in mente di dar risalto alla questione ambientale in maniera prepotente, muovendo l’opinione pubblica e soprattutto il mondo politico.
 Per primo, propose al presidente un giro di conferenze dedicate alle tematiche ambientali e nel 63’, lo stesso presidente attraversò 11 Stati per 5 giorni dedicati alla tutela dell’ambiente.

 Da quel seme germogliò la Giornata della Terra che prese forma nel 1969, a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California, dopo il quale il senatore Nelson decise che fosse il momento giusto per portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e politica in quanto “tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o dalla loro provenienza geografica, hanno diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. 

Proprio ispirandosi a questo principio, il 22 aprile 1970, 20 milioni di americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della terra in cui, per la prima volta, i gruppi che, singolarmente, avevano combattuto contro l’inquinamento da combustibili fossili, delle fabbriche e delle centrali elettriche, contro rifiuti tossici, pesticidi, progressiva desertificazione , estinzione della fauna selvatica, compresero di condividere valori comuni.
 Migliaia di college e di università organizzarono proteste contro il degrado ambientale e da allora il 22 aprile è la Giornata della Terra. 
La copertura mediatica della 1°Giornata Mondiale della Terra venne realizzata da Walter Cronkite della CBS News, con un servizio intitolato “Giornata della Terra: una questione di sopravvivenza”. 
Tra i protagonisti della manifestazione, grandi nomi dello spettacolo statunitense tra cui Peter Seeger, Paul Newman e Ali McGraw.


La Giornata della Terra, nata come movimento universitario, è diventata, col tempo, un avvenimento educativo e informativo, utilizzato dagli ecologisti come occasione per valutare le problematiche del pianeta, insistendo su soluzioni che permettono di eliminare gli effetti negativi dell’attività dell’uomo, sensibilizzando il cittadino su temi importanti come l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, la distruzione degli ecosistemi, la scomparsa di migliaia di specie di piante e animali e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili, proponendo soluzioni per fronteggiare queste criticità, tra cui: il riciclo dei materiali, la riduzione di consumi di combustibili di origine fossile, il divieto di utilizzare prodotti chimici nocivi, la cessazione della distruzione di habitat come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

Fonte: meteoweb.eu