martedì 30 settembre 2014

Autunno…arrivano le bacche giallo – arancio dell’Alchechengio!


Kikingeri, vingenze, alchechengi, fiasche dei corai, ciliegine…tutti nomignoli popolari per indicare le bacche dell’Alchechengio! 
Vediamo di cosa si tratta.
 L’Alchechengio è una pianta annuale originaria dell’Europa e dell’Asia che appartiene alla famiglia delle solonacee, la stessa del pomodoro e della patata.
 Produce bacche commestibili di colore giallo arancio, poco succose e un po’ acidule il cui sapore ricorda quello del lampone o del pomodoro.
 Le bacche, che sembrano dei minuscoli pomodorini, crescono avvolte in un involucro che va dal verde al giallo dorato e danno un notevole effetto decorativo proprio perché ricordano delle piccole lanterne cinesi, per questo vengono impiegate di frequente nella composizione di giardini rocciosi. Il periodo di raccolta dei frutti è proprio l’autunno.


Ma vediamo le proprietà medicinali di queste curiose bacche autunnali che proprio sin dall’antichità venivano sfruttate a scopo terapeutico
. Innanzi tutto, come tutti i frutti di colore arancione, sono scrigni ricchi di vitamina C e dunque sono ottimi per combattere le sindromi influenzali, specie quelle che colpiscono l’intestino.
 Sono ricchi di ferro, niacina, provitamina A e di tannini, e ciò li rende ottimi astringenti, depurativi e diuretici, validi dunque in tutte le affezioni dell’apparato urinario, in caso di gotta, acido urico e artrite.
 Sono emollienti, debolmente lassativi e sedativi della tosse, febbrifughi e antiflogistici.
 E’ possibile sfruttare tutte queste proprietà benefiche utilizzando le bacche nella preparazione di decotti, infusi oppure di un vino medicinale.
 Purtroppo oggi l’uso che se ne fa è soprattutto di tipo alimentare: ecco che potete apprezzarle spremute, crude nelle insalate o nelle macedonie, oppure, data la ricchezza di pectina, utilizzarle per preparare marmellate, sorbetti o crostate.
 Provate anche a gustarle candite o pucciate nel cioccolato fondente!


Al momento dell’acquisto, scegliete frutti sodi, privi di ammaccature e con il calice dalla consistenza friabile.
 Considerate che lasciati a temperatura ambiente continuano a maturare. 
A casa, potete conservarli in frigorifero coperti da un panno per un massimo di due o tre giorni oppure potete pensare di congelarli eliminando il calice. 
Che dirvi? Approfittatene… cogliete l’attimo e provateli per concludere in modo chic una cena con amici, magari proponendoli come goloso dessert! 

 Da: greenme.it

Spettacolare eruzione solare ripresa nei giorni scorsi


Il Sole continua a dare spettacolo con grandi eruzioni e macchie solari. 
Il 26 Settembre, il Solar Dynamics Observatory ha ripreso questa enorme palla di plasma carico mentre si muoveva lungo la superficie solare prima di ricadere verso il basso.
 La ripresa nel colore rosso che vedete è dovuta al filtro del SDO, sensibile ad una temperatura di 60.000°C.

 

Eruzioni così violente possono rilasciare nello spazio miliardi di particelle alla volta, spingendole a milioni di km/h di velocità!

 Un’eruzione solare si genera a causa dell’emissione di intensi campi magnetici sulla fotosfera, la superficie esterna del Sole, visibili come macchie solari.
 Questo determina improvvisi rilasci di energia e l’espulsione di particelle di plasma altamente ionizzato ad alta velocità nello spazio interplanetario.
 La tempesta solare è costituita da tre componenti: radiazione ultravioletta e raggi X, che raggiunge la Terra in 8 minuti; una seconda componente di particelle relativistiche, che arrivano in qualche ora; infine, una bolla di plasma di enormi dimensioni che può investire la Terra (o qualsiasi cosa si trovi nella posizione giusta).
 In questo caso però non c'è alcun rischio.

 Fonte: www.link2universe.net

Quando gli UFO invasero l'arte rinascimentale

Molti dipinti di epoca medievale e rinascimentale sembrano raffigurare strani oggetti che agli occhi di un moderno somigliano ai cosiddetti UFO. 
Si tratta di testimonianze di antichi avvistamenti, o solo rappresentazioni religiose di eventi divini?


Nei periodi della civiltà occidentale noti come Medioevo e Rinascimento, molti artisti hanno creato alcune delle opere più rappresentative dell’epoca, definendone canoni e stili.
 Nel corso di quel periodo, la raffinatezza delle opere è andata crescendo. Ancora oggi, le opere d’arte prodotte nel Rinascimento suscitano apprezzamento e meraviglia nei visitatori.
 Eppure, alcuni di questi dipinti così importanti per la storia della civiltà occidentale contengono delle strane raffigurazioni che secondo gli ufologi rappresenterebbero qualcosa di ultraterreno, qualcosa che pervade la cultura popolare contemporanea, qualcosa noto come “dischi volanti”.
 Molti dei dipinti in questione sono di natura religiosa, un soggetto molto comune per l’epoca.
 In queste opere è possibile notare quello che all’occhio dei moderni sembrano UFO, raggi laser e uomini a bordo di aerei.

 La Madonna con San Giovannino

Uno degli esempi più rappresentativi è l’opera dipinta da Domenico Ghirlandaio nel 15° secolo. Il dipinto si trova attualmente esposto nel Museo di Palazzo Vecchio a Firenze.
 L’opera è una rappresentazione della Vergine Maria con Gesù e Giovanni Battista bambini. Sullo sfondo c’è un uomo intento a scrutare qualcosa di strano nel cielo: un oggetto che emana raggi di luce, molto simile alla rappresentazione moderna dei dischi volanti.

 L’Annunciazione

Un altro dipinto noto agli ufologi è l’Annunciazione di Carlo Crivelli (1486), attualmente in mostra alla National Gallery di Londra .
 Si tratta di un esempio molto citato dai sostenitori della Teoria degli Antichi Astronauti. 
 Nel cielo si vede un oggetto circolare da quale parte un raggio di energia diretto verso la Vergine Maria.
 Sebbene sia incredibilmente simile alla raffigurazione un UFO moderno, gli scettici interpretano l’oggetto come una rappresentazione artistica di Dio circondato dai suoi angeli.

 Il Trionfo dell’Estate

Il Trionfo dell’estate’ è un arazzo prodotto nel 1538 d.C. nella città di Bruges, Belgio.
 L’opera rappresenta l’ascesa vittoriosa di un sovrano al potere. L’arazzo è esposto nel museo cittadino Bayerisches Nationalmuseum. 
 Tuttavia c’è qualcosa di molto insolito raffigurato nell’arazzo: se si guarda con attenzione nella parte alta dell’opera, soprattutto verso il lato sinistro, si noteranno una serie di curiosi oggetti a forma di cappello nero sospesi nell’aria.



Il Miracolo della Neve

La “Fondazione della chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma”, più conosciuta come “Il Miracolo della Neve”, venne dipinta da Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino da Panicale, su ordine del papa Martino V Colonna per la chiesa di Santa Maria Maggiore di Roma intorno al 1428.
 È la rappresentazione visuale di uno stranissimo evento in cui fu coinvolto Papa Liborio (352-366), il quale in sogno ricevette l’ordine dagli angeli di costruire a Roma una nuova chiesa nel luogo esatto dove una nevicata miracolosa si sarebbe manifestata. 
 Masolino da Panicale, nella sua pittura, rappresenta una scena dettagliata dell’evento, con la neve che cade da una “nuvola” grossa e allungata, grigiastra e a forma di sigaro, sotto la quale sono visibili delle nuvole più piccole. Un’attenta osservazione di queste ultime, peraltro, mostra che non sembrano nubi normali. 

 Il Battesimo di Cristo

Nel dipinto del pittore fiammingo Aert De Gelder, “Battesimo di Cristo” (1710), sono raffigurati Gesù e Giovanni Battista immersi in una luce proveniente da un disco lucente nel cielo.
 Se si tratta dello Spirito Santo, persona incorporea delle Trinità, perché De Gelder ha voluto renderlo così materiale?

 Crocifissione di Cristo

Un altro esempio molto significativo è l’affresco conservato nel Monastero di Visoki Decani in Kosovo.
 Questa opera è molto conosciuta tra gli appassionati di ufologia. Gli Oggetti ai lati della croce, sembrano essere dei velivoli occupati da due piloti, intenti ad osservare le ultime ore della vita di Gesù. 
 Una cosa sembra chiara: secondo la tradizione ortodossa, la morte di Gesù Cristo è raffigurato con dei testimoni cosmici d’eccezione. 

 Manifesto di Norimberga

Un' altra testimonianza diventata famosa è il cosiddetto Manifesto di Norimberga, una stampa che riporta di un evento celeste avvenuto nei cieli di Norimberga il 14 aprile 1561.
 Secondo le cronache del tempo, la popolazione vide comparire in cielo numerosi oggetti volanti, di varie forme, che ingaggiarono fra di loro una sorta di combattimento.
 Le cronache del tempo riportarono l’accaduto con dovizia di particolari, affinché della vicenda rimanesse chiara memoria.
 Inoltre, furono eseguite diverse incisioni su legno e stampe su carta.

 Fonte : ilnavigatorecurioso.it

Alaa, l'angelo dei gatti nell'inferno di Aleppo


Ad Aleppo, la città più grande della Siria, gli abitanti hanno lasciato le loro case per trovare un rifugio più sicuro dai bombardamenti.
 Tra ciò che ciò che resta alle loro spalle ci sono anche loro, i gatti, che ora ora vagano per la città senza che nessuno si prenda cura di loro.
 Eppure anche per loro, in mezzo alla distruzione, alla morte e alla violenza, esiste un angelo. Si chiama Alaa, fa l'autista di ambulanze e, quando non sta correndo per la città per salvare vittime della guerra civile siriana, trova ancora il tempo e l'energia per aiutare le vittime meno conosciute del conflitto, gli animali.
 Alaa spende circa 4 dollari dei suoi risparmi ogni giorno per la carne con cui sfama circa 150 randagi nel quartiere di Masaken Hanano, che ormai resta quasi del tutto distrutto e deserto.




In un luogo dove la vita ha ceduto il passo alla morte, anche i piccoli gesti hanno il loro valore.

lunedì 29 settembre 2014

Ecco come usare un enorme Tornado come Anti-Incendio


E' raro vedere da vicino un tornado in natura e di solito non lo si vede nella condizione in cui si può comodamente osservarlo da vicino. Tuttavia, in ambienti speciali è possibile vedere le loro spettacolari repliche artificiali. 
La più grande al mondo si trova presso il Museo Mercedes-Benz, in Germania, che oltre ad ospitare alcuni automobili che hanno fatto la storia, ospita anche un tornado di 34.4 metri!
 Sembra una folle attrazione turistica ma in realtà è stato creato dagli architetti per spingere il fumo verso l'esterno dell'edificio in caso di incendio.


Struttura del Museo Mercedes-Benz dall'esterno e dall'interno.


Nel caso in cui c'è un vero incendio, 144 fori sui muri centrali iniettano aria all'interno della corte centrale del museo. Il tornado impiega circa 7 minuti per materializzarsi ma poi raccoglie tutto il fumo e lo spinge verso l'esterno attraverso ventole per farlo convogliare all'esterno. 
Questo sistema per l'eliminazione del fumo nasce dall'esigenza intrinseca al design delle stanze per l'esposizione.
 Ogni area è connessa con la successiva senza uscite per il fuoco e sono tutte situate intorno ad una vasta corte centrale con rampe laterali. Così gli architetti hanno dovuto inventarsi un sistema completamente nuovo per questo museo. 
 Quindi, in un certo senso, si può dire che i principi alla base dei tornado fuori sono un pericolo per gli umani, ma qui sono usati per salvare le vite umane!
 Dal 2007, questo tornado è finito anche nel Libro Guinnes dei Record.

Fonte : link2universe.net

Turf Church of Hof: l'ultima chiesa dal tetto verde d'Islanda


Una spettacolare chiesa dal tetto verde, immersa nella natura, molto diversa dalle cattedrali che ci aspetteremmo altrove nel mondo.
 Hof è un piccolo villaggio nel sud-est dell'Islanda, a circa 30 chilometri ad est di Vatnajökull, e 20 chilometri a sud del Parco Nazionale di Skaftafell. 

 I tetti verdi sono molto comuni in Islanda per quanto riguarda le case dei villaggi. Questa pratica si è sviluppata nel Nord Europa già a partire dell'età del ferro. Ma solo da un paio di decenni la stiamo riscoprendo nel resto dell'Occidente. 
Gli uomini in passato iniziarono a ricoprire i tetti con un tappeto erboso per riparare le abitazioni dal freddo. La pratica dei tetti verdi dal 18esimo secolo interessò le abitazioni e gli edifici in legno del villaggio di Hof e di altre località dell'Islanda.
 Le chiese non erano escluse da questa pratica. Alcuni di questi edifici sono sopravvissuti fino ai giorni nostri e la Hof Church ne è un esempio.


Fu costruita nel 1884 e dotata di un tappeto erboso sul tetto, secondo i metodi di edificazione del tempo. Ha pareti spesse e pesanti per isolare dal freddo. Il tetto è in lastre di pietra e coperto dall'erba. 
Ora questa singolare chiesa dal tetto verde fa parte dei monumenti storici islandesi.
 A costruirla furono il falegname Pall Palsson e il fabbro Porsteinn Gissurarson. 
 Ora la chiesa dal tetto verde è gestita dal Museo Nazionale Islandese, ma serve ancora come edificio parrocchiale.
 I tetti verdi in Islanda venivano utilizzati su tutti i tipi di edifici, dalle stalle alle chiese. Dal 20esimo secolo questa tradizione iniziò ad essere abbandonata e ai giorni nostri soltanto un gruppo ristretto di falegnami e artigiani conserva e cerca di tramandare questa arte.


La chiesa islandese dal tetto verde ha un aspetto magico e surreale. Sappiamo bene quanto i tetti verdi siano utili per il risparmio energetico e per l'assorbimento dell'acqua piovana. 
Sarebbe  davvero bello se la tradizione dei tetti verdi venisse ripresa in Islanda e si diffondesse altrove, sfruttando anche le tecnologie di oggi. 

Marta Albè

I vulcanelli di fango


Le esplosioni dei vulcanelli di fango, come quella avvenuta il 27 settembre in Sicilia, nella riserva Maccalube ad Aragona-Caldare (Agrigento), sono tutt'altro che rare.

 ''Non è possibile prevedere questi fenomeni naturali, ma è chiaro che bisogna studiarli per riuscire ad avere un sistema di monitoraggio e controllo simile a quello utilizzato per vulcani e terremoti'', osserva Rocco Favara, direttore della sezione di Palermo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). 

I vulcanelli sono quindi poco studiati, nonostante siano molto comuni in Sicilia, dove oltre che nella provincia di Agrigento si trovano nei pressi di Caltanissetta (dove è avvenuta un'esplosione nel 2008) e di Catania, vicino Paternò e Belpasso.
 Si trovano anche in altre regioni italiane, dalla Basilicata alla Calabria, fino a Campania, Lazio, Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna. 
Nel resto del mondo i vulcanelli di fango sono negli Stati Uniti, in particolare nel parco di Yellowstone, in Sudamerica (Venezuela e Colombia) e in Asia. Al largo del Pakistan, per esempio, nel 2009 è avvenuta un'esplosione così grande da generare un'isola.


Sono anche fenomeni noti da tempo: basti pensare, si rileva nel blog dell'Ingv dedicato ai terremoti, che lo stesso nome della riserva di Macalube ''deriva dall'arabo Maqlùb che significa letteralmente 'ribaltamento', proprio per le sue caratteristiche geologiche di continua attività''. 

 I vulcanelli di fango, spiega Favara, ''sono vulcani in miniatura, ma naturalmente con molte differenze rispetto ai vulcani veri e propri''. A provocarli, prosegue l'esperto, è la risalita di gas (in molti casi, come a Maccalube, si tratta di metano) ed acqua dal sottosuolo.
 Nel momento in cui l'acqua attraversa zone ricche di argilla, questa diventa 'plastica'. 
Si forma così un materiale fluido che gradualmente viene portato verso la superficie dalla costante risalita dei gas e continua ad accumularsi fino al punto in cui la pressione dei gas non diventa tale da provocare una sorta di 'eruzione', un ribaltamento che può produrre emissioni di fango capaci di raggiungere un'altezza compresa fra 10 e 25 metri.


''I vulcanelli di fango - osserva l'esperto - sono fra i tanti fenomeni cui è sottoposto il territorio italiano e andrebbero studiati con maggiore dettaglio.
 Purtroppo i soldi per poterlo fare sono pochi''. 

www.ansa.it

Lubecca e la lega anseatica


La Lega Anseatica (detta anche Hansa) fu un’alleanza di città che nel medioevo e fino all’inizio dell’era moderna contribuirono in maniera determinante al fiorire dei commerci in gran parte dell’Europa settentrionale e del Mar Baltico.

 La sua fondazione viene fatta risalire al XII secolo.
 Fu in questo periodo che i mercanti delle varie città iniziarono a formare società, o Hanse, con l’intenzione di commerciare con le città straniere.
 Queste società lavorarono per acquisire degli speciali privilegi commerciali per i loro membri. Ad esempio, i mercanti di Colonia furono in grado di convincere Enrico II d’Inghilterra a garantire loro speciali privilegi commerciali e diritti di mercato nel 1157. Alla fine, alcune di queste città iniziarono a formare alleanze tra di loro, in forma di una rete di mutua assistenza che sarebbe diventata, appunto, la Lega Anseatica.

 La città principale della Lega Anseatica era Lubecca, fondata da Enrico il Leone di Sassonia nel 1159.
 La sua posizione sul Baltico le diede accesso ai commerci con Scandinavia e Russia, portandola in competizione diretta con gli scandinavi che avevano in precedenza controllato gran parte delle rotte commerciali del Baltico.
 La competizione finì a seguito di un trattato con i commercianti di Gotland. Attraverso questo trattato, i mercanti di Lubecca ottennero anche l’accesso al porto russo di Velikij Novgorod, dove costruirono uno scalo commerciale.
 Lubecca, che aveva avuto accesso alle aree di pesca del Baltico e del Mare del Nord, successivamente formò un’alleanza con Amburgo, un’altra città mercantile che controllava l’accesso alle rotte del sale provenienti da Lüneburg. 
 Le città alleate furono in grado di prendere il controllo di gran parte del commercio del pesce salato. Altre alleanze simili si formarono in tutto il Sacro Romano Impero. 
Con il passare del tempo, la rete di alleanze crebbe fino a comprendere più di 100 città.
 I coloni tedeschi costruirono numerose città anseatiche sul Baltico, come Tallinn, Riga e Tartu. Alcune di queste sono ancora piene di edifici e dello stile dei giorni della Lega Anseatica.
 La Livonia (le odierne Estonia e Lettonia) ebbe il suo parlamento Anseatico (dieta) e tutte le sue principali città erano membri della Lega.
 Alla fine, la capitale dell’Hansa venne spostata a Danzica, che era il principale porto per le mercanzie polacche (all’epoca tedesche) trasportate lungo la Vistola.
 Altre importanti città membre della Lega furono Thorn, Elbing, Königsberg e Cracovia.
 La Lega aveva una natura fluida, ma i suoi membri condividevano alcuni tratti. In primo luogo, gran parte delle città anseatiche vennero fondate o come città indipendenti, o ottennero l’indipendenza attraverso il potere di contrattazione collettivo della Lega.


L’indipendenza era comunque limitata; significava che le città dovevano lealtà diretta al rispettivo Imperatore, senza alcun legame intermedio alla nobiltà locale.
 Un’altra similitudine consisteva nel fatto che le città erano tutte collocate in posizione strategica lungo le rotte commerciali. Infatti, al vertice del loro potere, i mercanti della Lega Anseatica erano talvolta in grado di usare il loro potere economico (e in alcuni casi anche la loro forza militare – le rotte commerciali necessitavano di protezione, le navi della Lega erano bene armate) per influenzare la politica imperiale. 
 La Lega esercitò il suo potere anche all’estero: tra il 1368 e il 1370, le navi della Lega combatterono contro i danesi, e costrinsero il re di Danimarca a garantire alla Lega il 15% dei profitti provenienti dai commerci danesi (Trattato di Stralsund). 

 Le rotte commerciali esclusive vennero spesso ottenute a caro prezzo. In molte città straniere, i mercanti dell’Hansa erano confinati in determinate aree di commercio e nei loro scali commerciali. Gli era concesso raramente, se non mai, di interagire con gli abitanti del luogo, ad eccezione che per motivi legati alle contrattazioni. Inoltre, il potere della Lega Anseatica era invidiato da molti, sia nobili sia mercanti.
 Nel 1598 chiudeva definitivamente il fondaco anseatico a Londra. L’esistenza stessa della Lega e dei suoi privilegi e monopoli creò tensioni economiche e sociali che spesso si tramutarono in una forma di rivalità strisciante tra i membri della Lega.
 Per la fine del XVI secolo, la Lega implose e fu incapace di gestire le lotte intestine, i cambiamenti socio-politici che accompagnarono la Riforma, l’emergere dei mercanti olandesi e inglesi e le incursioni dei Turchi Ottomani sulle rotte commerciali e sull’Impero stesso.
 Il crollo definitivo si ebbe con la guerra dei Trent’anni, che sancì il predominio svedese nel Baltico.
 All’ultima dieta della Lega, nel 1669, si presentarono solo tre città: Lubecca, Amburgo e Brema. 
 Nonostante la sua scomparsa, diverse città ancora mantengono collegamenti con la Lega Anseatica. Anche nel XXI secolo le città di Deventer, Kampen, Zutphen, Lubecca, Amburgo, Brema, Rostock, Wismar, Stralsund, Greifswald e Anklam si denominano Città Anseatiche. Per Lubecca in particolare, questo legame anacronistico ad un glorioso passato rimase di particolare importanza nella seconda metà del XX secolo. Lubecca fu anche, come molte altre città, una “Libera città Anseatica”, come è ancora ad esempio Brema.
 Questo privilegio venne rimosso dal Partito Nazista dopo che il Senato della Città Anseatica non permise ad Adolf Hitler di parlare a Lubecca durante la campagna elettorale. Hitler tenne il discorso a Bad Schwartau, un piccolo villaggio alla periferia di Lubecca.
 In seguito si riferì a Lubecca come a “quella piccola città vicino a Bad Schwartau”

Washington risarcisce i Navajo con 554 milioni di dollari


Mega-rimborso in arrivo per i Navajo d'America dopo 50 anni di dispute: l'amministrazione Obama darà alla tribù indiana 554 milioni di dollari in base all'accordo stipulato per mettere fine alla serie di cause e sfide legali intentate dai nativi contro il governo americano. 
 La Navajo Nation sostiene da decenni che il governo Usa ha gestito malamente i fondi e le risorse naturali esistenti nelle riserve abitate dalla tribù. 
 L'accordo - secondo una anticipazione ottenuta dal Washington Post - verrà firmato  a Window Rock, in Arizona. 
Proprio tra Arizona, New Mexico, Utah si trovano le riserve e la maggior parte della popolazione sopravvissuta della tribù: ma molte decine di migliaia di acri delle terre di proprietà indiana sono in realtà 'affittate' da sempre al governo per agricoltura, estrazione di petrolio, gas e minerali. 
 "Questa risoluzione storica pone fine ad una disputa lunghissima e pesante - ha detto al quotidiano di Washington il ministro della giustizia Eric Holder - e dimostra il fermo impegno del dipartimento a rafforzare la nostra collaborazione con le nazioni tribali". 
 "La Nazione dei Navajo ha lavorato incessantemente per anni per raggiungere questa risoluzione e dopo un processo lungo ed arduo sono soddisfatto che finalmente riceveremo una giusta compensazione", ha commentato Ben Shelly presidente della 'Navajo Nation'.

venerdì 26 settembre 2014

giovedì 25 settembre 2014

La magia dell'autunno nelle foto di Alex Greenshpun


"Nelle mie fotografie cerco qualcosa di unico, che possa raccontare una storia.
 Ogni immagine che vedete ha qualcosa da raccontare, ogni scatto è una favola sull'autunno".

Alex Greenshpun




















Khorasan: chi sono i nuovi terroristi che vogliono distruggere l’Occidente


Tra gli obiettivi centrati dagli Usa nella guerra all’Isis in Siria c’è anche il gruppo Khorasan, meno conosciuto rispetto ad al Qaeda e alla stessa Isis, ma ritenuto da molti il più pericoloso e in grado di portare avanti un attacco contro gli Stati Uniti. 
Ma chi sono i nuovi terroristi che vogliono distruggere l’Occidente? 
 Il gruppo Khorasan, la “nuova Al Qaeda” era pronta a colpire gli Stati Uniti.
 I suoi miliziani sono jihadisti molto esperti, provenienti soprattutto dal Pakistan e dall’Afghanistan.


I raid americani in Siria li hanno colpiti in 8 diverse azioni mirate, ma non ci sono al momento indicazioni sui risultati ottenuti. 
Fonti dalla Siria parlano di almeno 120 jihadisti uccisi. 

Il gruppo Khorasan sarebbe nato in Iran alcuni anni fa, inizialmente come cellula locale di al-Qaeda. In seguito si è spostato in Siria, ma è ancora presente tra l’Afghanistan e il Pakistan.
 Il leader del gruppo sarebbe Muhsin al-Fadhli, esponente di spicco nella storia di al-Qaeda, molto vicino a Osama Bin Laden.
 Secondo il Dipartimento di Stato americano, l’uomo avrebbe addirittura fatto parte di coloro che sapevano dell’organizzazione degli attacchi dell’11 settembre 2001. Insomma un personaggio centrale e importante nel mondo del terrorismo islamico.
 In Siria, Khorasan costituisce un gruppo di appoggio a Jabhat al-Nusra, l’organizzazione più potente e organizzata dopo l’Isis che di al-Qaeda condivide l’ideologia.
 Secondo fonti statunitensi, il gruppo avrebbe legami anche con Aqap, i brutali miliziani di al Qaeda attivi in Yemen e di cui fa parte anche Ibrahim al-Asiri.
 Il ricercato Al-Asiri è considerato il più importante fabbricatore di esplosivi del network guidato dal defunto Bin-Laden. 
 Muhsin al-Fadhli ha appoggiato di persona l’appello di Ayman al-Zawahiri, attuale numero uno di al-Qaeda, contro lo Stato islamico, determinando così una spaccatura tra jihadisti. 
Teoricamente Stato islamico e Khorasan sono due gruppi in competizione. 
A differenza dell’Isis l’obiettivo prioritario di Khorasan è quello di colpire prevalentemente occidentali.
 Al proposito, il capo dell’intelligence nazionale, James R. Clapper Jr aveva affermato che “Khorasan può rappresentare una minaccia tanto grande, quanto quella dello Stato islamico”.

Gli Stati Uniti temono questa nuova e grave minaccia. Tanto che alcuni bombardamenti avvenuti in Siria  sono stati diretti proprio contro le installazioni di Khorasan. 
L’ex vice direttore della Cia, Mike Morrel, ha confermato come la strategia principale del gruppo è quella di colpire con ordigni esplosivi obiettivi occidentali, soprattutto aerei di linea. 
Khorasan, insomma, sarebbe dunque in Siria non per fondare un nuovo califfato, bensì per reclutare jihadisti in vista di nuovi attacchi all’Occidente.

 Fonte: nanopress.it

Asperatus, la nube del "non-temporale"


Entrate nella classificazione ufficiale delle nuvole solo nel 2009, le asperatus (dal latino "tempestoso"), o undulatus asperatus, sono uno dei più curiosi misteri climatici. 

Si tratta di nubi scure e minacciose che si formano nel giro di pochi istanti ricoprendo completamente il cielo, come a voler scatenare una tempesta di grande violenza. Ma a differenza del loro aspetto, nella maggior parte dei casi, sono completamente innocue e si dissolvono rapidamente senza aver prodotto nemmeno una goccia di pioggia.

 Secondo Paul Hardaker, responsabile della Royal Metereological Society, la formazione delle nubi asperatus richiede enormi quantità di energia: si possono osservare quando venti turbolenti o grandi masse di aria frustano dal basso lo strato inferiore delle nuvole.
 Sono comuni nelle grandi pianure degli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Nuova Zelanda dove spesso compaiono nelle ore immediatamente succesive a un forte temporale.

 Questo suggestivo video girato in time lapse mostra la formazione e l'evoluzione di uno strato di nubi asperatus sopra la città di Lincoln, nel New England, ed è stato girato dal cacciatore di tempeste Alex Schueth.

 Da: focus.it